Moto in fuoristrada: parliamo del Decreto sulla viabilità forestale

Moto in fuoristrada: parliamo del Decreto sulla viabilità forestale

A un mese di distanza dal "divieto" di circolazione in off-road, tutto tace. Ma ci sono contatti in corso, per una scrittura più chiara. In risposta ai tanti dubbi degli appassionati, abbiamo chiesto il parere di un avvocato qualificato

17.01.2022 ( Aggiornata il 17.01.2022 10:47 )

Il Testo Unico in materia di foreste, come abbiamo visto, vietava già il transito ordinario, ma non faceva riferimento al Codice della Strada. La norma, a ben vedere, cita solo gli articoli 1 e 2 del Codice, quindi, bisognerebbe comprendere se ciò ne esclude l’applicabilità in toto oppure no. Il chiarimento del Ministero afferma che ‘si tratta di viabilità sottratta al Codice della Strada.

"A mio sommesso avviso, escludere l’applicabilità del C.d.S alla viabilità forestale ha una conseguenza giuridica specifica. Infatti, lo Stato ha competenza esclusiva in materia di sicurezza della circolazione stradale. Cosa significa? Semplicemente che una legge regionale non può derogare al Codice della Strada, perché su tale materia ‘comanda’ solo lo Stato. In altre parole, le Regioni non hanno alcun potere normativo sulla circolazione stradale, ove per strada non si intende solo quella costruita dall'uomo ma anche la strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni o di animali (art. 3 n. 48 C.d.S.) Adesso, invece, escludendo che il C.d.S. possa essere applicato, ciascuna Regione può disciplinare la viabilità – esclusivamente nelle strade agro-silvo-pastorali – senza incontrare tale limite. Dal punto di vista pratico, in passato, se ad un automobilista o motociclista veniva comminata una sanzione per il divieto di transito su strada forestale in base alla legge regionale, questi poteva proporre ricorso, eccependo che la circolazione stradale è regolata unicamente dal C.d.S. e non dalla legge regionale. Se la mia interpretazione è corretta, da ora non sarà più così”.

Perché è stato emanato il decreto se non cambia nulla?

Perché il citato TUFF del 2018 prevedeva un decreto attuativo contenente quelle regole tecniche di dettaglio necessarie ad attuare la legge. “I criteri dettati nel decreto – scrive l’Avv. Ferrari - devono essere adottati da tutte le Regioni per garantire uniformità, ad esempio, nella definizione delle strade. Per questa ragione, l’art. 3 distingue tra viabilità principale e secondaria. La prima è formata da strade prevalentemente non asfaltate e, a sua volta, è suddivisa in strade forestali e silvo-pastorali di primo e secondo livello a seconda dell’ampiezza della carreggiata. La seconda è composta da piste e percorsi pedonali e per animali da lavoro. In tal modo, tutte le legislazioni regionali dovranno impiegare la medesima terminologia e gli stessi criteri per determinare la tipologia di strade”.

Alla fine, è lecito circolare fuoristrada?

La risposta potrebbe essere: Regione che vai, legge che trovi, nel rispetto delle linee guida del decreto sulla viabilità forestale, a cui tutte dovranno adeguarsi. In molte regioni è già vietato il transito sulle strade forestali, fatti salvi i percorsi ludico-ricreativi specificamente individuati. Infatti, la Regione può individuare uno o più percorsi fuoristrada per mezzi motorizzati, insistenti su sentieri, mulattiere, piste agro-silvo-pastorali e così via su cui sia possibile il transito senza rilevanti danni all’ambiente. In tal modo, salvaguardando l’ambiente montano e favorendo la corretta fruizione ricreativa del territorio”.

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