        Una delle riforme che negli anni le compagnie d&rsquo;assicurazione hanno chiesto con maggiore decisione, segnalandone l&rsquo;utilit&agrave; per ridurre i prezzi delle polizze, era l&rsquo;obbligo del risarcimento in forma specifica. In pratica l&rsquo;obbligo per il danneggiato di far riparare il proprio veicolo presso un&rsquo;officina convenzionata, senza pagare nulla. Il vantaggio era chiaro: in questo modo l&rsquo;assicurazione avrebbe potuto selezionare le officine meno costose, controllando le spese. In cambio venivano promesse tariffe in discesa. Per le auto l&rsquo;obbligo non &egrave; mai stato istituito, anche se alcune compagnie lo prevedono come clausola opzionale di polizza. Per i mezzi a due ruote c&rsquo;&egrave; sempre stato il dubbio che il motociclista non metterebbe volentieri la sua moto in mano a un meccanico che non conosce. E non si &egrave; mai andati avanti. A rompere il muro arriva ora 24hassistance, la societ&agrave; che propone la polizza Motoplatinum, nota per l&rsquo;uso della scatola nera e per aver convenzionato la maggior parte delle case motociclistiche. Come annunciato in un comunicato, Motoplatinum diviene oggi il &ldquo;primo prodotto assicurativo in Italia a introdurre l&rsquo;indennizzo in forma specifica, pensato esclusivamente per le due ruote. In pratica una soluzione 'zero pensieri' per i motociclisti che, in caso di sinistro, potranno avvalersi direttamente di una riparazione presso le officine convenzionate, senza dover anticipare nessuna spesa&rdquo;. Come funziona la polizza Motoplatinum Pi&ugrave; in dettaglio, il rimborso in forma specifica &egrave; incluso nell&rsquo;assicurazione stessa e si applica quando il veicolo &egrave; coinvolto in un sinistro in cui ha ragione ed &egrave; presente un modulo di constatazione amichevole (CAI) firmato anche dalla controparte. In questo modo al motociclista, in caso di incidente, non resta che ritirare dall&rsquo;officina il proprio veicolo ripristinato com&rsquo;era prima del sinistro. Senza anticipare nessuna spesa. Abbiamo dato un&rsquo;occhiata alle officine convenzionate, per capire quanto vasta sia l&rsquo;offerta. Ne abbiamo trovate molte anche se, come &egrave; logico aspettarsi in questa prima fase, ce ne sono di pi&ugrave; per alcuni marchi e meno per altri. Date allora un&rsquo;occhiata al sito di 24hassistance, per capire se l&rsquo;offerta fa al caso vostro. La speranza, a parte la comodit&agrave; per chi dovesse (malauguratamente) servirsene, &egrave; che la scelta di introdurre il risarcimento in forma specifica contribuisca a calmierare il costo dell&rsquo;assicurazione moto. Che in questo periodo sta salendo molto (25% secondo una recente rilevazione di Facile.it), e che &egrave; destinato a salire ancora. Leggi anche: Assicurazioni: aumenti in arrivo?       

24hassistance introduce il risarcimento in forma specifica per la sua formula assicurativa Motoplatinum: in caso di incidente il motociclista danneggiato pu&ograve; farsi riparare la moto da un&rsquo;officina convenzionata, senza anticipare il costo dell&rsquo;intervento

