        La nuova normativa del Parlamento Europeo, che obbliga ad avere una copertura assicurativa attiva anche su veicoli fermi in area privata, dovrebbe sbarcare in Italia tra un paio d'anni, ma al momento ci sarebbero guai in vista per i motociclisti di Calabria, Campania e Lazio. Assicurazioni, l&rsquo;UE cancella la sospendibilit&agrave; delle polizze L&rsquo;analisi di Facile.it Un'indagine di Facile.it su 264.000 polizze RC Moto ha concluso che in media sospendere la polizza per un semestre comporta un risparmio di quasi 65 euro (15 per un solo mese e circa 39 per un trimestre), un risparmio che andrebbe in fumo qualora la direttiva comunitaria prendesse piede.Stando alle parole di Andrea Ghizzoni, Managing Director Insurance Facile.it, il modo migliore per limitare i danni resta sempre quello di confrontare le varie polizze per trovare quella "su misura" al proprio caso, ma sarebbe utile che a muoversi fossero le stesse compagnie, presentando offerte che tengano in considerazione l'utilizzo effettivo del mezzo. I pi&ugrave; danneggiati Entrando in vigore la nuova direttiva europea RC, sarebbero i campani i pi&ugrave; danneggiati, perch&eacute; rinunciando alla sospensione perderebbero 107 euro; Lazio secondo in classifica con 75 euro, terzi di questa non allettante graduatoria i centauri calabresi, che perderebbero circa 69 euro di risparmio. Assicurazioni, facile.it risponde all'antitrust: "non ha saputo cogliere il ruolo dei comparatori online"       

L&rsquo;obbligo di copertura assicurativa attiva anche sui mezzi fermi e l'impossibilit&agrave; di sospendere la polizza causerebbe un mancato risparmio fino a 107 euro

