        In occasione del MiMo, la manifestazione lombarda dedicata al mondo delle due e soprattutto quattro ruote, abbiamo incontrato Francesco Vanni, Managing Director di Harley-Davidson per Italia, Spagna e Portogallo, con cui abbiamo fatto il punto della situazione sul nostro mercato e sulle iniziative del brand americano. In Harley dal giugno del 2021, Vanni ha maturato considerevoli esperienze nel mondo delle quattro ruote prima di approdare alle due, lavorando negli ultimi anni anche in Alfa Romeo, in Fiat e Abarth con riferimento al mercato Inglese, e ancora prima in FCA. - Domanda di rito... come sono andati i primi sei mesi dell'anno per Harley-Davidson rispetto al 2021, anno di ripartenza dopo il Covid? &ldquo;Il 2022 &egrave; partito bene, per Harley ma anche per i nostri competitor. E come ogni anno abbiamo messo sul tavolo nuovi prodotti: ad aprile &egrave; arrivata la Nightster, esposta anche qui al MiMo, che stiamo consegnando proprio in questi giorni alla rete per le prime prove. Moto che monta lo stesso motore della Pan America. Insomma, la situazione va molto bene tornando alla tua domanda, qui da noi ma anche in Spagna e Portogallo&rdquo;. USATO, NOLEGGIO A LUNGO TERMINE E LIFESTYLE  - Harley-Davidson &egrave; un brand a livello mondiale che va oltre il semplice concetto di motocicletta. State lavorando su altri asset in ottica futura? &ldquo;Quest'anno ci siamo concentrati principalmente sui servizi. Guidare un'Harley &egrave; una esperienza. Per migliorare questa esperienza, per vivere e amplificare la percezione del brand da parte del cliente, abbiamo pensato di lavorare su alcuni programmi. Il primo &egrave; la certificazione dell'usato e si chiamer&agrave; Harley-Davidson Certified: rientreranno all'interno di questo programma tutte le moto che soddisferanno 120 fattori di qualit&agrave; per la massima garanzia nei confronti del cliente. Le moto dovranno avere una anzianit&agrave; massima di quindici anni e ottantamila chilometri. Il cliente avr&agrave; il beneficio di acquistare un'Harley usata presso la nostra rete di vendita super certificata con un anno di garanzia e un anno di assistenza stradale. Il nostro obiettivo &egrave; lavorare per preservare il valore residuo dei nostri prodotti, che &egrave; gi&agrave; alto se lo paragoniamo ad altri brand. E noi vogliamo continuare a investire sul valore dell'usato. Chi compra Harley deve essere sicuro di aver acquistato un valore che si mantiene nel tempo. Ma stiamo lavorando anche ad altro&hellip;". - Ovvero? &ldquo;Il noleggio a lungo termine. &Egrave; la prima volta che una Casa motociclistica attiva ufficialmente un servizio di questo tipo. Vogliamo essere dei pionieri in questo. Si chiamer&agrave; Harley Lease ed &egrave; un programma che permetter&agrave; di entrare nel mondo Harley non comprando la moto, ma con un canone mensile all-inclusive: si pu&ograve; scegliere la durata di 36 o 48 mesi, e prevede una offerta assicurativa completa, manutenzione esclusiva presso la rete, un anno di iscrizione all'HOG, e la possibilit&agrave; di includere nella rata la personalizzazione della moto con accessori. Tutta una serie di servizi, insomma, che permetteranno di essere tranquilli con la propria moto. Un'opportunit&agrave; rivolta ai privati, alle aziende, alle pubbliche amministrazioni... in linea con le tendenze del mercato. Pensiamo al cliente Pan America, con il segmento dell'adventouring in crescita, ma &egrave; un servizio che riguarda tutta la gamma&rdquo;. - Moto, ma non solo... giusto? &ldquo;Esatto. Il terzo programma riguarda i PopUp Store Harley-Davidson. Il primo l'abbiamo aperto a gennaio a Cortina ed &egrave; stato un