        Dalla Cina arriva una e-bike elettrica pensata per la citt&agrave; a un prezzo davvero concorrenziale. Si stratta della DYU T1, e per acquistarla servono 849 euro. Quali sono le sue caratteristiche principali? Oltre al prezzo low cost, &egrave; leggerissima, appena 22 kg, infatti &egrave; realizzata in magnesio. Le caratteristiche  DYU T1 &egrave; una e-bike pieghevole, che si adatta, quindi, alla mobilit&agrave; urbana, essendo pensata per chiudersi quando si sale su un mezzo pubblico o si prendono le scale della metro (l&rsquo;ingombro &egrave; di&nbsp;85 x 48 x 78 cm). &Egrave; sorretta dal telaio pressofuso, privo di saldature, e nonostante il peso molto contenuto riesce a sostenerne oltre 5 volte tanto: pi&ugrave; di 120 kg. Arriva dalla Cina, e non &egrave; un caso, dato che qui il mercato delle e-bike (e in generale della mobilit&agrave; sostenibile) &egrave; pi&ugrave; fiorente che mai. DYU T1 &egrave; dotata di una batteria estraibile che permette un&rsquo;autonomia fino a 55 km, il motore, nel mozzo posteriore, &egrave; da 250 W e si ricarica in 6 ore e c&rsquo;&egrave; anche un sensore di coppia nella pedaliera che regola appunto la pedalata assistita, per renderla pi&ugrave; fluida. Il quadro della bici elettrica si completa con il cambio&nbsp;Shimano a 7 velocit&agrave;, freni a disco ad azionamento meccanico, ruote da 20&rdquo; e sella ammortizzata. DYU T1 &egrave; acquistabile online sul sito dell&rsquo;azienda e arriva anche in Italia. MOTO E BICICLETTE, &Egrave; BOOM DELL'USO DELLE DUE RUOTE NELLE CITT&Agrave; ITALIANE       

Arriva dalla Cina, ha un prezzo di 849 euro e pesa appena 22 kg.: vediamo le sue caratteristiche

DYU T1, e-bike low cost e in magnesio per la mobilità urbana

        Ci siamo, manca relativamente poco per il Motodays 2024, che inizia proprio in concomitanza con la festa delle donne, l'8 marzo, con una giornata dedicata, e finir&agrave; il 10. Il programma sar&agrave; come sempre molto ricco, e fra i protagonisti dell'evento che ricordiamo si svolger&agrave; a Fiera di Roma, c'&egrave; il mototurismo (padiglioni 3-4-5-6). Presso Welcome Bikers, area speciale che punta l&rsquo;attenzione sul turismo a due ruote, ci saranno Turchia, Brasile, Cuba quali paesi ospiti, 50 espositori, il tour operator stranieri, il palco con i racconti di viaggio, i viaggiatori, e i moto club. Se per&ograve; qualcuno ha voglia di assaporare concretamente ci&ograve; di cui si sta parlando, ecco servito l'Etruria Discovering, un&rsquo;avventura che verr&agrave; fotografata km per km: operatore con tecnologie DJI riprender&agrave; l&rsquo;intero itinerario in sterrato ed asfalto secondario, che il giorno 10 marzo porter&agrave; gli iscritti dalla pedana di partenza a Motodays fino alle necropoli etrusche. Attenzione alla mobilit&agrave; sostenibile Come in ogni organizzazione, riflettori puntati anche sulla mobilit&agrave; sostenibile, con il Padiglione 3 che si occuper&agrave; di approfondire tematiche molto importanti quali l' urban mobility e la transizione ecologica, in collaborazione con la societ&agrave; spagnola Cooltra, tra i leader europei nelle attivit&agrave; di noleggio, presente a Roma, Milano e Torino. Inoltre, sar&agrave; anche possibile testare decine di e-bike di forti marchi presenti sul mercato, fra cui Specialized, Trek, Scott, Cube, Pinarello, Bianchi e Cannondale. Biglietti e orari I biglietti possono essere acquistati solo sul sito dedicato e i punti vendita Vivaticket, e ha un costo di 15 euro pi&ugrave; i diritti di prevendita. L'ingresso sar&agrave; gratuito per le donne l&rsquo;8 marzo previa registrazione obbligatoria, per i bambini fino a 120 cm di altezza e per disabili ed un solo accompagnatore. Di seguito, tutti gli orari:  Venerd&igrave; 8 Marzo - 9:00-19:00 (orario ultimo ingresso 18:00); Sabato 9 Marzo - 9:00-20:00 (orario ultimo ingresso 19:00); Domenica 10 Marzo - 9:00-19:00 (orario ultimo ingresso 18:00).  MOTODAYS 2024: L'EDIZIONE DI ROMA TORNA DALL'8 AL 10 MARZO       

L'evento ricordiamo che si svolger&agrave; dall'8 al 10 marzo presso Fiera di Roma

Motodays 2024: protagonisti mototurismo e mobilità sostenibile

        Mentre in Italia sempre pi&ugrave; regioni si uniscono per chiedere che la Vespa Piaggio del Novecento diventi patrimonio culturale italiano, a Pontedera tira una brutta aria. Negli stabilimenti &egrave; stata infatti appena aperta una procedura di mobilit&agrave; che riguarder&agrave; 110 lavoratori, tra i quali, come spiegato dalle Rsu di Usb, comprendono 80 operai e 30 impiegati. Soddisfazione e timori per i lavoratori Il documento afferma: "Siamo contenti per quei lavoratori che finalmente andranno in pensione dopo oltre 40 anni, ma anche allibiti da come si possa firmare l'ennesima procedura di mobilit&agrave; senza fare alcuna riflessione sul fatto che, ormai da pi&ugrave; di 10 anni, con queste procedure abbiamo una continua perdita di posti di lavoro nello stabilimento di Pontedera e nell'intero territorio della Valdera". Usb rivela quindi la sua paura riguardo al misero numero delle assunzioni programmate per il 2024, "derogando il Decreto Dignit&agrave;, la triade si genuflette alla dirigenza e firma per 40 assunzioni senza prevedere neanche il criterio di anzianit&agrave;. Siamo contenti per chi avr&agrave; il tanto sperato posto fisso, ma non lo siamo per la mercificazione che ogni anno viene fatta sui contratti a termine". Il documento si conclude cos&igrave;: "Per migliorare la situazione di noi lavoratori e lavoratrici dobbiamo riconoscere chi non fa i nostri interessi, chi &egrave; il nemico da combattere e lottare per avere reali miglioramenti, iniziando proprio dal pretendere di tornare a fare le assemblee, perch&eacute; il confronto &egrave; la cosa pi&ugrave; democratica gli operai Piaggio devono far capire a chi vuole tagliare la democrazia e la partecipazione che non sono disposti a vendere i propri diritti".&nbsp; PIAGGIO CELEBRA L'ANNO DEL DRAGO: VESPA 946 DRAGON E VARSITY JACKET       

Usb annuncia che nel provvedimento rientreranno 80 operai e 30 impiegati e in un documento spiega la propria posizione in merito

La Piaggio in mobilità: 110 lavoratori reintegrati con i pensionamenti ma...

        Novit&agrave; per Velocifero, azienda nel settore della mobilit&agrave; sostenibile che ha appena annunciato la nomina di&nbsp;Alessandro Gaffino Rossi&nbsp;come&nbsp;Direttore Commerciale Europe. In Velocifero (che di recente ha presentato Tennis-E) Gaffino Rossi avr&agrave; il compito di definire e supervisionare la rete di vendita in Italia e in Europa, concentrandosi sull'innovazione e sulla creazione di partnership strategiche.&nbsp; Chi &egrave; Alessandro Gaffino Rossi Nato a Torino nel 1968, Gaffino Rossi ha un&rsquo;esperienza trentennale nell&rsquo;ambito commerciale in ruoli di sempre maggiore responsabilit&agrave; presso aziende del settore come Piaggio, Askoll Eva e Vmoto.&nbsp;&ldquo;Sono entusiasta di&nbsp;assumere il ruolo di Direttore Commerciale Europe di Velocifero, un produttore che vanta una completa gamma di veicoli capaci di rispondere alle esigenze di una mobilit&agrave; urbana all&rsquo;avanguardia e smart&rdquo; ha detto&nbsp;Alessandro Gaffino Rossi. &ldquo;Un marchio pronto a debuttare sulle strade italiane e del resto d&rsquo;Europa&rdquo;. Alle sue parole si sono aggiunte quelle di Alessandro Tartarini, fondatore di Velocifero: &ldquo;Con l&rsquo;ingresso in azienda di un professionista di grande valore come Alessandro Gaffino Rossi potenziamo la nostra crescita e la nostra presenza sul mercato europeo. La sua esperienza e competenza saranno fondamentali nella definizione e nello sviluppo di una strategia commerciale volta ad affermare il nostro brand in tutta Europa&rdquo;. LE E-BIKE SOSTITUIRANNO LE AMBULANZE? L'IDEA &Egrave; GI&Agrave; REALT&Agrave;       

Novit&agrave; per l&rsquo;azienda nel settore della mobilit&agrave; sostenibile, il classe '68 porta un&rsquo;esperienza trentennale nell&rsquo;ambito commerciale

