Regina ha annunciato l&#39;arrivo dell&#39;applicazione 520 nella sua gamma Z-Ring High Performance Endurance (HPE), la prima catena al mondo senza manutenzione. A due anni dal lancio dell&#39;applicazione 525 per moto con modelli di grandi cubature, l&#39;azienda lombarda presenta un prodotto dedicato alle moto di media cilindrata.    Regina HPE 520: caratteristiche    Disponibile gi&agrave; dal prossimo novembre, tra le caratteristiche della nuova catena di Regina HPE 520 spicca il rivestimento Tetrahedral Amorphous Carbon (ta-C) sviluppato dai tecnici Regina e applicato sulle superfici delle bussole e dei rulli della catena, che garantisce resistenza, scorrevolezza e permette di eliminare la ri-lubrificazione periodica effettuata dal motociclista ogni 500 km. Una soluzione che aumenta efficienza, durata, e che minimizza l&#39;impatto ambientale.  CARA MOTO, QUANTO MI COSTI? LA SPESA SU MANUTENZIONE E RICAMBI (PARTE 1)  Infine, grazie agli importanti volumi produttivi raggiunti negli ultimi anni dalla catena HPE 525, Regina &egrave; riuscita a sviluppare economie di scala che hanno permesso all&#39;azienda di ridurre i costi di produzione di queste catene. &quot;Un vantaggio competitivo che - ha sottolineato Paolo Garbagnati, amministratore delegato di Regina - abbiamo voluto condividere con il mercato, rendendo l&#39;intera gamma HPE decisamente pi&ugrave; accessibile a tutti gli utenti e appassionati attraverso la riduzione dei prezzi di vendita, nonostante il difficile periodo caratterizzato dalla continua crescita dei costi energetici e di quelli delle materie prime&quot;.  Nel listino dell&#39;usato di InMoto, tante occasioni da non perdere a portata di click 

L&#39;azienda lombarda amplia la gamma HPE con la nuova applicazione 520, disponibile dal prossimo novembre

Regina, la catena senza manutenzione arriva sulle moto di media cilindrata

        Al Salone di Colonia non potevano mancare i brand tedeschi e Horex &egrave; il rappresentante di una nicchia molto particolare, fatta di moto fuori dal tempo e preziose come gioielli. Al loro stand &egrave; stata presentata la Regina Evo, una modern classic piccola nel motore ma grande nei contenuti e dalle caratteristiche "preziose".&nbsp; Carbonio e dettagli curatissimi Iniziamo dal nuovo motore, che Horex mostra con orgoglio e che apre un nuovo capitolo per l'azienda: si tratta di un monocilindrico da 600cc raffreddato a liquido ma con alette di raffreddamento caratteristiche che lo fanno sembrare un'unit&agrave; ad aria. Il motivo &egrave; semplicemente quello di riportare alla mente la Regina originale, degli anni '50, che ha scritto un capito importante nella storia dell'azienda.  Questo propulsore eroga 48 CV 7.500 g/min e una coppia massima di 54 Nm a 6.500 g/min, prestazioni necessarie per rientrare nell'utilizzo con patente A2, ma non cos&igrave; scarse grazie al peso contenutissimo di 130 kg. Perch&egrave; pesa cos&igrave; poco? Questa moto &egrave; un tripudio di carbonio, usato sia per il telaio che per il parafango posteriore e il faro anteriore. Il serbatoio &egrave; in alluminio e riprende forma e stile di quello della Regina d'epoca. Non ha codino, ma soltanto una sella monoposto finemente rifinita. C'&egrave; anche tecnologia, con un display touch da appena 3" annegato nel supporto faro.&nbsp; Le sospensioni si dividono in forcella upside-down per l'anteriore e monoammortizzatore per il posteriore, regolabile. Con una gommatura da vera classic (gomme da 18" su cerchi a raggi in alluminio) sembra pi&ugrave; un restomod che una vera e propria moto nuova, con un motore inedito e con particolari costruiti da zero. La piccolissima produzione - praticamente artigianale - permetter&agrave; di mantenere altissima la qualit&agrave; dei componenti e le lavorazioni meccaniche di particolari come carter motore, piastre di sterzo e pedane. Un gioiello a tutti gli effetti.&nbsp;   Honda Hornet 2023: il calabrone &egrave; tornato!       