successo. Recentemente ne abbiamo aperto uno a Lazise sul Lago di Garda, davvero bello e molto attivo con vari eventi. &Egrave; stato un tale successo che ne stiamo aprendo altri: questa estate apriremo a Venezia (aperto il 5 luglio,ndr), a Roma (apertura avvenuta il 1 Agosto, ndr) e sull'isola di Madeira. Stiamo facendo proprio in questo periodo l'allestimento dei locali&rdquo;. - Come sono strutturati questi shop Harley? &ldquo;Saranno delle boutique Harley-Davidson focalizzate sull'abbigliamento lifestyle del brand dove si potranno trovare tutte le nostre collezioni originali ufficiali. &Egrave; un ambiente rivolto non solo ai riders, che come al solito hanno come riferimento le concessionarie per l'acquisto ad esempio dell'abbigliamento tecnico, ma anche a un pubblico pi&ugrave; ampio attirati dal brand. Persone che magari non possono comprare una moto ma che si sentono vicini al marchio e decidono di vestire una t-shirt iconica. E Harley &egrave; un brand iconico. Non stiamo inventando niente di nuovo visto che comunque l'abbigliamento &egrave; uno dei pilastri della nostra strategia commerciale&rdquo;. LA PAN AMERICA? PER IL CLIENTE &Egrave;&nbsp;HARLEY AL 100%  - Harley-Davidson ha radici profonde. Ben radicate. E una clientela ben precisa. Come si sta evolvendo l'appassionato, il vostro cliente tipo? &ldquo;Harley &egrave; un brand che l'anno prossimo compir&agrave; 120 anni. Dal 1903 ad oggi &egrave; sempre riuscita a bilanciare tradizione e innovazione. Questa &egrave; la chiave del successo del brand. L'anno scorso abbiamo lanciato la Pan America, siamo entrati nel segmento dell'adventouring. L'abbiamo fatto con una moto che ha tutti gli stilemi Harley-Davidson. E il cliente Harley la riconosce al 100% come parte del percorso del brand, ma allo stesso tempo la vede al 100% come una moto adventouring. La mission di Harley, fin dalla nascita, &egrave; la ricerca di avventura. Entrare in questo segmento ha significato ritornare alle nostre origini, rafforzando l'identity del brand. Insomma, il nostro cliente si evolve al pari del marchio, esattamente come &egrave; successo dal&nbsp;1903 ad oggi, rimanendo ancorato ai nostri valori&rdquo;. LE HARLEY? ALCUNE IMPENSABILI, EPPURE...  - Harley per molti versi ha saputo stupire il mercato negli ultimi anni, con prodotti davvero impensabili... &ldquo;Per la storia che ha Harley, molti dei suoi prodotti sono da considerasi impensabili. Immagina la Sportster del 1957. Anche allora si tratt&ograve; di una novit&agrave; importantissima, rivoluzionaria. Oggi, potremmo pensare a una Harley senza la Sportster in gamma? Certo che no... Innovazione e tradizione. Nessuno al giorno d'oggi ha bisogno di un'Harley-Davidson, ma tutti ne vogliono una&rdquo;. - L'et&agrave; media del motociclista si sta alzando. Come interpretare questo fatto? &ldquo;Non possiamo legare questo trend a un singolo brand. &Egrave; qualcosa che va ricondotto all'economia, alle dinamiche sociali. Di sicuro Harley &egrave; sempre stata brava a unire le generazioni. E ogni volta che questo accade emergono i contrasti, le barriere culturali. Qui da noi, ma nulla cambia anche se parlassimo dei motociclisti svedesi... Insomma, se guardiamo la questione da un altro punto di vista, i giovani arrivano, ma siamo anche bravi a mantenere in Harley i motociclisti che hanno qualche anno in pi&ugrave;. Prendi il nuovo Nightster, ha la silhouette dello Sportster ma la tecnologia del motore Revolution Max con, ad esempio, le tre mappature. Devi parlare con i prodotti. Con le moto, con l'abbigliamento. Parliamo alle diverse generazioni come abbiamo sempre fatto&rdquo;. Soffrite d'ansia? La medicina ha due ruote        

