2,553 euro per un litro di benzina, servito. &Egrave; successo tra il 27 e il 28 luglio sull&rsquo;A4 Venezia-Trieste, con il distributore che ha stabilito il triste primato di essere il pi&ugrave; costoso d&rsquo;Italia. Il dato &egrave; stato diffuso da Assoutenti, che ha elaborato la statistica quotidiana del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).  Il problema non c&rsquo;&egrave; per&ograve; solo sul servito e sulle autostrade. Anche le pompe bianche in modalit&agrave; fai da te ormai viaggiano intorno a quota 1,9 euro/litro, e la tendenza sembrerebbe essere all&rsquo;aumento.  Dal 1&deg; agosto prezzi medi esposti  Marted&igrave; 1&deg; agosto entrer&agrave; in vigore la misura decisa nel marzo scorso dal Governo, e tanto osteggiata dalle associazioni di benzinai: l&rsquo;obbligo di esposizione di un cartello con i prezzi medi giornalieri dei carburanti, cos&igrave; come comunicati dal Mimit.  Il tentativo &egrave; di aiutarci a capire se ci stiamo recando presso una pompa di benzina allineata con il prezzo medio, pi&ugrave; cara o pi&ugrave; economica. E questo dovrebbe anche stimolare la concorrenza fra operatori, perch&eacute; chi esporr&agrave; un prezzo al dettaglio sensibilmente superiore al prezzo medio si sentir&agrave; penalizzato agli occhi della clientela.  Funzioner&agrave;? Probabilmente no. Perch&eacute; le cause degli aumenti non sembrerebbero risiedere nell&rsquo;esosit&agrave; dei benzinai. Sicuramente per&ograve; ci dar&agrave; un aiuto a orientarci.  Le cause degli aumenti  Assoutenti presentando la sua ricerca ha fatto notare che in due mesi il prezzo della benzina alla pompa &egrave; salito del 4,9%. E che il barile di Brent &egrave; a 84.75 euro. Vero. Il petrolio sta salendo perch&eacute; le scorte degli Stati Uniti sarebbero molto ridotte al momento, cosa che riscalder&agrave; la domanda. E perch&eacute; in Europa continuano a chiudere raffinerie. Per&ograve; le colpe non sono tutte qui.   L&#39;andamento del prezzo del Brent negli ultimi 10 anni  Andando a vedere il grafico dell&rsquo;andamento delle quotazioni del greggio negli ultimi 10 anni, &egrave; palese che siamo in una fase di quotazioni elevate, ma anche che gi&agrave; in passato abbiamo avuto questi valori, e siamo sopravvissuti senza i prezzi odierni; tranne un periodo nel quale si superarono i 2 euro/litro.  Del resto, il prezzo del petrolio conta per una frazione piccola per un prodotto che ha nel suo prezzo di commercializzazione il 57% di tasse (fonte Unem).  E allora? Allora ci saranno sicuramente altri motivi, che vanno dalla chiusura delle raffinerie in Italia (e in Europa) alla catena della distribuzione. Una scarsa efficienza che si riverbera sui costi.  Sul numero di maggio 2022 di In Moto ci eravamo occupati proprio dell&rsquo;argomento caro carburanti, intervistando un trader esperto, Salvatore Carollo. Lui aveva puntato il dito sulla chiusura delle raffinerie, che aveva dilapidato un grande patrimonio italiano.  &ldquo;Dagli anni Settanta la nostra capacit&agrave; di raffinazione si &egrave; ridotta del 60%&rdquo;, ci aveva detto, e aveva continuato: &ldquo;oggi siamo costretti ad andare a comprare i prodotti finiti nelle bancarelle del mercato petrolifero internazionale. Mercati spot, dove ovviamente non c&rsquo;&egrave; stabilit&agrave; dei prezzi, e non troviamo neanche le qualit&agrave; che vogliamo. I mercati spot sono i mercati fatti dalle raffinerie indipendenti del Mediterraneo e in giro per il mondo. Aziende che comprano petrolio, lo raffinano e poi lo immettono sul mercato dei prodotti finiti al prezzo del giorno. Si chiamano mercati spot perch&eacute; fanno il prezzo del momento, del luogo, di quell&rsquo;istante. Come al mercato rionale. Sono mercati che non hanno una continuit&agrave; nei rifornimenti e nella disponibilit&agrave;. Non danno sicurezza degli approvvigionamenti n&eacute; di trovare sempre il prezzo migliore&rdquo;.  Alla fine per&ograve; resta il solito sospetto che in tanti, guardando il calendario, abbiano scoperto che siamo nel periodo delle ferie, quando le vacanze fanno salire la domanda di benzina e gasolio: un&rsquo;ottima occasione per lucrare un po&rsquo; di pi&ugrave;. Non &egrave; bello, ma a pensar male...  Come sopravvivere agli aumenti?  Non sono ovviamente molte le opzioni possibili, e la speranza &egrave; che il Governo vari nuovi provvedimenti emergenziali. Nel frattempo una buona scelta &egrave; installare sul proprio smartphone un&rsquo;App che ci aiuti a individuare le pompe pi&ugrave; economiche nelle nostre vicinanze. E magari anche a pianificare i rifornimenti durante un viaggio.  In questo modo si risparmiano facilmente anche 10 o pi&ugrave; centesimi al litro. Vi sembra poco? Su 10 litri si parla di un euro. E se fate i conti di quanti litri mettete nell&rsquo;arco dell&rsquo;anno, viene fuori una cifra non disprezzabile sicuramente.  &nbsp; 

