Top 10, moto ispirate alle supercar: strane creature

Top 10, moto ispirate alle supercar: strane creature

Come sappiamo bene, molti Marchi di fama mondiale dividono il loro brand nella sezione due e quattro ruote: BMW, Honda, Suzuki giusto per nominarne qualcuno. A volte capita, però, che i due emisferi del mondo dei motori si fondano, dando vita a modelli originali e futuristici: delle bestie su due ruote ispirate alle “cugine” supercar!

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Moto dal cuore inglese, la Aston Martin AMB 001 è la prima creazione della Casa di lusso britannica in collaborazione con Brough Superior. Ha visto la luce ad Eicma 2019, facendo risplendere il suo motore bicilindrico da 997 cc in grado di erogare 180 Cv di potenza. Siamo davanti a una serie limitata a 100 esemplari, costruita con carbonio aerospaziale e titanio, che potrebbe essere vostra… se avete da spendere 110.000 euro.
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Moto dal cuore inglese, la Aston Martin AMB 001 è la prima creazione della Casa di lusso britannica in collaborazione con Brough Superior. Ha visto la luce ad Eicma 2019, facendo risplendere il suo motore bicilindrico da 997 cc in grado di erogare 180 Cv di potenza. Siamo davanti a una serie limitata a 100 esemplari, costruita con carbonio aerospaziale e titanio, che potrebbe essere vostra… se avete da spendere 110.000 euro.
Il nome Ferrari rimbomba in tutto il pianeta, trattandosi oggi di un’icona più che di una semplice azienda. Per questo molti designer si lasciano ispirare dalla Rossa di Maranello per produrre oggetti che non siano automobili: Amir Glinik, nel 2008, ne ha voluto fare una moto, la Ferrari V4. La monoscocca dalle linee arrotondate e sportive era prevista per accogliere il motore V12 della Ferrari Enzo, ma a Maranello l’opera non è garbata e la moto è rimasta soltanto un concept.
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Il nome Ferrari rimbomba in tutto il pianeta, trattandosi oggi di un’icona più che di una semplice azienda. Per questo molti designer si lasciano ispirare dalla Rossa di Maranello per produrre oggetti che non siano automobili: Amir Glinik, nel 2008, ne ha voluto fare una moto, la Ferrari V4. La monoscocca dalle linee arrotondate e sportive era prevista per accogliere il motore V12 della Ferrari Enzo, ma a Maranello l’opera non è garbata e la moto è rimasta soltanto un concept.
Come per Ferrari, anche Porsche stimola la fantasia dei designer di tutto il mondo. Anche in questo caso, però, la Casa non ha visto di buon occhio quello che lo spagnolo Miguel Angel Bahri ha realizzato. La Porsche 618 che vedete richiama alla mente i classici 911 Turbo, 918, 919 soprattutto per le linee rotonde, sfruttando però per alcune soluzioni lo schema della Bimota Tesi. La Porsche 618 può contare su un motore da 160 Cv di potenza, ma non ha attecchito sugli ingegneri tedeschi.
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Come per Ferrari, anche Porsche stimola la fantasia dei designer di tutto il mondo. Anche in questo caso, però, la Casa non ha visto di buon occhio quello che lo spagnolo Miguel Angel Bahri ha realizzato. La Porsche 618 che vedete richiama alla mente i classici 911 Turbo, 918, 919 soprattutto per le linee rotonde, sfruttando però per alcune soluzioni lo schema della Bimota Tesi. La Porsche 618 può contare su un motore da 160 Cv di potenza, ma non ha attecchito sugli ingegneri tedeschi.
Nel 2013 la sfida di Lotus con le due ruote: La Lotus C-01 è stata realizzata dal designer Daniel Simon, del gruppo Volkswagen e Bugatti e soprattutto mente artistica dietro i veicoli del film Tron Legacy. Le linee della C-01 riportano alla mente proprio quella pellicola, con sotto la carena (in fibra di carbonio) un bicilindrico da 1.195 cc di derivazione KTM. 200 Cv di potenza e una produzione in serie limitata a 100 unità, vendute a 100mila euro.
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Nel 2013 la sfida di Lotus con le due ruote: La Lotus C-01 è stata realizzata dal designer Daniel Simon, del gruppo Volkswagen e Bugatti e soprattutto mente artistica dietro i veicoli del film Tron Legacy. Le linee della C-01 riportano alla mente proprio quella pellicola, con sotto la carena (in fibra di carbonio) un bicilindrico da 1.195 cc di derivazione KTM. 200 Cv di potenza e una produzione in serie limitata a 100 unità, vendute a 100mila euro.
Ancora Italia nel connubio due/quattro ruote: Alfa Romeo Spirito è il nome della creatura disegnata dal turco Mehmet Doruk Erdem. Livrea rossa che avvolge completamente il telaio della moto e look fumettistico che sfocia nello stemma Alfa Romeo sulla calandra. Anche stavolta, però, non è entrata in produzione - forse per il design un po’ troppo anarchico - ma è rimasta una folle idea a motore.
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Ancora Italia nel connubio due/quattro ruote: Alfa Romeo Spirito è il nome della creatura disegnata dal turco Mehmet Doruk Erdem. Livrea rossa che avvolge completamente il telaio della moto e look fumettistico che sfocia nello stemma Alfa Romeo sulla calandra. Anche stavolta, però, non è entrata in produzione - forse per il design un po’ troppo anarchico - ma è rimasta una folle idea a motore.
