        Sviluppare una sorta di &ldquo;dialogo&rdquo; fra veicoli connessi, con particolare attenzione per i mezzi a due ruote, &egrave; di sicuro uno dei primi passi da compiere verso la sicurezza in sella alle moto del futuro. La comunicazione auto-moto, infatti, sembra essere ormai una delle questioni pi&ugrave; importanti, anche se le due ruote sono ancora molto spesso dimenticate dall&rsquo;intero settore automotive. Molto pi&ugrave; spesso di quanto si pensi i sensori adottati a bordo delle automobili non sono sempre in grado di riconoscere una motocicletta a causa della stazza ridotta. Per ovviare a questo problema, la fondazione francese MAIF sta cercando di sviluppare un sistema V2X (comunicazione tra pi&ugrave; veicoli) che consentir&agrave; ai mezzi di inviare informazioni agli utenti della strada che si muovono nelle vicinanze. Sicurezza: le moto sono pronte a dialogare con gli altri veicoli Comunicazione interveicolare Ma come funziona? Stando a quanto riferito dalla stessa MAIF, l&rsquo;obiettivo principale della connettivit&agrave; auto-moto avr&agrave; come obiettivo primario quello di consentire alle auto di individuare le motociclette per evitare di urtarle. Il progetto dunque, sviluppato interamente da UTAC Ceram Millbrook e finanziato dalla fondazione ha come scopo quello di creare una rete di comunicazione tra veicoli cos&igrave; da evitare incidenti. Grazie a questa tecnologia di comunicazione interveicolare (V2X) viene inviato un avviso visivo e acustico ad entrambi i conducenti (auto e moto) nel momento in cui si viene a verificare una potenziale situazione di rischio collisione. Segnale che si tramuter&agrave; in frenata automatica di emergenza qualora il conducente non reagisca prontamente. Un calcolo, questo, che viene effettuato dal sistema sulla posizione, il movimento e la velocit&agrave; di entrambi i mezzi. Test su 4 scenari tipo Gi&agrave; avviati i primi test, da MAIF e UTAC Ceram Millbrook fanno sapere che l'efficacia del sistema &egrave; stata sperimentata in quattro scenari di incidente, basati sui casi reali pi&ugrave; frequenti, che coinvolgono un'auto e una moto ad un incrocio in circa il 35% dei casi in cui resta ferito il motociclista. &ldquo;Il V2X ha un grande potenziale in termini di sicurezza stradale per i motociclisti. Sta in particolare nella sua capacit&agrave; di percepirli nel flusso del traffico in modo da informare i veicoli e farli reagire&rdquo;, ha spiegato Th&eacute;o Charbonneau, Project Activity Manager di UTAC Ceram Millbrook. Tuttavia, secondo Jean-Marc Truffet, Project Manager della Fondazione MAIF: &ldquo;Le nuove tecnologie di bordo non devono privare i conducenti della loro concentrazione, perch&eacute; la tecnologia deve essere solo un aiuto e non un palliativo&rdquo;. Guida autonoma, spuntano rischi per la sicurezza su strada       

Il progetto per la creazione di un sistema V2X &egrave; stato sviluppato da UTAC Ceram Millbrook e finanziato dalla fondazione MAIF e ha come scopo quello di creare una rete di comunicazione tra veicoli cos&igrave; da evitare incidenti

