        Roma si prepara a un nuovo sciopero di 24 ore, il primo del nuovo anno, e la data da tenere a mente &egrave; quella di mercoled&igrave; 24 gennaio. Ad aderire saranno Atac e Cotral, ci&ograve; si traduce in possibili assenze di metro, autobus, treni e tram, escludendo la consueta fasca di garanzia. Orari e info Lo sciopero &egrave; stato indetto da Cobas Lavoro Privato, Adl, Sgb, Cub Trasporti, Associazioni lavoratori Cobas, Usb e Orsa. Il trasporto pubblico Atac sar&agrave; attivo nelle seguenti fasce orarie: dall'inizio del servizio fino alle 8.29 del mattino, e poi dalle ore 17.00 alle ore 19.59 la sera. Per quanto riguarda Cotral, invece, a rischio la Metromare e la Roma Viterbo nello specifico, con possibili disagi nelle medesime fasce orarie di Atac. Le ragioni della manifestazione sono molteplici, fra queste in particolare Cobas Lavoro Privato, Adl, SGB e CUB Trasporti chiedono un aumento dello stipendio di 300 euro e la riduzione dell&rsquo;orario di lavoro da 39 a 35 ore settimanali, oltre a venir garantita loro &ndash; come agli utenti - una maggiore sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, non solo per gli operatori ma anche per gli utenti del servizio di trasporto pubblico locale. GENOVA COME BOLOGNA? LIMITE DI 30 KM/H INTORNO ALLE SCUOLE       

La manifestazione durer&agrave; ventiquattro ore, ma saranno come sempre garantite delle fasce orarie in cui metro, autobus, tram e treni saranno attivi

Roma, 24 gennaio sciopero del trasporto pubblico: info, orari e mezzi a rischio

        Con lo sciopero dei benzinai del 25 e 26 gennaio alle porte, che fermer&agrave; la rete italiana per 48 ore, motociclisti e automobilisti oltre a fare la fila ai distributori per il pieno, danno anche un&rsquo;occhiata ai prezzi alla pompa. Che, sfortunatamente, si stanno alzando. Lo scorso fine settimana, quello del 21-22 gennaio, ha fatto registrato un aumento (conseguenza di quello delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati), con la benzina self service a 1,84 euro/litro (1,98 servito) e il gasolio a 1,89 (2,026 servito).&nbsp; Carburanti, l'alternativa e-fuels: la vera svolta? I numeri nel dettaglio Quali sono le medie dei prezzi praticati? Le cifre vengono comunicate dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta. Gli ultimi numeri sono quelli rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti. Secondo questi dati, la benzina self service &egrave; a 1,842 euro/litro (+16 millesimi, compagnie 1,844, pompe bianche 1,839), diesel a 1,888 euro/litro (+13, compagnie 1,891, pompe bianche 1,882). Per quanto riguarda il servito, benzina a 1,980 euro/litro (+16, compagnie 2,021, pompe bianche 1,898), diesel a 2,026 euro/litro (+13, compagnie 2,068, pompe bianche 1,940).&nbsp;Passiamo al Gpl: il servito &egrave; a 0,782 euro/litro (il prezzo resta invariato, compagnie 0,793, pompe bianche 0,769). Il metano servito &egrave; a 2,144 euro/kg (-22, compagnie 2,162, pompe bianche 2,130). Sulla autostrade i prezzi aumentano ancora di pi&ugrave;: benzina self service 1,922 euro/litro (servito 2,179), gasolio self service 1,967 euro/litro (servito 2,225), Gpl 0,884 euro/litro, metano 2,187 euro/kg.&nbsp; PREZZO BENZINA: NIENTE TAGLI ALLE ACCISE MA PI&Ugrave; MULTE E TRASPARENZA       

Mentre gli italiani fanno la fila per fare il pieno prima dello sciopero del 25 e 26 gennaio, le cifre tornano pericolosamente a salire