Velocifero, Alessandro Gaffino Rossi è il nuovo Direttore Commerciale

        Si chiama Focus2R, ed &egrave; un rapporto che ogni anno fotografa la situazione della mobilit&agrave; su due ruote, bici e moto, nei comuni italiani. Si parla allora di sicurezza, di parcheggi, di accesso alle ZTL o alle corsie dei mezzi pubblici. Promosso da Confindustria Ancma e Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia, quest&rsquo;anno il Focus2R &egrave; giunto all&rsquo;8a edizione, fotografando - di nuovo! - una situazione in chiaroscuro per moto e scooter. A cominciare dalla scarsa attenzione delle amministrazioni comunali per la nostra sicurezza. Ma andiamo con ordine. Leggi anche: Un robot motociclista ci salver&agrave; Uno studio completo, ma Roma dov&rsquo;&egrave;? L&rsquo;indagine rappresenta la pi&ugrave; completa e aggiornata panoramica delle politiche attuate dalle amministrazioni cittadine dedicate a ciclisti urbani e motociclisti. &Egrave; stata realizzata inviando un questionario nel 2022 a 106 Comuni capoluogo di provincia. Hanno risposto 99 amministrazioni, un po&rsquo; meglio delle 94 dello scorso anno, ma colpisce molto negativamente che fra le citt&agrave; che non hanno inviato dati, al fianco di Catania, Cosenza e Matera, ci sia un peso massimo come Roma. Una scelta questa del silenzio, che &egrave; un peccato due volte. Perch&eacute; Roma &egrave; la capitale d&rsquo;Italia e perch&eacute; &egrave; la citt&agrave; dove c&rsquo;&egrave; il maggior numero di mezzi a due ruote. L&rsquo;apertura dello studio &egrave; ottimistica: &ldquo;non si arresta la crescita degli spostamenti privati sulle due ruote a pedale e a motore in Italia, in particolare quelli con i motocicli, che passano dal 2,6% del 2019 al 4,1% del 2022&rdquo;, anno di riferimento del rapporto odierno. Una tendenza partita negli anni del Covid, quando la mobilit&agrave; privata ha conosciuto un forte impulso, per la paura di contrarre il virus nell&rsquo;ambiente promiscuo dei mezzi pubblici. Da allora le vendite di mezzi a due ruote crescono, come fotografiamo ogni mese commentando i dati di mercato; probabilmente perch&eacute; moto e scooter sono l&rsquo;unico mezzo di trasporto possibile per evitare le lunghe code che affliggono tutte le citt&agrave;. Ciononostante, dobbiamo con molta delusione rimarcare ancora una volta come la nostra sicurezza non sia una priorit&agrave; per la maggior parte delle amministrazioni comunali; anche se c&rsquo;&egrave; un leggero miglioramento. Nei due principali strumenti di pianificazione della mobilit&agrave; urbana (PUM e PGTU) non &egrave; considerata ancora una priorit&agrave; dal 42% dei comuni (nel 2021 erano il 49%), a cui si aggiunge un 21% che la indica come priorit&agrave; bassa (era il 18%). Il miglioramento &egrave; nel fatto che il 10% dei comuni la indicano come priorit&agrave; molto alta, e se vi sembra poco, considerate che l&rsquo;anno prima erano l&rsquo;8%. Piano piano il concetto fa breccia. Ma piano eh.  Leggi anche: Honda Africa Twin Adventure Sports 2024: i voti del #Sottoesame Moto e scooter nelle nostre citt&agrave; Nel 2022 hanno circolato in media nei capoluoghi italiani oggetto della rilevazione 14,42 motociclette ogni 100 abitanti; erano 13,53 nel 2021 e 13,38 nel 2015. Per densit&agrave; di moto e scooter spiccano le province liguri di Imperia e Savona, con circa 30 motocicli ogni 100 abitanti, seguono con pi&ugrave; di 20 Pesaro, Rimini, Trieste, Agrigento e La Spezia. Le corsie dei mezzi pubblici restano ancora precluse ai nostri veicoli nell&rsquo;88,2% delle citt&agrave;, con gli esempi virtuosi di Taranto, Imperia e Torino che le lasciano aperte. Ma sono diversi i nuovi divieti, visto che nel 2020 erano 8 le citt&agrave; che lasciavano aperte le corsie dei bus. Oggi restano parzialmente aperte alcune corsie di Bergamo, Como, Genova, Milano e Reggio Calabria. In compenso cresce la percentuale dei comuni che lasciano le ZTL libere alle moto: oggi al 55%, nel 2021 era il 54, nel 2015 il 41%. Aumentano un po&rsquo; anche i parcheggi dedicati: nel 2022 10 comuni hanno deliberato la realizzazione di nuovi stalli. Firenze si conferma la citt&agrave; con la maggiore disponibilit&agrave; pro capite (96 posti ogni 1.000 abitanti) seguita da Imperia e Savona. Ma ben 34 citt&agrave; non raggiungono ancora 5 stalli ogni 1.000 abitanti, e solo in quattro casi il valore &egrave; superiore a 40. Va segnalato che a questa domanda sui parcheggi hanno risposto il 59,4% delle 99 amministrazioni che hanno partecipato al sondaggio. Era una domanda scomoda? Per quanto riguarda la mobilit&agrave; condivisa, come anticipato, lo sviluppo &egrave; ancora in ritardo rispetto alla crescita di quello dedicato alle biciclette, anche se nel 2022 lo sharing di moto/scooter elettrici &egrave; stato disponibile in 13 comuni, 5 in pi&ugrave; rispetto al 2020 e 10 in pi&ugrave; rispetto al 2015. A questo si aggiunge che nel corso dell&rsquo;anno 17 comuni hanno deliberato o previsto nuovi bandi per la condivisione dei veicoli, sia per rinnovare servizi esistenti che per individuare nuovi operatori. 76 citt&agrave; hanno almeno una zona 30 km/h, 18 hanno almeno un limite a 20 km/h, e altre 8 hanno introdotto limiti di 15 km/h o inferiori. Spesso in citt&agrave; si &egrave; costretti a rischiare la multa per parcheggiareQuanti punti di ricarica per gli elettrici? Il 70% dei comuni ha almeno un punto di ricarica. La crescita &egrave; sensibile: eravamo al 65% solo l&rsquo;anno prima, e al 42% nel 2015. Per&ograve; ci sono 12 comuni che ne hanno 5 o addirittura meno; e sono solo 20 i comuni che ne hanno oltre 30.I record? Firenze &egrave; da sempre una citt&agrave; molto aperta all&rsquo;elettrico, e guida la classifica con 410 colonnine. Al secondo posto Milano, con 302, quindi Novara (273), Catania (150), Genova (110). In tutta Italia nel 2022 sono stati censiti 2975 punti di ricarica. Gli ostacoli all&rsquo;acquisto A margine del Focus2R, &egrave; stata presentata una ricerca della societ&agrave; di consulenza Kantar che ha evidenziato, su un campione di 1500 questionari e 36 colloqui in profondit&agrave;, le pi&ugrave; importanti barriere all&rsquo;acquisto dello scooter. Ecco la classifica. Al primo posto troviamo le strade dissestate, quindi i costi assicurativi, l&rsquo;utilizzo limitato in caso di pioggia, il rischio furti, il costo d&rsquo;acquisto elevato, l&rsquo;impatto negativo sull&rsquo;ambiente, la paura di essere investiti, l&rsquo;utilizzo limitato in base alle stagioni, i costi di esercizio e la capacit&agrave; di carico limitata. Per gli scooter elettrici la classifica vede al primo posto l&rsquo;autonomia limitata della batteria, quindi il costo d&rsquo;acquisto elevato, la difficolt&agrave; nel ricaricare il mezzo, il rischio di furto, la scarsit&agrave; di colonnine di ricarica. Le strade dissestate sono solo al 7&deg; posto in questo caso.       

L&rsquo;8a edizione del rapporto racconta una crescita costante di utilizzo del mezzo a due ruote in citt&agrave;, alla quale non segue un altrettanto rapido aumento dell&rsquo;attenzione delle amministrazioni per le esigenze di motociclisti e scooteristi

Il Focus2R fotografa città poco attente a moto e scooter

        Swappable Battery Motorcycle Consortium &egrave; il consorzio nato nel 2021 su iniziativa dei costruttori Honda, KTM, Piaggio e Yamaha e con l&rsquo;obiettivo principale di promuovere la diffusione delle due ruote elettriche. Come? Tramite la standardizzazione delle batterie intercambiabili e dei sistemi di scambio, per esempio. A questo gruppo di azienda, si &egrave; appena aggiunta Confindustria Ancma (Associazione Ciclo Motociclo Accessori). Un gruppo di circa 40 realt&agrave; Ancma fa il suo ingresso come associate member per supportare le finalit&agrave; del consorzio a livello italiano con la propria attivit&agrave; di advocacy e di relazione con le istituzioni. Un gruppo ormai ben nutrito quello di Swappable Battery Motorcycle Consortium, che ormai conta circa 40 realt&agrave; industriali, tra costruttori di motocicli, produttori di batterie e componenti. L&rsquo;ingresso di Ancma proprio in questo momento storico non &egrave; un caso: l&rsquo;Italia, infatti, sta vivendo un periodo di grande sviluppo della mobilit&agrave; elettrica, soprattutto in ambito urbano, e l&rsquo;obiettivo &egrave; favorire ulteriormente questa crescita, supportata naturalmente da basi adeguate. Parlando di numeri, nel 2022 le immatricolazioni di motocicli elettrici hanno fatto registrare un +59% sull&rsquo;anno precedente: protagonisti ciclomotori e scooter, grazie ai quali l&rsquo;elettrico oggi rappresenta pi&ugrave; dell&rsquo;8% dell&rsquo;intero mercato a due ruote. IN ITALIA &Egrave; ANCORA BICI MANIA: 1,7 MILIONI DI UNIT&Agrave; VENDUTE NEL 2022        

L&rsquo;Associazione fa il suo ingresso nel consorzio nato nel 2021 con l&rsquo;obiettivo principale di promuovere la diffusione delle due ruote elettriche

