Strumentazione ed evoluzione: motociclista, occhio a dove guardi!

Strumentazione ed evoluzione: motociclista, occhio a dove guardi!

Sulle moto moderne i display TFT hanno soppiantato le classiche strumentazioni, arrivando a proporre veri e propri tablet, con tanto di touch screen e connettività con lo smartphone. Un pieno d’informazioni e d’interattività che rischia di distrarci dalla guida

11.02.2021 ( Aggiornata il 11.02.2021 10:50 )

Era la scorsa estate quando, restituendo una moto in prova, il concessionario ci raccontò che presentando i modelli più raffinati del suo showroom, inevitabilmente la prima domanda che facevano i potenziali clienti era se il display TFT della strumentazione si connettesse con il telefono. E che funzioni avesse. Da lì siamo finiti a parlare dell’evoluzione delle strumentazioni, che oggi propongono tantissime informazioni, ma che non sono immediate da leggere, come lo erano invece una volta i classici due quadranti analogici.

Tornati in redazione abbiamo fatto un giro d’opinione con i colleghi del centro prove, convenendo che alcuni cockpit odierni offrono troppe info, e non sono facili da consultare. Fra i meno intuitivi c’è il display dell’Honda Africa Twin, che ha un sacco di icone e la particolarità di essere touch; ovviamente solo a moto ferma. In movimento su usa il blocchetto sul manubrio, ma anche quello è ricco di comandi, e si finisce per spostare lo sguardo dalla strada, per guardare quello che si combina con il dito.

Quando la strumentazione distrae

Dal punto di vista della facilità di gestione, forse le più fruibili sono le BMW, che hanno una rotellina da utilizzare, con modalità simile a un trackpad; o a un mouse, se preferite.

A parte la complicazione, anche le strumentazioni arretrate verso il serbatoio non sono facilmente leggibili. Perché costringono a spostare lo sguardo molto in giù, rispetto alla strada. Succede, ad esempio, con le KTM Duke 790 e 890; ma anche con molte altre naked “corte”; e con la sportivissima Honda CBR1000RR.

Di base poi c’è il discorso dell’eccesso di informazioni fornite al pilota. Parliamo di navigatori? Alcune case rendono disponibile il navigatore cartografico, quello con la mappa stradale a vista. Lo fanno ad esempio la Ducati sulla nuova Multistrada V4 e la Honda sull’Africa Twin. Qualcun altro, come la Triumph, opta invece per la navigazione turn-by-turn, che mostra solo le svolte al guidatore, per non distrarlo. La stessa Triumph ha però su alcune sue strumentazioni un’opzione originale, che consiste nella possibilità di comandare dal blocchetto sul manubrio la Gopro, a partire dalle Hero 5 e Session 5 in poi.

Navigatore, numero del chiamante, notifica dei messaggi ricevuti. In qualche caso c’è la possibilità di leggere i messaggi, che qualcuno offre – e non sempre a ruote ferme -, le email e altre info come l’angolo di piega che appare quando si esce dalla curva.

Tutto questo non sarà troppo? Non ci spingerà a stare sempre con un occhio sul cruscotto?

E non vi sembri un discorso banale, perché una volta ai piloti venivano nascosti con del nastro i settori della strumentazione dove apparivano informazioni inutili. Nelle gare per moto di serie ad esempio si nascondeva l’indicazione della velocità, per non tentare il pilota di andare a guardare a quanto facesse una determinata curva.

 

Strumentazioni sempre più complete e complesse, richiedono blocchetti dei comandi altrettanto complessi (in basso), che a loro volta impegnano l'attenzione per essere utilizzati.

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