Benzina, prezzi ancora in aumento: il self sale a 1,84 euro al litro

        Era di qualche giorno fa la notizia dello sciopero indetto dei benzinai su strade e autostrade: &ldquo;Per porre fine a questa &ldquo;ondata di fango&rdquo; contro una categoria di onesti lavoratori&nbsp;e cercare di ristabilire la verit&agrave;&rdquo;, si leggeva in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio. Una risposta alla decisione del governo di un maggiore controllo e trasparenza sui prezzi, e di sanzioni pi&ugrave; severe. Adesso la situazione &egrave; cambiata e lo sciopero in programma il 25 e 26 gennaio, per il momento, &egrave; stato congelato. Il primo confronto con il Governo Dopo la reazione del settore, il governo &egrave; intervenuto in merito e ha chiesto un confronto con i sindacati e ha poi fissato un appuntamento per marted&igrave; 17 gennaio. &ldquo;Apprezzato il chiarimento avuto con il Governo, che ripristina una verit&agrave; inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilit&agrave; per l'aumento dei prezzi, n&eacute; per le eventuali pretese speculazioni di cui si &egrave; parlato. Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui&rdquo;,&nbsp;fanno sapere tramite una nota congiunta Faib, Fegica, Figisc/Anisa. Questo confronto potrebbe &ldquo;portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell'esame del testo del decreto una volta emanato&rdquo;. Al momento, quindi, &egrave; stato scongiurato lo stop ai rifornimenti, ma ci sono molte cose di cui discutere, fanno sapere i rappresentanti del settore. Se su alcuni punti il Governo si &egrave; dimostrato favorevole al compromesso, su altri (come le sanzioni pi&ugrave; severe) non sembra disposto a cedere, scatenando la rabbia dei lavoratori che si sentono ingiustamente puniti a fronte di una piccola minoranza che in realt&agrave; non mostra i prezzi alla pompa. S&igrave;, per il momento lo sciopero non ci dovrebbe essere, ma con queste premesse ci aspettiamo l&rsquo;ennesimo cambiamento. INCENTIVI MOTO E SCOOTER: SUBITO ESAURITI I FONDI PER I MODELLI A BENZINA         

Dopo l&rsquo;annuncio dello stop ai rifornimenti, il Governo &egrave; intervenuto per chiedere un confronto: ma la situazione &egrave; piuttosto delicata&nbsp;

Sciopero benzinai 25 e 26 gennaio (forse) congelato: ecco perché

        Se nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato delle proteste dei benzinai sulla grave situazione che stiamo vivendo, con rincari che hanno superato i 2 euro a litro, arriva la notizia di un probabile sciopero dei distributori di carburante&nbsp;sulle autostrada italiane, fissato per luned&igrave; 28 febbraio. Questo significa che nei tratti autostradali motociclisti, automobilisti e camionisti potrebbero non riuscire a fare rifornimento. Una situazione complicata La decisione dietro a questo sciopero non riguarda nel dettaglio i prezzi alle stelle, ma nasce da diverse anomalie rilevate sulla rete, con particolare focus sulle&nbsp;concessionarie autostradali. A quanto sembra, le stazioni di servizio pagano ingenti tasse ai gestori (si parla di fino a 15 centesimi al litro sui carburanti e fino al 40% su beni di ristoro): una somma che sta diventando, gradualmente, sempre pi&ugrave; alta e che sta causando gravi problemi ai distributori delle pompe di benzina. I ricavi dei rifornimenti di carburante ai clienti e degli altri servizi offerti non consentono loro di riuscire a sostenere tasse cos&igrave; elevate. A questo, va aggiunta un&rsquo;altra situazione, nient&rsquo;affatto facile da gestire: oltre agli impianti dei carburanti, potrebbero arrivare anche le tasse aggiuntive delle colonnine di ricarica per i mezzi elettrici, che gi&agrave; di base hanno dei costi di gestione piuttosto alti. LA CRISI IN UCRAINA SI RIFLETTE SULL'EUROPA: CARBURANTI SEMPRE PI&Ugrave; A LIVELLI RECORD       

Possibili disservizi alla fine del mese. Le ragioni vano ricercate nell&rsquo;aumento dei costi delle concessioni imposte dai gestori