Ancma entra nello Swappable Battery Motorcycle Consortium

A riunire i parlamentari amici della moto ha pensato la senatrice Erika Stefani, ex ministro, nota per la sua passione motociclistica, che la porta a girare con una Suzuki GSX-R 750. Dunque anche in questa Legislatura abbiamo un drappello di politici di riferimento per i temi attinenti all&rsquo;uso del mezzo a due ruote. Diversi e trasversali gli obiettivi del neonato gruppo. Di sicuro i senatori motociclisti faranno proposte legislative, ma si far&agrave; anche un lavoro d&rsquo;immagine sulle due ruote, e di sensibilizzazione sugli altri parlamentari.  Una scaletta di temi concreti  L&rsquo;atmosfera in sala durante la presentazione &egrave; allegra. Sembra quasi una classe di scuola, potere della comune passione per la moto. Ma gli argomenti messi sul tavolo sono concreti. Il senatore Massimo Garavaglia, che &egrave; presidente della Commissione Finanze, parla di assicurazioni, dicendo che i tempi sono maturi per introdurre le polizze a chilometro, che farebbero risparmiare chi ha percorrenze ridotte. Ed &egrave; ancora Garavaglia ad auspicare che ogni comune si doti di un&rsquo;area dove si possano autonomamente fare esercitazioni di guida per l&rsquo;esame della patente A.  Il viceministro dei trasporti, Edoardo Rixi, resuscita la vecchia idea di proporre corsi di sicurezza stradale per il recupero dei punti patente, mentre Giovanni Berrino, ligure, ricorda che sulle autostrade della sua regione si stanno facendo molti lavori di manutenzione, ma i guard rail scelti non sono mai del tipo salvamotociclisti. La senatrice Stefania Pucciarelli tocca il tema della propriet&agrave; intellettuale delle aziende italiane, i cui prodotti vengono spesso contraffatti. Infine Domenica Spinelli, che per dieci anni &egrave; stata sindaco di Coriano, la citt&agrave; di Marco Simoncelli, sostiene che si deve dare un aiuto ai comuni per intervenire sugli asfalti.  Tutti argomenti di primaria importanza, quelli messi sul tavolo dal neonato Intergruppo. A cominciare dalla sicurezza stradale, tema citato un po&rsquo; da tutti i senatori che hanno preso la parola. Su questo anzi, va segnalato l&rsquo;intervento di Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, la ragazza morta con la sua moto sull&rsquo;asfalto sconnesso dalle radici degli alberi della via Ostiense a Roma, nel 2018. La Viviano, che non ha alcun incarico politico e si presenta come semplice cittadina, ha riportato l&rsquo;attenzione sui numeri dell&rsquo;incidentalit&agrave; e della mortalit&agrave; stradale, lanciando un appello affinch&eacute; il mondo politico faccia qualcosa per salvare i tanti, troppi ragazzi che perdono la vita sulla strada. Come darle torto?  Ora si tratta di tradurre in pratica le belle parole pronunciate oggi. E per questo non possiamo che attendere e augurare buon lavoro ai senatori. In attesa di rivederci pi&ugrave; in l&agrave; per un primo bilancio.   La senatrice Erika Stefani con il presidente FMI, Giovanni Copioli  Che motociclisti sono questi politici?  &Egrave; tutto? No. Chi scrive ha alzato la mano e fatto notare ai senatori che nessuno di loro si era esposto raccontando che moto possedesse. Voleva essere una domanda spiritosa, ma ci hanno preso sul serio e risposto tutti!  Iniziamo dal senatore Garavaglia? La moto in suo possesso &egrave; un regalo di fidanzamento ricevuto a suo tempo dalla moglie. &ldquo;Oggi frena in maniera improbabile &ndash; ha detto lui ridendo &ndash; ma &egrave; una gran moto&rdquo;. &Egrave; una BMW R65. Gianmarco Centinaio ha una Harley Davidson, Erika Stefani una Suzuki GSX-R 750. Stefania Pucciarelli ha diverse moto Ducati, compresa una Panigale.  L&rsquo;incontro si &egrave; chiuso cos&igrave;, con i senatori che si sono presentati citando la moto posseduta. E non &egrave; mancata qualche battuta fra colleghi, sul fatto che qualcuno considerasse lo scooter al pari di una moto. Roba da motociclisti, appunto.  L&rsquo;organico del gruppo  Costituito su iniziativa della senatrice Erika Stefani, l&rsquo;Intergruppo Parlamentare per la Mobilit&agrave; Motociclistica &egrave; (per ora) formato dai seguenti parlamentari: Roberto Bagnasco, Gianni Berrino, Gianmarco Centinaio, Massimo Garavaglia, Dario Giagoni, Giandonato La Salandra, Guido Quintino Liris, Ciro Maschio, Stefania Pucciarelli, Domenica Spinelli, Erika Stefani, Giusy Versace. 

L&#39;Intergruppo Parlamentare per la Mobilit&agrave; Motociclistica &egrave; un gruppo di parlamentari che condividono la passione per la moto (o lo scooter) e sono attenti alle tematiche legate all&rsquo;uso del mezzo a due ruote

Quei senatori con la passione per la moto

        Crescono gli spostamenti privati su due ruote a pedale e a motore, confermando una tendenza nata subito dopo la prima ondata della Pandemia. Moto e scooter sono sempre pi&ugrave; un&rsquo;alternativa all&rsquo;automobile e ai mezzi pubblici per chi ogni giorno deve muoversi per andare al lavoro. Ciononostante, le amministrazioni comunali continuano a mostrare un&rsquo;attenzione nulla per la nostra sicurezza, non si preoccupano di predisporre un numero sufficiente di parcheggi e non ci consentono quasi mai l&rsquo;accesso alle corsie degli autobus. In sintesi &egrave; questo che emerge dal 7&deg; rapporto dell&rsquo;Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con Legambiente, ed elaborata dalla societ&agrave; di consulenza Ambiente Italia. L&rsquo;indagine, frutto di un questionario inviato nel corso del 2021 a 106 Comuni capoluogo, ha raccolto 94 risposte da parte delle amministrazioni locali; e per altri 9 comuni sono stati utilizzati i dati del 2020. Meriteremmo attenzione Con una media di 13,53 motocicli ogni 100 abitanti (erano 12,5 nel 2017 e 13,17 nel 2020), cresce nelle citt&agrave; italiane l&rsquo;utilizzo di ciclomotori, moto e scooter. Meriteremmo dunque maggiore attenzione, visto che a fine 2021 il parco circolante di moto e scooter era pari a 7.152.760 pezzi (fonte ACI). Siamo anche votanti, perbacco! Invece rimane pressoch&eacute; uguale al 2020 il numero di comuni che hanno adottato sulle loro strade una soluzione tanto semplice quanto efficace, come i guardrail salvamotociclisti. Solo il 27% delle amministrazioni comunali dichiara di averne montati (erano il 28,5% nel 2020); e un altro 26% di volerli ampliare o utilizzare in futuro (erano 25% nel 2020). A Siena e Cremona, le due citt&agrave; pi&ugrave; attente, ne sono stati installati oltre 3 km; a Taranto e Grosseto 2 km. Gli altri, grandi citt&agrave; comprese, seguono. Quasi non stupisce allora che, a fronte di specifica domanda, il miglioramento della sicurezza delle due ruote a motore nei due principali strumenti di pianificazione della mobilit&agrave; urbana (PUM e PGTU) non sia considerata una priorit&agrave; dal 49% dei comuni. Ai quali se ne aggiunge un altro 18% che la indica come priorit&agrave; bassa. Dati che, tra l&rsquo;altro, sono pure in lieve peggioramento rispetto al 2020. Solo il 27% delle amministrazioni dichiara di aver montato i guardrail salvamotociclisti. Nel 2020 erano il 28% Il tempo passa, nulla cambia Ecco, polemicamente diciamo che, piuttosto che scrivere un altro articolo, avremmo potuto rimandarvi a quello dello scorso anno. Perch&eacute; il tempo &egrave; passato senza che nessuno abbia fatto qualcosa. Nulla &egrave; cambiato. Anzi, no: forse &egrave; cambiato in peggio. Ma pi&ugrave; che ubriacarvi di parole, vi rimandiamo a qualche schermata che riassume i dati principali.           L'indagine dello scorso anno Mobilit&agrave;: le citt&agrave; italiane poco interessate a moto e scooter       

Un titolo provocatorio il nostro, per rimarcare il dato pi&ugrave; disturbante del Focus2R, la ricerca prodotta da Confindustria Ancma e Legambiente, che per il 7&deg; anno consecutivo fotografa il rapporto delle citt&agrave; italiane con la mobilit&agrave; a due ruote. Il tempo passa e nulla cambia

Mobilità urbana: la sicurezza di chi usa le due ruote non è importante...

        Il mondo sta cambiando. La rivoluzione &ldquo;green&rdquo; &egrave; in atto (la chiamo &ldquo;green&rdquo; e non elettrica perch&eacute; gli scenari sulle forme di energie del futuro sono molteplici). Il mondo della mobilit&agrave; &egrave; destinando a mutare profondamente. In tutto ci&ograve;, che ne sar&agrave; della motocicletta? Ossia quel veicolo che per curvare abbandona la verticale, caratterizzato (quasi sempre) da due ruote allineate e dotato di un propulsore a combustione interna collocato nel mezzo? Mi spiego... se guardiamo alla tecnologia &ldquo;elettrica&rdquo; possiamo facilmente notare come i motori abbiano forma e dimensione radicalmente diversi rispetto a quelli tradizionali a scoppio. Cos&igrave; come i pacchi batteria (altro elemento fondamentale di un veicolo ad elettroni) hanno ingombri e caratteristiche che non trovano riscontro nei classici serbatoi di carburante. Rimangono le ruote, una sella, un manubrio, una coppia di sospensioni. Che per ora, nelle poche proposte apparse sul mercato, sono collocate esattamente dove il motociclista si aspetta di trovarle. Come sar&agrave; la motocicletta del futuro? Stacchiamoci per un attimo dalla realt&agrave; e dal nostro 2022 e proviamo a proiettarci in un futuro che ancora non c&rsquo;&egrave;, come fossimo in un film di fantascienza. Come sar&agrave;, da un punto di vista tecnico, la motocicletta che guideranno i nostri pronipoti? Che tipo di infrastrutture troveranno gli ingegneri di quel futuro e quali soluzioni inventeranno per permettere a un individuo di muoversi su un veicolo basculante? In riferimento all&rsquo;evoluzione tecnologica &egrave; facile supporre che le batterie, destinate ad essere pi&ugrave; piccole e gestibili, potranno assumere forme diverse ed essere quindi collocate in modo pi&ugrave; creativo.  I motori elettrici potranno essere sistemati nei mozzi (non solo nelle proposte cittadine...). La sella e il manubrio, anche grazie al supporto dell&rsquo;evoluzione &ldquo;stabilizzante&rdquo; dell&rsquo;elettronica, potranno non essere l&igrave; dove ci si aspetta di trovarli... Nel passato abbiamo avuto motociclette (non troppo fortunate da un punto di vista commerciale) che hanno stravolto certi assiomi. La forcella a due steli, per esempio, non &egrave; un dogma assoluto. Ricordate la Bimota Tesi o le Yamaha GTS e Niken? Per non parlare del mondo scooter con l&rsquo;indimenticabile (nel bene e nel male...) BMW C1, il Piaggio MP3 o il Quadro a quattro ruote. Design da Moto-Manga? Ecco dove tutto &egrave; (forse) cominciato  Il cambiamento come opportunit&agrave; Certo, lo sforzo per liberarsi dalle catene della realt&agrave; e proiettarsi nel mondo della fantasia &egrave; notevole. Ci prov&ograve; nel 1988 il regista giapponese Katsuhiro Otomo con il suo film Akira, un piccolo capolavoro manga, nel quale bande di motociclisti si aggirano in una Tokyo resuscitata dalla Terza Guerra Mondiale. Le moto di quel futuro hanno forme strane, sistemi di propulsione indefinibili, tecnologie all&rsquo;avanguardia. Quello che accadr&agrave; nei prossimi 10, 20 anni (in vista della fatidica data del 2035) &egrave; uno stravolgimento di un paradigma in essere dal Secondo Dopoguerra.  L&rsquo;occasione &ndash; enorme, unica &ndash; per gli ingegneri di tutto il mondo, di inventare qualcosa di nuovo, di proporre agli appassionati (che beninteso non siamo noi, ma i nostri figli, o i figli dei nostri figli... semmai rimarr&agrave; in loro la passione per la motocicletta) modi diversi di spostarsi su due (forse tre? quattro?) ruote che piegano. Gli esperimenti, se cos&igrave; possiamo chiamarli, sono gi&agrave; iniziati nel settore della mobilit&agrave; urbana dove si vedono arrivare proposte anche ardite. Il mondo delle motociclette &egrave; comprensibilmente ancora alla finestra. Ma sono convinto che se potessimo entrare nei reparti R&amp;D delle principali aziende mondiali, sotto qualche telo, in un angolo lontano da occhi indiscreti, gi&agrave; oggi potremmo rimanere stupiti... Il cambiamento non va visto come un dramma; &egrave; una opportunit&agrave;. Per le aziende, per gli appassionati. Top5: moto moderne di cui ci siamo dimenticati velocemente       