La casa tedesca ha confezionato una modern classic tanto particolare quanto esclusiva. Si chiama Regina Evo, &egrave; fatta di materiali pregiati e pu&ograve; essere guidata con patente A2

Horex Regina Evo: passato prossimo

Al Salone di Colonia Intermot 2022 &egrave; stata presentata la Horex Regina Evo, un tripudio di carbonio e lavorazioni artigianali, spinta da un monocilindrico 600 da 48CV

Horex Regina Evo

        Dicono che una regina, in quanto tale, debba stare sempre al suo posto, composta e con un tono solenne. Dicono che non possa farsi vedere in ruoli troppo &ldquo;comuni&rdquo; o lanciarsi in qualche sfida &ldquo;pericolosa&rdquo;. Ma la verit&agrave; &egrave; che una regina pu&ograve; tutto. Pu&ograve; lanciarsi con il paracadute insieme a James Bond, parlare con l&rsquo;iconico orso inglese Paddington e mettersi in sella a una Royal Enfield. S&igrave;, una moto. Ed &egrave; quello che ha fatto Elisabetta, che dal 1952 fino ad oggi ha ricoperto egregiamente il ruolo di Regina d'Inghilterra. Con quel fascino immortale e un portamento impeccabile che da sempre l&rsquo;ha caratterizzata e che per sempre la caratterizzer&agrave;. Regina Elisabetta: era davvero su una Royal?  Il nome Royal della Casa motociclistica, associato ad una figura facente realmente parte di una famiglia reale, calzerebbe davvero a pennello in questo caso. C&rsquo;&egrave; per&ograve; da dire che quando la Regina Elisabetta sal&igrave; su questa moto, era ancora una Principessa nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale, l&rsquo;allora 19enne principessa si un&igrave; all&rsquo;Auxiliary Territorial Service nel febbraio 1945. L&igrave;, pur dormendo a casa e non in caserma con i suoi compagni di reclutamento, si addestr&ograve; come autista e meccanico, raggiunse il grado Junior Commander e parte del corso prevedeva che imparasse a guidare una moto militare proprio come quella che appare nella foto sopra, che negli anni ha generato un dibattito: si tratta di una BSA o di una Royal Enfield 250? PATENTE MOTO, ESAME ABOLITO E REVOCA DELLA LICENZA: COSA CAMBIA       

Immortalata su una moto all&rsquo;epoca della Seconda Guerra Mondiale, la sovrana vestiva ancora il ruolo da principessa ed aveva 19 anni

Regina Elisabetta: una Royal Enfield per la futura sovrana

        Da gennaio 2021 sar&agrave; disponibile sul mercato dei ricambi Z-Ring High Performance Endurance, la catena moto che non necessita di manutenzione. Realizzata dall'italiana Regina, la catena HPE consente di eliminare la ri-lubrificazione periodica da compiere ogni 1.000 chilometri. I test effettuati in laboratorio dimostrano inoltre come essa abbia una vita pari se non superiore a una catena tradizionale lubrificata regolarmente. RIVESTIMENTO E IMPATTO AMBIENTALE MINIMIZZATO  Il tutto &egrave; reso possibile grazie al rivestimento Tetrahedral Amorphus Carbon (ta-C) che viene applicato sulle superfici delle bussole e dei rulli della catena. Il ta-C, coniugando l'elevata durezza della superficie rivestita con un basso coefficiente di attrito, permette di ridurre la dissipazione di energia nella trasmissione secondaria e ne aumenta quindi l'efficienza. Inoltre, non serve impiegare corone e pignoni rivestiti. La non pulizia della catena e degli schizzi di lubrificante durante la marcia hanno anche un significato dal punto di vista dell'impatto ambientale, minimizzato. Il metallo che non pu&ograve; essere tagliato: svolta per le catene antifurto? "L'eliminazione della periodica ri-lubrificazione e la maggiore efficienza della trasmissione elevano la catena HPE ad un livello tecnologico estremamente avanzato rispetto alle tradizionali catene con guarnizione, impensabile fino ad oggi ed ineguagliato sul mercato", ha dichiarato Paolo Garbagnati, amministratore delegato di Regina. "Desideriamo ringraziare tutti coloro che ci hanno permesso di raggiungere questo importante traguardo, inclusi tutti gli appassionati motociclisti che, in modo riservato e professionale, hanno contribuito al progetto con molteplici ed estese prove su strada".       

