Nolangroup ha una lunga storia, e nella produzione dei caschi &egrave; uno dei marchi di punta. L&rsquo;azienda &egrave; stata la prima ad utilizzare gli stampi ad iniezione in policarbonato per la produzione di un casco, un innovativo materiale plastico sviluppato da General Electric con il marchio Lexan e gi&agrave; utilizzato per lo stampaggio dei caschi protettivi degli astronauti della missione Apollo. Il brand stesso, Nolan, nasce dall&rsquo;acronimo del nome del fondatore, Lander Nocchi, nel 1972. Da questo importante heritage, che verr&agrave; costantemente valorizzato, parte il futuro del marchio. Dal 2019 Nolangroup, insieme a Shark, Troy Lee Designs, Segura, Bering, Cairn e Casco, fa parte di 2Ride Holding, leader mondiale nel mercato dei dispositivi di protezione per gli sport estremi.  IL FATTORE UMANO   La sua sede &egrave; a Brembate di Sopra, a Bergamo, e ha pi&ugrave; di 33.000 metri quadrati di spazi che abbracciano due linee di produzione specializzate: fibra di carbonio e policarbonato, due dipartimenti interni di Ricerca e Sviluppo, Dipartimento Esperienza, Centro Stile, Controllo Qualit&agrave;, Vendite, Marketing e Amministrazione. I numeri possono dare idea della portata del mondo Nolangroup: sono 4.000 i caschi testati ogni anno nei laboratori interni, 22 milioni i caschi prodotti dal 1972, pi&ugrave; di 8.000 codici articoli gestiti all&rsquo;anno, 74 i titoli mondiali vinti fino ad oggi.&nbsp; Nolan, ora, vuole realizzare un oggetto che possa rappresentare ogni potenziale cliente del marchio. E tutto questo lo far&agrave; con il contributo del fattore umano, oggi gi&agrave; in azienda, grazie al rapporto simbiotico che si osserva tra i dipendenti e gli oggetti che realizzano: la macchina &egrave; essenziale, il contributo umano &egrave; fondamentale.  I cinque pilastri di Nolan    - utilizzo di materiali all&rsquo;avanguardia e di alta qualit&agrave;: materiali ricercati che rispettano alti standard qualitativi in ogni aspetto della produzione e verifica finale di ogni prodotto;  - applicazione di tecnologia avanzata e costante ricerca di un design accurato (Redefining Elegance &egrave; il mantra Nolan): l&rsquo;eleganza e il design sono parte integrante di un&rsquo;esperienza unica. Nolan combina tecnologia e design per creare caschi in grado di offrire prestazioni e stile;  - artigianalit&agrave; made in Italy: ogni casco &egrave; realizzato con una straordinaria attenzione ai dettagli, attingendo al ricco patrimonio dell&rsquo;artigianato italiano (il 90% dei fornitori di Nolan si trova in Italia);  - sicurezza e innovazione: il gruppo investe in ricerca e sviluppo integrando sistemi sempre pi&ugrave; avanzati nello sviluppo dei caschi offrendo ai motociclisti il massimo livello di protezione;  - prestazioni e comfort: i caschi Nolan sono progettati per garantire prestazioni, comfort e un fitting su misura.  ARRIVA XSeries   Dal 2024 Nolan vuole rivolgersi alla gamma in policarbonato a quella in fibra da ora identificata con la firma Xseries. Una scelta importante che segue l&rsquo;evoluzione del mercato; infine, grazie anche alla sua visione innovativa,, rafforza il proprio brand e i propri contenuti, presentando una gamma premium in tutti i segmenti che viene identificata da un nuovo nome ma che rispecchia al 100% i contenuti tecnologici che ne hanno determinato il successo  SICUREZZA STRADALE E GIOVANI: UN PROGETTO PER EDUCARE GLI ADOLESCENTI  &nbsp; 

Dal 2024 il marchio vuole rivolgersi alla gamma in policarbonato a quella in fibra da ora identificata con la firma Xseries