Sciopero dei distributori di carburante: stop in autostrada il 28 febbraio

        Marted&igrave; 27 aprile le agenzie di assicurazione rimarranno chiuse in seguito a uno sciopero dichiarato dal SNA (Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione) in protesta contro l'IVASS, l'Istituto di Vigilanza sulleAssicurazioni per tutta una serie di normative che aumenteranno a dismisura la burocrazia. RC Moto, calano i prezzi delle assicurazioni: l'analisi LE MOTIVAZIONI DELLO SCIOPERO Il SNA ha indetto lo sciopero nazionale a causa dei provvedimenti dell'IVASS, che sommerger&agrave; le agenzie di carte burocratiche ritenute inutili e dannose, oltre a rappresentare uno svantaggio in termini di costi e di tempo per gli intermediari assicurativi professionisti. Nello specifico, le assicurazioni tuonano contro l'imposizione dell'IVASS agli agenti di comunicare obbligatoriamente alle rispettive mandanti delle eventuali collaborazioni intrattenuti con altri intermediari iscritti al RUI (Registro Unico degli Intermediari). Il tutto andrebbe a discapito della libert&agrave; professionale degli agenti assicurativi, ma anche del consumatore finale, che si troverebbe in difficolt&agrave; a trovare alternative commerciali vantaggiose nelle proprie agenzie di fiducia. "SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA" Sull'argomento si &egrave; espresso Sauro Vincenzi, presidente del SNA della provincia di Ravenna: "La posizione del nostro Sindacato &egrave; molto chiara: siamo per la semplificazione burocratica e per il principio di proporzionalit&agrave; che dovrebbero ispirare l'introduzione di qualunque norma riguardante la sottoscrizione dei contratti assicurativi. L'Istituto di Vigilanza si &egrave; per&ograve; chiuso a riccio, rifiutando persino di rinviare l'entrata in vigore delle nuove regole fino al pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio sul nostro ricorso". Circolare senza assicurazione: multe salate con le telecamere       

Le agenzie scioperano a causa di una serie di normative che, a loro detta, riempiranno le scrivanie di inutili carte burocratiche a discapito di agenti e consumatori: ecco i dettagli

Troppa burocrazia: il 27 aprile serrata delle assicurazioni

        Era gi&agrave; stato annunciato. Lo sciopero di 48 ore delle aree di servizio autostradali, iniziato alle 22 del 12 maggio, era inevitabile. Settimane fa tutta a categoria aveva minacciato lo stop, adesso Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio si fanno portavoce dei lavoratori denunciando &ldquo;la condizione di emergenza economica e sanitaria nella quale continuano ad essere lasciate le imprese di gestione&rdquo;. La nota delle organizzazioni I motivi dello sciopero sono stati spiegati una nota rilasciata dalle organizzazioni di categoria. &ldquo;Davvero incomprensibile l&rsquo;atteggiamento indifferente e sordo del Governo, rispetto ad impegni rimasti lettera morta, assunti all&rsquo;interno di un tavolo negoziale che non si riunisce colpevolmente da oltre un mese. Non &egrave; certo chiudendosi al confronto o sperando che ciascuno - individuo o categoria - se la cavi da s&eacute;, con ogni mezzo trovi a sua disposizione, pi&ugrave; o meno consentito, che si pu&ograve; contribuire a costruire per il Paese una uscita governata dalla crisi. Per quel che riguarda la categoria in assenza di un cambiamento di rotta del Governo, la protesta e le chiusure per sciopero sono destinate ad estendersi nelle prossime settimane anche al resto della rete distributiva&rdquo;. Il prezzo del carburante Intanto il prezzo della benzina scende sotto la soglia di 1,4 euro al litro, stando ai dati registrati dal Ministero dello Sviluppo economico. Un calo legato alla recente caduta dei prezzi del greggio, da ritenersi il vero e proprio tracollo dei prezzi del petrolio di un paio di settimane fa. Proprio per questo motivo, il calo &egrave; giudicato dalle associazioni dei consumatori non ancora sufficiente: si sperava in una diminuzione pi&ugrave; significativa, visto che molti italiani hanno ripreso a spostarsi con l&rsquo;inizio della fase due. &ldquo;I numeri parlano chiaro e attestano come i prezzi alla pompa non siano scesi abbastanza, con enorme danno per gli automobilisti che sono tornati a spostarsi nella fase 2&rdquo;, spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi. &ldquo;Un monitoraggio realizzato dal Codacons mostra che da gennaio ad aprile 2020 le quotazioni internazionali del petrolio hanno subito un tracollo del 74%. A fronte di tale andamento fortemente negativo, nello stesso periodo il prezzo della benzina alla pompa ha subito una diminuzione di appena l&rsquo;11%, mentre per il gasolio la riduzione &egrave; del 12,1%&rdquo;. Continua Rienzi: &ldquo;Certamente il peso delle tasse, che raggiunge il 70% su ogni litro di carburante, rallenta la discesa dei prezzi alla pompa, ma un tale squilibrio non &egrave; giustificabile&rdquo;. Coronavirus, esposto Codacons: speculazioni sui prezzi carburante       