Il dispositivo sfrutta l'avanzato rivestimento Tetrahedral Amorphus Carbon (ta-C) che viene applicato sulle superfici delle bussole e dei rulli, con una durata pari o superiore alle catene tradizionali

Regina Z-Ring HPE, la catena a cui non serve manutenzione

Il progetto &ldquo;EICMA per i Giovani&rdquo;, l'iniziativa lanciata da EICMA in occasione del centenario dell'Esposizione Mondiale del Motociclismo, si &egrave; concluso con l'assegnazione di 10 stage retribuiti presso le aziende aderenti a Confindustria Ancma (Associazione Italiana Ciclo Motociclo e Accessori).  Dall'incontro conclusivo, che ha visto protagonisti i ragazzi vincitori, &egrave; emerso che il 50% dei partecipanti al concorso &egrave; stato assunto a tempo indeterminato una volta concluso il tirocinio. Il progetto iniziato a marzo 2015 prende spunto dall'iniziativa che Confindustria promuove da anni "Confindustria per i giovani", &egrave; nato con lo scopo di offrire l'opportunit&agrave; a giovani neolaureati di affacciarsi al mondo del lavoro.  Il progetto, oltre a facilitare il passaggio dei giovani dal mondo accademico a quello del lavoro, vuole essere una risposta concreta all'esigenza di accrescere il capitale umano a disposizione delle aziende del settore, inserendo risorse che abbiano conosciuto realmente il lavoro quotidiano, i valori e le dinamiche organizzative del settore. Adler, Dainese, Ducati, Magneti Marelli, Motori Minarelli, MSA, Piaggio e Regina Catene, sono le 8 aziende che hanno aderito al progetto.  Il bando si era chiuso il 9 gennaio scorso e i candidati che avevano superato sia la prova scritta sia i colloqui motivazionali hanno successivamente partecipato a un percorso formativo di 5 mesi realizzato in collaborazione con la Luiss Business School che ha inoltre offerto ai ragazzi una costante attivit&agrave; di counselling individuale e di gruppo lungo tutto il percorso.  La realizzazione di "EICMA per i giovani" &egrave; stata possibile grazie al contributo delle aziende sponsor, Enel, Eni, Italcementi, Regione Lombardia e Terna, che fin da subito hanno creduto nel progetto e fornito piena collaborazione.  &nbsp;

L'iniziativa lanciata da EICMA in occasione del centenario dell'Esposizione Mondiale del Motociclismo si &egrave; conclusa con l'assegnazione di 10 stage gratuiti

