Le motociclette sono entrate in Parlamento... non fisicamente, ma attraverso la proposta di legge che punta a regolamentare e dare una precisa definizione alla Mototerapia, ovvero quell&#39;attivit&agrave; fondata da Vanni Oddera e dal suo team di Freestyle Motocross che coinvolge associazioni ed ospedali per regalare sorrisi e momenti speciali ai bambini malati.  La proposta di legge si compone di 4 articoli incentrati sul riconoscimento, la regolamentazione e la promozione della Mototerapia. Con 129 voti a favore, 5 contrari e 90 astenuti, la Camera ha approvato la legge, che passa ora all&#39;esame del Senato. Ne abbiamo parlato con Vanni Oddera, che questa terapia complementare l&#39;ha inventata.  Leggi anche: TEST BMW F 900 GS, I VOTI DEL #SOTTOESAME  La Mototerapia tocca il cuore della gente  Come ha fatto la Mototerapia ad arrivare fino in Parlamento? &quot;Io non sono stato promotore di questa proposta con la politica, in realt&agrave; in tutti questi anni di attivit&agrave; abbiamo coinvolto associazioni, ospedali e molti politici hanno partecipato agli eventi che abbiamo organizzato con i bambini negli ospedali. Alla fine abbiamo raggiunto migliaia di persone e secondo me &egrave; partito tutto da l&igrave;.&nbsp;  In tutti questi anni ho provato a trasmettere la gioia e l&#39;entusiasmo che provo nell&#39;andare in moto ai bambini che stanno male, e il risultato &egrave; che tantissime persone ormai lo riconoscono come una cosa bella. Basta guardare l&#39;effetto che fa sui bambini, che si sentono come al parco giochi. &Egrave; incredibile come le moto, in questo contesto, riescano a toccare i cuori di tutti, non solo dei pi&ugrave; piccoli&quot;.    Passa alla prossima pagina  &nbsp;  Che senso ha e a cosa serve una legge cos&igrave;?  Vanni pensa che sia una cosa molto positiva: &quot;Per me l&#39;esistenza di una legge che possa regolamentare questa attivit&agrave; &egrave; di fondamentale importanza. Rendiamoci conto che coinvolgere bambini e altri soggetti fragili in attivit&agrave; con le moto (e sulle moto, perch&egrave; i bimbi vengono anche portati in sella, n.d.r.) richiede preparazione e seriet&agrave;. Noi quando portiamo le cross elettriche nelle corsie degli ospedali abbiamo dei protocolli da seguire, dalla disinfezione del mezzo al rispetto di tutti i soggetti fragili che hanno bisogno di specifiche condizioni e dei professionisti che lavorano. Se esiste una legge in grado di stabilire delle regole, ci sar&agrave; la possibilit&agrave; di permettere a chi vuole intraprendere la Mototerapia, di formarsi e di poterlo fare nella maniera pi&ugrave; sicura possibile.&nbsp;  E non vedo questa legge come qualcosa da limitare alla sola attivit&agrave; che promuovo, ma anche un inizio per la regolamentazione di tutte le terapie complementari che si occupano della felicit&agrave; dei bambini malati. Negli anni ho avuto modo di conoscere tantissime altre realt&agrave; che lavorano con gli ospedali e le associazioni e tutti gioverebbero da una regolamentazione e dalla possibilit&agrave; di avere formazione e struttura. &Egrave; il primo passo verso il futuro e sono contento che stia iniziando proprio con la Mototerapia&quot;.   

Il fondatore e promotore della Mototerapia in Italia ci ha parlato dei benefici che una regolamentazione potrebbe dare a chi vuole fare terapie complementari per i bambini malati

La Mototerapia diventa legge? Vanni Oddera: &quot;&egrave; il primo passo verso il futuro&quot;

        Ormai il mezzo preferito per spostarsi in citt&agrave; &egrave; il monopattino elettrico. Ecologico, comodo, veloce, chi non vuole trovarsi bloccato nel traffico ma ha bisogno di viaggiare da una zona all'altra sceglie questo (ormai non pi&ugrave;) innovativo mezzo. C'&egrave; poi chi sfreccia da solo e chi invece preferisce farlo in compagnia, ma siamo cos&igrave; sicuri che si possa andare in due? Regole e rischi La Legge italiana parla chiarissimo: "&Egrave; vietato trasportare altre persone, oggetti o animali, di trainare veicoli, di condurre animali e di farsi trainare da un altro veicolo", questo afferma l&rsquo;articolo 75-decies, del decreto-legge del 10/09/2021 n.121. Salire in due, o pi&ugrave;, sul monopattino pu&ograve; causare perdita di stabilit&agrave; durante la guida e, se si viene colti sul fatto, la sanzione massima &egrave; di 200 euro. Rimane vietato anche il trasporto di minorenni e bambini. Alle norme di base ne sono&nbsp; state recentemente aggiunte di nuove grazie alle modifiche del Codice Stradale introdotte dal Governo Meloni. Attraverso una ricerca dell'Universit&agrave; di California a Los Angeles (Ucla) inoltre, vengono ribaditi i pericoli relativi all'utilizzo di monopttini elettrici, molto pi&ugrave; elevati rispetto alle biciclette. Tra il 2014 e il 2018 sono state registrate negli Stati Uniti ben 8 milioni di lesioni: 9,4 lesioni ogni 10.000 ore di utilizzo per i monopattini elettrici, rispetto a 4,3 lesioni ogni 10.000 ore di utilizzo per le biciclette. I tipi pi&ugrave; comuni sono lesione al collo, alla testa e agli arti.&nbsp;  MONOPATTINI ELETTRICI, SI O NO? A PARIGI REFERENDUM SULLO SHARING       

Secondo uno studio di un'universit&agrave; californiana inoltre, l'utilizzo di questo mezzo comporta molti pi&agrave; pericoli rispetto a quello della bicicletta