Nolan: addio a X-Lite e Grex, ecco XSeries

        Abbiamo parlato piu? volte dell&rsquo;internet of things ovvero della connessione a livello globale di oggetti&nbsp;per scambiare informazioni utili ad aumentare la sicurezza, o piu? in generale per semplificare la vita degli utenti. Nel nostro campo, le auto stanno diventando sempre piu? connesse, e a breve lo saranno anche i pneumatici! Ci sono infatti due novita? che sono in fase di introduzione nel mondo dei pneumatici, la prima interessa relativamente l&rsquo;utente, ma e? comunque degna di attenzione, la seconda invece potenzialmente puo? portare a vantaggi per tutti. Procediamo con ordine: il primo argomento riguarda l&rsquo;introduzione di un numero identificativo univoco per ogni singolo pneumatico: Bridgestone, Continental, Goodyear, Michelin e Pirelli si sono unite nella GDSO (Global Data Service Organization), organizzazione europea no profit che ha settato gli standard per l&rsquo;interscambio dei dati. Di cosa si stratta? Si tratta di una vera e propria identita? digitale che semplifica la gestione in tutte le fasi della vita di ogni singola copertura, dal momento in cui viene costruita, su quale veicolo viene installata (verificandone ovviamente anche la compatibilita?), i chilometri percorsi, eventuali fasi di ricostruzione, sino allo smaltimento finale. I benefici in termini logistici sono ovvi, ma si semplifichera? anche la manutenzione, i servizi postvendita e la gestione di garanzie e reclami. Questo identificativo e? inciso su un chip che funziona in sola lettura quindi non falsificabile, e non si tratta di un codice progressivo interno deciso da un singolo costruttore, e? una identificazione univoca a livello mondiale, proprio come avviene con i numeri di telaio, che da decenni sono passati dalla numerazione delle singole Case al VIN (Vehicle Identification Number), identico nella forma e nel significato della sequenza di caratteri per qualsiasi costruttore al mondo. Questa tecnologia e? gia? realta? sui veicoli pesanti e prossima a diffondersi anche nel trasporto leggero. Il chip  Ma l'idea di introdurre un chip all&rsquo;interno di un pneumatico ha aperto la porta a nuovi scenari che ci conducono alla seconda novita?: la realizzazione di un vero e proprio pneumatico connesso. I vantaggi quali saranno? E cosa si potra? avere in piu? rispetto agli attuali sistemi di monitoraggio della pressione (TPMS) che gia? comunque assicurano grandi vantaggi in termini di sicurezza di guida e riduzione dei consumi? Il passo in avanti ci sara? e sara? sensibile. Circa un anno fa abbiamo parlato della strada intrapresa dai grandi costruttori nell&rsquo;ambito della manutenzione predittiva, ovvero la manutenzione con interventi mirati all&rsquo;effettivo tipo di utilizzo di un veicolo. Ecco, la stessa cosa potra? avvenire con i pneumatici, inoltre essendo il pneumatico la vera interfaccia fra veicolo e asfalto, sara? anche uno strumento per aumentare in tempo reale sicurezza e comfort di guida. Il chip con antenna integrata crescera? in funzionalita? e potra? comunicare con l&rsquo;utente ed il veicolo, il flusso dati verra? elaborato da un software ad hoc e integrato nell&rsquo;elettronica di controllo che acquisira? informazioni circa il chilometraggio percorso, il carico dinamico, la temperatura del battistrada e, per la prima volta, situazioni potenzialmente pericolose del manto stradale, dalla presenza di acqua, alla scarsa aderenza, alla temperatura quest&rsquo;ultima non sempre correlata con quella ambientale. Sulla base di queste informazioni l&rsquo;auto sara? in grado di adeguare i propri sistemi di controllo e assistenza alla guida e potra?, inoltre, fornire le stesse indicazioni ad altri veicoli e alle infrastrutture esterne. Le funzionalita? sono destinate poi a crescere sempre piu?: il chip sara? in grado di mantenere sotto controllo anche l&rsquo;usura del battistrada quindi si potranno pianificare interventi di sostituzione calibrati senza sprechi e senza rischi. Inoltre, ne abbiamo parlato in queste pagine qualche mese fa, questi chip potranno collaborare con i sistemi di regolazione dinamica della pressione di gonfiaggio che non solo puo? essere mantenuta costante, ma potra? essere adeguata in maniera puntuale alle condizioni di carico, all&rsquo;andatura ed anche alle condizioni del manto stradale: una sinergia piu? che virtuosa che non potra? che migliorare la sicurezza di guida, i consumi e le prestazioni.  Quale sarebbe lo scenario? Che tempi possiamo ipotizzare per vedere queste tecnologie sui nostri veicoli? Vediamo tre ostacoli da superare: prima di tutto dobbiamo aspettare che si diffondano in maniera capillare su altre tipologie di veicoli, veicoli commerciali, flotte e car sharing ad esempio, dove ci sono forti interessi economici che spingono in questa direzione (in questo modo i costi di produzione verranno abbattuti), in secondo luogo bisogna capire in quanto tempo pesi e dimensioni del sistema verranno adattati a coperture mediamente piu? piccole e piu? leggere, da ultimo sara? compito dei costruttori di motocicli integrare questa tecnologia con i propri sistemi di bordo. Ad ogni modo stiamo parlando di anni e non di decenni. TECHNICAL FORUM: UNA DUE GIORNI DA MOTOCICLISTI CON HONDA       