Iniziato lo stop di 48 ore dei benzinai nelle aree di servizio autostradali. Intanto, il prezzo della benzina scende sotto la soglia di 1,4 euro al litro: non abbastanza, dicono dal Codacons

Benzina, sciopero impianti in autostrada e calo dei prezzi

        Il nemico invisibile Coronavirus miete le sue vittime e s&rsquo;insidia all&rsquo;interno della societ&agrave; e dell&rsquo;economia italiana, logorando rapporti, accordi ed equilibri fondamentali per il normale (anche se normale non &egrave; la parola adatta in questo momento) funzionamento del nostro Paese. Tanti fronti su cui combattere e, proprio ieri, se n&rsquo;&egrave; aggiunto un altro, quello dei benzinai. La categoria, tramite i suoi sindacati rappresentanti ha annunciato uno sciopero degli impianti di rifornimento a partire dalla notte di mercoled&igrave; 25 marzo, &ldquo;Da soli, non siamo pi&ugrave; nelle condizioni di assicurare sicurezza sanitaria e sostenibilit&agrave; economica del servizio&rdquo;. Si sono sentiti &ldquo;dimenticati&rdquo;, abbandonati da un governo che ha lasciato aperte solo le attivit&agrave; essenziali, proprio come loro, ma non si &egrave; preoccupato di supportarli in questo drammatico momento, come per esempio fornirli di guanti e mascherine. Da queste loro premesse, &egrave; partita la volont&agrave; di scioperare e chiudere le stazioni di rifornimento, prima quelle delle autostrade (compresi raccordi e tangenziali) e poi, man mano, anche quelle della viabilit&agrave; ordinaria. Le risposte non si sono fatte attendere: dal Governo, dal Garante per gli scioperi, da Confcommercio e Conftrasporto. Ma lo sciopero si far&agrave; davvero? Possibile che venga messo a rischio il trasporto di merci essenziali? Il Coronavirus ispira la Italian Resilience di FMW Motorcycles Blocco merci essenziali Il rischio che si blocchi il trasporto di merci essenziali &egrave; chiaramente la conseguenza pi&ugrave; grave che potrebbe accadere. Risultato? Paralisi del Paese. Soluzione limite a cui il Governo sta cercando di non arrivare. A questo proposito &egrave; intervenuto con forza il Garante per gli scioperi dei servizi pubblici che, poche ore dopo dall&rsquo;annuncio dei sindacati Faib, Fegica e Figisc/Anisa, ha invitato a revocare la serrata e &ldquo;fino al 30 marzo 2020 a non effettuare scioperi che coinvolgano i servizi pubblici essenziali, dal momento che essi non farebbero altro che aggravare la condizione dei cittadini&rdquo;. Non &egrave; rimasto in silenzio nemmeno il Premier Conte che, ieri sera, con una conferenza straordinaria per spiegare alcuni punti del nuovo decreto ha detto &ldquo;Stiamo facendo aggiustamenti coinvolgendo sindacati che a volte non sono rimasti soddisfatti. Mi auguro che non ci sia uno sciopero, il Paese non se lo pu&ograve; permettere. Vale anche per i carburanti, sar&agrave; assicurato il rifornimento&rdquo;. Un discorso che ha interessato anche il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli la quale, prosegue il Premier, &ldquo;adotter&agrave; un'ordinanza che consentir&agrave; di regolamentare l'orario di apertura in modo da assicurare il rifornimento di carburante in tutta la penisola e questo &egrave; un modo per venire incontro ad alcune istanze&rdquo;. Mercato moto, previsioni non incoraggianti per il 2020 Cosa chiedono i gestori Alla richiesta di revocare la serrata, i sindacati hanno risposto che non si tratta esattamente di uno sciopero: in realt&agrave; &egrave; un&rsquo;esigenza dettata dalla &ldquo;impossibilit&agrave; di garantire il servizio&rdquo;. Parlano di mancanza di liquidit&agrave; per chi gestisce una pompa di benzina: &ldquo;Le aziende petrolifere si sono totalmente disinteressate al fatto che non &egrave; possibile scaricare tutto l&rsquo;onere sulle micro-imprese&rdquo;, afferma Alessandro Zavalloni, segretario generale della Fegica Cisl. &ldquo;Si rischia di chiudere perch&eacute; stanno esaurendosi le scorte sottoterra, non abbiamo liquidit&agrave; per acquistare e le compagnie non portano il prodotto se non vengono pagate sull&rsquo;unghia. Chiediamo la sospensione temporanea del pagamento del prodotto&rdquo;. Serve un nuovo accordo Il calo del fatturato dichiarato dai sindacati (si parla di un volume di affari ridotto dell&rsquo;85%) &egrave; una condizione comune a tutto il Paese. Ma a questo si aggiunge anche il calo generalizzato e internazionale del prezzo del petrolio. &Egrave; emergenza. &Egrave; emergenza ovunque, questo &egrave; chiaro e lampante. Servono accordi: i 100mila &ldquo;dimenticati&rdquo; svolgono un ruolo essenziale, oggi pi&ugrave; che mai. Chiedere tutele &egrave; legittimo, soprattutto in questo momento di emergenza che stiamo vivendo. Ci sono categorie che, pi&ugrave; di altre, per il tipo di lavoro svolto corrono un rischio maggiore e ci sono categorie che, pi&ugrave; di altre, sono fondamentali per non collassare, come i gestori degli impianti di rifornimento. Questo significa che Governo e sindacati devono lavorare per trovare un accordo costruttivo per non far fermare la benzina del Paese: tra turnazioni, garanzia di self-service e maggiore tutela sanitaria, un equilibrio deve essere necessariamente trovato e lo sforzo deve essere da ambo le parti. Il nemico invisibile ha gi&agrave; vinto molte battaglie, ma solo uniti si pu&ograve; vincere la guerra. Coronavirus, prezzi carburante ancora in discesa       