Assicurazioni, Motoplatinum: riparazione diretta della moto

Confindustria Ancma e Federazione Motociclistica Italiana (FMI) sono state audite in Senato nei giorni scorsi e stanno chiedendo con forza la modifica del DDL Concorrenza, il cui articolo 27 obbligherebbe le compagnie assicuratrici con sede legale al di fuori dell&rsquo;Italia ad aderire al risarcimento diretto (Convenzione CARD), al pari delle assicurazioni con sede in Italia.  Il motivo &egrave; che non aderendo al risarcimento diretto, le compagnie straniere (sembra siano due in tutto) riescono a proporre premi sensibilmente pi&ugrave; bassi della concorrenza. &Egrave; cos&igrave; che in poco tempo si sono prese una quota consistente del parco motociclistico italiano, il 40% secondo la FMI. Ovvio che costruttori e motociclisti vedano negativamente la cancellazione di questa opzione. Perch&eacute; comporterebbe un sensibile aumento dei premi assicurativi, addirittura dell&rsquo;84% secondo l&rsquo;Ancma. Per&ograve; c&rsquo;&egrave; qualcosa che non va lo stesso.  Perch&eacute; penalizzare le assicurazioni straniere  Due i motivi alla base dell&rsquo;azione del Governo. La prima motivazione &egrave; la necessit&agrave; di non alterare il sistema della concorrenza. Non aderire al risarcimento diretto nel settore motociclistico significa avere costi di gestione dei sinistri sensibilmente inferiori. Cosa che consente di ridurre fortemente i premi; ma che costituisce una concorrenza sostanzialmente sleale nei confronti di tutte le altre compagnie, costrette ad applicare il risarcimento diretto.  Il secondo motivo, non meno importante, &egrave; nel fatto che chi ha scelto una polizza senza risarcimento diretto, nel caso in cui venga coinvolto in un incidente causato da un altro guidatore sa e ha accettato che si dovr&agrave; rivolgere alla compagnia della controparte per essere risarcito. Ma questo succede anche al guidatore che ha scelto e pagato una polizza con risarcimento diretto, se viene coinvolto in un incidente da chi invece ne ha una senza. Insomma, io che mi pago la mia polizza completa non posso goderne, perch&eacute; tu che mi vieni addosso hai scelto di risparmiare, assicurandoti con una compagnia che non aderisce al risarcimento diretto. Ecco, forse se vi trovaste in questa situazione potreste essere un po&rsquo; arrabbiati. O no?  Pro e contro del risarcimento diretto  Il risarcimento diretto &egrave; stato un grosso passo avanti del settore assicurativo. In primo luogo ha permesso al danneggiato di dialogare direttamente con la propria compagnia, quella scelta da lui, magari con il suo agente di fiducia. Meglio che rivolgersi all&rsquo;assicurazione della controparte.  Poi con il risarcimento diretto sono arrivati tempi di liquidazione rapidi, perch&eacute; imposti per legge. E anche questo &egrave; stato sicuramente un fatto positivo.  Il fatto negativo &egrave; che questo nuovo ordinamento assicurativo penalizza noi motociclisti. Al punto che molte compagnie non ci vogliono, e aumentano le tariffe moto appositamente per scoraggiarci.  Il problema &egrave; nel meccanismo con il quale le compagnie si rimborsano i risarcimenti erogati ai loro assicurati: il sistema dei forfait.  Piuttosto che fare i conti per ogni singolo sinistro, le societ&agrave; assicuratrici si rimborsano una quota fissa, un forfait per ogni sinistro pagato a un loro assicurato. Peccato che per i motociclisti, che in molti casi d&rsquo;incidente riportano danni fisici, il totale del risarcimento spesso superi di gran lunga il forfait previsto.  In questo modo si ha il paradossale risultato che io che vengo investito incolpevolmente da un automobilista, per la mia compagnia rappresento un costo, piuttosto che un guadagno!  A vederla tutta, il sistema dei forfait offre il fianco anche all&rsquo;altra critica ben pi&ugrave; forte: aver fatto lievitare le piccole truffe. Pure in questo caso, il motivo &egrave; facile da comprendere. Se una compagnia percepisce per un incidente un forfait di una determinata cifra (per le moto siamo sempre sopra i 3mila euro) e un suo assicurato per un sinistro chiede una cifra inferiore di risarcimento, per la compagnia quell&rsquo;incidente rappresenta un guadagno. Quindi, quale interesse avr&agrave; a indagare se quel sinistro &egrave; reale e se il risarcimento richiesto &egrave; congruo? Nessuno, anche se l&rsquo;Ivass (l&rsquo;Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni) anni fa ha tentato di correggere questa anomalia stabilendo dei benchmark, dei rendimenti delle gestioni assicurative che le compagnie debbono rispettare.  Messa cos&igrave; appare chiaro che il problema non &egrave; il risarcimento diretto, ma il sistema dei forfait! Basterebbe insomma tornare al vecchio rimborso totale fra compagnie dei risarcimenti erogati per rimettere tutto in ordine.  Perch&eacute; questo non si fa? Mistero. Di sicuro sappiamo che l&rsquo;Ivass ha pronta una proposta di riforma dell&rsquo;ordinamento assicurativo da molto tempo. E altre proposte sono state presentate da altri soggetti. Ovviamente servirebbe un tavolo fra le parti che discutesse il tutto portando poi in Parlamento una proposta definitiva. Se ne parla inutilmente da anni.  E allora ecco che associazioni come Ancma e FMI scelgono la strada pi&ugrave; facile, l&rsquo;unica percorribile, di chiedere di mantenere quello che per le compagnie straniere &egrave; un privilegio. Perch&eacute; mantenere bassi i costi assicurativi &egrave; vitale per tenere su il mercato e consentire a tutti noi appassionati di continuare a usare le nostre moto.  Cosa ne dicono Ivass e Ania (l&rsquo;Associazione delle imprese assicurative)? Nulla per ora, perch&eacute; la prossima settimana saranno entrambe audite in Senato a riguardo e solo allora scopriranno le loro carte.  Leggi anche  RCAuto e Moto: gli affari d&#39;oro delle assicurazioni 

