Impara l’arte (della piega): la Riding School di Luca Pedersoli

Impara l’arte (della piega): la Riding School di Luca Pedersoli

Una scuola che insegna da tanti anni la raffinata arte della guida tra i cordoli. Il “Pede”, come lo chiamano nell’ambiente, ha creato un vero e proprio impero. Ma cosa c’è dietro a tutto quanto?

Redazione - @InMoto_it

20.09.2021 09:46

Insegnare l’arte della guida in pista è una cosa seria, non si scherza con la velocità. I movimenti in sella devono essere fluidi e precisi, le traiettorie studiate e ripetute fino alla nausea. In pista, rallentare non è consentito, si gira per andare più forte possibile. Servono concentrazione e impegno fisico. Può sembrare una minaccia più che un invito a provare, ma meglio essere chiari. Troppo spesso infatti si vedono in pista moto trasandate, tute sdrucite, gomme a fine vita. Con l’organizzatore sbagliato, poi, ci si potrebbe anche ritrovare in turni sovraffollati, caotici. Ci avevate mai pensato? In pista si nascondono centinaia d’insidie. Fatevi un favore, dunque: affidatevi a gente seria, che il rischio di fare una stupidata è dietro l’angolo. 

L'idea della Riding School

Luca Pedersoli, il “Pede” per gli amici, questo lo sa bene. La sua Riding School si è affermata negli anni come il riferimento tra le scuole di guida in pista, un faro illuminante di professionalità. La sua idea è sempre stata proporre un pacchetto all-inclusive, del tipo “Oggi concentrati a guidare. Al resto pensiamo noi”. Il Pede lo sa: la prima volta in pista (ma anche le successive…) non è come andare a funghi. Si mettono a dura prova forza e resistenza, del pilota e della moto. Dateci retta: prima di tuffarvi in un ginepraio, prenotate un bel corso di guida. Oltre a esser seguiti da un istruttore qualificato, avrete la mente sgombra da qualunque preoccupazione. Pensate sia poco? Chi ha provato, sa che non lo è. È per questo che il "Pede" punta da sempre sulla qualità e sull’assistenza ai clienti, dal momento stesso in cui arrivano in circuito. 

Lavoro continuo

Un lavoro di sviluppo continuo: negli anni Luca ha corretto e modificato l’offerta dei corsi basandosi sui commenti dei partecipanti. Ecco perché oggi chi partecipa a un corso Riding School ha diritto a una lunga serie di servizi accessori. Nel pacchetto infatti sono inclusi il pranzo al ristorante, il servizio fotografico della giornata (magari anche con il primo ginocchio a terra!), l’officina specializzata, sconti per turni di prove libere…Fondamentale in tutto ciò è l’organizzazione. Chiunque lavori nel mondo degli eventi sa che il buon esito di una manifestazione dipende al 90% dall’organizzazione. Luca l’ha capito subito, ed è per questo che durante una giornata di Riding School, il paddock brulica di persone affaccendate. Il programma dei corsi è suddiviso al minuto spaccato. Mentre gli istruttori spiegano la teoria agli allievi, 3-4 minuti prima dell’entrata in pista vengono avvisati dai membri dello staff per avere il tempo di prepararsi.

Un team di persone che si muove secondo uno schema preciso, un vero e proprio spettacolo che apre al pubblico alle 09:05 del mattino e termina alle 18 (tempi di allestimento e preparazione esclusi). Il controllo degli orari e dei turni in pista parte dalla torretta, posizionata appena prima dell’ingresso in pista. È da lì che il Marshall dà il via libera al prossimo turno. Esce un gruppo, entra l’altro. Nel frattempo, giù in pit-lane lo staff controlla che ogni allievo sia nel posto giusto e che non si mescoli in altri gruppi. Un bel cinema, non c’è che dire… 