Sicurezza in moto: dalla Francia nuovi test sulla comunicazione interveicolare

Il Connected Motorcycle Consortium (CMC) &egrave; un&rsquo;organizzazione senza fine di lucro, nata nel 2016 con l&rsquo;obiettivo di promuovere e sviluppare il dialogo fra veicoli intelligenti connessi, con particolare attenzione per i mezzi a due ruote.  All&rsquo;epoca si parlava gi&agrave; di ausili elettronici per aumentare la sicurezza della guida (Adas), di veicoli connessi fra loro e con le infrastrutture stradali. Gli studi avviati per&ograve; non tenevano sufficientemente in considerazione le peculiarit&agrave; delle moto, il fatto che i nostri mezzi viaggiano in equilibrio su due ruote, che in curva piegano e che non hanno la stabilit&agrave; delle auto.  La nascita del CMC &egrave; stata ispirata dall&rsquo;Acem, l&rsquo;Associazione Europea dei Costruttori di Moto, ed ha visto il contributo fondativo di tre case: BMW, Honda e Yamaha. Poco dopo si &egrave; aggiunta la KTM; e successivamente sono arrivati altri costruttori, enti universitari e di ricerca.  Obiettivo raggiunto: definito un protocollo di comunicazione  Quattro anni dopo, nel dicembre 2020, il Consorzio CMC ha diffuso il primo risultato del suo lavoro. Sono le &ldquo;Specifiche di base CMC&rdquo; per l&rsquo;inserimento dei mezzi a due ruote nel sistema dei Cooperative Intelligent Transport Systems (C-ITS).  Si tratta di un protocollo che regola la connessione online e il dialogo delle moto con altri veicoli e con le infrastrutture viarie (semafori, guard rail, passaggi pedonali...). Si va dalle condizioni di attivazione alla precisione di localizzazione, dalle prestazioni delle antenne utilizzate agli algoritmi di calcolo, passando per il non meno importante aspetto dei dati comunicati in rete. Ed affronta anche le tematiche connesse all&#39;interfaccia con il pilota, perch&eacute; una volta stabilito che bisogna comunicare a chi guida una possibile situazione d&rsquo;emergenza, bisogna anche decidere come comunicarla.  Il risultato del lavoro &egrave; un documento molto ampio e completo (reperibile sul sito cmc-info.net) che dovr&agrave; ora fungere da punto di partenza per inserire correttamente i mezzi a due ruote nel futuro sistema dei veicoli intelligenti connessi.  La ricerca continua con il CMC &ldquo;Next&rdquo;  A fine 2020 le aziende partecipanti al Consorzio hanno dato vita a un nuovo accordo allargato. Il progetto si chiama CMC &ldquo;Next&rdquo;, e questa volta sono sei le case coinvolte in partenza: BMW, Honda, KTM, Suzuki, Triumph e Yamaha.  Il programma, oltre a ottimizzare le attuali specifiche di base, punta a migliorare la visibilit&agrave; delle moto nel traffico, utilizzando moderni equipaggiamenti elettronici. Si apre poi un ulteriore fronte di lavoro, aprendo alla cooperazione con l&#39;industria automobilistica e con altri produttori di veicoli. Stabilito un protocollo standardizzato di comunicazione fra veicoli bisogna infatti capire &ldquo;cosa&rdquo; si diranno i veicoli.  I sistemi di sicurezza delle auto debbono infatti includere requisiti sulla sicurezza dei motocicli, visto che circoleranno assieme sulle stesse strade. Per questo il consorzio CMC ritiene necessario sviluppare e standardizzare scenari e test su misura per moto e auto assieme.  Questa nuova attivit&agrave; &egrave; gi&agrave; partita, e le sei aziende che costituiscono il nocciolo duro del Consorzio invitano gli altri produttori di motociclette, fornitori, produttori di automobili e altre organizzazioni correlate a &ldquo;unirsi alla cooperazione per perseguire ulteriormente l&#39;implementazione di nuovi elementi per la sicurezza dei motocicli&rdquo;.  La Tecnologia C-ITS nei video prodotti dal Consorzio CMC    Auto a guida autonoma pi&ugrave; sicure per moto e pedoni: lo studio da Sidney  &nbsp; 

I costruttori di moto del CMC hanno ultimato le specifiche di base per regolare l&rsquo;integrazione delle moto nel settore dei veicoli intelligenti connessi. Si preparano importanti sviluppi per la sicurezza dei motociclisti