Il manga Akira disegna un futuro post-atomico in cui bande di motociclisti sfrecciano per Tokyo in sella a mezzi indefinibili. Il momento storico che stiamo vivendo porter&agrave; a un cambio di paradigma anche nel settore moto. E le nostre certezze sono destinate a crollare

Editoriale del Direttore: Akira e la moto del futuro

        In pochi anni, il gruppo italiano FIVE (Fabbrica Italiana Veicoli Elettrici) ha conquistato la mobilit&agrave; elettrica ed ecologica con i marchi Italwin e Wayel. L&rsquo;obiettivo &egrave; sempre stato quello di rilocalizzare la produzione di biciclette e ciclomotori elettrici dalla Cina all&rsquo;Italia, seguendo i principi della logica ZEB (Zero Energy Building). In virt&ugrave; di questi scopi, FIVE ha deciso di unirsi al Consorzio SBMC come produttore di batterie, per espandere la produzione di batterie non solo per i propri marchi ma anche per collaborazioni OEM di motocicli. Accelerare la diffusione dei veicoli elettrici &ldquo;Siamo molto orgogliosi &ndash; dice Fabio Giatti, CEO di FIVE &ndash; di far parte del Consorzio SBMC. In 4 anni abbiamo prodotto pi&ugrave; di 15.000 batterie per le nostre bici elettriche. Abbiamo deciso di espandere la nostra attivit&agrave; come produttori di batterie per motocicli elettrici&rdquo;. Il Consorzio SBMC, infatti, &egrave; stato avviato dai leader mondiali dell&rsquo;industria motociclistica e dei ciclomotori (che al momento conta AVL, Ciklo, FIVE, Forsee Power, Hioki, Honda, Hyba, JAMA, Kawasaki, KTM, KYMCO, Niu, Piaggio, Polaris, Roki, Samsung, Sinbon, Sumitomo Electric, Suzuki, Swobbee, Vitesco, VeNetWork, Yamaha) per accelerare la diffusione dei veicoli elettrici. Tra gli obiettivi finali c&rsquo;&egrave; il promuovere la standardizzazione a livello industriale delle batterie intercambiabili e dei sistemi di scambio batterie, oltre alle infrastrutture per l&rsquo;uso comune di tali sistemi, garantendo che i motocicli e i ciclomotori possano continuare a giocare un ruolo chiave nella mobilit&agrave; futura. &ldquo;Creare uno standard per le batterie, condiviso dalla maggior parte dei marchi di motocicli, &egrave; l&rsquo;unico modo per far s&igrave; che i clienti si fidino di pi&ugrave; dei motocicli elettrici &ndash; continua Fabio Giatti &ndash; ottenendo una maggiore sicurezza e garanzia di durata dei veicoli&rdquo;. YAMAHA TRITOWN, TRE RUOTE ELETTRICO CHE SI GUIDA IN PIEDI PRESTO SU STRADA       

Il gruppo italiano di mobilit&agrave; elettrica fa il suo ingresso nel SBMC, per promuovere il battery swap

FIVE entra nel consorzio batterie intercambiabili motocicli

I dati di vendita riferiti al mese di aprile diffusi da Confindustria ANCMA (l&rsquo;Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) raccontano di un mercato delle due ruote in leggera flessione rispetto ai primi mesi dell&rsquo;anno. Arretrano le immatricolazioni delle motociclette, ma soprattutto quelle di scooter e ciclomotori fanno segnare numeri negativi a doppia cifra. Veniamo da una serie di mesi con il segno &ldquo;+&rdquo;, un trend destinato a cambiare. Usciti da un tunnel stretto e buio, quello della pandemia, siamo ripiombati in un&rsquo;altra oscurit&agrave;, quella della guerra. Che ha ripercussioni non solo militari, ma anche geopolitiche, che condizionano indirettamente la vita di ciascuno di noi. L&rsquo;incertezza sul futuro, l&rsquo;aumento del costo delle materie prime, la necessit&agrave; di cambiare strategie economiche sui mercati globali hanno una ricaduta sui nostri conti correnti. E le nostre voglie (una moto, lo scooter nuovo, una vacanza...) passano un po&rsquo; in secondo piano. Non tanto per la bolletta del gas che pesa qualche decina (centinaia?) di euro in pi&ugrave;, quanto per una sorta di pessimismo generale che ci fa guardare al futuro (a breve e medio termine) con sfiducia. E che ci fa chiudere a riccio in attesa di tempi migliori.    Arrivano gli incentivi per il 2022, 2023 e 2024  Il comparto automotive va supportato. Lo sanno bene i nostri politici che stanno cercando di uscire da una situazione davvero complessa: da un lato il PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) post Covid, che ha tra i suoi pilastri la transizione ecologica, dall&rsquo;altro un riassetto globale sulle forniture, una economia che rallenta e risorse da trovare e investire per cercare di ovviare al problema. Una buona (piccola) notizia arriva dal &ldquo;palazzo&rdquo;: gli incentivi sono in arrivo. Il governo ha stanziato 15 milioni di euro per il 2022, il 2023 e 2024 se si acquistano ciclomotori elettrici e ibridi. Per i veicoli a due ruote tradizionali (con propulsore a combustione) sono stati previsti 10 milioni per quest&rsquo;anno e 10 complessivi per il 2023 e 2024. Un segnale positivo per un settore &ndash; quello dell&rsquo;automotive nella sua interezza &ndash; che non vive un momento particolarmente florido.  Materie prime, un problema anche nostro!  In questo contesto, anche InMoto combatte la sua personale battaglia per mantenere la rotta impostata nonostante l&rsquo;aumento dei costi delle materie prime. Come avrete notato, il prezzo di copertina aumenta di 50 centesimi arrivando a 4,50 euro. Abbiamo riflettuto a lungo prima di prendere questa decisione, inevitabile alla luce dello spropositato aumento delle quotazioni di energia e carta, due fattori imprescindibili nel processo di produzione e distribuzione del vostro e nostro giornale. Questo piccolo sforzo aggiuntivo che vi stiamo chiedendo, garantisce alla testata di avere conti in equilibrio e di conseguenza di rimanere libera e in grado di garantire un&rsquo;informazione di qualit&agrave;. Quella che da 36 anni cerchiamo di darvi con prove strumentali, comparative, approfondimenti fatti con passione e competenza. Una linea editoriale che non verr&agrave; mai meno.   

Il&nbsp;mondo a due ruote soffre. L&rsquo;incertezza per il futuro frena le nostre aspirazioni motociclistiche. Il settore dell&rsquo;automotive rallenta e il governo corre ai ripari. Baster&agrave; per superare la crisi che stiamo vivendo?

Editoriale del Direttore: incentivi, un piccolo aiuto

Due ruote e sostenibilit&agrave; fanno rima con e-bike, un mercato in evoluzione e sempre pi&ugrave; una scelta ponderata per chi vive in citt&agrave; oltre che un ponte con le origini della motocicletta.&nbsp;Il fenomeno delle bici a pedalata assistita &egrave; in pieno sviluppo grazie a condizioni favorevoli: interesse dell&rsquo;utenza, decisioni delle amministrazioni e un&rsquo;industria che ha evoluto le prime pedelec fino a prodotti studiati per i vari impieghi. Viaggiare a 25 orari su tratte facilitate facendo anche movimento sta divenendo un&rsquo;alternativa al traffico nelle nostre citt&agrave;. Ma come stanno affrontando questa sfida i marchi motociclistici? Andiamo a scoprire come alcuni protagonisti di questo settore abbiano scelto di proporre a listino delle bici a pedalata assistita e lo facciamo proprio scorrendo alcuni dei modelli pi&ugrave; rappresentativi e descrivendoveli in estrema sintesi. Pronti? Partiamo!  &nbsp;  MBM: gli specialisti per tutti    Era inizialmente nata per produrre motociclette ma negli anni MBM si &egrave; specializzata nella produzione di bici di ogni tipologia e oggi l&#39;azienda di Cesena ha oltre 60 prodotti a catalogo per ogni esigenza. Come la Rue che a prima vista sembra una bici tradizionale e invece &egrave; una e-bike: il motore Etrotek nel mozzo &egrave; praticamente invisibile cos&igrave; come i cavi e la batteria da 252 Wh integrata nel tubo diagonale. Chi predilige posizioni pi&ugrave; sportive pu&ograve; optare per la Sonar, una e-Gravel in lega d&rsquo;alluminio con forcella in fibra di carbonio adatta a tutti i terreni. La FUnk &egrave; invece la compatta di MBM con ruote da 20&rdquo; e manubrio pieghevole, motore Oli da 50 Nm e batteria da 360 Wh, forcella ammortizzata Suntour. Viene proposta a 2.199 euro.  &nbsp;  Vent Frontier, la gravel che rompe i tab&ugrave;&nbsp;    Quella che fu HM oggi si chiama Vent. L&#39;azienda di Introbio ha affiancato alla produzione di divertenti motard ed enduro quella di performanti e-bike. La filosofia &egrave; la stessa: prestazioni ed una costruzione di alto livello che nel caso delle e-bike &egrave; salita ancora ulteriormente con l&#39;adozione di materiali pregiati e tecniche raffinate. Anche le idee sono davvero originali. Prendiamo ad esempio la pi&ugrave; recente novit&agrave; di Vent. Si chiama&nbsp;Frontier&nbsp;e rompe in un colpo solo due tab&ugrave; del mondo gravel: non solo &egrave; elettrica ma &egrave; anche biammortizzata. Il motore FSA HM 1.0 da 42 Nm &egrave; nel mozzo e la batteria da 250 Wh nel tubo diagonale. Si tratta di una misura di compromesso tra pesi e autonomia per consentire di pedalare tranquillamente anche a motore spento. In ogni caso &egrave; disponibile anche un &ldquo;range extender&rdquo; a forma di borraccia per allungare le escursioni quando serve. Il prezzo indicativo &egrave; quello di un prodotto di alta gamma: 8.000 euro.  &nbsp;  Fantic: da usare tutti i giorni    Tra i primi a credere nelle opportunit&agrave; offerte dalle mountain bike e dalle city bike a pedalata assistita c&rsquo;&egrave; Fantic che da anni offre prodotti dal buon rapporto qualit&agrave; prezzo. Questa volta prendiamo ad esempio la Seven Days Living, una bici da trekking particolarmente versatile e con una batteria da ben 625 Wh.&nbsp;Come ci suggerisce il suo nome, &egrave; una e-bike da usare tutti i giorni. Ha motore Brose da 70 Nm, forcella RockShox Recon con 100 mm e gruppo SRAM SX Eagle. Il prezzo di listino &egrave; di 3.590 euro.  &nbsp;  Triumph vs Ducati    Come dicevamo sono gi&agrave; tanti i marchi motociclistici che si stanno impegnando anche nel fronte delle e-bike. Alcuni lo fanno gi&agrave; da tempo come KTM e Husqvarna che gi&agrave; proponevano mountain bike prima dell&#39;avvento della pedalata assistita, altri lo fanno adattando alla propria immagine ed esigenze prodotti gi&agrave; esistenti. Altri ancora hanno sviluppato assieme a fornitori di alto livello una propria linea. Prendiamo ad esempio due prodotti analoghi proposti da Triumph e da Ducati, ovvero la Trekker GT e la Scrambler. Per entrambe motore Shimano Steps (E6100 per l&#39;inglese ed E7000 per l&#39;italiana), batteria da 504 Wh e forcella ammortizzata della Rockshox con escursione pi&ugrave; cittadina per la Triumph (65 mm) e di 120 mm per la Ducati che monta gruppo SRAM NX contro Shimano Deore dell&#39;inglese. Prezzo di 3.250 euro per quest&#39;ultima e di 3.699 euro per la Scrambler che &egrave; realizzata dall&#39;italiana Thok.    &nbsp;  &nbsp;  Harley-Davidson: si riparte da Serial 1    Concludiamo con un progetto pi&ugrave; audace e molto curato nel design, quello di Harley-Davidson. Per realizzare le proprie e-bike ha creato addirittura un&#39;azienda e un marchio nuovi: &egrave; nata cos&igrave; la Serial 1 che ci riporta alle origini del marchio e agli anni pionieristici del motociclismo. In questa prima fase vengono proposte due e-bike differenti: la city bike Rush e la pi&ugrave; grintosa e trasversale Mosh. Per entrambe motore Brose da 90 Nm, batteria da 529 Wh e la scelta originale - ma perfettamente in linea con le origini del marchio - della trasmissione finale a cinghia. La Mosh viene proposta in due differenti versioni, la City a 4.050 euro e la pi&ugrave; evocativa Tribute da 6.400 euro. 

