Moto elettrica? Non può ancora sostituire quella a benzina

Moto elettrica? Non può ancora sostituire quella a benzina

L’Associazione Europea dei Costruttori di Moto ha diffuso un Position Paper in risposta alla proposta della Commissione Europea di andare verso una sempre maggiore elettrificazione dei veicoli

05.10.2021 ( Aggiornata il 05.10.2021 14:54 )

Si chiama Fit for 55 ed è un pacchetto di 12mila pagine contenente 12 regolamentazioni mirate a ridurre le emissioni di gas serra. La Commissione Europea lo ha presentato come proposta il 14 luglio scorso, e subito ha fatto moltissimo rumore. Perché, preso a riferimento il 1990, Fit for 55 impegnerebbe la Comunità Europea a ridurre le emissioni di anidride carbonica delle auto del 55% entro il 2030 e quelle dei furgoni del 50%. In più c’è questa proposta (proposta!) di vietare la vendita di auto e furgoni nuovi che emettano CO2 a partire dal 2035.

Di moto per ora non si parla, ma il pacchetto prevede anche una riduzione del 90% delle emissioni di CO2 dell’intero settore dei trasporti entro il 2050. Impegni che non potranno che coinvolgere le moto; sebbene il loro ruolo inquinante sia marginale. Insomma, come minimo potrebbe aumentare la tassazione sui carburanti fossili.

La voce dei costruttori europei di moto

Sulla proposta della Commissione Europea si esprimono oggi i costruttori europei di moto dell’Acem, con un Position Paper ben documentato.

Si comincia con un po' di numeri. I mezzi a due ruote rappresentano il 2% del parco circolante europeo, e che una moto in media, secondo stime della stessa Commissione Europea, emette in un anno 300 kg di CO2, contro le 2 tonnellate di un’auto. Tra l’altro, allargando il discorso ad altri inquinanti, le moto nel passaggio da Euro 0 a Euro 3 hanno ridotto del 94% le emissioni di monossido di carbonio e gli idrocarburi incombusti; mentre sono calate del 50% quelle degli ossidi d’azoto. Un altro calo del 25% c’è stato nel passaggio alla Euro 4, e un ulteriore 25% lo si è guadagnato con l’Euro 5, che equivale alla Euro 6 automobilistica. Insomma, noi motociclisti inquiniamo veramente poco!

Poi si analizza la mobilità urbana, che da sola vale il 40% di tutte le emissioni di CO2 e il 70% delle altre emissioni inquinanti. Per dire che buona parte della partita si gioca con la mobilità urbana. Che è anche quella che più facilmente si presta al passaggio alla propulsione elettrica. Ecco perché l’Associazione degli industriali ricorda di essere impegnata a lavorare con le città per aumentare l'accesso e la disponibilità per i cittadini di due ruote a motore elettriche. “Con le giuste condizioni favorevoli, Acem prevede che la quota predominante del mercato dei PTW - Powered Two Wheels, i mezzi a due ruote motorizzati - per la mobilità urbana diverrà elettrica entro il 2030”.

Ma la passione per la moto richiede il motore termico!

I responsabili politici – scrive l’Acem - dovrebbero riconoscere che, a causa del loro impatto già limitato sul cambiamento climatico rispetto ad altri veicoli, i mezzi a due ruote con motori a combustione interna convenzionali hanno ancora un ruolo importante da giocare nel prossimo futuro, in particolare nei segmenti di mercato che sono più difficili da elettrificare, come i PTW per il tempo libero. Ciò è dovuto al peso delle batterie e all'effetto che queste possono avere sulla maneggevolezza e la dinamica. I necessari compromessi tra peso, gamma, i costi e le aspettative dei consumatori, stanno ancora determinando volumi di mercato a livello di nicchia per i PTW elettrici orientati al tempo libero. Per questo è importante che l’Unione Europea continui a supportare l’evoluzione dell’industria motociclistica, finanziando la ricerca e lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio”.

Quando la moto viene utilizzata per passione nel tempo libero, per ora è impossibile mettere da parte il motore termico.

Ecco perché l’Acem si rivolge anche al settore della produzione di carburanti, auspicando che aumenti l’offerta di prodotti a basso contenuto di carbonio. Ed è apprezzato l’impegno dell’Associazione delle aziende di raffinazione europee (FuelsEurope) di arrivare entro il 2050 alla “neutralità climatica” di tutto il carburante in commercio.

In questo contesto si inseriscono anche i prodotti sintetici, gli E-fuels, che al momento sono una rarità e costano cari. Ma che con l’aumento della domanda, nel giro di una manciata d’anni potrebbero arrivare a quotazioni poco più alte di quelle dell’attuale benzina. E-fuel Alliance ipotizza un prezzo compreso fra 1,45 e 2,24 euro al litro. Al quale bisognerebbe però aggiungere le accise...

Attenzione a non limitare l'innovazione

Chiudendo il suo Position Paper l’Acem scrive che “I responsabili politici sono chiamati ad adottare un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico. La decarbonizzazione è troppo importante per limitarla alla sola elettrificazione. Un processo di transizione attraverserà necessariamente diverse fasi: imporre tecnologie specifiche significa limitare la scelta e quindi creare un vero e proprio vincolo all'innovazione”. Per lo stesso motivo l’Associazione ribadisce “che gli orientamenti delle politiche di tassazione e incentivazione non dovrebbero essere limitati ai veicoli elettrificati, ma legati alla CO2 come parametro neutro dal punto di vista tecnologico”.

Infine una punzecchiata per sottolineare un tema importante: “Dopo un'opportunità persa nella prima versione della Direttiva sulle Infrastrutture per i combustibili alternativi, ACEM sollecita ora i responsabili politici dell'UE a includere un numero obbligatorio di punti di ricarica per veicoli elettrici in tutta l'UE, nella revisione della direttiva”.

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