Chiedono con forza di mantenere per le compagnie assicuratrici straniere la possibilit&agrave; di non aderire al risarcimento diretto, cosa che consente loro di proporre tariffe inferiori alle compagnie italiane anche dell&rsquo;84%

Assicurazioni, perch&eacute; Ancma e FMI si oppongono al risarcimento diretto

Buche, buche ovunque. E poi brecciolino, sporco, e a volte persino gasolio nelle curve. Il tempo passa e lo stato delle nostre strade non migliora. Nonostante alcuni importanti interventi, che per&ograve; sono una goccia nel mare, visto il diffuso sfacelo. In questa situazione, a molti di noi &egrave; capitato di riportare danni alla moto (o all&rsquo;auto); se non addirittura di avere incidenti causati proprio dallo stato della strada.  Ci siamo gi&agrave; occupati dell&rsquo;argomento in passato, dando indicazioni su come comportarsi per avere risarciti i danni subiti. Ci torniamo ora per approfondire in quali casi si pu&ograve; chiedere il risarcimento, e in quali situazioni si rischia invece che ci vengano addirittura addebitate delle responsabilit&agrave;.  Per saperne di pi&ugrave; abbiamo interpellato un&rsquo;esperta della materia, l&rsquo;Avv. Marcella Ferrari del Foro di Savona, articolista giuridica del sito Altalex.com (di lei avete gi&agrave; letto il parere che ci ha rilasciato relativamente al famigerato decreto sulla circolazione fuoristrada).  Le responsabilit&agrave; dell&#39;ente titolare della strada  &ldquo;Credo sia importante chiarire che la tematica che affrontiamo dal punto di vista giuridico non ha una risposta certa. L&rsquo;utente che si domanda se possa essere risarcito per un incidente, si aspetta un s&igrave; o un no. Nel mondo del diritto, la risposta quasi sempre &egrave; ni, con tantissime sfumature possibili&rdquo;.  &ldquo;In generale, per un incidente causato dalle condizioni della strada, si fa riferimento all&rsquo;articolo 2051 del Codice Civile, due sole righe intorno alle quali ruota tutto&rdquo;.  Queste due righe: &ldquo;Ciascuno &egrave; responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito&rdquo;.  &ldquo;Esatto. In base a questo articolo, il motociclista che cade su una buca deve provare l&rsquo;evento che ha causato il danno e il nesso causale, ossia il rapporto fra il danno e la cosa; che sia una buca o dell&rsquo;olio sull&rsquo;asfalto. L&rsquo;ente custode, vale a dire il proprietario della strada o che ne ha la concessione, ha l&rsquo;onere di dimostrare il caso fortuito. Cio&egrave; che l&rsquo;insidia stradale sia stata generata da cause estemporanee, non conoscibili da chi aveva il dovere di mantenere la strada in perfette condizioni. Dunque, non era evitabile. Sulla carta sembra facile, ma la variet&agrave; delle sentenze che troviamo dice il contrario&rdquo;.  Qualche esempio? &ldquo;In provincia di Brescia, un motociclista, nella caduta ha impattato contro un guard rail danneggiato, che era girato verso la strada. Nell&rsquo;impatto contro la parte tagliente della lama, ha perso un braccio. I giudici hanno dato ragione alla sua istanza risarcitoria, ritenendo che il guard rail, non solo deve contenere il rischio della fuoriuscita di strada delle vetture, ma anche proteggere il corpo del motociclista che dovesse impattarvi&rdquo;.  &ldquo;Ma ci sono anche casi nei quali l&rsquo;amministrazione pu&ograve; dimostrare che l&rsquo;evento era imprevedibile. La fattispecie pi&ugrave; ricorrente consiste nella macchia d&rsquo;olio sull&rsquo;asfalto. In tale circostanza, il motociclista che abbia subito un danno scivolando su di essa, dovr&agrave; dimostrare che il materiale viscoso era gi&agrave; presente da tempo sulla sede stradale, ad esempio, allegando che vi erano state segnalazioni in tal senso da parte di altri automobilisti&rdquo;.  &ldquo;&Egrave; invece stato riconosciuto il risarcimento a un motociclista scivolato su una strada sporca di cera dopo il passaggio di una processione religiosa autorizzata. Per il giudice, era prevedibile che le candele utilizzate avrebbero sporcato la strada, e l&rsquo;amministrazione avrebbe dovuto prendere provvedimenti&rdquo;.  &ldquo;Tutto questo per dire che non esiste un automatismo tra la presenza della buca e la responsabilit&agrave; dell&rsquo;ente. Proprio in ragione di ci&ograve;, si registrano molteplici sentenze su casi analoghi con risultati diversi&rdquo;.  L&#39;Avv. Marcella Ferrari &egrave; esperta di tematiche connesse alla circolazione stradale e appassionata di moto  Le possibili responsabilit&agrave; del motociclista  &ldquo;Chi percorre abitualmente una strada dovrebbe essere consapevole dei pericoli che vi insistono, come buche o ghiaino. Pertanto, &egrave; richiesta una particolare diligenza all&rsquo;utente della strada che conosca il tragitto, a maggior ragione se lo compie di notte, quando le insidie, come le buche, risultano meno visibili. Talvolta si valuta l&rsquo;eccesso di velocit&agrave;, che pu&ograve; essere considerato un comportamento non idoneo alla situazione stradale. E si pu&ograve; arrivare a un concorso di colpa. A volte, infine, il comportamento abnorme del guidatore pu&ograve; essere ritenuto tanto grave da interrompere il nesso causale&rdquo;.  I diffusissimi limiti a 30 km/h per buche proteggono le amministrazioni?  &ldquo;Fermo restando che le amministrazioni hanno l&rsquo;obbligo di mantenere, gestire e pulire le opere di loro competenza, il limite &egrave; un avviso ben preciso di pericolo per il guidatore. E torniamo al giudice che pu&ograve; sindacare la condotta di guida del danneggiato, valutando se &egrave; stato imprudente. In caso affermativo, pu&ograve; ravvisare un concorso di colpa o, peggio, gli pu&ograve; ascrivere integralmente la responsabilit&agrave; del fatto&rdquo;.  Perch&eacute; capita di leggere sentenze diametralmente opposte su casi apparentemente simili da parte della Cassazione?  &ldquo;Probabilmente perch&eacute; la Corte di Cassazione non giudica sul fatto, ma sul diritto, sul percorso di diritto dei giudizi precedenti. Quindi non entra nel merito della causa, ma solo di come &egrave; stata trattata nel giudizio precedente&rdquo;.  &nbsp;  E se si investe un animale selvatico?  &ldquo;Qui l&rsquo;articolo del Codice Civile che si applica &egrave; il 2052, molto simile al 2051 di cui abbiamo parlato: &lsquo;Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, &egrave; responsabile dei danni cagionati dall&#39;animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito&rsquo;. Ci sono forti analogie con il caso della buca. Il danneggiato deve provare l&rsquo;evento, ossia l&rsquo;incidente, e il nesso causale. L&rsquo;ente proprietario dell&rsquo;animale selvatico, lo Stato, la Regione o l&rsquo;Ente Parco che sia, deve provare che non c&rsquo;era modo di conoscere e prevenire il rischio&rdquo;.  Come comportarsi in caso d&rsquo;incidente  &ldquo;Chiamate le forze di polizia per far redigere un verbale. Fotografate la scena del sinistro, mettendo in evidenza la causa. Raccogliete le testimonianze con i dati e i numeri di telefono di chiunque si trovi sulla scena. Fatevi fatturare il danno dei veicolo&rdquo;.  Che tipo di risarcimento si pu&ograve; chiedere?  &ldquo;Patrimoniale, per i danni materiali del veicolo e, magari, anche dell&rsquo;abbigliamento tecnico, oltre ai giorni di lavoro perso. Se il veicolo danneggiato viene utilizzato in via esclusiva per l&rsquo;attivit&agrave; lavorativa, si pu&ograve; reclamare il danno da fermo tecnico. Poi c&rsquo;&egrave; il danno biologico, vale a dire alla salute, ad esempio, in caso di fratture o altre lesioni che possano portare ad un&rsquo;eventuale invalidit&agrave; temporanea o permanente. E il danno morale, per il dolore patito&rdquo;.  Come si chiede il risarcimento?  &ldquo;Il primo passo &egrave; inoltrare una richiesta risarcitoria via PEC o raccomandata all&rsquo;ente titolare della strada, il legittimato passivo. &Egrave; fondamentale che sia confezionata perfettamente e che sia indirizzata al soggetto giusto&rdquo;.  Abbiamo dei lettori ai quali le stesse forze di polizia hanno sbagliato ad attribuire la strada nei verbali di sinistro.  &ldquo;Succede. Infatti, anche se tiro l&rsquo;acqua al mulino di noi avvocati, &egrave; meglio spendere per far redigere la lettera a un professionista, che ha le cognizioni per redigerla correttamente, ad esempio, per accertare, senza rischio di errori, la titolarit&agrave; della strada, pubblica o privata, con lo studio delle mappe catastali o degli atti della toponomastica comunali e cos&igrave; via. Un avvocato onesto e corretto, tra l&rsquo;altro, pu&ograve; valutare subito se ci sono gli estremi per un&rsquo;azione legale o meno&rdquo;.  Quali sono i passaggi successivi?  &ldquo;L&rsquo;invio della lettera apre la fase stragiudiziale e, se si ha fortuna, pu&ograve; condurre a una transazione amichevole con l&rsquo;ente proprietario della strada, il quale pu&ograve; decidere di accettare. In caso di diniego, la legge prevede ancora uno strumento prima della causa in tribunale, la negoziazione assistita. Sull&rsquo;obbligatoriet&agrave; di tale passaggio, che vede un confronto tra gli avvocati delle parti, i pareri non sono univoci. Se i litiganti non esperiscono il tentativo di negoziazione e il giudice lo riteneva obbligatorio, la domanda risarcitoria pu&ograve; essere dichiarata improcedibile. L&rsquo;ultimo passaggio &egrave; la causa vera e propria. Vi sono due gradi di giudizio e, infine, la Cassazione. Ma pi&ugrave; si va avanti pi&ugrave; aumentano i costi&rdquo;. 