Monopattino elettrico, andare in due è vietato per Legge

        La fine del taglio sulle accise non ha certo contribuito a far iniziare con il piede giusto questo 2023. La scelta del Governo, tuttavia, &egrave; stata chiara e agli italiani non resta che adeguarsi a questa decisione. Dall&rsquo;altra parte per&ograve; si sta cercando comunque di mettere un freno al caro-carburanti: pi&ugrave; trasparenza nei prezzi, un tetto ai listini nelle stazioni di servizio sulle autostrade e sanzioni per i distributori che non si adeguano. Dopo l'annuncio, non &egrave; mancata una reazione: il 25 e 26 gennaio &egrave; previsto uno sciopero dei benzinai. Le novit&agrave; del decreto legge Il 10 gennaio 2023 il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legge sulla trasparenza del prezzo dei carburanti. Cosa prevede? In primis c&rsquo;&egrave; l&rsquo;obbligo per gli esercenti di esporre, oltre al prezzo praticato, anche il prezzo medio giornaliero nazionale a sua volta calcolato dal Ministero delle imprese e poi pubblicato non pi&ugrave; settimanalmente ma quotidianamente. Un altro punto riguarda la definizione di una soglia massima, calcolata in percentuale sul prezzo medio giornaliero, per i distributori sulle autostrade. E poi c&rsquo;&egrave; la questione delle sanzioni pi&ugrave; alte e delle sospensioni. In caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicit&agrave; dei prezzi, le sanzioni amministrative aumentano. In caso di recidiva, la sanzione pu&ograve; arrivare alla sospensione dell'attivit&agrave; per un periodo che va da 7 a 90 giorni. Sempre nel decreto legge &egrave; previsto un rafforzamento tra Garante dei prezzi e l'Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Si irrobustisce anche la collaborazione tra il Garante e la Guardia di Finanza. Viene poi istituita una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi per analizzare, nel confronto con le parti, le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti. Per il primo trimestre 2023, poi, vengono rinnovati i buoni benzina. Altra certezza &egrave; che non c&rsquo;&egrave; alcun nuovo taglio alle accise in vista, anche se la premier Meloni non ha escluso che prima o poi il governo riesca &ldquo;a fare un taglio strutturale e non temporaneo&rdquo;.&nbsp; Lo sicopero del 25 e 26 gennaio Alla notizia del nuovo decreto legge &egrave; seguita la reazione del settore. Il 25 e 26 gennaio (dalle 19 del 24 fino alle 7 del 27) &egrave; stato indetto uno sciopero dei benzinai su strade e autostrade: &ldquo;Per porre fine a questa &ldquo;ondata di fango&rdquo; contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verit&agrave;, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio&rdquo;, si legge in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio. MERCATO MOTO: IL 2022 TRA CONFERME E SORPRESE       

Il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legge sui prezzi. Intanto il 25 e 26 gennaio &egrave; previsto uno sciopero dei benzinai

Prezzo benzina: niente tagli alle accise ma più multe e trasparenza

        Sebbene le vendite continuino a salire, continuano anche i problemi quando si parla di monopattini elettrici. Mezzi sempre pi&ugrave; frequenti nelle nostre citt&agrave;, ma che ancora non hanno un&rsquo;adeguata regolamentazione. A richiedere norme pi&ugrave; stringenti (soprattutto per la sicurezza degli utenti) questa volta ci prova la Puglia. Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel consiglio regionale e parlamentare eletto alla camera dei deputati, ha cos&igrave; spiegato: &ldquo;Prevedere la copertura assicurativa per l'uso dei monopattini a propulsione elettrica &egrave; sempre pi&ugrave; urgente e doveroso. L'approvazione quasi unanime della mia proposta di legge al parlamento va nella direzione giusta per colmare una lacuna legislativa e tiene conto del rischio reale che pu&ograve; derivare ai conducenti e ai pedoni dall'utilizzo dei mezzi della nuova micromobilit&agrave; urbana&rdquo;. Assicurazione e casco La proposta di legge sulla disciplina dell'uso dei monopattini elettrici &egrave; stata quindi approvata a maggioranza. Lo scopo &egrave; chiaro: aumentare le misure di sicurezza sulla circolazione di questi mezzi, sia per chi li guida ma anche per gli altri utenti della strada. Si richiede, quindi, l'obbligo generalizzato di stipulazione della polizza per responsabilit&agrave; civile verso terzi. Non solo: nella proposta c&rsquo;&egrave; una richiesta che ormai da molto tempo viene fatta. Ovvero l&rsquo;obbligo del casco, non sono per i minorenni, ma per tutti coloro che si mettono alla guida del monopattino. &ldquo;La stipulazione della polizza per responsabilit&agrave; civile verso terzi &egrave; un atto di civilt&agrave; e uno strumento di giustizia e di equit&agrave; - precisa Bellomo - le leggi devono prendere atto della realt&agrave; e disciplinare quelle situazioni che in passato non potevano essere previste e che al momento, pur essendo quotidianamente all'ordine del giorno, sono prive di previsione normativa. Mettendo al primo posto la sicurezza e l'interesse dei cittadini&rdquo;. GIORGIA MELONI E IL SUO "NO" A BONUS PER MONOPATTINI: "MEGLIO MOTORINI E SCOOTER"       

Il consiglio regionale ha votato quasi all&rsquo;unanimit&agrave; la richiesta di Davide Bellomo (Lega) al Parlamento: &ldquo;Colmare una lacuna legislativa&rdquo;

Monopattini, casco e assicurazione obbligatori: la proposta dalla Puglia

        Dalla guida, alle motivazioni che portano alla revoca, dalla potenza massima consentita del motore, alle procedure per ottenere la licenza di guida A2 e A. Sono diversi i temi trattati dalla nuova legge 108 dello scorso 5 agosto, attraverso la quale entrano in vigore anche pesanti sanzioni economiche e disciplinari. Cosa cambia nel dettaglio La norma (che va di fatto a modificare l'articolo 120) dispone che, in caso patente revocata per determinati reati, il giudice pu&ograve; disporre anche il divieto (fino alla riabilitazione) di condurre velocipedi a pedalata assistita come le bici elettriche. Per chi viola questa disposizione la sanzione varia dai 2mila ai 7mila euro oltre che la confisca del mezzo. La legge 108 prevede inoltre la possibilit&agrave; di circolazione dei mezzi utilizzati dai disabili, sulle piste o sulle corsie ciclabili e pedonali. Come annunciato anche all'inizio di agosto, con il decreto Infrastrutture-bis &egrave; possibile, in alcune circostanze, ottenere la patente A2 e A (o A3) seguendo un corso senza sostenere alcun esame: &nbsp;&egrave; stato infatti deciso che&nbsp;baster&agrave; attendere due anni&nbsp;dal conseguimento della propria patente A1 e A2 per veder "scattare" la propria licenza di guida nella categoria A3&nbsp;soltanto frequentando appunto un corso in autoscuola con parte pratica e teorica della durata minima di 7 ore. E-BIKE MODIFICATA? COME UN CICLOMOTORE: TARGA E ASSICURAZIONE, PENA LA MULTA        

Le nuove regole, entrate in vigore con la legge 108 del 5 agosto, comprendono anche novit&agrave; per i disabili&nbsp;

