        L&rsquo;estate sembra finalmente arrivata (anche se non ufficialmente) ed &egrave; tempo di iniziare a pensare alle vacanze. Che sia una giornata al mare, una breve fuga per il fine settimana o un periodo pi&ugrave; lungo, la moto ovviamente &egrave; il nostro mezzo di spostamento. Ma come sempre ce ne dobbiamo prendere cura: sole, sabbia, salsedine e altri agenti esterni, infatti, non sono amici della nostra due ruote. Ecco allora qualche consiglio. Detergente, panno e tanta attenzione Andare in vacanza in moto significa, spesso, non poterla tenere al riparo in garage e quindi esporla al rischio di subire qualche danno. Come fare per proteggerla? Innanzitutto &egrave; bene portare sempre con s&eacute; un telo specifico per coprirla, cos&igrave; da evitare l&rsquo;esposizione diretta al sole che potrebbe causare problemi alle varie componenti in plastica, o alla sella, o ancora alle parti meccaniche ed elettroniche. Per chi non pu&ograve;, ci sono alcuni prodotti appositi (molto meno ingombranti del telo) come cere o lucidanti che creano una sorta di pellicola per proteggere la moto dai raggi UV. Per chi, invece, lascia la propria moto nei pressi di una spiaggia, vedr&agrave; presto quanto al salsedine possa essere una gran seccatura. Per questo occorre intervenire subito e con regolarit&agrave; prima che si arrugginiscano in maniera definitiva alcune parti: bastano un panno in microfibra e un detergente per moto, non troppo aggressivo. Mare chiama anche sabbia, che potrebbe graffiare o - causa vento - andarsi ad accomodare in parti davvero difficili da pulire. Tornati a casa, dunque, mano all&rsquo;aspirapolvere subito. E cosa dire della resina? Parcheggiare la moto sotto gli alberi per proteggerla dal sole &egrave; certamente una buona idea, ma allo stesso tempo si potrebbe incontrare un altro problema. Questa sostanza appiccicosa &egrave; infatti particolarmente difficile da togliere, e se non lo si fa in breve tempo la difficolt&agrave; aumenta. Come fare se troviamo la resina sulla moto? Detergente e panno sono sempre ottimi alleati, magari da utilizzare pi&ugrave; volte (la resina pu&ograve; essere davvero tosta da togliere) oppure ci sono prodotti specifici per la rimozione di questa sostanza. Ma si possono utilizzare anche oli vegetali che, se lasciati qualche minuto ad agire, possono scioglierla. Evitare, invece, acqua e alcol. TOUR IN MOTO: DOVE ANDARE NEL MESE DI GIUGNO DA SOLI O IN DUE       

<p>Viaggiare in sella &egrave; quello che tutti aspettiamo. Ma attenzione, perch&eacute; caldo e mare portano con s&eacute; alcuni problemi</p>

Estate in moto, ma la pulizia? I rimedi contro salsedine e sabbia

        Il nome lascia gi&agrave; intendere il suo habitat naturale: "Sabbia". Quella del deserto oppure dei percorsi sterrati, dove sono terra e polvere a fare da padroni. &Egrave; il nome del nuovo terminale di scarico slip-on della piemontese Officine Zard, realizzato specificamente per tre enduro: Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700, Ducati DesertX e Aprilia Tuareg 660.  Zard "Sabbia": caratteristiche Scopo primario del terminale &egrave; quello di conferire un sound pi&ugrave; corposo e rumoroso ai tre modelli. "Sabbia" presenta un design ispirato ai rally raid africani, e ha una protezione per il calore in fibra di carbonio. Resistente al calore &egrave; anche la serigrafia attraverso il quale sono state realizzate le grafiche. OFFICINE ITALIANE ZARD: NUOVI SCARICHI AD EICMA 2022 "Sabbia" di Zard &egrave; realizzato in acciaio inox ed &egrave; omologato Euro 5. Pesa 2,6 kg. Il guadagno di potenza &egrave; di 1,6 cv. L'installazione di "Sabbia" non comporta modifiche alla centralina originale. Nel listino dell'usato di InMoto, tante occasioni da non perdere a portata di click       

<p>L'azienda piemontese ha realizzato l'unit&agrave; slip-on in acciaio inox con protezione in carbonio per i tre modelli Yamaha, Aprilia e Ducati</p>