Il mercato &egrave; sempre pi&ugrave; ampio e qualificato, il pubblico sempre pi&ugrave; attento. Le bici a pedalata assistita sono un fenomeno che coinvolge aziende importanti. Diamo un&#39;occhiata per orientarci meglio nella scelta

Ritorno ai pedali: guida all&#39;acquisto delle e-bike

Le cilindrate pi&ugrave; diffuse nelle citt&agrave; di tutto il mondo sono quelle tra i 125 e i 350 centimetri cubici e non &egrave; un caso. Rappresentano il miglior compromesso tra costi di gestione contenuti, dimensioni e prestazioni alla portata delle varie esigenze ed esperienze, agilit&agrave; e praticit&agrave; con una discreta possibilit&agrave; di carico. Si tratta di un segmento molto variegato e affollato di proposte e proprio per questo pu&ograve; non essere semplicissimo scegliere al volo lo scooter che fa al caso nostro. Inoltre dalla ottavo di litro alla 350 ci sono importanti differenze prestazionali da tenere in considerazione, perci&ograve; cerchiamo di fare subito un po&rsquo; di chiarezza. La 125 &egrave; una cilindrata da sempre viatico per chi vuole &ldquo;fare sul serio&rdquo; con le due ruote e se parliamo di scooter unisce il vantaggio di essere guidabile a 16 anni con patente A1 (oltre che con patente B), a prestazioni che consentono di muoversi bene non solo in mezzo al traffico ma anche quanto c&rsquo;&egrave; necessit&agrave; di allungare un po&rsquo;. A differenza di un tempo, oggi i motori 125 sono praticamente tutti a 4 tempi ad iniezione con indubbi vantaggi in termini di emissioni e di rumorosit&agrave; ma anche di manutenzione e consumi.    Quanto alle prestazioni, le potenze sono da codice inferiori agli 11 kW, generalmente tra gli 8 e i 10. Ma le Case propongono quasi sempre lo stesso scooter anche con una cilindrata superiore, tipicamente 150 perch&eacute; questa &egrave; la prima cubatura utile per accedere a tratte autostradali e tangenziali. &Egrave; un limite che esiste praticamente solo in Italia e che per ora &egrave; stato rimosso solo per la propulsione elettrica. Per avere una differenza pi&ugrave; apprezzabile in termini di coppia e potenza bisogna salire ancora un pochettino. Ad esempio la cilindrata di 200 (anche se spesso quella effettiva &egrave; di 175 cc) &egrave; pi&ugrave; adatta se percorriamo tangenziali o salite impegnative o ospitiamo un passeggero. Va detto anche che &egrave; pensata per sfondare su mercati asiatici pi&ugrave; che nostrani. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che le Case progettano in termini globali soprattutto in un segmento come questo.    Una cubatura storicamente pi&ugrave; &ldquo;europea&rdquo; &egrave; quella di 250 che per&ograve; &egrave; ormai scomparsa dai radar: per rispondere alle restrizioni sulle emissioni senza rinunciare (anzi) alla prestazione che era obiettivo di questa cilindrata, i costruttori hanno introdotto la 300. Superata questa soglia iniziano a scomparire gli scooter compatti e agili ed iniziano ad esserci strutture pi&ugrave; importanti. Di 350cc, in realt&agrave;, ce ne sono sempre meno proprio perch&eacute; molte Case sono salite direttamente a 400. Ma c&rsquo;&egrave; chi, come Honda o Kymco ad esempio, lo ritiene ancora un buon equilibrio tra esigenze urbane ed extra urbane. Ma non &egrave; solo la cilindrata a determinare il posizionamento di uno scooter medio, perch&eacute; ci sono vari filoni. Per ogni categoria abbiamo scelto alcuni modelli tra i pi&ugrave; rappresentativi, in modo da fornirvi gli elementi utili per la scelta. Ma non perdiamo tempo e andiamo a scoprirli assieme.  &nbsp;  Ruota alta: tutti all&#39;inseguimento di SH!    Il diametro delle ruote &egrave; il primo criterio distintivo. I ruota alta, ovvero con il 16&rdquo; all&rsquo;anteriore e spesso anche al posteriore, sono i preferiti nelle grandi citt&agrave; per la loro agilit&agrave; e per la capacit&agrave; di superare con pi&ugrave; disinvoltura sampietrini e&hellip; buche.  Tra questi il pi&ugrave; venduto e famoso &egrave; Honda SH che in alcune zone come la capitale &egrave; un vero e proprio status. Proposto in versione 125, 150 e 350 occupa il podio nelle classifiche di vendita e quindi ha definito uno standard che prevede pedana piatta, sella comoda, posizione raccolta e linea stretta e pulita. Ve lo abbiamo raccontato in questo video. Le valide alternative non mancano come i Kymco Agility e People proposti in versione 50, 125, 200 e 300 senza dimenticare i Piaggio Liberty (50, 125, 150) e Medley (125 e 150). Si tratta di scooter con ruote da 16&rdquo; all&rsquo;anteriore e 14&rdquo; al posteriore, meccaniche robuste e dotazioni di prim&rsquo;ordine.  Honda SH    Bestseller: Honda SH continua ad essere lo scooter pi&ugrave; venduto in Italia nelle cilindrate 150, 125 e 300. Merito di una ricetta vincente che coniuga agilit&agrave;, praticit&agrave; e prestazioni. Prezzi a partire da 3.790 euro.  Kymco Agility    Compromesso vincente: ruota alta e linea sportiva hanno reso Agility uno degli scooter pi&ugrave; apprezzati nelle nostre citt&agrave;. Merito di un connubio tra comfort, praticit&agrave; e costi d&rsquo;esercizio. A partire da 2.340 euro.  Piaggio Medley    Elegante e pratico, il Medley &egrave; la giusta via di mezzo tra il Liberty pi&ugrave; stretto e votato all&rsquo;agilit&agrave; e il pi&ugrave; protettivo Beverly votato al comfort. Disponibile anche in versione pi&ugrave; sportiva S sia 125 sia 150 a partire da 3.590 euro.  A chi li consigliamo?  Sono perfetti per chi si muove molto in citt&agrave; e ha bisogno innanzitutto di agilit&agrave; e praticit&agrave;. Hanno posizioni di guida comode e buoni vani sottosella. Lo scudo in genere offre una buona protezione, indispensabile quando si usa lo scooter anche in inverno.  &nbsp;  Ruota bassa e spirito sportivo    Se il ruota alta con linee pulite appare la scelta pi&ugrave; scontata per chi scatta tra un appuntamento e l&rsquo;altro, magari indossando un blazer sotto alla giacca tecnica, c&rsquo;&egrave; anche chi cerca maggiore sportivit&agrave; nel look e nella guida. Ecco che scooter con ruote da 15&rdquo; e 14&rdquo; e design pi&ugrave; aggressivi, come lo Yamaha XMax (125 e 300) continuano ad ottenere un buon successo. La proposta di Iwata non ha la pedana piatta in favore di una ciclistica pi&ugrave; sportiva; ha una sella ampia e comoda per due e un ampio sottosella oltre che una strumentazione completa. Sullo stesso filone troviamo il Sym Cruisym 300, di indole pi&ugrave; comoda.  Yamaha XMax    Comodit&agrave; sportiva: lo Yamaha XMax ha un carattere motociclistico con linee aggressive e una buona dinamica ma offre anche una dotazione al top e una sella ampia e comoda. Prezzi da 5.199 euro. Lo abbiamo provato tempo fa anche nell&#39;allestimento &quot;Roma Edition&quot;.  A chi li consigliamo?  Gli scooter dall&#39;anima pi&ugrave; sportiva, tipicamente con ruote del diametro di 14&quot; o 15&quot;, si rivolgono ad una clientela dai gusti giovanili che ricerca anche il piacere di guida. Rispetto ai ruota alta sono in genere pi&ugrave; divertenti da guidare grazie anche a diverse soluzioni ciclistiche. Hanno spesso dimensioni pi&ugrave; abbondanti e questo consente ampie selle e vani.  &nbsp;  L&#39;alternativa Crossover    Le novit&agrave; del segmento, per&ograve;, sono scooter che mescolano un po&rsquo; le carte unendo agilit&agrave; e compattezza con una sportivit&agrave; trasversale. Il pi&ugrave; evidente rappresentante di questa tendenza &egrave; il nuovissimo Aprilia SR GT proposto nelle cilindrate 125 e 200 che strizza l&rsquo;occhio al mondo Adventure con pneumatici pi&ugrave; scolpiti e una maggiore altezza da terra. Ve lo abbiamo raccontato in questo video e gli abbiamo dato i voti in questo #SottoEsame. Rinuncia a un po&rsquo; di praticit&agrave; ma mantiene un buon vano sottosella e offre un pacchetto di alto livello. Ha il manubrio nudo, come le moto e come un&rsquo;altra nuova proposta, il Malaguti Mission che condivide un approccio sportivo dedicato ai pi&ugrave; giovani ma ha un&rsquo;impostazione pi&ugrave; stradale con ruote da 13&rdquo;.  Aprilia SR GT    Crossover: la nuova proposta di Aprilia scombina le carte con meccanica performante, dotazione di alto livello, buone doti di guida e discreto spazio a bordo. Prezzo a partire da 3.990 euro.  Malaguti Mission    Il rilancio dello storico marchio da parte del Gruppo KSR passa per le linee affilate di questa nuova proposta che richiama le moto pi&ugrave; sportive. Prezzi a partire da 3.490 euro.  A chi li consigliamo?  Le loro linee pi&ugrave; aggressive, i colori pi&ugrave; accesi, i dettagli alla moda li fanno gli scooter d&#39;elezione per la clientela pi&ugrave; giovane e anche per chi non si rassegna al passare degli anni, perch&eacute; no? Hanno soluzioni alternative che possono conquistare, ma spesso rinunciano ad un po&#39; di praticit&agrave; in nome di un approccio pi&ugrave; sportivo. Vanno bene, dunque, a chi ricerca anche il piacere della guida ed ama le proposte alternative all&#39;omologazione dei gusti urbani.  &nbsp;  L&#39;alternativa classica: Vespa &amp; friends    Non ha invece bisogno di presentazioni la Vespa, sempre attualissima nonostante le 75 (&egrave; il caso di dire) primavere. Oggi la troviamo in cilindrate che vanno dal 50 alla potente 300, tutte ovviamente quattro tempi, e tante versioni molto diverse tra loro. Sprint &egrave; la pi&ugrave; sportiva, poi ci sono Primavera, GTS e Sei Giorni declinate in ulteriori allestimenti.  Vespa Sprint  Intramontabile: la Vespa si aggiorna e rimane sempre il riferimento stilistico per gli scooter &ldquo;classici&rdquo; anche nella versione Sprint. Ci vogliono 4.990 euro per la 125.  A chi li consigliamo?  Vespa e altri modelli con linee morbide che si rifanno alla tradizione degli scooter anni Cinquanta come il Sym Fiddle, il Kymco Like o il Peugeot Django, il Motrom Ideo e non per ultima la nuova Lambretta (proposta 50, 125 e 200) sono dedicati a chi desidera uno stile ben preciso. Il passare degli anni non ha scalfito n&eacute; il fascino n&eacute; la praticit&agrave; di questo tipo di strutture a ruote basse. Offrono meno protezione e spazio rispetto ai ruota alta, ma hanno un&#39;agilit&agrave; impareggiabile. 