In quali casi possiamo essere considerati colpevoli? Come si chiede il risarcimento? Il parere di un avvocato specializzato

Incidente su buca o animale selvatico: responsabilit&agrave; e risarcimento

        &ldquo;Apprendiamo dalla lettura delle bozze che potrebbe essere approvata una norma che estenderebbe il regime del risarcimento diretto per la gestione dei sinistri anche alle imprese assicuratrici con sede legale in uno stato estero dell&rsquo;Unione Europea. La misura, se approvata, rischierebbe di produrre un aumento generalizzato delle polizze assicurative motociclistiche, stimabile attorno al 20% dei prezzi correnti&rdquo;. SECONDO ANCMA COSTI MAGGIORI PER I MOTOCICLISTI Lo scrive Confindustria ANCMA, tornando su un tema gi&agrave; accennato ieri nel comunicato sui dati del mercato motociclistico. In effetti al Governo da tempo &egrave; stata segnalata questa anomalia, che consente alle compagnie straniere che operano attraverso dei broker, di offrire polizze RCAuto senza aderire alla cosiddetta Convenzione CARD. Cosa che ha permesso loro, a fronte di minori servizi per gli assicurati, di proporre tariffe assicurative sensibilmente inferiori. &ldquo;Il risarcimento diretto &ndash; prosegue la nota dell&rsquo;ANCMA -, introdotto nel nostro ordinamento nel 2007, prevede che il conducente che subisce un incidente non venga risarcito dall&rsquo;assicurazione del responsabile del sinistro, bens&igrave; dalla propria: quest&rsquo;ultima ricever&agrave; poi un rimborso forfettario dall&rsquo;assicurazione del conducente che ha causato l&rsquo;incidente. &ldquo;Questo meccanismo ha generato negli anni effetti positivi sui premi assicurativi e, soprattutto, sui tempi del risarcimento, ma, come chiaramente evidenziato da uno studio commissionato all&rsquo;Universit&agrave; LUISS, esso funziona quando nel sinistro sono coinvolti veicoli appartenenti alla stessa categoria (ad esempio due auto), mentre s&rsquo;inceppa nel momento in cui i veicoli incidentati appartengono a categorie differenti (ad esempio auto e moto). Il problema appare evidente nel caso dei veicoli a due ruote, dal momento che la maggior parte degli incidenti che riguardano scooter o moto avvengono con veicoli di categoria diversa (normalmente autovetture). In sintesi, l&rsquo;indennizzo diretto produce effetti distorsivi che si traducono in un aumento dei costi assicurativi a carico degli assicurati motociclisti. Per queste ragioni, negli ultimi anni il mercato assicurativo motociclistico si &egrave; indirizzato verso compagnie di assicurazione estere che, non essendo sottoposte al regime dell&rsquo;indennizzo diretto, possono garantire coperture assicurative non penalizzanti per l&rsquo;utente finale. In questo modo si &egrave; ridotto del 16% il premio medio pagato dai motociclisti negli ultimi 5 anni, garantendo lo stesso livello di servizio alla popolazione. Questo fenomeno negli anni ha aumentato il numero delle compagnie assicuratrici di veicoli a due ruote incentivando la concorrenza, con l&rsquo;effetto di calmierare i costi assicurativi, gi&agrave; in precedenza arrivati a livelli non pi&ugrave; sostenibili. Da qui la preoccupazione per una misura di cui non appaiono chiari i benefici, ma solo gli impatti negativi, dal momento che, se venisse approvata, avrebbe un&rsquo;immediata ricaduta sulle tasche degli utilizzatori&rdquo;. E chiude: &ldquo;Qualora si obbligassero le compagnie straniere ad aderire al sistema del risarcimento diretto i motociclisti, gi&agrave; penalizzati dal recente divieto di sospensione invernale della polizza, subirebbero un ulteriore rincaro dei prezzi. Una misura che arrecherebbe un grave danno ai motociclisti, all&rsquo;industria e alla mobilit&agrave; sostenibile a cui il mondo delle due ruote contribuisce in maniera decisiva&rdquo;. Ma