OCCHIO A CHI SI IMPROVVISA

Tutto questo è patrocinato dalla Federazione Motociclistica Italiana, la rinomata FMI. Significa, per esempio, che al termine di ogni giornata un tecnico Federale (nel caso della Riding School sono Cristiano Migliorati e Roberto Locatelli) manda un dettagliato report alla Federazione. Significa avere istruttori certificati, che hanno superato dei test teorici e pratici. Significa che ogni istruttore è provvisto di assicurazione… insomma, scuola Federale vuol dire tante cose, ma è prima di tutto una garanzia per il cliente. E a questo proposito, Luca ha qualcosa da dire. Negli ultimi anni c’è stato un incredibile proliferare di nuove scuole guida in pista, senza che venissero convalidate o certificate da qualcuno.

Cosa ne pensa Luca?

“I casi sono due: per essere un istruttore valido o sei un pilota, con i segni delle gare sulla pelle, oppure un giornalista/tester/collaudatore, che un giorno sì e l’altro pure va in moto, e che magari ha la sensibilità che manca a un pilota. Io ad esempio sto imparando a suonare la chitarra, ma se andassi a lezione da Eddie Van Halen andrei nel panico! Accanto a qualcuno che invece sa suonare, ha una buona esperienza e che magari fa qualche concertino qua e là, sono molto meno intimorito. Imparo in fretta e senza ansie. Detto questo, torniamo alla questione: è giusto che tutti abbiano il diritto di aprire una scuola guida? Secondo me, no. Francamente non tollero quegli individui che aprono scuole guida senza nessun tipo di competenza o certificazione. In questo senso, la Federazione potrebbe (e dovrebbe) fare di più, effettuando controlli più capillari e punendo chi fa il furbo".

Un esempio?

Se domani vai a Livigno e apri una scuola di sci senza nessun titolo, ti garantisco che non arrivi a sera perché ti fanno chiudere prima. Per aprire una scuola di sci devi avere il tesserino, devi essere maestro, devi essere iscritto alla FISI…ci sono insomma delle procedure, delle regole, e la FISI (la Federazione degli sport invernali) si preoccupa di farle rispettare. Mi piacerebbe che anche la FMI fosse un po’ più intollerante con chi si improvvisa. Anche perché andare in moto è un’attività pericolosa”. 

Tra gli istruttori della Riding School ci sono piloti anche molto titolati, veri e propri campioni, ma la manetta non è per forza proporzionale alla capacità di insegnare. A quanto riporta lo stesso Luca, esistono due principali categorie di clienti. Nel primo caso si tratta degli esordienti e di chi ha già assaggiato la pista ma vuole migliorarsi. Le nozioni da trasmettere sono tantissime ed è quindi fondamentale avere un istruttore capace di comunicare in maniera pacata, togliendo al tempo stesso le ansie. Nel secondo caso invece si tratta di clienti che in moto vanno già forte. Alcuni anche molto forte.

Le parole di Luca sono abbastanza esplicative:

“A volte chiamano clienti che girano in 1,56 al Mugello e vorrebbero scendere all’1,54. In questo caso c’è ben poco da comunicare: serve un istruttore in grado di girare in 54 (e anche meno…) che gli faccia da lepre e che ogni tanto lo osservi. Servono insomma i "pilotoni". Canepa, Manfredi… non sono tanti a poterlo fare. Dai 70 istruttori che normalmente ho a disposizione, il palmarès si riduce a meno di una decina. In questo caso, la pacatezza e la capacità di comunicare non servono granché, perché il cliente è già molto avanzato; gli occorre un’aggiustata per capire come violentare ancora di più la moto”. 

Una complicata macchina organizzativa, non c’è che dire, ma in questo modo la Riding School può soddisfare le esigenze di tutti, da chi non ha mai tirato una frizione, a chi vuole perfezionare il tempo sul giro e non sa più che pesci pigliare. Ecco perché Yamaha è ormai da tanti anni partner della Riding School, e non è l’unica azienda. Ci sono anche Dunlop, Dainese… tutti brand che riconoscono in Pedersoli un ottimo organizzatore, prima ancora che un valido istruttore.

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