RC Moto: Campania, Lazio e Calabria le più colpite dall'UE

L&rsquo;Unione Europea ha lanciato la sua proposta: stop a tutti i motori termici entro il 2035. Uno scossone al mondo delle due e delle quattro ruote, che spaventa pi&ugrave; settori e costringe ai ripari.  Auto s&igrave;. E le moto?  L&rsquo;UE ha gi&agrave; degli obiettivi precisi per la lotta all&rsquo;inquinamento: ridurre le emissioni di Co2 del 55% entro il 2030 e ampliare la rete di ricarica per i veicoli elettrici fino a 3,5 milioni entro il 2030. La nuova proposta risulta pi&ugrave; rigida come tempistiche, ma ci sono dei &ldquo;ma&rdquo;. Il primo &egrave; che nel testo si parla di &ldquo;autovetture&rdquo;, quindi resta il dubbio che le moto e gli scooter non siano interessati. Inoltre, ad essere vietata dal 2035 sar&agrave; la vendita di motori termici, non la circolazione di veicoli gi&agrave; esistenti.  DALL&#39;EDITORIALE DI IN Moto DI AGOSTO    Il 2040 sembrerebbe essere l&#39;anno cruciale per la transizione green. Da quel momento in poi le case costruttrici non potranno pi&ugrave; vendere veicoli diesel o benzina. E le moto? Difficile dirlo, di certo c&#39;&egrave; che anche per noi cambieranno molte cose...  &ldquo;Ci sono Paesi come quelli del Nord Europa che hanno fissato il limite al 2030. Altri al 2040. (&hellip;) Noi presto decideremo, ma direi che il 2040 &egrave; una data limite&rdquo;. Secondo le parole del ministro della Infrastrutture e Mobilit&agrave; sostenibile Enrico Giovannini, la mobilit&agrave; tradizionale ha una dead line. Appunto il 2040. Dopo l&#39;elettrico diventer&agrave; un must e l&#39;odore della benzina solo un ricordo considerato il divieto che entrer&agrave; in vigore di vendere veicoli a combustione interna. Il discorso, ovviamente, riguarda il mondo del trasporto in generale, in primis le automobili. Ma nel settore della mobilit&agrave; rientrano ovviamente anche le motociclette. Che accadr&agrave; alle due ruote all&#39;approssimarsi della fatidica data? Come si preparer&agrave; il mercato e come gestir&agrave; la conversione dei veicoli nei prossimi 10-15 anni?  Le questioni sul tavolo sono molteplici anche perch&eacute; il mutamento di abitudini in termini di mobilit&agrave; si inserisce in un contesto molto pi&ugrave; ampio che tiene sempre pi&ugrave; in considerazione un futuro sostenibile per il pianeta, a zero emissioni. Il problema quindi non &egrave; pi&ugrave; la mobilit&agrave; elettrica, ma tutta la filiera energetica. La batteria (applicata alla mobilit&agrave; su due o&nbsp; quattro ruote) non &egrave; la soluzione a tutti i mali se per realizzarla, per riciclarla o per smaltirla, si impiega una quantit&agrave; di energia non commisurata. La rincorsa della mobilit&agrave; sostenibile sar&agrave; lunga e tortuosa e passa dall&#39;ammodernamento delle infrastrutture per la ricarica e per i bilanci delle aziende costruttrici che avranno il loro bel problema nel calibrare spese e profitti.  Gli analisti, le grandi aziende si stanno interrogando su questo futuro, che non &egrave; poi tanto lontano (nazioni come la Norvegia o la Danimarca hanno fissato lo stop a benzina e diesel gi&agrave; a partire dal 2030). Analizzare la mobilit&agrave; di domani solo con l&#39;occhio critico e spietato del diktat &ldquo;emissioni zero&rdquo; rischia di creare uno scollamento tra aziende e clienti, tra prodotto e utente finale. Esiste una componente filosofica in questa analisi, quella che prende in considerazione l&#39;aspetto ludico ed emozionale di un oggetto (il veicolo) che certamente deve essere rispettoso dell&#39;ambiente ma che deve d&#39;altro canto regalare quel qualcosa in pi&ugrave; decisivo per l&#39;acquisto, come tengono a sottolineare i vertici Toyota, la pi&ugrave; grane casa costruttrice del mondo. Una considerazione che vale soprattutto nel settore delle motociclette dove l&#39;acquisto &egrave; quasi sempre finalizzato al divertimento e frutto di una emozione pi&ugrave; che a un ragionamento freddo e razionale.  QUALE STRADA?    Ecco quindi la sfida nella sfida che riguarda principalmente il settore delle due ruote. Come affrontare i cambiamenti che sono all&#39;orizzonte? Quali strade percorrere? Che tipo di prodotto immaginare per il futuro? Non &egrave; un segreto che il mondo delle due ruote sia fondamentalmente conservativo sotto certi punti di vista. E le infrastrutture non aiutano visto che secondo uno studio dell&#39;ACEA (l&#39;associazione Europea dei costruttori) il 70% delle colonnine di ricarica &egrave; concentrato in appena tre nazioni... E l&#39;Italia &ndash; com&#39;&egrave; facile intuire - non &egrave; tra queste.  Sar&agrave; un periodo complicato per l&#39;evoluzione del settore delle due ruote; le aziende, o meglio, alcune di esse, stanno gi&agrave; lavorando sul futuro. Ma la percezione &egrave; che quello che si sta facendo non basti. Il cambiamento in arrivo &egrave; epocale. Servono scelte radicali e coraggiose. Le idee di oggi plasmeranno il mondo di domani.  Jorge Lorenzo, Michele Pirro e Dario Marchetti inaugurano il nuovo store Super Soco a Misano 

Nella proposta si parla di autovetture ma la via all&#39;elettrificazione coinvolge tutti i settori, anche le due ruote. Se alcuni Marchi sono gi&agrave; pronti, altri hanno parecchia strada da fare