Facciamo il punto sul mercato e sulle iniziative del brand americano nel nostro Paese con Francesco Vanni, Managing Director, da un anno alla guida della filiale italiana

Harley-Davidson: "Nessuno oggi ne ha bisogno, ma tutti la vogliono"

        Le voci sulla presentazione mondiale della nuova versione di Harley-Davidson Sportster S circolano ormai da qualche settimana (ve lo avevamo raccontato in un precedente articolo), ma adesso, a pochi giorni dalla data fissata (il 12 aprile), emergono altri particolari, uno su tutti: &egrave; confermato che si tratti del primo modello con Revolution Max in versione da 975 cc. Un dettaglio che non &egrave; passato inosservato Harley-Davidson ha tenuto sulle spine i suoi fan, rilasciando un pezzo per volta dettagli sul nuovo modello: un teaser, qualche post sui social, centellinando le informazioni. E poi sono partite le varie ipotesi. Forcella telescopica, doppi ammortizzatori posteriori e singolo disco anteriore hanno fatto subito intuire che si sarebbe trattato di una versione di minore cilindrata del motore Revolution Max 1250T della Sportster S: i vari elementi, infatti, suggeriscono un&rsquo;impostazione meno orientata alle prestazioni. Come anticipato dai colleghi di motorcycle.com, la conferma definitiva &egrave; arrivata dalla stessa Casa di Milwaukee. Un elenco ufficiale dei prodotti per gli specchietti in alluminio dalla collezione Wild Ones di Harley-Davidson menziona dei modelli RH975 e RH1250S, riferendosi al suo nuovo Revolution Max Sportsters con la dicitura RH: l&rsquo;RH1250S &egrave; la Sportster S e va da s&eacute; che l&rsquo;RH975 sia la novit&agrave; in arrivo il 12 aprile. Un altro dettaglio, poi, sta nella S finale. La troviamo solo nell&rsquo;RH1250S, e sappiamo che Harley-Davidson la utilizza solo per indicare le sue moto pi&ugrave; votate alle prestazioni (come&nbsp; Sportster S, appunto, e Low Rider S). Modello entry-level Con l&rsquo;ingresso in gamma, una nuova Sportster 975 andrebbe a occupare un posto al momento piuttosto vacante, occupato dall&rsquo;Iron 883 (tra gli ultimi Sportster raffreddati ad aria) la cui produzione &egrave; stata interrotta in Europa e con il mercato degli Stati Uniti che ne attende un successore. La nuova Sportster 975, quindi, si presenterebbe come modello entry-level. Per quanto riguarda il nome, la Casa di Milwaukee, nel 2021, ha presentato domanda per il nome &ldquo;Nightster&rdquo;, ma dobbiamo aspettare il 12 aprile per averne certezza. Ormai manca davvero poco. HARLEY DAVIDSON, IN ARRIVO LA 338R? LA RISPOSTA POTREBBE ESSERE NEL CODICE DI TELAIO       

Spunta un dettaglio da una lista dei prodotti per gli specchietti, ma dobbiamo aspettare il 12 aprile (data della presentazione) per la conferma ufficiale