Due novit&agrave; nel mondo (futuro) degli pneumatici, per renderli sempre pi&ugrave; sicuri, ecologici, confortevoli e... "predittivi". In pratica si potr&agrave; dialogare anche per riconoscere le situazioni potenzialmente pericolose durante la guida!

Sicurezza: in futuro parleremo con le gomme?

        Come cambier&agrave; la moto del futuro? Questa domanda &egrave; sempre stata nella fantasia dei motociclisti fin da quando le due ruote hanno iniziato a calcare le strade del mondo, e ancora una volta ci troviamo a fantasticare su come potrebbe essere la forma e la funzione dei mezzi che arriveranno fra 5, 10 o 20 anni. Al momento possiamo avere degli indizi su tecnologie che vengono studiate e sviluppate da start-up indipendendi e reparti ricerca e sviluppo delle Case, che guardano a un futuro molto prossimo e che si ispirano spesso e volentieri al mondo delle quattro ruote. Ecco 3 innovazioni che vedremo presto sulle moto che potremo comprare in concessionario. Radar evoluti e 360 view Parlando di tecnologie prese dal mondo auto, i radar rappresentano l'ultima implementazione sulle due ruote di una tecnologia gi&agrave; conosciuta e ormai largamente utilizzata. Con i radar attualmente installati in alcune moto del listino (BMW, Ducati, Triumph e Yamaha, solo per citarne alcune) si pu&ograve; monitorare l'angolo cieco e attivare il cruise control adattivo, ma le potenzialit&agrave; sono ampie e nel futuro arriveranno molte pi&ugrave; funzioni. Una novit&agrave; che vedremo presto, ad esempio, sar&agrave; la possibilit&agrave; del mezzo di mappare in modo accurato lo spazio attorno alla moto grazie a sensori e camere a 360&deg;. In questo modo il motociclista sar&agrave; sempre "protetto" da un sistema che segnala il conducente di pericoli immediati, che possono essere segnalati tramite vibrazioni sul manubrio o led sul cupolino e retrovisori. Inoltre le telecamere sempre attive aiuteranno le manovre di sorpasso o per ottimizzare la visuale posteriore, attivandosi quando viene inserita la freccia o a richiesta con la pressione di un pulsante.  &nbsp; Head Up Display e caschi a realt&agrave; aumentata Sempre in tema di sicurezza, ma anche di praticit&agrave; e comodit&agrave;, vedremo presto il debutto degli Head Up Display, che proietteranno sul cupolino trasparente informazioni utili al conducente, che differiscono dalle semplici informazioni visualizzate dalla strumentazione classica del mezzo. Con questa proiezione si potranno seguire le indicazioni del navigatore o ricevere informazioni immediate come avvisi di lavori in corso o incidenti lungo la strada che stiamo percorrendo. Le stesse informazioni potrebbero essere visualizzate anche grazie a caschi che proiettano sulla visiera (con un sistema molto simile) le info di cui abbiamo bisogno, in questo caso il casco funge da visore 3D offrendo un'esperienza di realt&agrave; aumentata che pu&ograve; essere pi&ugrave; avanzata rispetto a quella del semplice HUD. Per esempio, volgendo lo sguardo verso una pompa di benzina, potremmo avere a schermo il prezzo del carburante, o magari guardando un ristorante potremmo scoprire quante stelline ha su Tripadvisor. Questa tecnologia &egrave; in fase avanzata di sviluppo da parte di BMW Motorrad.  &nbsp; Posizione di guida regolabile elettricamente Tecnologia ed elettronica potrebbero portare a un nuovo modo di utilizzare la motocicletta e di "cucirsela addosso". In futuro ci saranno regolazioni multiple per i comandi e per la sella, attivabili elettricamente da men&ugrave; dedicati sulla strumentazione.&nbsp; Alcune moto sul mercato hanno gi&agrave; la possibilit&agrave; di regolare manopole e sella riscaldabili dallo schermo TFT, e la nuova frontier&agrave; sar&agrave; attivare motori elettrici su pedane, sella e manubrio che possono alzare, abbassare, avanzare e retrocedere questi elementi a piacimento. In questa maniera avere una posizione di guida perfetta non costringer&agrave; a cambiare fisicamente parti della moto, e la si potr&agrave; cambiare in qualsiasi istante.  Top5: che naked compro con 8.000 euro?         