Rappresentano la grossa fetta del mercato, perch&eacute; &egrave; tra queste cilindrate che le aziende giocano la partita decisiva, in citt&agrave; e non solo. Conosciamoli meglio

Il compromesso vincente: guida alla scelta degli scooter tra 125 e 350 cc

Il passaggio di uno scooter silenzioso non &egrave; pi&ugrave; seguito con curiosit&agrave; o visto come una stravaganza, ma &egrave; sempre pi&ugrave; comune, segno che nelle nostre citt&agrave; la tanto chiacchierata transizione elettrica &egrave; gi&agrave; partita. La crescita di consapevolezza e delle esigenze di mobilit&agrave; individuale e, ultimo ma non ultimo, gli incentivi statali stanno spingendo molti a fare &ldquo;il salto&rdquo;. D&rsquo;altra parte &egrave; proprio nella mobilit&agrave; urbana che la propulsione ad elettroni offre il meglio di s&eacute;: maggiore pulizia, minore manutenzione, la libert&agrave; di poter accedere a zone interdette al traffico a combustione, costi di gestione pi&ugrave; contenuti e la consapevolezza di non emettere CO2 durante l&rsquo;utilizzo. Da nicchia di pochi produttori semi sconosciuti, &egrave; oggi il segmento pi&ugrave; in fermento e l&rsquo;offerta soddisfa tutte le esigenze e gusti come vi abbiamo gi&agrave; anticipato anche in questa guida alla scelta. Ma come orientarsi nella scelta di uno scooter elettrico? Ci sono almeno sei elementi da considerare per scegliere ci&ograve; che fa al caso nostro, vediamoli uno per uno.  &nbsp;  1. Batteria amovibile o fissa    Una prima distinzione si pu&ograve; fare tra gli scooter che hanno la batteria amovibile o fissa. Nel primo caso avremo la comodit&agrave; di ricaricarla in casa o in ufficio, ma di solito avremo minore autonomia o pi&ugrave; spesso due pacchi batteria. Assieme bisogna considerare se il caricatore &egrave; a bordo e amovibile oppure no. La prima opzione &egrave; fondamentale se si ha necessit&agrave; di caricare quando siamo in giro, ma al contrario &egrave; un peso superfluo se l&rsquo;autonomia ci basta e, possiamo dire, che nella maggior parte dei casi &egrave; cos&igrave;.  &nbsp;  2. Capacit&agrave; della batteria e autonomia  L&rsquo;elemento nodale &egrave; ci&ograve; che chiamiamo impropriamente capacit&agrave; della batteria. Su tutte le batterie troviamo i milli-ampere-ora (mAh) che indicano effettivamente la capacit&agrave; della batteria, i Volt (V) che indicano il voltaggio e dipendono dalla chimica e i Wattora (Wh) ovvero l&rsquo;energia della batteria. Quest&rsquo;ultimo &egrave; il modo pi&ugrave; comodo per &ldquo;pesare&rdquo; e paragonare le batterie perch&eacute; il Watt come sappiamo indica la potenza ed &egrave; il prodotto di Volt per Ampere. Il Wattora &egrave; quindi una potenza per l&rsquo;unit&agrave; di tempo e contiene anche le altre due misure, ci consente cos&igrave; di confrontare pi&ugrave; facilmente tra loro le batterie. Attenzione per&ograve; perch&eacute; l&rsquo;autonomia non dipende solo dai Wh della batteria ma dall&rsquo;efficienza di tutto il sistema: come per gli endotermici c&rsquo;&egrave; chi consuma di pi&ugrave; e chi consuma di meno. Per gli scooter le batterie vanno da un minimo di 1 kWh fino a circa 9 kWh e le autonomie dichiarate vanno dai 50 ai 120 km a seconda dei modelli. Occhio, infine, a non confondere i kWh con i kW che invece indicano la potenza del motore.  &nbsp;  3. Le possibilit&agrave; di ricarica rapida    I tempi di ricarica ci terrorizzano e siamo portati a desiderare sempre chi offre maggior rapidit&agrave;, ma non &egrave; detto sia necessaria. La scooter ideale &egrave; quello che possiamo usare senza preoccuparci della ricarica in base alle distanze che copriamo abitualmente. Gli scooter pi&ugrave; grandi e votati anche ad un uso diciamo pi&ugrave; turistico sono spesso dotati di caricatore rapido e presa di Tipo 2 e questo consente di rifornirsi alla maggior parte delle colonnine. Altrimenti bisogna dotarsi di caricatore rapido e pu&ograve; essere un optional molto costoso. In entrambi i casi incide sul peso, richiede prestazioni maggiori e aumenta la sofisticazione, perci&ograve; deve valere la pena.  &nbsp;  4. Il peso  Un elemento da considerare &egrave; il peso perch&eacute; uno scooter pi&ugrave; pesante a parit&agrave; di prestazioni sar&agrave; meno efficiente e come sappiamo i materiali leggeri sono anche quelli pi&ugrave; costosi. Il bello dell&rsquo;elettrico &egrave; che il peso non aumenta in parallelo alle prestazioni o alla &ldquo;cilindrata&rdquo;. Quasi sempre le Case offrono lo stesso modello con omologazione L1e (45 km/h) o L3e con velocit&agrave; massime che vanno dai 70 ai 100 orari. E il peso &egrave; il medesimo in quanto anche l&rsquo;hardware lo &egrave;. A gravare di pi&ugrave; sul peso sono le batterie perci&ograve; non &egrave; preferibile sempre lo scooter con le batterie pi&ugrave; grandi, ma quello che offre il miglior bilanciamento tra potenza del motore e consumo per le distanze che dobbiamo percorrere. In pratica va sempre scelta l&rsquo;efficienza.  &nbsp;  5. La posizione del motore    Per i pi&ugrave; compatti si adotta quasi sempre il motore nel mozzo ruota. Questo consente di non avere organi di trasmissione di contro aumenta le masse non sospese e di conseguenza l&rsquo;inerzia nella guida. Aspetto che non influisce minimamente quando siamo al manubrio di un ciclomotore anche perch&eacute; questi motori stanno diventando via via sempre pi&ugrave; compatti. Se per&ograve; puntiamo sul piacere di guida e prestazioni maggiori &egrave; meglio orientarsi su quelli che montano il motore centralmente, in genere nel fulcro della sospensione posteriore.  &nbsp;  6. Capacit&agrave; di carico, dotazioni e connettivit&agrave;    Lo scooter nasce come veicolo pratico ma spesso gli elettrici pi&ugrave; compatti non hanno un vano sottosella perch&eacute; occupato dalle batterie. Anche questo &egrave; un aspetto da considerare perch&eacute; le soluzioni originali per ricavare un pozzetto non mancano. Le dotazioni, specie in tema di sicurezza come l&rsquo;ABS e comfort, sono sempre da apprezzare e non pu&ograve; mancare la frenata rigenerativa. Cos&igrave; come il software di gestione tramite smartphone &egrave; ormai imprescindibile. Meglio se &egrave; gratuito e non richiede abbonamenti.  InMoto consiglia: come guidare nella giungla urbana 

L&#39;offerta &egrave; sempre pi&ugrave; ricca, ma quali caratteristiche considerare per trovare lo scooter elettrico che potrebbe fare al caso nostro? Ecco sei concetti chiave per non rischiare di sbagliare la scelta.