Patente moto, esame abolito e revoca della licenza: cosa cambia

L&rsquo;obbligo di verifica tecnica nel 2023 per i veicoli a due ruote e tre ruote (ma anche per i quadricili) motorizzati &egrave; stato abolito in Francia dopo la dura lotta dei motociclisti. Secondo il Decreto n&deg; 2022-1044 del 25 luglio 2022. Adesso &egrave; allo studio un&rsquo;alternativa che sia altrettanto valida. Il decreto 2021-1062 che aveva stabilito tale controllo periodico era stato introdotto il 9 agosto 2021. Si esprime cos&igrave; il Presidente della Federazione Motociclistica Francese, S&eacute;bastien Poirier: &quot;Accogliamo con favore la pubblicazione del decreto che abroga i controlli tecnici, rispettando cos&igrave; gli impegni presi dal Presidente della Repubblica. Nella continuit&agrave; del suo predecessore, il Ministro si &egrave; dimostrato particolarmente attento alle nostre raccomandazioni&quot;.  C&eacute;line Aubrun, coordinatrice dell&#39;ufficio nazionale della Federazione Francese dei Motociclisti Arrabbiati &quot;Il risultato di questo processo dimostra che la consultazione, la padronanza tecnica dei problemi e la volont&agrave; incrollabile di promuovere la sicurezza di tutti gli utenti della strada sono un buon motore per la mobilit&agrave;.&rdquo;  Allo studio una nuova normativa  L&rsquo;intenzione di mettere un controllo obbligatorio tecnico per moto e scooter proviene da una direttiva europea del 2014, secondo cui il documento prevedeva l&rsquo;imposizione di una verifica&nbsp;per i veicoli a due e tre&nbsp;ruote &nbsp;(e quadrcicli) motorizzati entro il 1&deg; gennaio 2022. Inoltre si&nbsp;specifica che il testo prevede deroghe se vengono messe in atto altre misure efficaci. In Francia, il Ministero dei Trasporti e le federazioni di motociclisti stanno lavorando in questa direzione per stabilire una serie di misure alternative affinch&eacute; la sicurezza e le prestazioni ambientali dei veicoli a due ruote vengano migliorate come per esempio una riforma della patente di guida, l&#39;obbligo di indossare determinati dispositivi di sicurezza come l&#39;airbag; ma&nbsp;anche&nbsp;campagne di sensibilizzazione e controlli automatici delle emissioni sonore sono tra le opzioni allo studio.  MERCATO MOTO: LUGLIO A -7%, MA LA RICHIESTA C&rsquo;&Egrave; 

Il controllo obbligatorio proveniva da una direttiva europea del 2014. Allo studio, adesso, soluzioni alternative e ugualmente efficaci

Francia, ufficiale: dal 2023 abolita la revisione per veicoli a due e tre ruote

        La Svizzera ha annullato il divieto di correre in circuito. Una legge in vigore nel Paese da 63 anni, infatti, impediva di poter effettuare qualsiasi corsa sui circuiti svizzeri, a seguito di alcuni incidenti importanti in cui vi furono delle vittime, come la Formula 1 al Bremgartenring del 1954. Cos&igrave;, la paura di poter registrare altri incidenti mortali aveva indotto la Svizzera a porre questa normativa per ridurne i rischi. A seguito per&ograve; di numerose iniziative da parte dei cittadini che spingevano per togliere questa legge, finalmente qualcosa si &egrave; mosso e dopo la proposta della Commissione dei Trasporti del Consiglio Nazionale sul revisionare la legge, e l&rsquo;approvazione di entrambe le camere, il divieto &egrave; stato cancellato. Il problema delle piste Se da una parte l&rsquo;aver ripristinato le corse nei circuiti sia un segno positivo di ripartenza per quelle categorie che nel tempo ne hanno sofferto, dall&rsquo;altra ci sono alcune problematiche che non si possono non valutare. Perch&eacute; per quanto nel corso del tempo ci sia stato un progresso riguardo la sicurezza delle piste e dei veicoli, c&rsquo;&egrave; per&ograve; da considerare che questi circuiti specifici, essendo comunque inutilizzati, non sono in grado di poter essere sicuri per svolgere attivit&agrave; agonistiche e quindi andrebbero sistemati, realizzando magari anche nuovi tracciati. La Francia vuole la "indipendenza" dall'Asia: realizzer&agrave; un mega impianto di semiconduttori       

Una legge aveva vietato le corse nei circuiti per diverso tempo. Con l&rsquo;abolizione della norma, c&rsquo;&egrave; da pensare al rimodernamento delle strutture

Svizzera, tornano le gare dopo 63 anni: ma servono piste moderne

        Quali sono i diritti del cliente e quali invece i doveri del venditore al momento di acquistare una moto o uno scooter? Il nuovo decreto legge varato dal governo allinea l'Italia alla direttiva europea del 2019 e consente di avere un quadro chiaro sulle garanzie obbligatorie di legge a cui devono attenersi tutti i produttori di beni fisici e digitali, mezzi a due ruote compresi. INCIDENTE SU BUCA O ANIMALE SELVATICO: RESPONSABILIT&Agrave; E RISARCIMENTO AGGIORNAMENTI DI PARTI O SOFTWARE Una delle novit&agrave; rilevanti &egrave; che il venditore avr&ograve; l'obbligo, d'ora in poi, di informare il cliente sugli aggiornamenti (software ma anche componentistica) che sono necessari per il mezzo, e quindi sulla validit&agrave; della garanzia, e se tali aggiornamenti sono previsti nel contratto di vendita. Se un nuovo componente installato produce un guasto alla moto, il cliente potr&agrave; cos&igrave; avvalersi della possibilit&agrave; di addire al produttore l'assenza o la poca chiarezza delle informazioni. DURATA DELLE GARANZIE Modifiche, anche se minori, relativamente alla durata delle garanzie. Essa rimane di 24 mesi, ma il diritto di presunzione - il lasso di tempo entro il quale il cliente pu&ograve; accorgersi di un difetto di produzione - aumenta da 6 a 12 mesi. Se si nota il guasto entro un anno dall'acquisto della moto/scooter, &egrave; possibile reclamare il difetto di fabbrica. Per un difetto lieve invece non &egrave; prevista la risoluzione del contratto. "SUPPORTO DUREVOLE" Infine, per tutelare maggiormente il cliente, la nuova legge impone al venditore di fornire la garanzia su un "supporto durevole", in modo che i termini del contratto non vengano modificati in corso d'opera o all'improvviso. FUORISTRADA VIETATO, LA FMI ALZA LA VOCE: PRESENTATO RICORSO AL TAR       