La moto dei prossimi anni evolver&agrave; grazie alla tecnologia non solo a livello elettronico e meccanico, ma anche nella sicurezza e nell'ergonomia. Vi illustriamo alcune delle innovazioni che presto vedremo sulle moto di serie

Quali tecnologie cambieranno la moto in futuro?

La Stark Varg &egrave; stata aggiornata. La notizia arriva proprio dalla sua Casa Madre: la Stark Future. Ma cosa vanno a toccare gli aggiornamenti? Le prestazioni, che a loro volta migliorano l&#39;esperienza del pilota in sella. &Egrave; stato Anton Wass, CEO e fondatore di Stark Future, ha svelare tutti i miglioramenti apportati alla moto da cross elettrica.  L&#39;aggiornamento    Partiamo dal suo peso che, fra le novit&agrave;, &egrave; la cosa pi&ugrave; interessante: &egrave; di soli 118 kg. Secondo quanto riportato dal produttore di EV, &egrave; stato usato il telaio da cross pi&ugrave; leggero che ci sia. Il motore con case in fibra di carbonio &egrave; posizionato al centro, fra le due ruote della Stark Varg, ed eroga 81 CV di potenza.  Altro miglioramento apportato riguarda l&#39;aumento della capacit&agrave; della batteria, che &egrave; cresciuta a&nbsp;6,5 kWh, integrata in una struttura in magnesio a nido d&rsquo;ape con certificazione IP69K. E a quanto pare garantisce ben sei ore di guida &quot;leggera&quot;. Altro aggiornamento &egrave; sull&#39;esperienza del pilota, come si anticipava in apertura. Stark Future sfrutter&agrave; gli aggiornamenti via OTA per migliorare sempre il software della moto.  Inoltre, i clienti hanno la possibilit&agrave; di personalizzare la propria Stark Varg con oltre 100 modalit&agrave; di guida, modificando il freno motore, il controllo della trazione e molto altro. La Stark Varg &egrave; attualmente in consegna, e ha un prezzo di 12.900 euro.  TOP 10 Mercato: le moto pi&ugrave; vendute ad Aprile 

La batteria arriva a 6,5 kWh. Il mezzo si conferma leggerissimo con 118 Kg di peso dichiarato

Stark Future aggiorna la Varg: pi&ugrave; capacit&agrave; per la batteria e motore da 81 CV