Officine Zard, il terminale "Sabbia" per Ténéré, Tuareg e DesertX

Come tutti sapranno siamo ormai alle porte della Dakar.  L'emozionante rally&nbsp;ideato dal pilota Thierry Sabine (che si era perso nel deserto durante un altro raid, la Abidjan-Nizza) ha inizio nel lontano 1979 e da allora non ha "quasi" mai smesso di tenere viva l'attenzione del pubblico&nbsp;di tutto il mondo. Prima si correva nei territori africani, oggi, a causa dell'instabilit&agrave; politico-sociale della zona,&nbsp;&nbsp;la cornice &egrave; cambiata:&nbsp;teatro delle "eroiche" gesta sono gli immensi spazi sudamericani&nbsp;. Il succo per&ograve; &egrave; sempre lo stesso: avventura, adrenalina e competizione.  Oltre ai piloti, alle incredibili e a volte terribili vicende accadute e ai suggestivi e remoti paesaggi esplorati, sono state le moto le grandi protagoniste. Mezzi potenti e performanti che dovevano e devono affrontare migliaia di chilometri in condizioni estreme e percorsi tremendamente impegnativi. Obbiettivo&nbsp;ultimo la vittoria, certo ma anche solamente arrivare era ed &egrave; ancora&nbsp;un arduo&nbsp;traguardo.  Alcune di queste moto hanno segnato profondamente&nbsp;la storia della Dakar&nbsp;e l'immaginario collettivo dando vita a versioni commerciali di&nbsp;grandissimo successo.  Ecco quelle che secondo noi hanno maggiormente colpito nel segno (1979-2002).  Yamaha XT 500: ebbe un successo straordinario durante le prime edizioni del rally in configurazione praticamente standard (a parte serbatoi maggiorati e portapacchi). Vinse moltissimo: anche &nbsp;Cyril Neveau la port&ograve; sul gradino pi&ugrave; alto del podio nel '79 e nel 1980.  BMW R 100 GS: l'arrivo della bicilindrica tedesca segn&ograve; la fine dell'egemonia della Casa dei tre diapason. Vinse nel 1983 con Auriol e nel 1984 e '85 con Gaston Rahier.  Honda NXR 750: il grandissimo successo della Africa Twin inizia con questa&nbsp;bicilindrica da competizione arriv&ograve;&nbsp;sui due gradini pi&ugrave; alti del podio (nel 1986) con Cyril Neveu e Gilles Lalay. Fu solo la prima di quattro vittorie consecutive per l'amatissima Honda.  Suzuki DR-Z 800: fu portata in gara anche dal fortissimo Rahier nella Paris-Dakar del 1988 ma non riusc&igrave; ad andare oltre la 9&deg; posizione assoluta. L'enorme monocilindrico giapponese ebbe per&ograve; un grande successo commerciale proprio per le sue incredibili prestazioni e "misure" (la DR Big venne prodotta fino al 1997 senza particolari modifiche).  Gilera RC 600: la Casa di Arcore con questa moto torna ad essere grande nelle competizioni.&nbsp;La versione ufficiale ottenne&nbsp;numerose vittorie di tappa e vinse nelle categorie Silhouette e Marathon. Dalla versione da 600 cm3 nascer&agrave; il prototipo RC 750 R.  Cagiva Elefant: motore derivato dalla Ducati 900SS, livrea Lucky Explorer e piloti italiani: Orioli e De Petri. Il 1990 &egrave; l'anno della svolta per la Casa italiana. La Elefant, avvantaggiata anche dall'assenza&nbsp;di&nbsp;Honda in forma ufficiale, riusc&igrave;&nbsp;a guadagnare gli allori africani.  Yamaha YZE 750-850 T: nel 1991 Yamaha decise di dare una svolta introducendo&nbsp;il bicilindrico con la&nbsp;sua Super T&eacute;ner&eacute; da competizione. Fu la scelta giusta: la YZE si rivel&ograve; regina della competizione guidata da&nbsp;St&eacute;phane Peterhansel nel '91 e per i due anni successivi.  BMW F 650&nbsp;RR: la monocilindrica tedesca, accreditata di 75 cavalli ed allestita assieme a Touratech, venne portata al successo da Richard Sainct per due edizioni consecutive: 1999 e 2000.  KTM 950: dopo l'entusiasmante debutto al Rally dei Faraoni nel 2001, la bicilindrica austriaca viene portata al trionfo dal fortissimo pilota italiano Fabrizio Meoni che ne cur&ograve; anche lo sviluppo. Lo sfortunato pilota fiorentino mor&igrave;&nbsp;pochi anni dopo, nel 2005, durante quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo raid per complicazioni dovute ad una terribile caduta.  Nella gallery potete ammirare queste&nbsp;moto e le loro evoluzioni&nbsp;in allestimento Dakar.  &nbsp;  Giulia Cassinelli    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Regine del deserto e del pubblico: hanno vinto, emozionato e fatto sognare

3 risultati per 'sabbia'

Estate in moto, ma la pulizia? I rimedi contro salsedine e sabbia

Officine Zard, il terminale "Sabbia" per Ténéré, Tuareg e DesertX

Le Regine della Dakar