Il nuovo decreto legge varato dal governo impone dei paletti ai venditori di mezzi a due ruote e tutela maggiormente i clienti: ecco cosa c'&egrave; da sapere

Acquisto moto e scooter, cambiano le norme sulla garanzia

Tra i motociclisti c&#39;&egrave; voglia di avventura, di fango e di epiche traversate desertiche. Le moto con sospensioni a lunga escursione sono la moda del momento, e tra queste ci sono quelle con ruota anteriore da 21&quot; che possiamo considerare fra le pi&ugrave; attese del 2022. L&#39;offerta di nuovi modelli come Husqvarna Norden 901, Ducati DesertX e Aprilia Tuareg 660 (e MV Agusta dal 2023) stimolano l&#39;appetito per il fuoristrada con capacit&agrave; turistiche a ciclistiche capaci di fare davvero dell&#39;off-road, bench&egrave; lo Stato Italiano stia facendo di tutto per non far uscire pi&ugrave; le moto dall&#39;asfalto. Ci chiediamo se questo possa inficiare le vendite e far scemare l&#39;interesse per questi modelli.  Se lo Stato rema contro, che ne sar&agrave; delle vere Adventurer?  Cosa sta succedendo, burocraticamente, a riguardo? In realt&agrave; &egrave; tutto molto confuso e la nostra inchiesta cerca di mettere un po&#39; di luce su quello che &egrave; partito come un divieto netto al transito di veicoli sulle strade forestali e silvo-pastorali, esplicitato nel decreto del 28 ottobre 2021. Ora pare che il Ministero stia cercando una scappatoia per non far insorgere tutte le categorie che utilizzano le strade di campagna/montagna a scopo ricreativo, ma non c&#39;&egrave; ancora nessuna certezza, cos&igrave; come non si sa se poi questi divieti possano essere applicati alla lettera con controlli e multe.  Tutto questo trambusto &egrave; nato, paradossalmente, nel momento storico in cui le moto da fuoristrada e dakariane stanno tornando di moda, e le gi&agrave; citate endurone da 21&quot; sono le novit&agrave; pi&ugrave; ammirate e desiderate dagli appassionati.    &nbsp;  La questione &egrave; risolvibile senza fare troppi danni  La possibilit&agrave; di non poter pi&ugrave; fare fuoristrada con qualsiasi moto potrebbe seriamente compromettere le vendite di questi modelli. Sappiamo tutti che chi compra una maxi enduro di questa tipologia &egrave; nella maggior parte dei casi un mototurista che in fuoristrada va poco o nulla, ma che non vuole precludersi la possibilit&agrave; di poter mettere le ruote sullo sterrato in sicurezza e divertendosi. Se non si potesse pi&ugrave; lasciare la libert&agrave; di decidere che tipo di strada percorrere, la maggior parte di questi utenti si sposterebbe su ciclistiche quasi completamente stradali con ruota anteriore da 19&quot; o 17&quot;.&nbsp;&nbsp;  Nonostante ci&ograve;, per&ograve;, la pi&ugrave; probabile delle soluzioni &egrave; che tutto si risolva entro qualche mese senza grosse rivoluzioni. Con le associazioni sul piede di guerra e con il ministero che gi&agrave; sta tornando sui suoi passi, c&#39;&egrave; l&#39;elevatissima probabilit&agrave; che il Decreto venga modificato in modo che il transito nelle strade forestali sia consentito nuovamente e senza grosse differenze rispetto ad ora. Questo consentirebbe agli utenti di &quot;darsi una calmata&quot; e di dimenticare in poco tempo la vicenda, senza preoccupare troppo nemmeno le case costruttrici che - vedendo che tutto torna alla normalit&agrave; - non vedranno minacciate le vendite dei propri modelli e non si muoveranno contro lo stato per difendere i loro introiti.    Vietata la circolazione in fuoristrada, e ora? 

Diverse le novit&agrave; per le prossima stagione: Husqvarna Norden 901, Ducati DesertX, Tuareg 660 che vanno ad unirsi alle colleghe gi&agrave; a listino. Dubbi ancora sulla legge che vieta di mettere le ruote fuori dall&#39;asfalto. Le vendite ne risentiranno?

Le moto del 2022: sar&agrave; l&#39;anno delle enduro da 21&quot; (nonostante certe leggi)?

A seguito della notizia riguardo l&#39;entrata in vigore di una legge del&nbsp;Ministero delle Politiche Agricole e Forestali&nbsp;che, a conti fatti, vieta la circolazione in off-road, per le moto (ma valida per ogni tipo di mezzo, bici comprese) Confindustria ANCMA e la FMI hanno rilasciato un comunicato dove&nbsp;puntano il dito contro sudetta legge, oltre a chiarire la posizione e le mosse che intendono intraprendere affinch&egrave; venga rivista una norma che penalizza, e non poco, il mondo dei fuoristradisti e tutto quel che ne consegue.  ANCMA E FMI: NORMA MIOPE  Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) e FMI (Federazione Motociclistica Italiana)&nbsp; - recita il comunicato stampa - prendono posizione contro i contenuti del Decreto&nbsp;pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 1&deg; dicembre, che vieterebbe la viabilit&agrave; forestale e silvo-pastorale al transito ordinario. E lo fanno, insieme, al termine di un anno che ha paradossalmente visto trionfare i piloti italiani proprio nella pi&ugrave; importante manifestazione sportiva off-road a livello internazionale, la Sei Giorni di Enduro ospitata nelle colline dell&rsquo;Oltrep&ograve; pavese.&nbsp;  Da una parte, quindi, l&rsquo;industria delle due ruote che genera in Italia un valore complessivo di oltre 7 miliardi di euro e occupa nella sua filiera pi&ugrave; di 100mila addetti, dall&rsquo;altra tutta l&rsquo;attivit&agrave; sportiva di settore con pi&ugrave; di 117mila tesserati strutturati in 1760 Moto Club sul territorio nazionale.&nbsp;  Si tratta di una norma miope - continua -&nbsp;che pu&ograve; creare potenzialmente un grave danno economico al mercato, all&rsquo;intera filiera, alle attivit&agrave; ludiche e sportive e a quelle legate all&rsquo;accoglienza e al turismo. Vi sono inoltre possibili profili di incostituzionalit&agrave;, perch&eacute; manca evidentemente il bilanciamento degli interessi in gioco e di diritti costituzionali come la libera circolazione, il diritto alla libera iniziativa economica e quello di svolgere attivit&agrave; sportiva e ricreativa.&nbsp;&nbsp;  ANCMA e FMI, in attesa di ulteriori iniziative, hanno attivato in queste ore un&rsquo;interlocuzione con il Governo al fine di ottenere chiarimenti ed una correzione delle disposizioni contenute nel Decreto. 