Nel 2017 il designer russo Maksim Burov ha proposto la sua creazione motociclistica alla Koenigsegg, ma in Svezia non erano d’accordo. Non se ne è fatto niente, anche (forse) perché la supermoto ricorda parecchio nelle forme la Lotus C-01 che avete visto poco fa.
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Nel 2017 il designer russo Maksim Burov ha proposto la sua creazione motociclistica alla Koenigsegg, ma in Svezia non erano d’accordo. Non se ne è fatto niente, anche (forse) perché la supermoto ricorda parecchio nelle forme la Lotus C-01 che avete visto poco fa.
La Kickboxer è la traduzione su due ruote di un veicolo che potesse sfruttare il motore boxer 2,5 litri di una Subaru WRX. Il concept realizzato nel 2009 da Ian McElroy sprigiona 305 Cv di potenza con una coppia di 407 Nm, mentre il motore è il punto focale dell’estetica Industrial della Kickboxer, senza carena e sbattuto “in prima pagina” davanti all’occhio di chi guarda.
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La Kickboxer è la traduzione su due ruote di un veicolo che potesse sfruttare il motore boxer 2,5 litri di una Subaru WRX. Il concept realizzato nel 2009 da Ian McElroy sprigiona 305 Cv di potenza con una coppia di 407 Nm, mentre il motore è il punto focale dell’estetica Industrial della Kickboxer, senza carena e sbattuto “in prima pagina” davanti all’occhio di chi guarda.
Dieci anni fa Ducati entrava nel Gruppo Volkswagen, quindi sotto l’ala di Audi. Per questo il designer Damiera Vizcarra ha iniziato a pensare - e poi a realizzare - un concept che portasse i quattro anelli su due ruote. Motore elettrico per la Audi RR, con tanta tecnologia in sella come le telecamere al posto degli specchietti o la trasmissione magnetica. I tempi, però, non erano maturi per una produzione del genere, così la fantasia di Vizcarra è rimasta tale.
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Dieci anni fa Ducati entrava nel Gruppo Volkswagen, quindi sotto l’ala di Audi. Per questo il designer Damiera Vizcarra ha iniziato a pensare - e poi a realizzare - un concept che portasse i quattro anelli su due ruote. Motore elettrico per la Audi RR, con tanta tecnologia in sella come le telecamere al posto degli specchietti o la trasmissione magnetica. I tempi, però, non erano maturi per una produzione del genere, così la fantasia di Vizcarra è rimasta tale.
Il Marchio Ariel, nato nel 1870, è tornato in auge nel 2014 con la nuova Ace. La versione R del modello è stata proposta con un motore V4 derivato dalla Honda VFR1200F, capace di erogare 201 Cavalli con cambio Quickshift. Il telaio a traliccio in tubi d’alluminio domina l’estetica della Ariel Ace R, costruita con materiali pregiatissimi che ne fanno lievitare il prezzo: 10 esemplari, 58.500 euro l’uno.
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Il Marchio Ariel, nato nel 1870, è tornato in auge nel 2014 con la nuova Ace. La versione R del modello è stata proposta con un motore V4 derivato dalla Honda VFR1200F, capace di erogare 201 Cavalli con cambio Quickshift. Il telaio a traliccio in tubi d’alluminio domina l’estetica della Ariel Ace R, costruita con materiali pregiatissimi che ne fanno lievitare il prezzo: 10 esemplari, 58.500 euro l’uno.
Lamborghini ha già messo piede nel mondo delle due ruote, prestando il proprio nome alla Ducati Diavel 1260. Ma oltre al marketing, tornando indietro nel tempo troviamo una soluzione datata 1986 e prodotta in 25 unità. Si chiama Design 90 e su di lei domina il giallo, mentre sotto il telaio c’è un motore 4 cilindri in linea da 130 Cv di potenza. La moto Lamborghini non fu un successo, soprattutto per il prezzo fuori-mercato: solo sei modelli prodotti, uno addirittura invenduto. Meglio restare sulle auto.
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Lamborghini ha già messo piede nel mondo delle due ruote, prestando il proprio nome alla Ducati Diavel 1260. Ma oltre al marketing, tornando indietro nel tempo troviamo una soluzione datata 1986 e prodotta in 25 unità. Si chiama Design 90 e su di lei domina il giallo, mentre sotto il telaio c’è un motore 4 cilindri in linea da 130 Cv di potenza. La moto Lamborghini non fu un successo, soprattutto per il prezzo fuori-mercato: solo sei modelli prodotti, uno addirittura invenduto. Meglio restare sulle auto.
Nella preistoria del motociclismo già qualcuno tentò di far muovere sulla stessa strada le due e le quattro ruote: Opel Raketen Motorrad è un prototipo del 1928 derivato dalla Neander SS 500, ai tempi in cui Opel produceva sia auto che motociclette. Il motore si caratterizzava per i sei razzi che portavano la velocità massima da 120 km/h a 200 km/h, numeri ritenuti eccessivi all’epoca e che costrinsero la Raketen a restare soltanto un prototipo.
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Nella preistoria del motociclismo già qualcuno tentò di far muovere sulla stessa strada le due e le quattro ruote: Opel Raketen Motorrad è un prototipo del 1928 derivato dalla Neander SS 500, ai tempi in cui Opel produceva sia auto che motociclette. Il motore si caratterizzava per i sei razzi che portavano la velocità massima da 120 km/h a 200 km/h, numeri ritenuti eccessivi all’epoca e che costrinsero la Raketen a restare soltanto un prototipo.

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