I prezzi dei carburanti sono volati di nuovo alle stelle, e a meno di 1,9 euro/litro &egrave; difficile trovare la benzina per la moto. Cosa c&#39;&egrave; dietro questi aumenti? E, soprattutto, come possiamo sopravvivere a questi rincari?

Caro benzina: le cause e come difendersi dall&#39;aumento dei prezzi

Non ci sono buone novit&agrave; sul fronte benzina. Se attualmente il prezzo dei carburanti aveva oscillato poco (tra alti - e pi&ugrave; o meno - bassi) nei prossimi tempi &egrave; destinato a risalire. La notizia arriva dalla conferma che l&#39;OPEC+ ha accettato i piani di taglio della produzione mondiale di petrolio guidati dalla Russia. Se si guardava con speranza e fiducia al futuro, questo&nbsp;punto di svolta fa presumere il peggio.  La decisione di OPEC+  L&#39;OPEC+ ha deciso di fare &egrave; tagliare la produzione mondiale di petrolio di 2 milioni di barili al giorno (bpd) per evitare un&nbsp;calo dei prezzi del greggio. Questa operazione segue un po&#39; quanto venne fatto un altro grande taglio della produzione globale nell&#39;estate del 2020, quando la produzione&nbsp;in piena pandemia fu tagliata di quasi 10 milioni di barili al giorno a causa del calo della domanda, e quindi per impedire&nbsp;- o quanto meno limitare -&nbsp;il crollo&nbsp;dei prezzi. Adesso per&ograve; la domanda &egrave; a livelli &quot;standard&quot; e una diminuzione delle scorte potrebbe portare a una crescita dei prezzi in zone (esempio in Europa) dove gi&agrave; il caro energia si sta facendo sentire con il calo di scorte di gas. .  L&#39;Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio ha alla guida, in primis, Arabia Saudita e Russia, ed &egrave; stata proprio quest&#39;ultima che ha portato a questa decisione non poi tanto improvvisa. Secondo il Financial Times (FT) i Paesi membri pi&ugrave; piccoli dell&#39;OPEC+, come la Nigeria, producono gi&agrave; al di sotto dei loro obiettivi prima che i tagli di 2 milioni di bpd (barrels per day) prendano piede. Questo vuol dire che le riduzioni dei livelli di offerta dovrebbero essere pi&ugrave; vicine a 1 milione di bpd.  Non &egrave; mancata l&#39;accusa da parte degli Stati Uniti, da cui arrivano parole forti sull&#39;ipotesi che l&#39;Organizzazione sia molto pi&ugrave; vicina e affine alla Russia. Gli States hanno tentato di imporre un tetto al prezzo del petrolio esportato dalla Russia, ma i Paesi dell&#39;OPEC+ hanno paura che questo possa iniziare a influenzare i prezzi del loro petrolio.  CARO CARBURANTI, PROROGATO ANCORA IL TAGLIO DELLE ACCISE 

Gli Stati Uniti hanno tentato di imporre un tetto al prezzo della miscela esportata dalla Russia, ma gli altri Paesi hann paura che possa influenzarne i costi