EICMA per i giovani

Questa mattina, alle ore 11.00, sono stati presentati&nbsp;in anteprima mondiale il Ducati Team 2015 e la nuovissima Desmosedici GP15. Presso l'Auditorium Ducati a Borgo Panigale, tra l'entusiasmo generale, &egrave; finalmente "iniziata" la nuova avventura in MotoGP di Ducati.&nbsp;  All'evento, condotto dallo storico&nbsp;telecronista del Motomondiale Guido Meda, &egrave; stato presentato il Ducati Team e i suoi piloti ufficiali, i due italiani Andrea Dovizioso e Andrea Iannone. Il culmine della mattinata, poi, &egrave; stato quando la nuova Desmosedici GP15 ha fatto cadere i veli e si &egrave; mostrata per la prima volta al pubblico di tutto il mondo nella sua inedita&nbsp;livrea.  Il primo a salire sul palco e a commentare l'avvenimento&nbsp;&egrave; stato Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding: &ldquo;Lo spirito che ho visto in queste ultimi mesi in Ducati Corse mi ricorda lo stesso entusiasmo con cui era partito il progetto MotoGP nel 2003. La nuova GP15, davvero rivoluzionaria in molti concetti, rappresenta al meglio l&rsquo;orgoglio e la voglia di vincere dei ragazzi di Ducati Corse, ai quali vorrei trasmettere un sincero ringraziamento. Ho seguito personalmente con passione le fasi finali di avviamento al banco, i primi collaudi, le verifiche prestazionali del nuovo motore, l'assemblaggio della moto e il primo avviamento e ho trovato una carica emotiva e una dedizione veramente straordinari. Siamo solo all&rsquo;inizio, ma sono sicuro che i risultati premieranno presto i nostri sforzi. Ducati ha appena chiuso un ottimo 2014 in cui abbiamo fatto registrare un nuovo record di vendite, consegnando ai clienti 45.100 moto, il 2% in pi&ugrave; rispetto al 2013, confermando per il quinto anno consecutivo il nostro positivo trend di crescita. Le corse fanno parte del nostro DNA da sempre, tornare al giocare un ruolo da protagonisti significherebbe completare un quadro globale di crescita. Non possiamo che guardare con fiducia al 2015, ed &egrave; per questo che faccio un caloroso in bocca al lupo ai due Andrea e a tutta la squadra.&rdquo; Un 2015 che si prospetta ricco&nbsp;di importanti progetti&nbsp;e una nuova moto su cui sono riposte&nbsp;ambiziose&nbsp;speranze.  Luigi Dall'Igna, Direttore Generale di Ducati Corse, ha parlato&nbsp;appunto della Desmosedici che debutter&agrave; nei prossimi test invernali in Malesia, dal 23 al 26 Febbraio. Una moto completamente nuova che sfrutter&agrave; i progressi notevoli fatti sulla GP14.3 e mostrer&agrave; ulteriori passi avanti per quanto riguarda sospensioni, ciclistica e motore. La sfida &egrave; quella di vincere almeno una gara, stando davanti a due colossi come Honda e Yamaha.  Una stagione i cui principali protagonisti saranno i due piloti della squadra, che dovranno impegnarsi per dare tutto il possibile e portare sul podio&nbsp;la Desmosedici GP15.  Andrea Dovizioso si dichiara positivo per l'imminente inizio del Campionato: &ldquo;Fra qualche giorno andremo in Malesia per la seconda sessione di test invernali a Sepang e non vedo l&rsquo;ora di provare la nuova GP15. Sono molto contento dei miglioramenti che siamo riusciti ad ottenere durante la scorsa stagione e quindi, con questo nuovo progetto, non posso che essere ottimista per la stagione 2015. Credo che lo spirito e la voglia di vincere che vedo oggi in Ducati siano davvero importanti per tutti noi. Dai tifosi Ducati mi aspetto tanto supporto per questa stagione: abbiamo lavorato tanto e bene in questi anni e adesso &egrave; arrivato il momento di raccogliere i frutti.&rdquo; E il nuovo acquisto? Andrea Iannone, per la prima volta nel team ufficiale Ducati, &egrave; sembrato davvero agguerrito: &ldquo;Sono molto contento di far parte del Ducati Team, perch&eacute; &egrave; sempre stato il mio sogno entrare nella squadra ufficiale. Sento gi&agrave; di far parte di questa famiglia, e ho gi&agrave; stabilito un ottimo rapporto con il mio team di tecnici e meccanici che mi ha permesso di andare subito bene con la Desmosedici GP14.3 nei recenti test di Sepang. Adesso torniamo di nuovo in pista in Malesia per i penultimi test prima dell&rsquo;inizio della stagione, e salir&ograve; per la prima volta sulla GP15, sapendo che all&rsquo;inizio ci toccher&agrave; lavorare per rendere la moto competitiva. Comunque sono fiducioso e non vedo l&rsquo;ora di scendere in pista fra alcuni giorni.&rdquo; Potrete rivedere tutta la presentazione sul sito di TIMrace.  Giulia Cassinelli    &nbsp;

Dovizioso, Iannone e la nuova Desmosedici GP15: ecco finalmente i protagonisti Ducati della prossima stagione di corse

Svelati la Desmosedici GP15 e il nuovo Ducati  Team

Miss Monster Energy Speedway (video)