UE, stop ai motori tradizionali dal 2035: appuntamento al buio per le moto

        Con una mozione avanzata alcune settimane fa, la Commissione europea ha proposto di aggiornare la legislazione UE sulle batterie (portatili, industriali, per autoveicoli, motoveicoli e veicoli elettrici), cos&igrave; da riuscire a concretizzare l&rsquo;ambito piano per ridurre al minimo l&rsquo;inquinamento ambientale. Bonus mobilit&agrave;, dal 14 gennaio al 15 febbraio nuovi rimborsi RIDURRE AL MINIMO L&rsquo;IMPATTO AMBIENTALE Come dichiarato dalla stessa Commissione, infatti, tutte le pile e le batterie immesse sul mercato europeo &ndash; quindi anche quelle per il comparto automotive - dovranno diventare sostenibili, efficienti e sicure in tutto il loro ciclo di vita. In altre parole dovranno essere prodotte con il minor impatto ambientale possibile e con materiali ottenuti nel rispetto delle norme sociali ed ecologiche. &Egrave; in questo modo che la Commissione europea vorrebbe regolamentare, dopo l&rsquo;ultima direttiva sulle pile risalente al 2006, un mercato con una elevata domanda trainata in maniera smisurata proprio dal trasporto elettrico esploso negli ultimi anni. &ldquo;Con questa proposta innovativa &ndash; ha affermato Virginijus Sinkevicius, Commissario responsabile per l&rsquo;Ambiente - stiamo dando il primo grande impulso all&rsquo;economia circolare [&hellip;]. Le pile e batterie sono di fondamentale importanza in settori cruciali dell'economia e della societ&agrave;, come la mobilit&agrave;, l'energia e le comunicazioni, e questo pacchetto di strumenti legislativi orientati al futuro ne migliorer&agrave; la sostenibilit&agrave; in ogni fase del loro ciclo di vita.&rdquo; L&rsquo;OBIETTIVO &Egrave; AUMENTARE LA RACCOLTA Inoltre, per aumentarne in misura significativa il riciclaggio &ndash; fanno sapere ancora dalla Commissione europea - l&rsquo;attuale tasso di raccolta, stimato intorno al 45 %, dovr&agrave; aumentare fino al raggiungimento del 65 % nel 2025 e del 70 % nel 2030. Mentre per le batterie di tipo industriale, comprese quelle prodotte per autoveicoli, motoveicoli o veicoli elettrici, la raccolta dovr&agrave; arrivare al 100 %. &ldquo;L&rsquo;energia pulita &ndash; ha commentato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo - &egrave; la chiave di volta del Green Deal europeo, ma la nostra crescente dipendenza dalle batterie, ad esempio nei trasporti, non deve andare a scapito dell'ambiente. Il nuovo regolamento contribuir&agrave; a ridurre l'impatto ambientale e sociale di tutti i tipi di pile e batterie nel loro intero ciclo di vita&rdquo;. Vespa ELETTRA, il mito diventa alla... spina       

Per le batterie di tipo industriale, comprese quelle prodotte per autoveicoli, motoveicoli o veicoli elettrici, la raccolta e il recupero dovranno arrivare al 100 %

Batterie moto, l’UE propone nuove norme su riciclaggio e produzione

Tra non molto anche gli scooter endotermici, come gi&agrave; succede per le quattro ruote, potranno essere convertiti in elettrico. A Bruxelles si ragiona sulla possibilit&agrave;, con lo schema di decreto predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che stabilisce le norme tecniche per il retrofit elettrico delle due ruote. Lo riporta il quotidiano La Repubblica, spiegando come il regolamento del Mit faccia seguito all&rsquo;iniziativa proposta dalla Francia ad aprile.  I veicoli interessati sono quelli a due, tre e quattro ruote (i Quad). Installando il kit elettrico su scooter e simili, non sar&agrave; pi&ugrave; possibile tornare al motore endotermico. Il testo inviato a Bruxelles dovrebbe tornare in Italia a febbraio ed entrare in vigore poco dopo, salvo modifiche necessarie.  ELEMENTI NECESSARI NEL KIT  Stando al testo, il kit elettrico dovr&agrave; essere costituito necessariamente da: un motopropulsore, un pacco batterie con sistema di gestione elettrica e termica degli accumulatori e di sistema di sezionamento e protezione, un&rsquo;interfaccia con la rete per la ricarica. Si precisa, nel regolamento, che &ldquo;ciascun sistema di riqualificazione elettrica &egrave; progettato, costruito e montato in modo che, in condizioni normali di impiego e malgrado le sollecitazioni cui pu&ograve; essere sottoposto, non siano alterate le originarie caratteristiche del veicolo in termini di prestazioni e sicurezza, nonch&eacute; in modo da resistere agli agenti di corrosione e di invecchiamento cui &egrave; esposto&rdquo;. &nbsp;Per l&rsquo;omologazione del veicolo, &egrave; necessario che non siano modificati i dispositivi di sicurezza attiva e passiva.  NULLA OSTA, S&igrave; O NO  &Egrave; richiesto il preventivo nulla osta del costruttore in caso sia necessario sostituire o modificare parti del mezzo oltre al sistema di propulsione. Non si richiede nulla osta per il cambio degli organi della catena cinematica che trasmette il moto tra l&rsquo;albero motore e le ruote di trazione, purch&eacute; potenza e coppia massima restino entro un intervallo predeterminato.  RESPONSABILIT&agrave; E DOCUMENTAZIONE  La responsabilit&agrave; della conformit&agrave; del mezzo ai parametri necessari per l&rsquo;omologazione spetta al costruttore del kit elettrico, che &egrave; responsabile anche delle modifiche al veicolo per l&rsquo;installazione. Il lavoro di riqualificazione elettrica &egrave; disposto presso la rete di officine di assistenza del costruttore, o presso un installatore in possesso di certificato autorizzativo da parte del Marchio produttore. Il kit elettrico deve riportare in modo leggibile e indelebile il marchio dell&rsquo;omologazione e le informazioni di utilizzo, manutenzione, installazione e smaltimento del kit. Per i kit elettrici che gi&agrave; sono omologati in altri Paesi dell&rsquo;Unione Europea, il riconoscimento in Italia sar&agrave; valido solo se i parametri saranno pari o superiori alle richieste del nostro Paese.  Bonus mobilit&agrave;, arrivano i primi rimborsi (in ritardo) 