L&rsquo;associazione dei costruttori e la Federazione Motociclistica Italiana contro la legge che entrer&agrave; in vigore il 16 dicembre: crea un grave danno economico al settore delle due ruote. Si lavora&nbsp;per una correzione

Divieto di fuoristrada, ANCMA e FMI unite: &quot;Norma con profili di incostituzionalit&agrave;&quot;

Sta facendo molto rumore un decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali uscito in Gazzetta Ufficiale il 1&deg; dicembre scorso, e dunque pronto a entrare in vigore. Si tratta del decreto attuativo di una legge del 2018&nbsp;mirata a razionalizzare e semplificare la gestione del settore agricolo e per dare linee guida nazionali per la realizzazione e la cura della viabilit&agrave; &ldquo;forestale e silvo-pastorale&rdquo;. Dunque un decreto molto tecnico, all&rsquo;interno del quale non ci si attenderebbe di trovare brutte sorprese.  Invece al comma 3 dell&rsquo;articolo 2 si legge: &ldquo;Indipendentemente dal titolo di propriet&agrave;, la viabilit&agrave; forestale e silvo-pastorale e le opere connesse come definite al successivo art. 3 sono vietate al transito ordinario e non sono soggette alle disposizioni discendenti dagli articoli 1 e 2 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285&rdquo;.  Traducendo un po&rsquo; rozzamente, significa che tutta la viabilit&agrave; fuoristrada non &egrave; pi&ugrave; soggetta alle norme del Codice della Strada, in quanto anche la viabilit&agrave; dovrebbe essere in continuit&agrave; con le aree boschive. Ma soprattutto, &egrave; vietato il transito ordinario. A tutti, a giudicare dalla scrittura, quindi anche alle biciclette!  Ma c&#39;&egrave; uno spiraglio  Alla frase che vieta il transito ne segue un&rsquo;altra che sembra lasciare aperto uno spiraglio: &ldquo;Le regioni disciplinano le modalit&agrave; di utilizzo, gestione e fruizione tenendo conto delle necessit&agrave; correlate all&#39;attivit&agrave; di gestione silvo-pastorale e alla tutela ambientale e paesaggistica&rdquo;.  Sul fuoristrada da anni si discute, fra leggi e regolamenti regionali, con anche qualche sentenza che ha avvalorato la competenza alle regioni per quanto riguarda la circolazione al di fuori della rete viaria ordinaria.  Di sicuro una legge nazionale supera le leggi regionali, ma abbiamo gi&agrave; visto conflitti su questo: ricordate la legge sulla tassa di possesso dei mezzi d&rsquo;interesse storico, con le regioni che hanno legiferato autonomamente bypassando la legge nazionale?  Per dire che sembra esserci margine operativo; sebbene l&#39;idea di mettersi a trattare con ogni singola regione e provincia autonoma spaventi non poco chi ci rappresenta. Federazione Motociclistica Italiana e Confindustria Ancma&nbsp;stanno dunque dialogando con esponenti del Governo, in cerca di un accordo che consenta di rivedere questa che per&ograve; ormai... &egrave; legge. Non sar&agrave; facile, ma un loro comunicato congiunto &egrave; atteso a breve.  Nonostante tutto, proprio la scrittura estremamente severa del testo di legge ci induce a essere fiduciosi sul fatto che si trover&agrave; un modo per proseguire l&rsquo;attivit&agrave; fuoristradistica. Perch&eacute; vietare a tutti - come &egrave; stato fatto - significa vietare anche alle bici. E precludere l&#39;attivit&agrave; anche di quei percorsi turistici, magati anche a pedaggio, sui quali ci sono fior di attivit&agrave; commerciali.  Lass&ugrave; nella torre d&rsquo;avorio del mondo politico italiano, qualcuno deve essere stato un po&#39; frettoloso nella scrittura del testo.  Divieto di fuoristrada, ANCMA e FMI unite: &quot;Norma con profili di incostituzionalit&agrave;&quot; 

Un decreto gi&agrave; pubblicato in Gazzetta Ufficiale vieta il transito ordinario sulla viabilit&agrave; forestale e silvo-pastorale. Un attacco al fuoristrada contro il quale si stanno muovendo Federazione Motociclistica Italiana e Confindustria Ancma. Non tutto sembra essere perduto, perch&eacute;...

Vietata la circolazione fuoristrada, e ora?

        Tempi duri per chi circola su strada, in moto o in auto, senza avere effettiva necessit&agrave;. Con le nuove disposizioni emanate dal Governo e che riguardano l'emergenza Coronavirus, per chi venisse colto ad un controllo delle Forze dell'Ordine potrebbe scattare il sequestro del mezzo; ovvimente qualora non fossero dimostate effettive esigenze di spostamento. SPOSTAMENTO ILLECITO Il procuratore della Repubblica di Parma, Alfonso D&rsquo;Avino, ha nei giorni scorsi emanato una direttiva volta all&rsquo;interpretazione delle misure applicative del decreto Covid-19. Nella direttiva si specifica che il sequestro del mezzo, come ripferito dallo stesso D'Avino alla Gazzzetta di Parma, &ldquo;&egrave; da applicarsi nei casi di spostamento illecito". Per spostamento illecito si intede: "Lo spostamento fuori comune per il quale la persona non fornisce una giustificazione in linea con l&rsquo;obiettivo della legge. In questi casi per evitare aggravi per l'erario, il mezzo sar&agrave; affidato alla stessa persona, che dovr&agrave; ritornare da dove era partito e tenere auto o moto a disposizione dell'autorit&agrave; giudiziaria". In altre parole bisogna dimostrare l'effettiva necessit&agrave; di muoversi con il proprio mezzo, per i motivi di cui sopra. In caso contrarrio si commette un illecito, con le possibili conseguenze riportate. Coronavirus, lava la moto al lavaggio pubblico: denunciato       

E' quanto emerge dalla direttiva messa in atto dal Governo per contenere il contagio da Coronavirus