Come tutti sapranno siamo ormai alle porte della Dakar.  L'emozionante rally&nbsp;ideato dal pilota Thierry Sabine (che si era perso nel deserto durante un altro raid, la Abidjan-Nizza) ha inizio nel lontano 1979 e da allora non ha "quasi" mai smesso di tenere viva l'attenzione del pubblico&nbsp;di tutto il mondo. Prima si correva nei territori africani, oggi, a causa dell'instabilit&agrave; politico-sociale della zona,&nbsp;&nbsp;la cornice &egrave; cambiata:&nbsp;teatro delle "eroiche" gesta sono gli immensi spazi sudamericani&nbsp;. Il succo per&ograve; &egrave; sempre lo stesso: avventura, adrenalina e competizione.  Oltre ai piloti, alle incredibili e a volte terribili vicende accadute e ai suggestivi e remoti paesaggi esplorati, sono state le moto le grandi protagoniste. Mezzi potenti e performanti che dovevano e devono affrontare migliaia di chilometri in condizioni estreme e percorsi tremendamente impegnativi. Obbiettivo&nbsp;ultimo la vittoria, certo ma anche solamente arrivare era ed &egrave; ancora&nbsp;un arduo&nbsp;traguardo.  Alcune di queste moto hanno segnato profondamente&nbsp;la storia della Dakar&nbsp;e l'immaginario collettivo dando vita a versioni commerciali di&nbsp;grandissimo successo.  Ecco quelle che secondo noi hanno maggiormente colpito nel segno (1979-2002).  Yamaha XT 500: ebbe un successo straordinario durante le prime edizioni del rally in configurazione praticamente standard (a parte serbatoi maggiorati e portapacchi). Vinse moltissimo: anche &nbsp;Cyril Neveau la port&ograve; sul gradino pi&ugrave; alto del podio nel '79 e nel 1980.  BMW R 100 GS: l'arrivo della bicilindrica tedesca segn&ograve; la fine dell'egemonia della Casa dei tre diapason. Vinse nel 1983 con Auriol e nel 1984 e '85 con Gaston Rahier.  Honda NXR 750: il grandissimo successo della Africa Twin inizia con questa&nbsp;bicilindrica da competizione arriv&ograve;&nbsp;sui due gradini pi&ugrave; alti del podio (nel 1986) con Cyril Neveu e Gilles Lalay. Fu solo la prima di quattro vittorie consecutive per l'amatissima Honda.  Suzuki DR-Z 800: fu portata in gara anche dal fortissimo Rahier nella Paris-Dakar del 1988 ma non riusc&igrave; ad andare oltre la 9&deg; posizione assoluta. L'enorme monocilindrico giapponese ebbe per&ograve; un grande successo commerciale proprio per le sue incredibili prestazioni e "misure" (la DR Big venne prodotta fino al 1997 senza particolari modifiche).  Gilera RC 600: la Casa di Arcore con questa moto torna ad essere grande nelle competizioni.&nbsp;La versione ufficiale ottenne&nbsp;numerose vittorie di tappa e vinse nelle categorie Silhouette e Marathon. Dalla versione da 600 cm3 nascer&agrave; il prototipo RC 750 R.  Cagiva Elefant: motore derivato dalla Ducati 900SS, livrea Lucky Explorer e piloti italiani: Orioli e De Petri. Il 1990 &egrave; l'anno della svolta per la Casa italiana. La Elefant, avvantaggiata anche dall'assenza&nbsp;di&nbsp;Honda in forma ufficiale, riusc&igrave;&nbsp;a guadagnare gli allori africani.  Yamaha YZE 750-850 T: nel 1991 Yamaha decise di dare una svolta introducendo&nbsp;il bicilindrico con la&nbsp;sua Super T&eacute;ner&eacute; da competizione. Fu la scelta giusta: la YZE si rivel&ograve; regina della competizione guidata da&nbsp;St&eacute;phane Peterhansel nel '91 e per i due anni successivi.  BMW F 650&nbsp;RR: la monocilindrica tedesca, accreditata di 75 cavalli ed allestita assieme a Touratech, venne portata al successo da Richard Sainct per due edizioni consecutive: 1999 e 2000.  KTM 950: dopo l'entusiasmante debutto al Rally dei Faraoni nel 2001, la bicilindrica austriaca viene portata al trionfo dal fortissimo pilota italiano Fabrizio Meoni che ne cur&ograve; anche lo sviluppo. Lo sfortunato pilota fiorentino mor&igrave;&nbsp;pochi anni dopo, nel 2005, durante quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo raid per complicazioni dovute ad una terribile caduta.  Nella gallery potete ammirare queste&nbsp;moto e le loro evoluzioni&nbsp;in allestimento Dakar.  &nbsp;  Giulia Cassinelli    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Regine del deserto e del pubblico: hanno vinto, emozionato e fatto sognare

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