le cose stanno proprio cos&igrave;? In realt&agrave; non &egrave; proprio. Basta andare sul sito dell&rsquo;Ivass per avere conferma del fatto che il risarcimento diretto pone come condizione esclusivamente che il sinistro sia fra non pi&ugrave; di due veicoli, ma nulla viene detto sulla loro categoria. Il sinistro motociclistico eccede il valore dei forfait che le compagnie si rifondono fra loro? Non significa che il motociclista non sar&agrave; per questo risarcito equamente. Senza considerare che in caso di disaccordo sull'entit&agrave; del risarcimento si aprono sempre le strade ulteriori della mediazione assistita e del ricorso all'avvocato. Bisogna anche dire che il risarcimento diretto, oltre a consentire all&rsquo;assicurato di dialogare con la propria compagnia, ha posto dei paletti ferrei sui tempi di risarcimento. La proposta di risarcimento da parte della compagnia deve arrivare infatti entro 30 gg nel caso in cui ci sia una denuncia congiunta (CID), e 60 se la denuncia &egrave; presentata solo dal danneggiato. Una volta accettata la proposta, entro 15 gg il danno deve essere liquidato. La norma ha consentito inoltre di ridurre il contenzioso assicurativo, cosa che sicuramente ha aiutato al calo delle tariffe. Tra l&rsquo;altro, se passasse la norma attualmente in discussione, pi&ugrave; che un aumento generalizzato delle tariffe, si avrebbe un aumento per quelle pochissime compagnie che oggi propongono polizze No-Card. Cosa succede in caso di sinistro con un assicurato No-CARD Viceversa, assicurarsi con una compagnia No-CARD comporta che in caso d&rsquo;incidente con ragione ci dovremo rivolgere alla compagnia della controparte per avere il risarcimento; con tempi di gestione del sinistro sicuramente pi&ugrave; lunghi e maggiori difficolt&agrave;. Ma non solo. Nel caso in cui fossimo noi a provocare un incidente, la persona da noi danneggiata sar&agrave; costretta a sua volta a rivolgersi alla nostra compagnia e non alla sua, anche se la sua aderisce al risarcimento diretto. E questo sicuramente non &egrave; giusto per chi ha pagato una polizza pi&ugrave; cara proprio per avere maggiori servizi. Il tutto senza considerare la distorsione della concorrenza, che vede oggi alcune compagnie (sarebbero un paio in tutto) raccogliere tantissimi contratti, forti delle loro tariffe sensibilmente pi&ugrave; basse. I problemi del risarcimento diretto Problemi per&ograve; ce ne sono, e riguardano il meccanismo con il quale il risarcimento diretto &egrave; stato congegnato. Le compagnie assicurative non si rimborsano pi&ugrave; infatti la totalit&agrave; dei risarcimenti liquidati fra loro, come succedeva con la precedente Convenzione CID, ma si scambiano dei forfait in relazione al numero di sinistri. A ogni sinistro corrisponde un forfait per danni del veicolo e un altro per i danni del guidatore. I forfait sono differenziati per tipologia di veicolo e per tre macrozone d'Italia. E sono sempre oltre i 3mila euro. Per la compagnia significa ovviamente perdere soldi quando i risarcimenti crescono; ma la stragrande maggioranza dei sinistri sono da pochi soldi. Il che significa che a fronte di un esborso &ndash; poniamo il caso - di mille euro, loro possono percepirne anche 3700. Farebbero 2mila e 700 euro guadagnati. In questa condizione, come possono avere interesse a smascherare le piccole truffe? &Egrave; vero che l'Ivass negli ultimi anni ha introdotto dei correttivi, ma crediamo che questa norma andrebbe cambiata, tornando al rimborso a pi&egrave; di lista fra compagnie, come si &egrave; tornato a fare con i danni del passeggero. Ecco il vero problema del risarcimento diretto. Sul quale si potrebbe e si dovrebbe intervenire con la riforma dell&rsquo;ordinamento assicurativo di cui si parla da anni senza che si vada realmente avanti.       