Come scegliere lo scooter elettrico? 6 cose da sapere

        Lo scooter in citt&agrave;. Una comodit&agrave; notevole rispetto a certe motociclette meno pratiche e meno ospitali. Il &ldquo;ruote basse&rdquo; &egrave; il mezzo ideale per i piccoli e medi spostamenti, per trasportare un bagaglio, quando il meteo &egrave; avverso. Una sorta di &ldquo;elettrodomestico&rdquo; da viaggio che per&ograve; spesso viene sottovalutato, specie dai novizi. Perch&eacute;, anche se si viaggia a meno di 50 km/h, il pericolo &egrave; dietro l&rsquo;angolo. Qualche consiglio &egrave; d&rsquo;obbligo. Primo: occhio all&rsquo;abbigliamento. Una giacca con protezioni &egrave; essenziale. E poi i guanti: ricordate, in caso di caduta l&rsquo;istinto porta ad anticipare l&rsquo;impatto proprio con le braccia. E l&rsquo;asfalto su palmi e dita lascia segni profondi. Un guanto tecnico &egrave; la soluzione. Pi&ugrave; in generale, l&rsquo;esigenza di completi eleganti, tipici della vita d&rsquo;ufficio, cozza contro la sicurezza: un malleolo rotto fa male! Destreggiarsi nel traffico  Il segreto nella guida in citt&agrave; &egrave; osservare e anticipare, tenendo del margine in termini di velocit&agrave; per mettere in atto manovre di emergenza se la situazione lo richiede. Nel traffico, quando si guida tra file di auto, occhio agli automobilisti che aprono all&rsquo;improvviso la portiera. La differenza di velocit&agrave; tra le auto che procedono lentamente e quello dello scooter che guidiamo non deve eccedere i 20-30 km/h. Solo cos&igrave; si avr&agrave; il tempo e lo spazio per frenare. E attenzione, quando si superano le file di auto ferme, a quelle che si inseriscono all&rsquo;improvviso in carreggiata tagliando la strada. Sono impossibili da prevedere: e lo scooter che sopraggiunge &egrave; nel torto, visto che a norma di legge anch&rsquo;esso dovrebbe fare la fila con gli altri mezzi. Se siete dietro a un veicolo osservate sempre i movimenti del capo di chi guida. E insospettitevi se va verso il basso (cellulare in mano), se ondeggia da destra a sinistra alla ricerca di qualcosa (potrebbe girare all&rsquo;improvviso), se l&rsquo;auto inizia a frenare (potrebbe esserci qualche ostacolo che voi non vedete). Gli ostacoli Pi&ugrave; facile leggere l&rsquo;aderenza del fondo: le rotaie sono scivolose (vanno &ldquo;tagliate&rdquo; trasversalmente, non longitudinalmente), il pav&eacute; ha meno grip dell&rsquo;asfalto (specie se bagnato), in autunno le foglie che cadono determinano variazioni di grip. Nella guida, non focalizzate mai lo sguardo sui 5 metri davanti a voi, spaziate pi&ugrave; lontano che potete. E in caso di emergenza, gli occhi devono cercare la via di fuga, lasciando l&rsquo;eventuale ostacolo. Lo scooter si dirige dove va lo sguardo. Tenete sempre due dita sulle leve: in caso di pericolo daranno qualche decimo di secondo di margine. CICLOMOTORI: MEGLIO ELETTRICO O BENZINA?       

Spostarsi con lo scooter in citt&agrave; &egrave; considerata un&rsquo;azione abitudinaria, ma i rischi non mancano. I nostri suggerimenti per affrontare al meglio code, semafori e pav&eacute;

InMoto consiglia: come guidare nella giungla urbana

Perch&eacute; acquistare uno scooter se lo possiamo avere a disposizione quando ci serve? La mobilit&agrave; condivisa &egrave; oggi una realt&agrave; in molti capoluoghi italiani. Rappresenta un&rsquo;eccellente soluzione alla mobilit&agrave; non solo per i residenti ma anche per chi si reca in un&rsquo;altra citt&agrave; per lavoro o per turismo. Lo scooter sharing consente infatti di noleggiare per un brevissimo periodo il veicolo e di lasciarlo dove ci fa pi&ugrave; comodo, cos&igrave; sar&agrave; presto a disposizione di un altro utente.  Come funziona    Il meccanismo &egrave; molto semplice. Tramite un&rsquo;applicazione sullo smartphone &egrave; possibile localizzare lo scooter pi&ugrave; vicino e prenotarlo. Si hanno in genere dieci minuti di tempo per raggiungerlo e sempre tramite la app lo si sblocca e attiva. Nel bauletto si trova il casco che indosseremo con una cuffia protettiva usa e getta. Pagheremo poi soltanto il tempo effettivo di utilizzo con prezzi che a seconda degli operatori e dei veicoli variano dai 0,26 ai 0,40 euro al minuto.  &Egrave; ovviamente possibile acquistare dei pacchetti di minuti a prezzi vantaggiosi (anche 0,19 euro al minuto) o stipulare convenzioni aziendali e spesso gli operatori offrono dei minuti bonus ai nuovi iscritti. Nessuno ci vieta di utilizzare operatori diversi (a Milano ce ne sono ben 6 con una flotta totale di circa 2.600 scooter per lo pi&ugrave; elettrici, a Roma gli operatori sono 3) e il vantaggio &egrave; che anche in trasferta troveremo molto probabilmente lo stesso gestore.  SCOOTER YAMAHA E01, IL NOLEGGIO COME PRIMA FASE DI SVILUPPO 

Nelle grandi citt&agrave; e nei capoluoghi di medie dimensioni &egrave; una realt&agrave;. Basta un&rsquo;app per trovare il mezzo pi&ugrave; vicino e approfittarne in modo rapido e pratico

Scooter sharing, la mobilit&agrave; che conviene: come funziona?

Non si ferma l&rsquo;ascesa della mobilit&agrave; elettrica, soprattutto quella urbana. Tra le recenti novit&agrave; del settore c&rsquo;&egrave; la famiglia di scooter 100% green di Kymco (presentata lo scorso novembre a Eicma). Per sottolineare l&rsquo;importanza attribuita dalla Casa taiwanese a questo settore, &egrave; stato scelto di fondare un marchio apposito, iOnex, presto disponibile anche per il mercato europeo e italiano tramite l&#39;importataore Padana Sviluppo. Vediamo i modelli.  I modelli    La famiglia di modelli elettrici Kymco si presenta con Agility Carry EV, lo scooter da lavoro&nbsp;che dalla versione a benzina si trasforma nella variante alla spina: invariato lo spazio di carico sulla pedana piatta e sul portapacchi, ma nuovo propulsore, ora elettrico da 2 kW e con autonomia fino a 50 km.    Ci sono poi iOne&nbsp;e&nbsp;iOne X (entrambi omologati L1), scooter compatti e con un peso contenuto. Il primo ha un motore centrale da 3,6 kW e autonomia di 52 km, il secondo da 2 kW, ma sistemato nel mozzo della ruota posteriore e con 60 km di autonomia. Si sale con le prestazioni (e con l&rsquo;omologazione, L3e) per trovare Super 6&nbsp;e&nbsp;Super 7, rispettivamente con motore nella ruota posteriore da 6,4 kW e con motore centrale da 7,2 kW. Per quanto riguarda l&rsquo;autonomia, siamo sui 100 km (c&rsquo;&egrave; infatti una doppia batteria estraibile). L&rsquo;ultimo modello &egrave; Super 9, che possiamo definire come uno scooter elettrico sportivo: motore da 10 kW, batteria agli ioni di litio integrata nel telaio e autonomia che arriva fino a 140 km, con velocit&agrave; massima di 100 km/h.  ECOBONUS: GLI SCOOTER DA TENERE SOTT&#39;OCCHIO 

La Casa taiwanese ha fatto il suo ingresso nella mobilit&agrave; green con un nuovo brand: ecco quali sono gli esemplari che presto vedremo anche in Italia

Kymco iOnex, nuovo brand per una famiglia di scooter elettrici

Niu N Serie    Tra gli scooter 50 preferiti, e anche tra quelli elettrici, c&rsquo;&egrave; NIU N Serie che utilizza delle batterie agli ioni di litio all&#39;avanguardia (firmate di Panasonic), facilmente ricaricabili in ufficio o a casa. La batteria 29aH si ricarica completamente in sei ore, fornendo un&#39;autonomia di 50-70 km (oovero circa 4 giorni di utilizzo urbano). Prezzo senza eco bonus&nbsp;da 2.599 euro.  &nbsp;  Vmoto Soco CUX    Equipaggiato col motore elettrico Bosch da 1.600 W, lo scooter Vmoto Soco CUX ha un&rsquo;autonomia di 75 Km e una ricarica veloce di 3 ore e mezzo per la batteria da 60V 10A. Dalla sua anche un buon livello tecnologico con il display multifunzione ad allineamento verticale con autoregolazione in base al rilevamento della luce e il faro anteriore con intelligenza sensibile. Prezzo&nbsp;senza eco bonus 3.140 euro.  &nbsp;  Kymco Agility 50 R16    Tra i migliori scooter 50 segnaliamo anche Kymco Agility 50 R16, leader tra i veicoli urbani, con motorizzazione Euro 5 e consumi ridotti (con un solo litro di benzina si percorrono oltre 43 km). Le ruote sono da 14&rdquo; al posteriore e 16&rdquo; all&rsquo;anteriore, ci sono poi la presa 12V e l&rsquo;orologio. Prezzo 2.190 euro senza eco bonus.  &nbsp;  Lifan E4    Lo scooter elettrico Lifan E4, dotato di battery pack Greenway agli ioni di litio con celle di produzione LG, rappresenta una soluzione comoda ed ecologica per chi approccia alle due ruote per la prima volta. Piace anche per il suo look moderno e vivace, con livrea opaca Graphite Grey e dettagli azzurro elettrico. Oltre che con la motorizzazione da 1.900 W, che possono guidare anche i giovanissimi, Lifan E4 &egrave; disponibile anche nella versione pi&ugrave; potente da 4.750 W e con possibilit&agrave; di doppia batteria. Prezzo 2.490 euro.  &nbsp;  Piaggio 1    Tra i migliori scooter 50 non poteva mancare Piaggio 1. Anche in questo caso si tratta di un modello elettrico, grintoso e pratico e con una buona dose di tecnologia. Autonomia fino a 55 km in modalit&agrave; ECO (grazie alla moderna batteria agli ioni di litio e a un&nbsp;efficiente&nbsp;sistema di recupero dell&rsquo;energia cinetica che la ricarica nelle fasi di decelerazione), velocit&agrave; fino a 45 km/h, batteria estraibile da 1,4 kWh. Prezzo 2.690 euro senza eco bonus.  &nbsp;  Vespa Primavera 50    Icona del made in Italy e da sempre tra gli scooter pi&ugrave; amati, Vespa nella versione Primavera &egrave; perfetta per tutte le et&agrave;, giovanissimi compresi. Il 4T adotta&nbsp;l&rsquo;innovativo motore i-get dotato di sensore barometrico integrato che monitora costantemente la carburazione adattandola alle condizioni di guida. Prezzo 3.890 euro.  &nbsp;  Aprilia SXR 50    Per chi non vuole rinunciare al carattere dinamico di Aprilia ma ha bisogno di uno scooter urbano di piccola taglia, l&rsquo;SXR 50 &egrave; il giusto compromesso. Una scelta valida anche per i pi&ugrave; giovani grazie al vantaggioso rapporto qualit&agrave;-prezzo, l&rsquo;efficienza dei consumi e le emissioni ridotte. Prezzo 2.490 euro.  &nbsp;  Piaggio Liberty 50    Lo scooter 50 preferito in assoluto &egrave; il modello di accesso alla famiglia Liberty (composta anche dalle versioni di 125 cc e 150 cc), con i punti di forza rappresentati da leggerezza e facilit&agrave; di guida. Il monocilindrico sfrutta la tecnologia i-get (Italian Green Experience Technology) e si distingue per la distribuzione a 3 valvole che permette di massimizzare i consumi.&nbsp;Prezzo 2.490 euro senza eco bonus.  &nbsp;  Kymco Super 9    Il Super 9 si presenta con un look sportivo, con propulsore da 10 kW (13,6 CV). Le batterie sono integrate nel telaio, e da 4,18 kWh (le pi&ugrave; grandi) mentre il peso complessivo si attesta sui 110 kg per una velocit&agrave; massima di 110 km/h. Anche l&#39;autonomia &egrave; ottima, con 140 km dichiarati nel ciclo NEDC. Prezzo non ancora dichiarato.  &nbsp;  Yamaha Neo&#39;S    La proposta green di Yamaha, tra poco disponibile sul mercato, adotta un motore elettrico brushless. La batteria agli ioni di litio da 50,4 volt pesa 8 kg ed &egrave; posizionata sotto la sella al centro del telaio. La potenza massima &egrave; ridotta a 1,58 kW a 30 km/h e la velocit&agrave; massima &egrave; limitata a 35 km/h, mentre la potenza &egrave; ridotta a tutto l&#39;intervallo di velocit&agrave; per prolungare la durata della batteria per una percorrenza di circa 38,5 km.  Lo scooter NEO&#39;s sar&agrave; disponibile presso la rete dei concessionari Yamaha al&nbsp;prezzo&nbsp;senza eco bonus di 3.199 euro f. c. disponibile da giugno 2022.  Manutenzione predittiva: come cambier&agrave; fare il tagliando alla moto 

