Attraverso un comunicato, il Gruppo Piaggio ha reso note le decisioni prese dal Tribunal Judiciaire di Parigi e dal Tribunale Ordinario di Milano. Le sentenze emesse hanno infatti condannato Peugeot Motocycles per la contraffazione, col modello Peugeot Metropolis, di un brevetto europeo relativo alla tecnologia dello scooter a tre ruote Piaggio MP3.  Test Piaggio MP3 400 hpe: i voti del SottoEsame!    Risarcimento da un milione e mezzo di euro  Il brevetto, di propriet&agrave; del Gruppo Piaggio oggetto delle sentenze favorevoli (ancora soggette ad appello), riguarda il controllo del sistema che consente ad un veicolo a tre ruote di inclinarsi di lato come una motocicletta tradizionale.  Per tale violazione, la Casa francese &egrave; stata condannata in Francia ad un risarcimento pari a 1.500.000 euro, cui si aggiungono ulteriori ammende per violazione e spese legali. La decisione, inoltre, ha stabilito l&rsquo;inibizione per Peugeot sul territorio francese alla produzione, promozione, commercializzazione, importazione, esportazione, uso e/o possesso di un qualsiasi scooter a tre ruote che utilizzi il sistema di controllo brevettato dal Gruppo Piaggio (tra cui il Peugeot Metropolis).    La sentenza del Tribunale di Milano  In concomitanza con tale decisione giunta da Parigi, il Tribunale di Milano ha inibito a Peugeot Motocycles sul territorio italiano l&rsquo;importazione, l&rsquo;esportazione, la commercializzazione e la pubblicizzazione (anche attraverso internet) del Peugeot Metropolis, stabilendo 6.000 euro di penale per ogni veicolo venduto dopo il termine di 30 giorni dalla comunicazione della sentenza.  Peugeot dovr&agrave; anche ritirare dal commercio in Italia tutti i veicoli in contraffazione entro 90 giorni, pena un&rsquo;ulteriore penale di 10.000 euro per ogni giorno di ritardo.  Ampia attivit&agrave; di lotta alla contraffazione  &quot;Tali azioni &ndash; hanno spiegato i vertici Piaggio - si inseriscono all&rsquo;interno di una pi&ugrave; ampia attivit&agrave; di lotta alla contraffazione che il Gruppo Piaggio intraprende da anni e che prevede il costante monitoraggio dei prodotti concorrenti e delle banche dati di brevetti a livello internazionale. Negli ultimi anni le azioni legali avviate dal Gruppo Piaggio hanno portato al riconoscimento dell&rsquo;unicit&agrave; del design e dell&rsquo;innovazione tecnologica dei suoi prodotti, apprezzati in tutto il mondo&quot;.  Aleix Espargar&oacute;: via di pieghe con il Piaggio MP3! 

<p>Vinte in I&deg; grado contro la Casa francese le cause al tribunale di Parigi e Milano. Dopo Vespa, riconosciuta l&rsquo;unicit&agrave; anche dello scooter a tre ruote che &ldquo;ispir&ograve;&rdquo; il Metropolis di Peugeot</p> 

Piaggio MP3: la contraffazione del brevetto costa a Peugeot un milione e mezzo di euro

        &ldquo;Le e-bike con walk assist non sono equiparabili ai ciclomotori&rdquo;: cos&igrave; ha deciso con una sentenza la quinta sezione civile del Tribunale di Palermo. A divulgare la notizia &egrave; l&rsquo;ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, che ha condotto una lunga battaglia insieme alle aziende produttrici, ai negozianti e ad alcuni proprietari di bici a pedalata assistita. Un fenomeno, quello delle e-bike, in continua espansione, e che ora vede marchi come KTM impegnati anche nella realizzazione di modelli per bambini. La controversia che ha dato origine alla sentenza &egrave; scaturita dopo una serie di multe e sequestri ritenuti sul territorio nazionale e in particolare nella citt&agrave; di Palermo, nei confronti dei possessori delle e-bike a pedalata assistita, che venivano multati per guida senza casco o per mancanza di assicurazione. &nbsp; Il walk assist  A causare l&rsquo;equivoco &egrave; il walk assist, un dispositivo che consente di avviare il motorino elettrico senza usare i pedali con l&rsquo;obbiettivo di muovere la bici fino a una velocit&agrave; massima di 6 km/h. In pratica una leggera assistenza alla spinta per spostare a mano il veicolo in condizioni di difficolt&agrave; come, ad esempio, ripartenze in salita, presenza di fondi viscidi o movimentazione delle bici a pieno carico. La presenza di questo dispositivo su molte e-bike ha indotto la Polizia Locale ad accomunare questi mezzi ai ciclomotori. &ldquo;Questa episodica ed errata interpretazione&rdquo;, si legge in una nota diffusa stamane dall&rsquo;associazione ANCMA, &ldquo;ha prodotto multe per svariate centinaia di euro e sequestri (per guida senza casco e mancanza di assicurazione), colpendo soprattutto gli ignari utenti della strada e indirettamente anche le imprese costruttrici che hanno messo sul mercato le loro bici rispettando le norme europee e nazionali vigenti&rdquo;. Giustizia &egrave; fatta &ldquo;Sono quasi tre anni che seguiamo questa vicenda a fianco delle consociate, con interlocuzioni serrate a tutti i livelli istituzionali&rdquo;, prosegue il comunicato. &ldquo;Oggi possiamo dire finalmente di avere ottenuto giustizia in un ambito della mobilit&agrave; su due ruote in forte espansione che, con immutata fiducia nell&rsquo;operato delle Forze dell&rsquo;Ordine, richiede comunque attenzione per i fenomeni di illegalit&agrave; legati alla manomissione dei motori elettrici per aumentare potenza e velocit&agrave;&rdquo;. Ducati e-Scrambler, presentata la nuova colorazione &ldquo;Matte Grey&rdquo;&nbsp;       