La serrata annunciata a partire dalla notte del 25 marzo ha mosso il Governo. La priorit&agrave; &egrave; cercare un accordo con i sindacati per garantire il trasporto delle merci essenziali

Coronavirus, sciopero benzinai, Conte: "Il Paese non se lo può permettere"

In una nota congiunta, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno annunciato, a partire dalla notte di mercoled&igrave; 25 marzo, lo sciopero dei benzinai lungo le vie autostradali, compresi raccordi e tangenziali, e quelle ordinarie.  Coronavirus, prezzi carburante ancora in discesa  I MOTIVI DELLO STOP  I sindacati recriminano sul fatto che oltre 100.000 gestori di impianti di rifornimento carburante in tutta Italia abbiano continuato a lavorare regolarmente durante l&#39;emergenza Coronavirus senza alcun sostegno economico n&eacute; adeguata attrezzatura sanitaria, mettendo a rischio la propria salute. E il fatto di trovarsi l&igrave; dove sono sempre stati, proprio come avveniva prima della quarantena, li ha fatti diventare, &quot;invisibili, presenza data per scontata&quot;.  Il duro comunicato prosegue lanciando un&#39;accusa allo Stato, reo di aver ignorato la categoria e di non averla tutelata in maniera corretta. &quot;Noi non siamo certo eroi, n&eacute; angeli custodi, ma nessuno pu&ograve; pensare di continuare a trattarci da schiavi, n&eacute; da martiri. Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilit&agrave; di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non pu&ograve; essere scaricato addosso l&rsquo;intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilit&agrave; economiche e rendite, si ostinano ad ignorare. Noi, da soli, non siamo pi&ugrave; nelle condizioni di assicurare n&eacute; il necessario livello di sicurezza sanitaria, n&eacute; la sostenibilit&agrave; economica del servizio&quot;.  &quot;CHIEDETE CONTO AL GOVERNO&quot;  &quot;Di conseguenza - puntualizzano - gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoled&igrave; notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via,tutti gli altri anche lungo la viabilit&agrave; ordinaria. Correremo il rischio dell&rsquo;impopolarit&agrave; e dei facili strali lanciati da comode poltrone, ma davvero non abbiamo n&eacute; voglia, n&eacute; la forza per spiegare o convincere delle solari ragioni che ci sostengono. Chi volesse approfondire pu&ograve; chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio&quot;.  Coronavirus, nuovi orari officine e meccanici 

I gestori degli impianti di rifornimento&nbsp;su&nbsp;autostrade e&nbsp;vie ordinarie si fermeranno a partire dalla notte di mercoled&igrave; 25 marzo: &quot;Noi invisibili e ignorati&quot;

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