Sicurezza: le moto sono pronte a dialogare con gli altri veicoli

I comuni italiani sono sempre pi&ugrave; attenti alla mobilit&agrave; urbana in bicicletta, ma guardano distrattamente a quella sulle due ruote a motore.  &Egrave; la sintesi impietosa del 5&deg; rapporto dell&rsquo;Osservatorio Focus2R, promosso da Confindustria ANCMA (le aziende produttrici di moto) e Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia.  Crescono gli spazi dedicati alle piste ciclabili, e l&rsquo;aumento della sicurezza dei ciclisti viene inserito fra le priorit&agrave; pi&ugrave; alte dalla met&agrave; dei comuni intervistati.  Per le moto invece, il rapporto di quest&rsquo;anno parla di pochi parcheggi dedicati, di ZTL ancora non sempre aperte, e di scarsa attenzione alla nostra sicurezza, con un 59% dei comuni che risponde di non considerarla una priorit&agrave; nei propri Piani di Mobilit&agrave; e del Traffico; e un 12% che addirittura la indica espressamente come una priorit&agrave; bassa  Guarda QUI i dati del mercato moto 2020  L&rsquo;Osservatorio Focus2R ha coinvolto quest&rsquo;anno 104 comuni capoluogo italiani, con un questionario predisposto da Confindustria ANCMA e Legambiente. Hanno risposto 79 comuni, con dati aggiornati al 2019, e di altri 17 sono disponibili i dati del 2018. Alcuni comuni non hanno proprio risposto.  Ecco i principali dati emersi.  Le ZTL  L&rsquo;accesso alle ZTL &egrave; libero per moto e scooter nel 40% delle citt&agrave;, e in un ulteriore 37% dei casi &egrave; limitato a residenti e/o autorizzati. Il 9% dei comuni vieta l&rsquo;accesso espressamente ai mezzi Euro 0 ed Euro 1. Nel 68% delle citt&agrave; l&rsquo;accesso alla ZTL &egrave; gratuito, mentre in un ulteriore 20% la gratuit&agrave; &egrave; prevista solo per residenti e/o autorizzati.  Corsie riservate e parcheggi  Va male su tutta la linea. Solo 6 citt&agrave; consentono alle due ruote a motore di utilizzare le corsie dei mezzi pubblici. Sono Benevento, Imperia, Milano, Parma, Taranto e Venezia. Si pu&ograve; accedere solo in alcune corsie a Bergamo, Como, Genova e Pescara. Siamo al 12% dei comuni, in discesa rispetto al 18% del 2018.  Per quanto riguarda i parcheggi per moto, hanno risposto solo il 48% delle citt&agrave;. La conferma &egrave; Firenze, che ne ha 83 ogni mille abitanti. 32 citt&agrave;, sulle 49 che hanno risposto, non raggiungono i 5 stalli ogni mille abitanti. E ben 18 di queste non dedicano alle moto che il 5% del totale delle piazzole di sosta.  Funziona lo sharing?  Se ne parla molto, ma al momento sono solo 5 i comuni (Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino) che dichiarano di averne almeno uno funzionante. Si tratta di solito di mezzi elettrici, con flotte anche abbastanza nutrite. Solo 3 citt&agrave; hanno dichiarato il numero degli abbonati al servizio: 180mila a Milano, 55mila a Rimini e 40mila a Genova.  Poche citt&agrave; amiche dell&rsquo;elettrico  Il 56% degli 87 comuni che hanno risposto ha dichiarato di avere almeno 1 punto di ricarica sul proprio territorio. Pochissimo. In tutto i punti di ricarica dichiarati sono 1.658, il 97% dei quali &egrave; di propriet&agrave; pubblica.  A farla da padrone la solita Firenze, citt&agrave; che ha sposato l&rsquo;elettrico ormai molti anni fa, e che si distingue con le sue 410 colonnine. Seguono Milano, a quota 317, Roma, a 185., Genova a 110 e Bologna a 75. Ben 15 comuni non superano i 5 punti di ricarica, mentre sono 12 quelli con pi&ugrave; di 30 punti.  Per&ograve; ci sono un po&rsquo; di guard rail salvamotociclisti  Lo abbiamo detto in apertura: le citt&agrave; non sembrano molto sensibilizzate sul tema: il 59% dei comuni non la considera una priorit&agrave;, il 12% la indica come priorit&agrave; bassa.  In compenso 70 comuni hanno risposto alle domande sui guard rail salvamotociclisti. Fra loro il 32% ha dichiarato di averli installati e un altro 26% di volerli ampliare o utilizzare in futuro.  Siena e Cremona sembrano le citt&agrave; pi&ugrave; volenterose, con oltre 3 km di guard rail installati. Novara ne ha 2 km.  Pochi incentivi  Nei tre anni 2017-2019 quasi nessuna citt&agrave; ha previsto incentivi per il rinnovo del parco circolante di moto e scooter.&nbsp;Bergamo, Genova e Modena sono le uniche tre ad aver previsto incentivi per veicoli elettrici: Bergamo nel 2017, Genova nel 2017 e nel 2019, Modena per tutti e tre gli anni.  Genova, che a fine 2019 ha limitato la circolazione nel centro ai mezzi Euro 0 ed Euro 1, nello stesso anno ha previsto anche incentivi per mezzi con motore termico.Nel 2019 nei capoluoghi italiani hanno circolato in media 12,9 moto per ogni 100 abitanti. Con citt&agrave; dove tale rapporto &egrave; enormemente pi&ugrave; alto: a Imperia ed a Livorno siamo a 25 moto ogni 100 abitanti!  Numeri in aumento rispetto agli anni precedenti. Quindi il mezzo a due ruote a motore &egrave; vincente. La scommessa per tutti noi &egrave; farlo capire agli amministratori delle citt&agrave;.  Nel 2020 il mercato delle elettriche &egrave; cresciuto dell&#39;84,5%! 