<p>Da ANCMA il plauso: le E-bike con walk assist non si possono assimilare ai ciclomotori. Finora tante le multe e i sequestri indebiti</p>

Sentenza del Tribunale: le E-bike a pedalata assistita non sono ciclomotori

        Di sicuro c&rsquo;&egrave; che questa sentenza &egrave; destinata ad aprire una nuova strada: per la prima volta in Italia &egrave; stato riconosciuto il risarcimento del &ldquo;danno punitivo&rdquo;. A farlo &egrave; la sentenza numero 16601 del 5 luglio di quest&rsquo;anno, con la quale le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione hanno accolto e ratificato tre sentenze americane, condannando la Casa costruttrice di caschi trevigiana Axo al pagamento di un milione e mezzo di dollari. Il fatto &ndash;A ripercorrere i fatti &egrave; la sentenza della Corte d&rsquo;Appello di Venezia. Tutto inizia con un incidente avvenuto durante una gara di motocross in Florida: il pilota americano Charles Duffy III aveva perso il controllo del mezzo mentre ad alta velocit&agrave; affrontava uno dei salti tipici della sua competizione. Charles aveva battuto la testa violentemente. Poi la moto gli &egrave; atterrata addosso, schiacciandolo e provocandogli lesioni gravissime e danni permanenti. La sentenza americana - Charles Duffy III indossava un casco prodotto dalla Axo, e importato negli Usa dalla Nosa inc. La famiglia della vittima ha fatto causa alla Nosa &ldquo;per gravissimi danni alla persona subiti per un vizio del prodotto venduto&rdquo;, perch&eacute; le lesioni erano &laquo;derivate a causa di un vizio del casco&raquo;, che &laquo;non era ragionevolmente adatto per gli usi cui il convenuto intendeva destinarlo o che era ragionevole attendersi&raquo;. La Nosa &egrave; stata condannata a pagare un indennizzo alla vittima ma si &egrave; rivalsa sulla Axo, condannata a pagare un risarcimento di un milione e mezzo di dollari. La sentenza italiana - La sentenza americana &egrave; stata riconosciuta nel 2014 della Corte d&rsquo;Appello di Venezia. La Axo si &egrave; difesa sostenendo &ldquo;il mancato accertamento della propria effettiva responsabilit&agrave; nella causazione del danno al motociclista, erroneamente desunta dal giudizio sommario e probabilistico&rdquo; e sostenendo anche la &ldquo;contraritet&agrave; all&rsquo;ordine pubblico della comminatoria di danni punitivi, in ragione della loro inammissibile funzione sanzionatoria della condotta del danneggiante, anzich&eacute; risarcitoria dei danni subiti dal danneggiato&rdquo;. La Corte d&rsquo;Appello di Venezia, per&ograve;, ha ribadito che &ldquo;ad Axo era stata data la possibilit&agrave; di costituirsi nell&rsquo;interesse di Nosa e di difendersi nel giudizio, anche contestando la propria responsabilit&agrave;, ma non lo aveva mai fatto&hellip;&rdquo;. I danni punitivi &ndash; Le Sezioni Unite hanno accolto la richiesta della Cassazione del 16 febbraio 2016, riconoscendo oltre al risarcimento, anche i &ldquo;danni punitivi&rdquo;, che&nbsp; consistono nel riconoscimento al danneggiato di una somma ulteriore rispetto a quella necessaria a compensare il danno subito, nel caso il danneggiante abbia agito con malice (dolo) o gross negligence (colpa grave).&nbsp; Le Sezioni Unite italiane hanno messo in evidenza, dunque, che nel nostro ordinamento la responsabilit&agrave; civile non ha solo solo il compito di ripristinare la sfera patrimoniale del soggetto che ha subito un danno ma anche&nbsp; &ldquo;la funzione di deterrenza e quella sanzionatoria del responsabile civile&rdquo;.       

Le Sezioni Unite hanno riconosciuto una sentenza americana che condanna Axo a pagare una somma che va oltre il risarcimento. E' la prima volta in Italia

3 risultati per 'sentenza'

Piaggio MP3: la contraffazione del brevetto costa a Peugeot un milione e mezzo di euro

Sentenza del Tribunale: le E-bike a pedalata assistita non sono ciclomotori

La Cassazione “punisce” Axo