Carburanti: rischio prezzi in risalita con i tagli dell&#39;Opec+ al petrolio

        30.5 centesimi in meno sulla benzina. Il taglio dell&rsquo;accisa deciso dal Governo per far fronte all&rsquo;aumento folle dei prezzi dei carburanti si &egrave; sentito subito, facendoci dimenticare le tensioni degli ultimi giorni, quando i 2,2 euro al litro avevano creato fortissimi malumori. Baster&agrave; questa misura? E ora cosa suceder&agrave;? Perch&eacute; lo sconto sull&rsquo;accisa &egrave; insufficiente La prima ragione per dire che non baster&agrave; &egrave; che si tratta di una misura provvisoria: il 21 aprile scadr&agrave;, sparendo come nulla fosse e facendo crescere all&rsquo;improvviso i prezzi alla pompa. A meno che venga reiterata. Il secondo motivo, ancora pi&ugrave; serio, lo si evince leggendo qualche dato storico. Il 1&deg; gennaio 2022, neanche tre mesi fa, la benzina costava in media poco pi&ugrave; di 1,7 euro. Il 1&deg; gennaio 2021, poco pi&ugrave; di 1,4 euro. Il prezzo della benzina cresce ininterrottamente da maggio del 2020, quando tocc&ograve; quota 1,356 euro al litro. Non vi ricordavate un prezzo cos&igrave; basso, vero? Allora a far calare i prezzi ci si erano messi anche i lockdown, con il forte calo della richiesta. Ma oggi &egrave; palese che siamo di fronte a una spirale rialzista che va avanti da quasi due anni. Ad alimentarla c&rsquo;&egrave; sicuramente l&rsquo;aumento del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, ma anche le politiche energetiche messe in campo dal nostro Paese. Di certo non &egrave; colpa della guerra in Ucraina, e dobbiamo confrontarci con un trend rialzista che non sembra avere motivi di rallentamento. Come &ldquo;sterilizzare&rdquo; gli aumenti Intervenire sulla politica internazionale e sugli equilibri che influenzano il costo del barile di petrolio &egrave; impossibile per un singolo paese. Intervenire sulla strategia energetica italiana sarebbe auspicabile, ma richiederebbe comunque anni. Ecco che l&rsquo;unico intervento possibile sul breve e medio periodo &egrave; la tassazione del carburante, per &ldquo;sterilizzare&rdquo; gli aumenti. I fondi per coprire lo sconto ci sono! Da pi&ugrave; parti si citano le accise, che gravano sul prezzo della benzina per 0,728 euro al litro. Vero, ma si pu&ograve; andare oltre con l&rsquo;IVA. I rincari degli ultimi anni si sono tradotti in maggiori introiti miliardari per lo Stato. Basta leggere la recentissima ricerca di Consumerismo No Profit e di Alma Laboris Business School. Nei sei mesi ottobre 2021-marzo 2022 lo Stato ha incassato 1,7 miliardi di euro in pi&ugrave; dall&rsquo;IVA sui carburanti, rispetto allo stesso periodo dell&rsquo;anno prima. Un paese serio potrebbe restituire ai consumatori quel tesoretto incassato inaspettatamente grazie alle fluttuazioni del prezzo delle materie prime sui mercati internazionali. Ma si potrebbe ragionare anche sull&rsquo;accisa, che viene tenuta alta &ndash; come in altri paesi &ndash; come deterrente per un uso eccessivo dei carburanti da fonti fossili. C&rsquo;&egrave; un giusto equilibrio del prezzo della benzina (e del gasolio). Ogni buon economista sa che si creano problemi sia con un prezzo troppo basso che con un prezzo troppo alto. In Italia la maggior parte delle merci vengono ancora movimentate su gomma. Per non parlare delle spese di produzione, con agricoltura e pesca molto legate al prezzo del gasolio. Se ne parler&agrave; a breve? Forse si Ecco perch&eacute; ci aspettiamo un intervento strutturale dal Governo, che proprio in questi giorni presenter&agrave; il Def, il Documento di Economia e Finanza. Speriamo che al suo interno vengano inseriti gli strumenti necessari per prolungare (e magari aumentare) lo sconto sui carburanti.       

Un decreto urgente ha tagliato dal 22 marzo scorso la tassazione sui carburanti, restituendoci un prezzo alla pompa (quasi) accettabile. Per&ograve; si tratta di una misura temporanea, mentre gli aumenti non accennano a rallentare