L&rsquo;Osservatorio Focus2R, promosso da Confindustria ANCMA e da Legambiente, traccia un bilancio in chiaroscuro del rapporto dei comuni con le due ruote. Scarsa attenzione alla sicurezza, pochi parcheggi, investimenti ridotti. Per&ograve; c&rsquo;&egrave; interesse per i guard rail salvamotociclisti

Mobilit&agrave;, ANCMA: citt&agrave; italiane poco attente alle moto

        Sicurezza al primo posto. Potrebbe essere questo lo slogan dell&rsquo;iniziativa messa in campo da BMW che comprende una playlist da ascoltare con 11 tracce. Tema centrale, naturalmente, la sicurezza e la guida sicura in moto. Insomma, una sorta di vademecum per i motociclisti proposto attraverso i podcast &ldquo;Trainings&rdquo;: consigli in pillole, della durata di qualche minuto, frutto dell'esperienza specifica di BMW Motorrad Italia e della competenza dei migliori istruttori di guida della FMI. Le tracce sono gi&agrave; disponibili sul sito di BMW Motorrad. Nuova BMW G 310 R: la piccola Roadster si aggiorna, ora Euro 5 Il PROGETTO Al centro del progetto il motociclista. Come affrontare con piacere e in sicurezza un viaggio? La playlist BMW vuole rispondere proprio a questa domanda, aiutando il pilota a imparare o perfezionare le proprie competenze sulla guida su strada della motocicletta, ma anche a prepararsi al meglio per gestire ogni tragitto, sia da soli che in coppia. Lo spiega Salvatore Nicola Nanni, General Manager di BMW Motorrad Italia: &ldquo;L'idea &egrave; molto semplice: perch&eacute; non rendere pi&ugrave; piacevole andare in moto facendo un po' di ripasso attraverso consigli utili che arrivano da istruttori professionisti proprio mentre andiamo in moto? Possiamo farlo sfruttando tutti gli strumenti di connettivit&agrave; a disposizione mentre siamo in sella o quando gi&agrave; sogniamo il prossimo itinerario. Il podcast &egrave; uno strumento di comunicazione ideale per le due ruote e pu&ograve; essere sfruttato in piena sicurezza anche mentre si guida la moto, in quanto il formato audio evita di distrarre chi sta guidando dal momento che non distoglie l'attenzione dalla strada.  "Inoltre, il podcast si sposa alla perfezione con la connettivit&agrave; offerta dalle nostre moto e dai nostri prodotti, quali ad esempio sistema Connectivity, caschi con Bluetooth e Navigatori satellitari, garantendo una experience completa a chi lo user&agrave; con i prodotti BMW Motorrad: dalla scelta delle tracce o playlist, alla gestione del volume e delle chiamate fatte tramite la connessione Bluetooth dello smartphone al veicolo&rdquo;. Bmw, tutto l'abbigliamento tecnico per la stagione 2021       