Coronavirus, rischio sequestro moto o auto se per strada senza necessità

Monopattini s&igrave;, monopattini no. O meglio: monopattini, come? Nel mondo della mobilit&agrave; urbana e dell&rsquo;&rdquo;eco-friendly&rdquo; si continua a sfogliare la margherita per capire dove sta la ragione e come si debba regolamentare la circolazione di questo &ldquo;vecchio&rdquo; mezzo di trasporto trasformato in bandiera della micromobilit&agrave;.  CENTRODESTRA, SOSPENDERE L&rsquo;EQUIPARAZIONE  Nemmeno un mese fa la Legge di Bilancio ha equiparato i monopattini elettrici ai velocipedi, consentendo dunque la circolazione su strada allo stesso modo di biciclette ed e-bike. Da l&igrave; si &egrave; accesa una discussione sulle norme previste per questi mezzi, che possono circolare in citt&agrave; senza obbligo di casco e senza assicurazione &ndash; questo &egrave; solo uno dei dubbi riguardanti il tema. Dal centrodestra &egrave; arrivata nei giorni scorsi la proposta di sospendere il conferimento del nuovo status ai monopattini elettrici fino alla fine del periodo di sperimentazione sulla micromobilit&agrave;. Prima della Legge di Bilancio, si poteva circolare su monopattino elettrico soltanto nelle zone pedonali, nelle piste ciclabili e su strada mantenendo la velocit&agrave; al di sotto dei 30 km/h.  FONDAZIONE SVILUPPO SOSTENIBILE, L&rsquo;OPPOSIZIONE  Dall&rsquo;altro lato, la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile si oppone al centrodestra sottolineando come il mezzo sia un pilastro dell&rsquo;ecosostenibilit&agrave; e sia gi&agrave; largamente diffuso in molte citt&agrave; europee in Belgio, Olanda, Germania, Spagna, Svezia, Francia, Danimarca e Portogallo. Queste le dichiarazioni: &ldquo;La Fondazione sostiene la proposta dell&rsquo;Osservatorio sharing mobility, che nel corso del 2019, insieme ai principali operatori del settore, ha elaborato un documento di posizione sul tema, scegliendo una linea che ancora oggi ci sembra equilibrata: permettere la circolazione del monopattino dove circola oggi una e-bike e consentire la guida di questi mezzi a chi ha gi&agrave; compiuto 16 anni&rdquo;. E ancora: &ldquo;Riteniamo ancora valida l&rsquo;impostazione dell&rsquo;Osservatorio e riteniamo che, se dovessero essere compiute ulteriori modifiche alla Legge di Bilancio 2020, sia essenziale mantenere saldo il principio che, nei centri abitati, i monopattini elettrici possano circolare dove pu&ograve; farlo una e-bike. Le esperienze estere ci dicono che i monopattini avranno un ruolo di primo piano nell&rsquo;incoraggiare ulteriormente la tendenza della micromobilit&agrave; condivisa, essenziale per la riduzione degli impatti ambientali della mobilit&agrave; urbana&rdquo;.  COMMISSIONE TRASPORTI, TROVARE ALTERNATIVE  In Parlamento il dibattito continua e i capigruppo in Commissione trasporti Scagliusi, Gariglio e Stumpo hanno rilasciato una dichiarazione congiunta manifestando la necessit&agrave; di trovare una soluzione alternativa a quella attuale: &ldquo;Siamo consapevoli che l&rsquo;attuale normativa sui monopattini presenti alcune criticit&agrave; e che equiparare questi mezzi alle biciclette non risolva completamente i problemi. Per questi motivi i gruppi di maggioranza della Camera stanno lavorando per individuare una soluzione condivisa in grado di promuovere questa tipologia di mobilit&agrave; alternativa garantendo il rispetto delle norme stradali e la sicurezza di automobilisti e pedoni&rdquo;.  CONFINDUSTRIA, BISOGNO DI NORME DI FABBRICAZIONE  Confindustria ANCMA ha gi&agrave; sottolineato, nelle scorse settimane, la necessit&agrave; di garantire dei requisiti tecnici di fabbricazione dei monopattini elettrici perch&eacute; siano sicuri e adatti alla circolazione: &ldquo;La recente equiparazione dei monopattini alle biciclette non sembra tenere conto di alcune differenze sostanziali tra le due tipologie di mezzi. Le biciclette, infatti, per poter essere commercializzate all&rsquo;interno del mercato europeo, devono soddisfare i requisiti di sicurezza previsti da alcune norme tecniche comunitarie, in particolare la UNI ISO 4210 su progettazione e assemblaggio dei veicoli e la UNI EN 15194 specifica sulle biciclette a pedalata assistita; lo stesso non si pu&ograve; dire per i dispositivi di micromobilit&agrave; rispetto ai quali &egrave; in corso un processo di normazione a livello europeo, che tuttavia non ha ancora portato alla definizione di uno standard comunitario&rdquo;.&nbsp;  MONOPATTINI NEL PANIERE ISTAT 2020  C&rsquo;&egrave; ancora bisogno di tempo e di lavoro per arrivare a una conclusione che soddisfi tutte le posizioni in merito, ma intanto la storia dell&rsquo;economia italiana si aggiorna: l&rsquo;ISTAT ha pubblicato il Paniere dei prezzi al consumo 2020, includendo tra le abituali spese dei cittadini anche le auto ibride ed elettriche e i monopattini elettrici. Una prova tangibile di quanto stiano cambiando le abitudini del nostro paese e quanto la via dell&rsquo;ecosostenibilit&agrave; sia stata ormai tracciata e consolidata.  Monopattini elettrici, nuove regole e multe fino a 800 euro 

Dal centrodestra la proposta di sospendere l&#39;equiparazione del mezzo alle biciclette. La Fondazione Sviluppo Sostenibile rimarca l&#39;attuabilit&agrave; come nel resto d&#39;Europa. Intanto l&#39;ISTAT lo inserisce nel paniere 2020

