Prova abbigliamento: Capit Warmme

Prova abbigliamento: Capit Warmme

Abbiamo provato il capo riscaldato realizzato dall’azienda leader delle termocoperte

 

Max Carani

01.03.2017 16:18

È capitato a tutti di uscire in moto nonostante il clima inclemente per dare sfogo alla irresistibile voglia, salvo poi rientrare intirizziti a causa del freddo. Il finale è spesso il medesimo: immancabili the e doccia caldi conditi dalla ramanzina della consorte che con odiosi “te l’avevo detto” ci fa maledire l’idea originaria.
Oggi l’abbigliamento tecnico ha raggiunto livelli di eccellenza, ma un ulteriore aiuto può venire dai capi riscaldati. In Italia, sia per il meteo favorevole di metà stivale, che per la poca propensione a viaggiare in inverno dell’altra metà, l’offerta di abbigliamento riscaldato è ridotta a pochi concorrenti.
Tra questi lo specialista in termocoperte CAPIT ha appena proposto una linea che consta di guanti e di un gilet, la cui prova andiamo a proporvi.

Prova abbigliamento: Capit Wormme

Prova abbigliamento: Capit Wormme

Abbiamo provato il capo riscaldato realizzato dall’azienda leader delle termocoperte

 

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WARM ME, TIENIMI CALDO - Apparentemente è un normale smanicato, ma nasconde nella zona petto e schiena delle resistenze che, alimentate da una batteria, consentono di riscaldare il capo e con esso il nostro corpo. La pila al litio, una volta caricata va riposta in un’apposita tasca interna, promettendo un’autonomia di 4/5 ore. La durata in realtà dipende dal calore richiesto. Con un pulsante sul petto è possibile scegliere il grado termico: 38°, 33° o 28° C, che corrispondono al colore rosso, giallo o verde del tasto illuminato con LED. Sui fianchi il gilet è dotato di zip longitudinali che consentono per ciascun capo di vestire due diverse taglie o di adattarsi al meglio a diversi livelli di vestizione che si decide di adottare.

LA NOSTRA PROVA - Esterno giorno di una uggiosa giornata padana. Sole coperto e circa 8°C. Sopra una moderna giacca 3 strati a cui abbiamo tolto la parte impermeabile. Sotto una maglia di cotone a maniche lunghe. In mezzo il nostro CAPIT WARMME, senza null’altro.
La pila in tasca non ingombra e non disturba (le dimensioni rispetto ad uno smartphone da 5,5 “ le vedete in foto). Il tasto di selezione della potenza riscaldante è perfettamente azionabile con guanti invernali a patto di aprire il bavero della giacca. I diversi colori indicano il livello selezionato. Con il verde e giallo (temperatura minima e media), non si percepisce il calore diretto, ma non c’è dubbio sull’ effetto riscaldante. Selezionando la potenza massima è invece ben avvertibile il calore offerto dalle resistenze. Durante la giornata raramente l’abbiamo usato al massimo non avendone la necessità, il che ci ha permesso di raggiungere circa 4 ore di utilizzo (va detto che era la prima ricarica e come per i cellulari la pila al litio raggiunge il massimo delle performances dopo qualche ciclo).

CALDI COME SUL DIVANO - Il responso sulla “vita a bordo” indossando il WARMME è molto positivo. Senza doversi imbacuccare come l’omino Michelin è possibile passare qualche ora in sella senza alcun problema di freddo. Visto il minimo ingombro, potrebbe essere una eccellente idea portarlo con se anche nel periodo estivo se si va in montagna o nelle mezze stagioni se si viene colti dalla notte. Il grandissimo vantaggio sta nel fatto che essendo dotato di batteria, non si è collegati alla moto attraverso cablaggi, come altri prodotti, il che rende assolutamente naturale salire e scendere, dimenticando di avere un giacchetto riscaldato. Questo lo rende utilizzabile anche  su moto non dotate di presa elettrica. Bisogna sempre ricordare però di caricarlo la sera prima. Il rovescio della medaglia sta nella autonomia, nel caso si resti in moto a lungo, a cui si può tuttavia ovviare in diversi modi. È possibile ricaricare, in parte,  durante la pausa pranzo. Ci si può dotare degli accessori venduti a parte che consentono l’alimentazione attraverso la presa accendisigari, (se ne è dotata la vostra moto), allungando all’infinito l’autonomia, ma perdendo il vantaggio del “wireless”. 
Unico piccolo appunto che ci sentiamo di muovere è quella di non aver adottato lo standard mini USB, quello di tutti gli smartphone, che avrebbe permesso di sfruttare alimentatori e cablaggi oramai diffusissimi, senza contare il possibile impiego dei power bank che usiamo per i nostri devices,  per avere un ulteriore carica senza la necessità di attaccarci alla moto.
Infine suggerimento per i mototuristi: regalatelo alla vostra compagna e non diventerà più un problema per lei accompagnarvi in ogni luogo e con ogni tempo… o diventa un problema per voi??
È acquistabile nei negozi oppure on line direttamente dal sito: 
www.capit.it

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