I modelli che vale la pena considerare anche con il favore degli incentivi. mezsi dedicati a chi cerca praticit&agrave; e agilit&agrave;, ottimi&nbsp; per chi si deve destreggiare ogni giorno nel traffico

Ecobonus: gli scooter da tenere sott&#39;occhio

I cinquantini di una volta, quelli con il motore a due tempi con ampio margine di elaborazione, non ci sono pi&ugrave;. Per le norme antinquinamento anche i ciclomotori per 14enni stanno diventando tutti a 4 tempi o elettrici, con prestazioni simili e un&#39;indole meno sportiva. Scarichi rovesciati, pacchi lamellari e carburatori oscenamente grossi sono un ricordo che custodiremo con nostalgia, mentre ci chiediamo se - al giorno d&#39;oggi - gli spostamenti rapidi in citt&agrave; sono meglio con un elettrico o con un moderno scooter a benza.  Il cinquantino a combustione si sta estinguendo?  Se pensiamo ai ciclomotori con pistone e biella, l&#39;attuale offerta sul mercato &egrave; abbastanza limitata. Il calo drastico di questa categoria negli ultimi 10 anni &egrave; dovuto a un sempre minor interesse nelle due ruote degli adolescenti e nella maggior efficienza dei sistemi di trasporto urbani. Inoltre le normative Euro4 e 5 hanno praticamente cancellato i motori 2 tempi negli scooter, quindi con i 4 tempi dallo spunto e dalla limitata capacit&agrave; di elaborazione, i giovani sono di conseguenza meno attratti. E&#39; per questo che- ad esempio- l&#39;iconico scooter Aprilia 50 &egrave; passato dal supersportivo SR al comodo e sobrio SXR 50, e il best seller di categoria &egrave; l&#39;elegante e versatile Liberty.&nbsp;  Per chi ama invece il profumo della miscela e i motori che suonano come zanzare impazzite, per fortuna c&#39;&egrave; ancora speranza, perch&egrave; le moto 50 sono ancora vive e vendono pi&ugrave; degli scooterini. Stiamo parlando di Beta RR 50, Sherco SM-RS 50, Fantic Motard 50, Valenti RME 50 e Vent Derapage 50, tutte motine motard/enduro dotate del leggendario ed elaborabilissimo motore Minarelli AM6 che ancora sono omologabili e rappresentano lo zoccolo duro della passione a due ruote, che sembra quasi rinascere in questi ultimi anni nonostante le stringenti regole europee per l&#39;inquinamento. In questo caso, quindi, sono le motine ad aver sostituito completamente gli scooter sportivi, mentre chi preferisce la pedana piatta e la sella comoda non pu&ograve; che rivolgersi ai prodotti con motore 4 tempi, che sono pochi ma concreti... o all&#39;elettrico.    &nbsp;  L&#39;elettrico &egrave; il futuro... ma il presente?  Il segmento dei ciclomotori&nbsp;&egrave; senza dubbio quello che sta mostrando pi&ugrave; palesemente il &quot;passaggio di consegne&quot; dalla benzina all&#39;elettrico. Basta guardare quante start-up e aziende (cinesi, soprattutto) stiano proponendo nuove soluzioni di mobilit&agrave; urbana a batteria sostituendo di fatto quel posto lasciato vuoto da modelli a benzina senza futuro per una questione di regole e appeal. E tutto questo ci appare logico, anche perch&egrave; a conti fatti i ciclomotori elettrici hanno pi&ugrave; vantaggi che svantaggi rispetto ai cinquantini tradizionali. Fondamentalmente sono pi&ugrave; belli da guidare in citt&agrave;, hanno un&#39;erogazione pi&ugrave; morbida e pi&ugrave; coppia in basso (dove davvero serve nel traffico), non fanno casino e non puzzano e sono molto pi&ugrave; affidabili. Di contro ci sono senza dubbio l&#39;autonomia, per gioco forza&nbsp; ancora, limitata a un certo numero di km al giorno (che nella maggior parte bastano e avanzano, raramente chi ha scooter cos&igrave; fa pi&ugrave; di 25/30 km in un solo giorno) e un sistema di ricarica ancora poco rapido, ma limitando tutto a un contesto cittadino sono problemi che non creano vere limitazioni.  Il vero problema, per&ograve;, &egrave; forse il divertimento e la passione, quella che ci faceva passare i pomeriggi in garage con gli amici a smanettare su variatori e carburatori, a chiacchierare e litigare su quale marmitta fosse la pi&ugrave; performante o bella, e a spendere paghette per questa o quella modifica. Con gli scooter elettrici, i ragazzini non possono pi&ugrave; fare queste cose, ma &egrave; una fortuna che i motardini 50 a 2 tempi siano ancora vivi e vegeti, perch&egrave; fondamentalmente sono loro ad aver preso il testimone della passione dei giovani, e finch&egrave; le regole lo permetteranno avranno ancora vita lunga, mentre l&#39;elettrico - giustamente - diventer&agrave; davvero l&#39;unica soluzione sensata e sostenibile per muoversi in citt&agrave;.    Yamaha Neo&#39;s 2022: il #sottoesame 

L&#39;elettrificazione nei piccoli commuter o moto destinate ai 14enni sta galoppando, ed &egrave; probabile che nei prossimi anni quasi tutta la produzione di massa sar&agrave; a batteria. Ma nel 2022 conviene un cinquantino a combustione o a elettroni?

Ciclomotori: meglio elettrico o benzina?

&Egrave; sotto gli occhi di tutti la crescita dello sharing di veicoli quali auto o micromobilit&agrave; negli ultimi anni. L&rsquo;incontro di 6 giorni fa alla Camera dei Deputati tra il Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilit&agrave; Sostenibili, Enrico Giovannini, e Assosharing (l&rsquo;associazione di categoria relativa alla sharing mobility) &egrave; stato finalizzato a trovare un accordo volto ad abbassare l&rsquo;Iva per il settore dal 22% al 10%.  La riduzione dell&rsquo;Iva  La riduzione dell&rsquo;Iva &egrave; stata discussa in primis in vista dell&rsquo;incremento del prezzo del carburante e del fatto che da gennaio a marzo hanno avuto luogo aumenti del 10% per il car sharing e del 35% per il noleggio di monopattini e biciclette; in secundis per generare nuove risorse destinate a potenziare l&rsquo;offerta della sharing mobility, per aumentare gli operatori e i luoghi coperti, per implementare le misure di sicurezza (specie per quanto riguarda la micromobilit&agrave;); infine per incrementare il ricorso a un servizio che contribuisce a ridurre l&rsquo;inquinamento.  &ldquo;Sulla sostenibilit&agrave; &egrave; in atto cambiamento culturale&rdquo;, ha dichiarato il ministro Giovannini, &ldquo;che va accompagnato anche nella logica. Come &egrave; ben dimostrato nei siti di prenotazione dei viaggi aerei, ad esempio, in cui accanto al prezzo c&rsquo;&egrave; la durata ma anche l&rsquo;impatto ambientale, la quantit&agrave; di emissioni di Co2. Quindi, anche le piattaforme MaaS (mobility as a service, ndr) dovranno andare in questa direzione. C&rsquo;&egrave; una grande domanda su cui stiamo ragionando con il ministro per l&rsquo;innovazione tecnologica, Vittorio Colao. Lasciamo che ogni citt&agrave; si organizzi con la propria piattaforma o, sapendo che non tutti i comuni hanno la stessa capacit&agrave;, sviluppiamo comunque un sistema nazionale che integri quelle locali?&quot;. I veicoli in sharing inoltre, circolando in continuazione, consentono di liberare spazio urbano ora destinato ai parcheggi.  FERMATA LA BANDA DELLA BATTERIE DEGLI SCOOTER ELETTRICI: 700 FURTI A MILANO 

L&rsquo;abbassamento dell&rsquo;imposta, discusso in un incontro tra il ministro Giovannini e Assosharing, garantir&agrave; una serie di vantaggi per i consumatori e non solo

70 risultati per 'mobilita'