Collaborando con gli istruttori di guida della FMI, il Marchio ha realizzato 11 tracce di pochi minuti che danno consigli per la guida sicura, da soli o in coppia, durante i viaggi in sella alla due ruote

BMW, arrivano i podcast per la sicurezza in moto

Sicurezza in moto. Un argomento quanto mai di attualit&agrave;, soprattutto in questi ultimi tempi dove i pericoli su strada sembrano essersi moltiplicati. Per una diversa serie di motivi: strade malconce, traffico sempre pi&ugrave; congestionato, distrazione degli automobilisti, oltre all&#39;errore del motociclista stesso che, purtroppo, &egrave; sempre ben in agguato.  CONOSCI TE STESSO&nbsp;  Vuoi l&#39;inesperienza, vuoi l&#39;eccessiva velocit&agrave;, vuoi anche un eccesso di timori,&nbsp;la guida in moto nasconde spesso tante insidie. Il buon senso insegna che su strada la prudenza debba&nbsp;essere sempre messa al primo posto. Ma oltre a questo bisogna anche considerare come una buona padronanza del mezzo&nbsp;sia elemento&nbsp;imprescindibile.&nbsp;    Franco Trentalance, attore del cinema hard, nonch&egrave; grande appassionato di moto (&quot;seguo le gare di MotoGP, oltre alle novit&agrave; del settore, mi piace fare giri fuori porta nella bella stagione&quot;), dalla pagine del numero di febbraio della rivista InMoto, in edicola in questi giorni, ha la sua personale ricetta per render al meglio una volta in sella alla propria moto: &quot;Quando apri il gas, quando stai per piegare, ogni volta che affronti una curva o ti domandi se sbucher&agrave;&nbsp;qualcuno da dietro l&rsquo;angolo... acquisti una maggior consapevolezza di te stesso, ti conosci meglio&quot;.  USATE LA TESTA  &quot;La moto ti fa sentire libero al massimo, ma non vale nulla - continua Trentalance&nbsp;-&nbsp; se non sai ci&ograve;&nbsp;che stai facendo, se non hai il controllo di te stesso. Un po&rsquo; come nel sesso: se sei agitato, in ansia, vai fuori tempo e sei impacciato, duri tre secondi, che cosa hai concluso? Ci vuole controllo, occorre usare la testa.&quot;    Un messaggio chiaro rivolto a tutti i motociclisti, da un motociclista. Un concetto che, pur visto da una prospettiva del tutto particolare, ma condivisibile, spiega bene quale pu&ograve; essere un giusto appoccio mentale, in sella e in altri... scenari.&nbsp;Il resto delle parole di Franco Trentalance le trovate sul numero di InMoto in edicola.  Scuola di Motociclismo: &ldquo;Impara sicuro, impara veloce&rdquo; 

Franco Trentalance, noto attore hard e appassionato di moto, sulla&nbsp;sicurezza su due ruote: &quot;La moto&nbsp;ti fa sentire libero, ma non vale nulla, se non sai cosa stai facendo&quot;

5 risultati per 'sicurezza in moto'

Sicurezza in moto: dalla Francia nuovi test sulla comunicazione interveicolare

Sicurezza: le moto sono pronte a dialogare con gli altri veicoli

Mobilità, ANCMA: città italiane poco attente alle moto

BMW, arrivano i podcast per la sicurezza in moto

"La moto? E' come il sesso, se sei agitato duri tre secondi..."