Caro Benzina: servono nuovi interventi del Governo

        "E' incredibile che con le quotazioni del petrolio ai minimi storici e con un crollo record della domanda, alla quale non riesce a far fronte nemmeno il taglio della produzione deciso dall'Opec+, la benzina costi ancora 1,411 euro al litro ed il gasolio 1,306 euro. In questi mesi di grave emergenza, il prezzo dei carburanti &egrave; sceso troppo poco". A tuonare queste parole, in una nota, &egrave; Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, il quale denuncia lo strano caso del carburante nel territorio italiano. Il prezzo del petrolio, infatti, &egrave; sceso ancora pi&ugrave; vertiginosamente, senza per&ograve; provocare una differenza concreta e netta nei costi del carburante italiano. Per intenderci: secondo quanto rivela il Ministero per lo Sviluppo Economico, il prezzo medio della benzina su scala nazionale &egrave; diminuito di 1,1 centesimi, passando da 1,422 euro a 1,411 euro al litro. Per quanto riguarda il Diesel, la diminuzione &egrave; anche inferiore: 0,9 cent, ovvero da 1,315 euro a 1,306 euro al litro. Sostanzialmente, un calo lievissimo, che non combacia con i movimenti al ribasso che sta facendo registrare il greggio. Coronavirus, esposto Codacons: speculazioni sui prezzi carburante "Rispetto alla settimana scorsa, su un pieno di 50 litri di carburanti si risparmiano 55 cent per la benzina e 45,8 cent per il gasolio. E' certo un calo, che non corrisponde, per&ograve;, al crollo del prezzo del petrolio. Insomma, la solita doppia velocit&agrave;", ha aggiunto infine il presidente Dona. Pronti alla fase 2: le promozioni per tornare in moto       

La denuncia del presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona: in Italia, il prezzo del carburante scende troppo poco rispetto ai movimenti in ribasso del greggio causa emergenza Coronavirus

"Crolla il petrolio, non la benzina: incredibile"

C&rsquo;&egrave; chi lo ha definito il mistero del prezzo della benzina. Ed effettivamente, guardando le cifre, &egrave; difficile riuscire a capire il motivo per cui, dal 20 febbraio (ovvero la data del primo contagio di COVID-19 a Codogno), la quotazione di un barile sia crollata del 59,6% mentre il prezzo medio di un litro di verde in Italia sia sceso solo del 5,2% e quello di un litro di diesel del 5,8% (secondo i dati dell&#39;osservatorio del Mise). Proviamo a spiegare perch&eacute;.  Coronavirus, sciopero benzinai, Conte: &quot;Il Paese non se lo pu&ograve; permettere&quot;  Dinamiche internazionali e tasse  Dicevamo della differenza tra riduzione della materia prima e riduzione del prezzo alla pompa. Ed &egrave; proprio quest&rsquo;ultimo che interessa pi&ugrave; da vicino i motociclisti che per necessari motivi di lavoro devono uscire di casa e quindi fare benzina. Secondo le dinamiche del mercato internazionale del petrolio, quello che noi paghiamo oggi alla pompa, &egrave; il risultato di acquisiti di petrolio fatti diverso tempo fa con prezzi diversi ma soprattutto &egrave; anche la somma di varie forze in gioco, come il prezzo dei carburanti a livello internazionale e il margine lordo dell&rsquo;industria petrolifera.  ACEM: Saranno mesi difficili, concessionari in condizioni estreme  In pi&ugrave;, parte del motivo per questa forbice cos&igrave; ampia la possiamo ricercare nel fatto che il costo della materia prima influisce solo per il 21% del prezzo finale del carburante: un ruolo da protagonista &egrave; assegnato anche dalle tasse, ovvero accise (che nel corso dei decenni &egrave; variato molto) e Iva. Dati alla mano, basterebbe togliere l&rsquo;Iva dalle accise per ridurre il prezzo della benzina e del diesel, rispettivamente, di circa 0,16 euro e di circa 0,13. Ma anche tenendo conto di ci&ograve;, con i prezzi di oggi del petrolio, la variazione dovrebbe essere di meno 0,25 euro sul prezzo della benzina e di meno 0,16 euro su quello del gasolio. Perch&eacute; non &egrave; cos&igrave;?  Le compagnie petrolifere  Le compagnie petrolifere sono in difficolt&agrave;, anche con questi prezzi del petrolio. Si parla di minimi degli ultimi 17 anni: il coronavirus nel mondo ha fatto registrare un andamento sotto i 20 dollari al barile. Tra la paralisi dell&rsquo;economia mondiale e la guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita la situazione &egrave; piuttosto grave. Perci&ograve;, in un momento di crisi come questo, sia le compagnie petrolifere che i gestori si tengono i guadagni girandone solo una parte ai consumatori. Il COVID-19 ha colpito anche i pi&ugrave; grandi, questo &egrave; certo.  RC Auto, diminuiscono le polizze e calano i prezzi 

