Moto nude e caschi aperti: la nouvelle vague del vintage

Moto nude e caschi aperti: la nouvelle vague del vintage

Saranno i ritmi frenetici della vita moderna, saranno i limiti di velocità sempre più stringenti, ma molti motociclisti hanno cambiato credo e alle supersportive carenate preferiscono stilose cafè racer da usare con casco rigorosamente jet, per godersi fino all’ultimo refolo d’aria in faccia

Max Carani

03.03.2017 ( Aggiornata il 03.03.2017 13:07 )

Quella che fino a poco tempo fa era una nicchia, una tendenza seguita da pochi cultori, oggi è una realtà consolidata; l’abbiamo visto al MBExpo di Verona dove sempre più case motociclistiche espongono le loro creature in stile vintage o retrò che dir si voglia. Fu Triumph ad inaugurare questo filone nel 2000 con la sua “Bonnie”, reinterpretando in chiave moderna quella moto divenuta iconica nei mitici anni 60 e 70 grazie anche alle gesta di un tale di nome Steve McQueen. Poi a ruota, fiutando l’affare, ecco BMW, Ducati, Yamaha Kawasaki … .
Il ritorno all’ essenza di quegli anni è un fenomeno conclamato (non solo nel mondo motociclistico) e sono tantissimi pure i preparatori che realizzano special in stile cafè racer sempre più richieste. Moto “stilose” e modaiole che per questo impongono un “dress code” consono. Così anche chi produce abbigliamento non è stato con le mani in mano, andando a realizzare capi sempre più fashion che sono un piacere da vedere e da indossare. Tra gli accessori irrinunciabili, il casco, non solo perché obbligatorio, è tra i più importanti, dato che maggiormente identifica la personalità di un motociclista.

Moto nude e caschi aperti: la nouvelle vague del vintage

Moto nude e caschi aperti: la nouvelle vague del vintage

Saranno i ritmi frenetici della vita moderna, saranno i limiti di velocità sempre più stringenti, ma molti motociclisti hanno cambiato credo e alle supersportive carenate preferiscono stilose cafè racer da usare con casco rigorosamente jet, per godersi fino all’ultimo refolo d’aria in faccia

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JET, FORMA "ANTICA" E TECNOLOGIA MODERNA - Anche per questo fondamentale elemento di sicurezza, si assiste ad un ritorno alle origini, quando i caschi erano essenziali, semplici in una parola “aperti”. Oggi i Jet, sono ispirati a quelli del passato e in alcuni casi, come il “Custom 500” di BELL, sono riproposizioni nella forma e nel nome di modelli di un tempo, che però sono realizzati con tecniche moderne; siano essi stampati in materiale termoplastico piuttosto che prodotti in fibra. Anche in questo settore le calotte con carbonio a vista sono di gran moda, ma tra i più gettonati vediamo colori glitterati e forti personalizzazioni. Queste possono essere il frutto dell’opera di artisti specializzati, veri e propri customizer, piuttosto che proposte che arrivano direttamente dai produttori che hanno a listino un’infinità di varianti cromatiche. Così Premier offre ben 38 differenti livree per il suo Jet che “onomatopeicamente” è chiamato “Vintage”, Caberg realizza il suo “Freeride” in 17 caratterizzazioni e anche X-lite non scherza. 
Altri come Shark, reinterpretano l’”open face” donando al “Drake” una forma particolare e dotandolo di una maschera con occhiali integrata che lo rende assolutamente originale. 
Anche gli interni sono molto curati: quasi tutti integralmente removibili sono così lavabili e in alcuni casi (Arai e X-lite) personalizzabili nelle imbottiture, proprio come gli integrali da corsa.
Poi non mancano i dettagli “cool” come i frontini da applicare con bottoni automatici, la fibbia che serve a fermare gli occhialoni in stile aviatore che alcuni includono nel prezzo come Airoh, Hevik o LS2.  E ancora le visiere a bolla, meglio se gialle, praticamente irrinunciabili per apparire “à la page” frequentando i locali modaioli.

C’è molto da sbizzarrirsi, come potrete leggere sul fascicolo di Marzo della nostra rivista INMOTO, ora in edicola, dove troverete uno speciale dedicato a questi caschi di ben 9 pagine.

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