Triumph ha una storia molto lunga e interessante, e non tutti lo sanno ma era una realt&agrave; commerciale concreta gi&agrave; nel 1886, quando produceva biciclette in quel di Coventry, Inghilterra. Con la comparsa dei piccoli motori a scoppio inizi&ograve; a motorizzare i cicli e dall&#39;inizio del secolo si pot&egrave; parlare ufficialmente di fabbrica di moto.  La storia di Triumph in Italia inizia dopo un secolo  I seguaci del marchio, quelli che iniziarono a creare un culto attorno al prodotto, arrivarono per&ograve; dopo la Seconda Guerra e principalmente dagli Stati Uniti, dove Marlon Brando e la sua Speed Twin erano iconici nel film Il Selvaggio del 1953.&nbsp;In seguito arriv&ograve; il fenomeno delle Caf&egrave; Racer, la prima gloriosa serie Bonneville e gli anni bui tra i 70 e gli 80, con la successiva rinascita nei 90 e la diffusione mondiale dei modelli che possiamo definire pi&ugrave; iconici del marchio.  In Italia, la circolazione delle Triumph la si deve a un uomo chiamato Carlo Talamo, gi&agrave; &quot;pap&agrave;&quot; della filiale Harley-Davidson e leader della Numero Tre, importatrice ufficiale di Triumph per l&#39;Italia, che ha fatto conoscere e amare anche da noi le prime tre cilindri inglesi della rinascita come Speed Triple, Daytona, Legend e Trident, tutte 900.    Chi sceglie Triumph &egrave; un anticonformista  Nel Vangelo di Hinckley, Carlo Talamo &egrave; Ges&ugrave; e i suoi seguaci sono migliaia, uniti dal culto per il motore a tre cilindri, feticcio del quale il marchio fa sfoggio con onore. Da subito gli appassionati di questo brand accettano il numero dispari dei pistoni come segno di anticonformismo: &egrave; la dimostrazione di un carattere forte che si manifesta nella scelta di una moto con caratteristiche uniche.  Il punto forte di queste moto non era tanto l&#39;estetica o la qualit&agrave; o le doti dinamiche (tre cose che nella produzione della rinascita non erano affatto un vanto), ma nel gusto di avere qualcosa di concettualmente diverso, di una moto che sembra simile a tante altre, ma che cela la chicca dei tre collettori di scarico e di un rumore di scarico &quot;fischiato&quot; che &egrave; segno di grande carisma.    Il Triumphista si mimetizza e si distingue con classe  L&#39;identikit del Triumphista, per&ograve;, non &egrave; quello del tipo strano che riconosci da chilometri di distanza, lui si mimetizza fra gli altri motociclisti: &egrave; in ottima compagnia sia quando si trova in un gruppo di altre moto, sia quando &egrave; fra altri triumphisti. La sua passione per la Triumph non &egrave; mai ostentata, e non ci sono rivalit&agrave; storiche con altri marchi, se non con BSA, ma a nessuno piace prendersela con i defunti.  Triumph &egrave; sport, &egrave; lifestyle ed &egrave; turismo, tutte caratteristiche intrinseche del marchio che girano attorno a scelte meccaniche storicamente coerenti e sempre al solito sound che fa la differenza. I Triumphisti amano il marchio e lo supportano sempre, con poche critiche e molti segni d&#39;affetto, ma anche con una certa &quot;cedevolezza&quot; verso altri marchi che li rende non cos&igrave; tanto fedeli all&#39;amore per un solo brand. Allo stesso modo, per&ograve;, Triumph &egrave; calamita per quegli appassionati stanchi dei soliti motori di marchi generalisti con cilindri pari, il che crea anche un discreto ricambio che mantiene viva e sempre crescente la comunit&agrave; attorno al brand.&nbsp;  Cosa vuol dire essere Ducatisti?  Old Vs. New: Ducati Supersport  &nbsp; 

<p>Tra le moto europee, la Triumph ha un ruolo davvero particolare, di Jolly, inserendosi in pi&ugrave; segmenti e rompendo le uova nel paniere a pi&ugrave; marchi, conquistando con una forte personalit&agrave; un numero sempre maggiore di motociclisti</p> 

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Cosa vuol dire essere "Triumphista"?