La quotazione di un barile &egrave; crollata del 59,6% mentre il prezzo medio di un litro di verde in Italia &egrave; sceso del 5,2%. Perch&eacute;? Tante le forze in gioco: compagnie petrolifere, dinamiche internazionali e Iva e accise

Coronavirus, il ballo dei prezzi: crolla il petrolio, non la benzina

        Si sa, l'epidemia del Coronavirus ha generato effetti anche sui costi del carburante. Il prezzo del petrolio infatti &egrave; crollato come non accadeva dal 2008, la data d'inizio della crisi economica globale: 28 dollari al barile. Tra le cause: la paura delle Borse mondiali per il Coronavirus, ma anche le tensioni diplomatiche tra i due giganti del settore Russia e Arabia Saudita e la sospensione dei collegamenti aerei tra gli Stati Uniti e l'Europa. Prezzi benzina e diesel in calo: ribassi in tutta Italia I PREZZI AGGIORNATI Tutto ci&ograve; ha naturalmente generato conseguenze sul prezzo di benzina e Diesel, sia in modalit&agrave; standard che self-service, come ha appurato uno studio effettuato sulla base dei dati che gli addetti ai lavori hanno comunicato all'Osservaprezzi carburante del MISE. In modalit&agrave; servizio standard, la benzina &egrave; scesa a 1,645 euro/litro, il Diesel a 1,534 euro/litro e il GPL che si attesta tra lo 0,604 e lo 0.623. Per quanto riguarda la modalit&agrave; fai da te, la benzina registra un prezzo medio di 1,495 euro/litro, mentre il gasolio scende a 1,382 euro/litro. UFFICIALE: la revisione slitta a ottobre 2020       

COVID-19 e tensioni fra Russia e Arabia Saudita: il petrolio scende a 28 dollari al barile, come nel 2008 all'inizio della crisi economica. E il costo del carburante raggiunge il record in ribasso

Coronavirus, petrolio ai minimi storici: cala il prezzo benzina

Benzina e gasolio in Italia sono i pi&ugrave; cari d&rsquo;Europa. A gonfiarne il costo alla pompa sono le imposte che pesano per i due terzi del prezzo finale al consumatore. Dal 2008 il costo del barile &egrave; sceso del 19%, ma le imposte sono aumentate del 46%. A rivelarlo &egrave; Confartigianato.  Il ribasso del prezzo del petrolio &ndash; che porta il costo del barile a 30,94 euro nei primi undici giorni di gennaio 2016 &ndash; riduce la bolletta petrolifera: negli ultimi dodici mesi il saldo del commercio estero di petrolio greggio e prodotti petroliferi raffinati scende a -17,1 miliardi di euro, pari al -1,0% del Pil; per ritrovare un peso della bolletta petrolifera inferiore bisogna tornare al 1999.  La fase ribassista del prezzo del petrolio riduce i costi di trasporto delle imprese, accompagnando la ripresa in corso: all&rsquo;11 gennaio 2016 il costo del gasolio per una impresa manifatturiera, al netto dell&rsquo;Iva, &egrave; di 1,022 euro/litro. La pressione del fisco attenua la ricaduta del ribasso del prezzo del petrolio sui prezzi dei carburanti: l&rsquo;Italia, infatti, si colloca al 14&deg; posto tra i 19 Paesi dell&rsquo;Eurozona per prezzo industriale del gasolio ma balza al 2&deg; posto del prezzo comprensivo di accisa, la pi&ugrave; alta dell&rsquo;Eurozona; infine il prezzo al consumo, comprensivo di Iva, in Italia &egrave; il pi&ugrave; alto dell&rsquo;Uem, dato che l&rsquo;Italia &egrave; al 2&deg; posto in Eurozona per prelievo dell&rsquo;Iva.  Un effetto negativo del calo del prezzo del petrolio &egrave; dato dalla debolezza della domanda dei Paesi produttori: mentre a novembre 2015 le vendite del made in Italy salgono del 6,4% rispetto a novembre 2014, l&rsquo;export cede del 10,5% nei Paesi OPEC &ndash; Algeria, Angola, Arabia Saudita, Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Qatar, Repubblica islamica dell&rsquo;Iran&nbsp; e Venezuela&nbsp; &ndash; e segna un calo del 6,8% in Russia; su base annua, nei tredici Paesi in esame equivale ad una riduzione dell&rsquo;export del 2,7 miliardi di euro.  &nbsp;

Benzina e gasolio in Italia sono i pi&ugrave; cari d&rsquo;Europa. A gonfiarne il costo alla pompa sono le imposte che pesano per i due terzi del prezzo finale

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