Monopattini elettrici: caos sul come regolamentarli

La Legge di Bilancio &egrave; intervenuta sul Codice della Strada, equiparando i monopattini elettrici alle biciclette e superando (ma non abolendo) il decreto voluto nell&rsquo;estate scorsa dall&rsquo;allora ministro Toninelli, per la sperimentazione della micromobilit&agrave;. Peccato abbia aggiunto ulteriori dubbi e creato situazioni di grande pericolosit&agrave; su strada  Dal 1&deg; gennaio 2020 i monopattini elettrici sono equiparati alle biciclette, a patto che abbiano una potenza massima non superiore a 500 W e non superino i 20 km/h. Lo stabilisce la Legge di Bilancio (160/2019 &ndash; art. 1 comma 75), causando parecchia confusione in un settore nel quale la normativa era gi&agrave; carente e nebulosa.   Questo significa che d&rsquo;ora in poi con i monopattini elettrici che rientrano nei limiti citati si potr&agrave; circolare ovunque, come in bicicletta; senza obbligo di casco, assicurazione n&eacute; patente. Restano escluse dalla circolazione solo le autostrade, le tangenziali, le strade extraurbane principali, le aree pedonali e i marciapiedi. E le zone dove gli enti proprietari delle strade appongono specifici cartelli: quelli con la bicicletta nel segnale di divieto, per intenderci.  CONFUSIONE E DUBBI - La nuova legge parla solo di monopattini elettrici, lasciando del tutto fuori altri prodotti come Segway, Hoverboard e Monowheel, per i quali l&rsquo;unico ambito possibile d&rsquo;uso restano le poche zone nelle circa 20 citt&agrave; d&rsquo;Italia dove si sta procedendo alla sperimentazione voluta dal Decreto Toninelli del 12 luglio scorso. Per il resto, questi veicoli restano utilizzabili solo su fondi privati.   E LA PATENTE? - Il Decreto Toninelli la prescriveva almeno di tipo AM per i minorenni, ma d&rsquo;ora in poi, essendo i monopattini equiparati alle biciclette, sembrerebbe non servire pi&ugrave; (solo sui monopattini per&ograve;!). Sembrerebbe. E nelle aree pedonali aperte a tali veicoli, anche i monopattini dovranno adeguarsi con un limitatore di velocit&agrave; che li rallenti a 6 km/h? E lo avranno tale limitatore? Diciamolo francamente, &egrave; una legge fatta precipitosamente, senza rendersi conto dei possibili risvolti negativi.  I monopattini elettrici oggi accedono alla strada con prestazioni comunque superiori a quelle delle biciclette. Soprattutto con una facilit&agrave; d&rsquo;uso (non bisogna pedalare) che ne favorir&agrave; la diffusione. Chi li guider&agrave; non sar&agrave; chiamato a nessun tipo di formazione preventiva, non dovr&agrave; indossare un casco e potr&agrave; andare su qualunque strada, anche extraurbana.  TIMORE INCIDENTI -&nbsp; &Egrave; opinione diffusa fra la maggior parte degli addetti ai lavori. Non foss&rsquo;altro perch&eacute; con quelle ruotine piccole &egrave; veramente impensabile affrontare le buche delle nostre strade. Non a caso i tecnici dei due ministeri interessati, quello dei Trasporti e l&rsquo;Interno, avevano espresso parere negativo all&rsquo;emendamento. Che per&ograve; &egrave; stato approvato lo stesso. E una volta che ci saranno incidenti, come ci si regoler&agrave; con questi veicoli, per i quali non c&rsquo;&egrave; neanche l&rsquo;assicurazione obbligatoria? Chi pagher&agrave; - ad esempio &ndash; i pedoni investiti? Una domanda che si sono posti in parecchi, visto che molte citt&agrave; non hanno aderito alla sperimentazione voluta dall&rsquo;ex ministro Toninelli proprio per paura di contenziosi per i danni causati da tali veicoli.   CHI OMOLOGA I MONOPATTINI? - Non lo sapete, vero? Neanche noi, perch&eacute; non li omologa nessuno. L&rsquo;unico obbligo che hanno, per ora, &egrave; la marcatura CE con riferimento alla direttiva 2006/42/CE, quella relativa alle macchine, intese come apparecchiature, dispositivi. Quanti dei prodotti attualmente in commercio ha almeno tale marchio? E comunque, rimane l&rsquo;assenza di un protocollo omologativo che certifichi le prestazioni del monopattino elettrico. Quindi i 500 W e i 20 km/h al momento sono dichiarati dal costruttore. Che a volte non &egrave; italiano. Anzi, non &egrave; neanche europeo.Senza contare i monopattini elettrici con prestazioni superiori. Perch&eacute; quelli che fanno anche solo 25 km/h, ad esempio, a questo punto vanno considerati ciclomotori. Con tutti gli obblighi annessi: omologazione, targa, assicurazione, casco, patente. E se li affidi a un ragazzino per giocare nella piazzetta sotto casa, il rischio &egrave; una multa pesantissima. A Torino, a ottobre sono stati multati per 1.079 euro due guidatori di monopattini elettrici.  Sa un po&rsquo; di giungla, vero? Si, &egrave; proprio cos&igrave;, e ora serve che i ministeri competenti chiariscano. Nel frattempo ci teniamo i monopattini elettrici che circolano anarchicamente sulle nostre strade. E magari quando ci saranno evidenze di incidenti, giornali e televisioni denunceranno ancora il pericolo due ruote. Tanto nella testa della gente comune sempre di due ruote si tratta, no?  &nbsp; 

Dal 1&deg; gennaio 2020 monopattini e bici elettriche vengono equiparati, aggiungendo per&ograve; dei dubbi e creando potenziali situazioni di grande pericolosit&agrave; su strada

Monopattini elettrici: caos con le nuove norme

        L&rsquo;Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) ha diramato un comunicato stampa relativo all&rsquo;emendamento a prima firma del deputato dei 5 Stelle Andrea Caso, che prevede di allineare la classe di merito a tutti i veicoli di un nucleo familiare a quella pi&ugrave; bassa. Un emendamento che sta facendo molto discutere e su cui varie voci hanno preso una posizione di contrasto, per varie motivazioni. Assicurazione moto e scooter: quanto si risparmia con la familiare CONSEGUENZE - Il comunicato di ANIA riflette sulle conseguenze negative che potrebbe avere questo allineamento qualora venisse confermato, ponendo l&rsquo;accento su vari fattori: il fatto che al rinnovo dell&rsquo;assicurazione attuale con quella che entrerebbe in vigore, si renderebbe inutile la condotta di guida virtuosa che dovrebbe invece essere incentivata e premiata; la differenziazione dei premi assicurativi dovrebbe avere finalit&agrave; protettive ed educative, mentre con le nuove norme si cancellerebbe la storia pregressa di ciascun conducente, pur se in possesso di un veicolo in ultima fascia assicurativa; da un legislatore ci si attende un provvedimento che continui ad incentivare comportamenti prudenti alla guida, non a depotenziarli; economicamente, il cambio di regole porterebbe vantaggi alle famiglie &ndash; aspetto principale su cui &egrave; stata fatta leva al momento dell&rsquo;emendamento da parte dei propositori &ndash; ma andrebbe a discapito dei single, per fare un esempio, o delle classi meno agiate che non possiedono pi&ugrave; di un veicolo. EVASIONE - Sulla stessa linea d&rsquo;onda &egrave; il sito Netbikersitalia.it, che sottolinea le opposizioni mosse da ANIA e riflette anche sull&rsquo;aspetto dell&rsquo;evasione. &ldquo;Le assicurazioni ragionano in grande, guardano il totale, quello in fondo alla riga delle spese. E lo dividono fra quelli che pagano, e ottengono il premio medio. Succede gi&agrave; con gli evasori, quelli che circolano senza assicurazione: i loro costi li paghiamo noi assicurati. Questo significa che il premio medio crescer&agrave; sensibilmente. Ne usciranno avvantaggiate probabilmente le famiglie. La pagheranno cara i single, e le famiglie a basso reddito con un veicolo solo&rdquo;.       