Il regolamento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti &egrave; al vaglio dell&#39;Ue e potrebbe entrare in vigore dopo febbraio 2021: la sintesi del testo e le informazioni pi&ugrave; rilevanti

Scooter, il kit per l&#39;elettrificazione passa da Bruxelles

        Una rete di strade a pedaggio in tutta l'Unione Europea, che coinvolge tutti i veicoli ad eccezione di autobus e pullman. Sarebbe questa l'intenzione del Ministro dei Trasporti tedesco Andreas Scheuer. Un progetto che, se approvato, renderebbe girare per il Vecchio Continente (anche in moto) sicuramente pi&ugrave; complicato. Moto troppo rumorose? 200mila motociclisti protestano in Germania NON TUTTI SONO FAVOREVOLI L'indiscrezione arriva dall'agenzia Reuters: entro otto anni, tutti i mezzi, dalle auto ai camion, passando naturalmente per le moto, dovranno pagare i pedaggi nelle strade degli Stati membri dell'UE. La legge pensata da Scheuer non trova per&ograve; tutti d'accordo: i membri del partito social-democratico tedesco (coloro che condividono il potere insieme all'ala conservatrice guidata da Angela Merkel) infatti si sono gi&agrave; dichiarati contro il sistema di pedaggio. SAR&Agrave; EFFETTIVAMENTE COS&Igrave;? Le motivazioni alla base del progetto portano a una possibile riduzione del volume di autovetture circolanti, con conseguente risparmio di emissioni. Non &egrave; stato comunque dedicato uno specifico paragrafo alle motociclette (anche se il fatto che a non essere coinvolti siano solo autobus e pullman non lascia spazio a dubbi) n&eacute; ai mezzi elettrici. Staremo a vedere se il piano entrar&agrave; effettivamente in vigore. Andare in moto d'estate: il caldo non ci ferma       

Sarebbero coinvolti tutti i veicoli (anche le moto) ad eccezione di autobus e pullman: ecco il progetto del Ministero dei Trasporti tedesco

