Kawasaki e la sovralimentazione: un amore che dura da anni

Kawasaki e la sovralimentazione: un amore che dura da anni

Oggi Kawasaki produce moto sovralimentate con compressore centrifugo, ma il fenomeno delle “moto turbo” risale a parecchio tempo fa

24.02.2020 12:19

Solo Kawa. Oggi le moto sovralimentate, tra cui la Z H2, sono esclusivo appannaggio di Kawasaki, che tra l’altro ha la capacità di produrre in casa la girante del compressore. Chi altro potrebbe farlo? Nessuno, con molta probabilità. Hanno le conoscenze, la tecnica ma soprattutto le persone in grado di sviluppare una girante di un compressore centrifugo. Ma qualche decade fa, all’inizio degli anni 80, per qualche tempo tutte le aziende giapponesi si cimentarono nella produzione di moto sovralimentate. L’obiettivo era realizzare moto con prestazioni da maxi (1.000 cc o più) ma agili come le cilindrate più contenute. Della partita fu anche Kawasaki con la sua GPz 750 Turbo, supersportiva con i semimanubri.

Un po’ di storia

La Kawasaki GPz 750 Turbo fu l’ultima delle concorrenti turbo a essere presentata, nel 1983. E a quanto pare, Kawasaki la presentò in ritardo per risolvere i classici problemi dei motori sovralimentati, come il turbo-lag, le vibrazioni e il consumo eccessivo. E in effetti ci riuscirono. Secondo quanto riportato dalla nostra prova di allora, “La soluzione migliore sembra proprio quella di Kawasaki, che sistemando il turbo vicino all’uscita dei collettori di scarico ha ottenuto il minor ritardo di risposta osservato finora”.

Kawasaki Turbo: la tecnica

La Kawasaki GPz 750 Turbo utilizzava un motore 4 cilindri in linea a iniezione di circa 739 cc, strettamente derivato dalla versione aspirata. Gli ingegneri dovettero ricorrere ad alcune soluzioni di rinforzo per via del turbo, come la riduzione del rapporto di compressione, una diversa fasatura delle valvole e l’adozione di organi meccanici più robusti (pistoni, fasce elastiche, valvole, frizione e cambio). Anche il telaio era identico alla versione aspirata (una doppia culla in tubi di acciaio) a meno di qualche rinforzo per gestire le maggiori forze in gioco, come la zona del cannotto di sterzo e quella del perno forcellone, senza contare l’adeguamento dell’impianto freni.

Le regine del turbo - FOTO

Le regine del turbo - FOTO

Furono le Case giapponesi a darsi soprattutto da fare. Negli anni ‘80, Kawasaki era la più potente, ma anche Yamaha XJ 650 Turbo, Honda CX 650 Turbo e Suzuki XN 85 Turbo non scherzavano affatto

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Tutto per un aumento di peso di appena 14 kg, da 219 a 233, mentre la potenza saliva a 112 CV, valore notevole per l’epoca e soprattutto ben superiore a tutte le diretti concorrenti. Se volete leggere il resto della prova della Kawasaki GPz 750 Turbo, sul prossimo numero di InMoto trovate il servizio completo!

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