L'ANIA ha rilasciato un comunicato in cui avverte delle possibili conseguenze negative, se venisse confermato l'emendamento appena approvato riguardo l'allineamento alla classe assicurativa pi&ugrave; bassa per i nuclei con pi&ugrave; di un mezzo intestato

Nuove assicurazioni, riflessione aperta sull'emendamento

Presentato alla Camera dei Deputati il DDL per la diffusione dei veicoli elettrici promosso da FareAmbiente e Uri. Abbattimento dell'IVA, detrazione delle Imposte e finanziamenti per la nascita di nuovi punti di ricarica Abbattimento dell'IVA dal 22 al 4%, detrazione del 100% delle imposte sull&rsquo;acquisto dei veicoli elettrici il primo anno di entrata in vigore della Legge, 90 per il secondo, 80 per il terzo e cos&igrave; via a diminuire del 10% per 5 anni e credito di imposta del 50% in 5 o 10 anni per tali mezzi a zero emissioni adibiti a servizio pubblico.  Ecco i punti salienti della proposta di Legge promossa da FareAmbiente e URI (Unione Radiotaxi d'Italia) presentata proprio oggi, mercoled&igrave; 15 Aprile, presso la nuova aula del Palazzo dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati .Il primo firmatario della proposta &egrave; stato il deputato Oreste Pastorelli (PSI).  Il testo del disegno di Legge prevede anche finanziamenti (credito di Imposta del 41% fino ad una spesa di 75.000 Euro) per la realizzazione di infrastrutture per la ricarica di autovetture a zero emissioni (AZE).  Ecco le parole di Vincenzo Pepe-Presidente FareAmbiente:  "La mobilit&agrave; sostenibile &egrave; al centro dell'interesse di FareAmbiente, che da anni si batte per ridurre le emissioni di gas nocivi nell'atmosfera, ed &egrave; gi&agrave; stata peraltro promotrice della Legge Ghiglia che appunto incentivava la mobilit&agrave; sostenibile a emissioni zero. Per questo siamo in prima linea insieme ad URI per sostenere il ddl sulla mobilit&agrave; elettrica del trasporto pubblico e per richiedere incentivi significativi; ma &egrave; importante soprattutto il consenso sociale, sensibilizzare l'opinione pubblica per creare una cultura ambientale, per rendere pi&ugrave; vivibile le nostre citt&agrave;.&nbsp;Ottomila morti l'anno per polveri sottili in Italia, le famigerate PM10, sono inconcepibili. Nelle grandi citt&agrave; come Roma, Milano, Napoli, Firenze le concentrazioni di PM10 sono spesso sopra la norma e a farne le spese sono la salute dei cittadini".  Queste invece le parole di Loreno Bittarelli-Presidente URI-  "Siamo molto entusiasti di questa collaborazione finalizzata alla diffusione della mobilit&agrave; elettrica partendo dal servizio pubblico dei taxi. URI ribadisce con questa iniziativa il suo interesse per il trasporto eco-sostenibile. Gi&agrave; nel 2012 con il progetto 'Via col Verde', abbiamo dimostrato la fattibilit&agrave; concreta della mobilit&agrave; elettrica nel servizio taxi. 3570 &egrave; stata la prima Cooperativa RadioTaxi al mondo a produrre autonomamente energia verde per la ricarica dei taxi elettrici. L'energia viene prodotta anche per alimentare l&rsquo;intero sistema organizzativo, che include la centrale operativa, gli uffici amministrativi, la sala multimediale per la formazione e le assemblee dei soci, il reparto tecnico per l&rsquo;installazione e la manutenzione delle strumentazioni a bordo dei taxi, l&rsquo;impianto di autolavaggio (...)&nbsp;6 mesi fa inoltre abbiamo lanciato i primi due taxi elettrici d'Italia, i risultati devono far riflettere: le due vetture che hanno percorso circa 60.000 km, hanno evitato l'emissione di 3,5Kg di pm10 e 74 quintali di Co2. Le uniche criticit&agrave; emerse sono dovute ai costi eccessivi degli autoveicoli e all'inadeguatezza e alla mancanza di colonnine sul territorio".  Ecco le parole di Oreste Pastorelli-Deputato e primo firmatario del DDL:  "In Italia ogni hanno muoiono circa 8mila persone per inquinamento atmosferico. Se a questo aggiungiamo le malattie respiratorie, sempre dovute a tale causa, e ai costi che la comunit&agrave; deve sostenere per curarle, &egrave; facile capire come tale questione debba essere affrontata in maniera incisiva e in tempi rapidi. &Egrave;, dunque, indispensabile creare infrastrutture e reti di rifornimento adeguate affinch&eacute; i veicoli elettrici abbiano adeguata diffusione: procedere alla realizzazione di una rete di rifornimento costituita da impianti di ricarica veloce e fare in modo che i sistemi di ricarica siano standardizzati &egrave; l&rsquo;unico modo per portare il nostro Paese al livello di molti altri in Europa e nel mondo".&nbsp;  &nbsp;

URI e FareAmbiente hanno presentato una proposta di Legge volta ad aumentare la diffusione dei veicoli elettrici

FareAmbiente e URI uniti per la diffusione dell'elettrico

Il Consiglio Regionale della Regione Lombardia ha rinviato in Commissione (a giugno) il Progetto di Legge che prevede interventi correttivi (comprese le modifiche proposte dalla FMI) alle Leggi Regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale. Una decisione presa con l&rsquo;obiettivo di chiarire e specificare meglio il punto inerente la possibilit&agrave; di autorizzare manifestazioni motoristiche sulle strade agrosilvopastorali.  Secondo il relatore, Alessandro Fermi, il rinvio consentir&agrave; ai promotori di queste modifiche, di chiarire ancora meglio e pi&ugrave; dettagliatamente che con questa norma non si liberalizza arbitrariamente il traffico delle moto in montagna, ma si offre ai Sindaci la facolt&agrave; di autorizzare sui&nbsp; loro territori manifestazioni motociclistiche.

Rinviata a giugno la discussione sul Progetto di Legge

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