Germania, il piano: strade a pedaggio in tutta l'UE

        Questa sar&agrave; l&rsquo;estate dedicata al nostro Paese. Il made in Italy, in tutte le sue sfaccettature, deve essere valorizzato. Ma se qualcuno ha necessit&agrave; di andare all&rsquo;estero? L&rsquo;Italia aveva riaperto i confini gi&agrave; dal 3 giugno, ma &egrave; dal 15 che &egrave; stato fatto il passo pi&ugrave; importante. Molti paesi hanno riaperto le frontiere agli stati membri Ue e della zona di Schengen, con qualche eccezione. La Spagna, per esempio, aspetter&agrave; il 21 giugno. Dal 30, invece, potrebbe partire il graduale sollevamento per le restrizioni con i paesi extraeuropei.&nbsp; Itinerario: a tutta piega nel sud della Sardegna I piani dell&rsquo;Ue La priorit&agrave; &egrave; una ripresa dei viaggi, ma in sicurezza. La salute di chi viaggia resta il punto cardine di qualsiasi piano dell&rsquo;Ue. A questo proposito, l&rsquo;Unione Europea ha lanciato Re-Open, una mappa e una serie di strumenti per orientarsi su&nbsp;dove si pu&ograve; viaggiare all&rsquo;interno dell&rsquo;Unione&nbsp;nella prima estate dopo il coronavirus. Cos&igrave; facendo i viaggiatori, anche chi decide di spostarsi in moto, possono sapere tutto quello di cui hanno bisogno prima di mettersi in viaggio: dalle modalit&agrave; di ingresso e transito in un altro Paese fino alla necessit&agrave; di certificati medici o di quarantena. Come funziona Re-Open All&rsquo;interno della piattaforma, a cui si accede collegandosi alla pagina reopen.europa.eu, basta selezionare il Paese di destinazione per scoprire le eventuali misure restrittive ancora in vigore. Sono aperti bar e ristoranti? Si pu&ograve; fare una visita al museo? E passare una giornata in spiaggia? Su Re-Open ci sono tutte le informazioni aggiornate e disponibili in 24 lingue. Itinerario Alto Adige Sudtirol: salite in vetta e voli in planata       

Dal 15 giugno molti Paesi hanno riaperto le frontiere agli stati membri e della zona di Schengen. Con il nuovo portale, i viaggiatori possono pianificare il loro viaggio restando aggiornati e in sicurezza

Spostamenti in Europa, l’Ue lancia la piattaforma Re-Open

Se ne stava parlando gi&agrave; a settembre, quando, da direttiva della Corte di Giustizia UE, si eliminava per le autoscuole il regime di esenzione IVA al 22% che si applicava alle tariffe per lezioni teoriche e di guida, per quel che riguardava le lezioni di patenti B e C1. Per le patenti A - quelle riferite alle due ruote - l&#39;esenzione restava in vigore.  Da gennaio le cose sono cambiate anche per le moto  Da quanto si apprende dalle risposte date dalla Agenzia delle Entrate sul canale NetFisco del Sole 24 Ore: &quot;La nuova formulazione dell&#39;articolo 10, comma 1, n. 20), del Dpr 633 del 1972, discende dall&#39;adeguamento dell&#39;ordinamento interno alla normativa unionale come interpretata dalla Corte di giustizia Ue con la sentenza 14 marzo 2019, C-449/17. Secondo tale sentenza, ai fini dell&#39;applicazione dell&#39;esenzione Iva, la nozione di &quot;insegnamento scolastico o universitario&quot;&nbsp;non comprende l&#39;insegnamento della guida automobilistica impartito da una scuola guida per l&#39;ottenimento delle patenti delle categorie B e C1 in quanto trattasi di un insegnamento specialistico.    Al pari delle categorie B e C1, anche i corsi per l&#39;ottenimento delle categorie delle patenti A, A1 e A2 rappresentano un insegnamento specialistico. Pertanto, a decorrere dal 1&deg;gennaio 2020, anche i corsi per l&#39;ottenimento delle patenti A, A1 e A2 devono considerarsi imponibili. Per completezza, si fa presente che gli anzidetti corsi non sono riconducibili nell&#39;ambito della &ldquo;formazione professionale&rdquo;, intesa come attivit&agrave; volta all&#39;acquisizione di conoscenze e competenze utilizzate esclusivamente o principalmente ai fini dell&#39;attivit&agrave; professionale.&quot;  Ennesima stangata  Cos&igrave;, il gi&agrave; super martoriato settore delle due ruote, si vede arrivare un altro balzello che v&agrave; a minare un equilibrio ad oggi decisamente precario. In un mercato in forte sofferenza da qualche stagione, e che solo recentemente ha iniziato a dare segni di risveglio, l&#39;aumento del costo per il conseguimento della patente, seppure sia comunque minimo, v&agrave;&nbsp;a colpire in gran parte i giovani aspiranti motociclisti. Quelli che ad oggi mancano in un settore che fatica (e tanto) nel ricambio generazionale che possa consentire di guardare al futuro con maggiore ottimismo.  Le moto pi&ugrave; vendute in Italia da guidare con Patente A2  &nbsp; 

Secondo la Corte di Giustizia&nbsp;UE la patente A, A1 e A2 &egrave; di fatto &quot;insegnamento specialistico&quot; come per le patenti B e C1 e pertanto si applica l&#39;IVA al 22% che in una prima fase vedeva le moto esenti

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