Harley-Davidson, arriva la Sportster con Revolution Max da 975 cc

        Quanto rumore sta facendo ultimamente Harley-Davidson? Dopo la recente presentazione della Pan America - primo esperimento di sempre nel mondo delle turistiche crossover - &egrave; stata presentata la Sportster S, che in comune con la "vera" Sportster non ha davvero nulla. Tutto gira attorno al nuovo motore Revolution Max, che porta nel nome il vero scopo di questo cambio di rotta: rivoluzionare nel profondo l'azienda e proiettare nel futuro un'immagine diversa di H-D, che possa sconfinare anche in altri settori di mercato oltre al gi&agrave; dominato mondo custom/cruiser. Ma per quest'azienda cambiare la tradizione &egrave; molto pi&ugrave; complicato di quanto si possa immaginare, e la storia insegna. H-D, un marchio da sempre "intrappolato" in s&egrave; stesso La forza e allo stesso tempo la debolezza di Harley &egrave; senza dubbio il fatto di essere quello che &egrave;: semplicemente Harley-Davidson. Pur essendo nato come marchio molto dinamico e sportivo (a inizio secolo le prime H-D gareggiavano e vincevano in tutto il mondo), l'evoluzione ha portato alla creazione di un'identit&agrave; esclusivamente stradale e con caratteristiche nette e ben definite. E' negli anni '50 che l'idea del marchio come la conosciamo oggi si &egrave; sedimentata nella mente degli appassionati (e del mondo, in generale) e da quel momento non &egrave; pi&ugrave; cambiata: nell'immaginario collettivo, H-D &egrave; sinonimo di custom e cruiser. Punto. Con pi&ugrave; di 70 anni di coerenza e forte identit&agrave; alle spalle, l'azienda pu&ograve; contare su un bacino di utenza molto definito, che nei prodotti Harley cerca uno stile di vita e un feeling ben precisi. Questa &egrave; la grande forza di questa realt&agrave; unica nel mondo a due ruote, e allo stesso tempo la debolezza che non permette azzardi e cambi di rotta, cos&igrave; come esplorazioni pericolose in contesti non consoni alla storia del marchio. Peccato che per crescere ancora e fare quello che le grandi aziende fanno da sempre (leggi guadagnare sempre pi&ugrave; soldi), serve scrollarsi di dosso l'immobilismo ed espandere il mercato in nuove direzioni.  Revolution Max sar&agrave; un flop come Revolution? I dubbi sul reale potenziale della nuova scommessa chiamata Revolution Max ci attanagliano perch&egrave; c'&egrave; un importante precedente chiamato Revolution, e non &egrave; altro che il progetto VRod dei primi anni 2000. Col senno di poi, vediamo nell'attuale tentativo di ribaltare le carte in tavola la stessa motivazione che ha portato H-D a collaborare con Porsche sul finire degli anni '90 per sviluppare la prima moto del marchio con raffreddamento a liquido e motore ad alte prestazioni. In questo caso il popolo harleysta non era pronto e la VRod fu accettata in modo freddo, bench&egrave; con il passare degli anni l'azienda sia riuscita a ritagliare un piccolo angolino in secondo piano per questo progetto e continuare la produzione fino al 2017 con numerose versioni e tentativi di farla percepire come una vera Harley. Non possiamo parlare di flop su tutti i fronti, ma &egrave; definibile tale se consideriamo l'intenzione iniziale, ovvero quella di scollare dalla mente degli appassionati l'idea di una Harley-Davidson solo ed esclusivamente Big Twin e Sportster. A proposito di flop, comunque, &egrave; giusto citare anche le piccole "side quest" in cui Harley-Davidson si &egrave; cimentata ultimamente, come la Street Rod 750 pensata per il mercato asiatico e diffusa un po' in tutto il mondo come la world bike del marchio, ma risultata indigesta praticamente a tutti, e l'avventura elettrica chiamata LiveWire che &egrave; stata dirottata in corso d'opera verso un brand a parte, togliendo il logo H-D dal serbatoio proprio perch&egrave; il feedback ricevuto dagli utenti &egrave; quello di un prodotto meraviglioso, ma non in linea con la storia del marchio. Poi ci sarebbe l'epopea dell'Aermacchi-Harley degli anni 70, ma questo &egrave; un discorso completamente a parte, del quale vi parleremo presto.  Forse i tempi sono pi&ugrave; maturi Ora ci troviamo davanti una situazione simile alla faccenda VRod, con un enorme investimento economico alle spalle di un nuovo progetto bicilindrico raffreddato a liquido e con potenze elevate. Quello che fa sorridere di pi&ugrave; rispetto al passato, per&ograve;, &egrave; l'epoca in cui viviamo, che &egrave; senza dubbio pi&ugrave; pronta ad accettare certi cambi di rotta e capisce meglio le motivazioni dietro a certe scelte. L'utenza a due ruote &egrave; pi&ugrave; propensa ad accogliere il nuovo e il diverso sapendo che non significa rinnegare il passato. Il motociclista, in generale, &egrave; culturalmente pi&ugrave; evoluto ed elastico, &egrave; diventato pi&ugrave; globalizzato e aperto a nuove esperienze, il che potrebbe veramente decretare il successo del primo vero cambiamento riuscito nella storia della fabbrica di Milwaukee. Alla base deve esserci comunque una bont&agrave; del prodotto insindacabile, e pare che sia con Pan America che con Sportster S la qualit&agrave; sia a livelli molto alti. Comunque vada a finire, siamo sicuro che si tratti di una delle pi&ugrave; avvincenti storie di motociclismo degli ultimi tempi. Harley-Davidson Pan America: negli Stati Uniti &egrave; boom di vendite        

Prima Pan America, poi Sporster S. Cosa sta succedendo a Milwaukee? Sar&agrave; davvero una rivoluzione epocale o si rischia di ricadere nell'esperienza non proprio riuscitissima della VRod di 20 anni fa? I tempi sono cambiati, ma gli Harleysti sono pronti al cambiamento?

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Il Revolution Max è davvero una rivoluzione per Harley-Davidson?