L&rsquo;Associazione delle industrie motociclistiche contro l&rsquo;azione del Governo, che vorrebbe estendere l&rsquo;obbligo di risarcimento diretto anche alle assicurazioni straniere. Ma il vero problema non &egrave; il risarcimento diretto in s&eacute;...

Assicurazioni: Confindustria ANCMA attacca il risarcimento diretto, ma…

Un tema che spesso genera confusione e polemica, quello riguardante le assicurazioni e gli eventuali adempimenti non caso di sinistri. Ne parliamo con: - Rossella Sebastiani, Dirigente Responsabile servizio Auto e Card Dir. Business Ania - Antonio Rosario De Pascalis, Direttore centrale IVASS Capo del Servizio studi e gestione dati - Fabrizio Premuti, Presidente Konsumer Italia

Motoweek Talk: Assicurazioni e risarcimento, facciamo chiarezza

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza importante per quanto riguarda la responsabilit&agrave; degli enti gestori delle strade. Ha condannato, infatti, al risarcimento danni l&#39;ente gestore della strada che era stata mantenuta in cattivo stato, causando cos&igrave; un incidente ad un utente delle due ruote.  Si tratta della sentenza n. 260 del 10 gennaio 2017 nella quale la Corte di Cassazione&nbsp;precisa che le scarpate delle strade statali, provinciali e comunali, al pari dei fossi e delle banchine ad esse latistanti, devono considerarsi parti delle strade medesime e perci&ograve; soggette allo stesso loro regime di demanialit&agrave;, e, per effetto del rapporto pertinenziale in cui si trovano con la sede stradale, sono elementi accessori la cui situazione statica &egrave; fattore determinante dell&rsquo;agibilit&agrave; della strada.  OBBLIGO DI MANUTENZIONE - Poich&eacute; la custodia esercitata dal proprietario o gestore della strada non &egrave; limitata alla sola carreggiata, ma si estende anche agli elementi accessori o pertinenze, per assicurare la sicurezza degli utenti la Pubblica Amministrazione proprietaria delle strade pubbliche ha l&rsquo;obbligo di provvedere alla manutenzione nonch&eacute; di prevenire e, se del caso, segnalare qualsiasi situazione di pericolo o di insidia&nbsp; non solo riguardo la sede stradale ma anche sulla zona non asfaltata sussistente ai limiti della medesima.  LO SCALINO - Nel caso specifico, l&rsquo;esistenza di uno scalino (che &egrave; stato causa di un incidente) fra carreggiata e ciglio erboso occultato dalla folta vegetazione costituisce pericolo occulto, non segnalato, rispetto al quale quindi si estendono gli obblighi di manutenzione della pubblica amministrazione.  Per questo la Cassazione ha disposto la legittimit&agrave; della richiesta di risarcimento danni da parte dell&#39;utente delle due ruote caduto sullo scalino non segnalato. 

La Corte di Cassazione ha condannato al risarcimento danni l&#39;ente gestore di una strada per la mancata manutenzione che ha causato un incidente in moto.

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Manutenzione strade: Corte di Cassazione condanna enti gestori