Devo fare ammenda anch&rsquo;io: davanti al prototipo della Futura, disegnato da Pietro Arr&ugrave;, pronto a fotografarla per una rivista prima del debutto bavarese a Monaco (era la fine del 2000), mi lasciai trasportare dal sarcasmo: &ldquo;Che cos&rsquo;&egrave;? Uno scherzo? Avete dimenticato di montare anche i fianchetti?&rdquo;. Dubbi e critiche che in parte furono recepite. Poche settimane dopo viene ripresentata al Motor Show di Bologna con fianchetti tradizionali e specchietti pi&ugrave; gradevoli. Ma &egrave; il design spigoloso con grandi superfici tese a non piacere. Tutto troppo innovativo e solo il nome &ndash; Futura &ndash; sembra essere centrato. Il momento sembrerebbe quello giusto, catarsi di un&rsquo;epoca che entra nel nuovo millennio, e Aprilia lo interpreta come meglio crede. La moto c&rsquo;&egrave;, il design no e il prezzo &egrave; abbastanza alto. La Futura si dimostra un flop e nel 2004 viene interrotta la produzione.    APRILIA RS: BECCATA LA 440 SULLE STRADE INDIANE   &nbsp;  Aprilia RST 1000 Futura: le qualit&agrave;  In realt&agrave; la moto &egrave; valida, si gioca la palma della miglior sport tourer. Sportiva e performante come la Ducati ST4, affidabile quasi come una Honda VFR, comoda e guidabile come... un&rsquo;Aprilia. S&igrave;, le grosse Aprilia degli anni &rsquo;90 si sono gi&agrave; fatte conoscere come le migliori moto da guidare. La Futura non fa eccezione e in tutte le prove su strada le qualit&agrave; emergono subito. Con finiture e componentistica notevoli per l&rsquo;epoca. Un paio di esempi: lo scarico inox scatolato e catalizzato con silenziatore finale sottosella, e le borse di serie in tinta capienti e aderenti.  Le parole dei tester di In Moto (numero 4-2001) sono chiare: &ldquo;La Futura &egrave; ovviamente pi&ugrave; a suo agio sui percorsi ad  ampio respiro sebbene anche nelle svolte strette lo sterzo non accenni ad appesantirsi oppure a &ldquo;chiudersi&rdquo;. &Egrave; leggermente portata a deviare dalla rotta (sempre entro termini accettabili) nonch&eacute; a innescare qualche ondeggiamento sulle asperit&agrave; e modeste oscillazioni al salire della velocit&agrave;, complice la taratura turistica delle sospensioni. Basta indurirle un po&rsquo; e avere l&rsquo;accortezza di affrontare le curve tenendo bene in tiro il motore, evitando di destabilizzare il comportamento&rdquo;.  &nbsp;   Come accessori c&rsquo;era poco e niente. La borsa serbatoio originale Aprilia era quasi indispensabile. Oggi si possono adattare una delle tante borse non magnetiche per serbatoi mentre per il baulone non c&rsquo;&egrave; scampo. Aprilia sconsigliava ogni soluzione &ndash; per lo scarico sottosella &ndash; ma Hepco &amp; Becker aveva realizzato un telaietto per serrare uno dei loro bauloni.  Perch&egrave; comprare una Futura oggi?   Il passeggero sta comodo, sellone ben imbottito, pedane sufficientemente basse e maniglioni ampi. Solo una BMW pu&ograve; far meglio. Un ultimo consiglio per chi avesse voglia di sfruttare la grandissima longevit&agrave; del V-twin Rotax e abbia intenzione di macinare molti km: cercare subito il cuscinetto del mozzo posteriore. Si tratta di un cuscinetto fuori standard, fatto realizzare appositamente da Aprilia che spesso &egrave; da sostituire dopo 50.000 km. Il ricambio originale Aprilia costa oltre 600 euro, ma &egrave; meglio metterselo in casa finch&egrave; si trova. Gli altri difetti di giovent&ugrave; sono quasi certamente gi&agrave; stati risolti dai primi proletari. Una visita a un buon concessionario Aprilia per far controllare gli attacchi tubi carburante, aggiornamento mappatura centralina, alcune criticit&agrave; impianto elettrico.  Perch&egrave; comprare una Futura oggi? Perch&egrave; va bene, costa pochissimo, &egrave; originale e soprattutto in nero opaco (s&igrave;: 20 anni fa era gi&agrave; proposta in opaco!). Oggi &egrave; di una modernit&agrave; sorprendente. Scusa Pietro Arr&ugrave;.   APRILIA RST 1000 FUTURA IN BREVE    PREGI: Guidabilit&agrave;, prestazioni elevate, erogazione corposa, affidabililt&agrave; motore, frenata e set-up sospensioni. DIFETTI: Reperibilit&agrave; ricambi critica, serbatoio in plastica, scarsa offerta accessori, interesse storico relativo e a lungo termine.  Prestazioni dichiarate: Potenza 113 CV a 9.250 giri/min; coppia 9,78 kgm a 7.250 giri/min  Prestazioni rilevate:  Velocita? effettiva 239,1 km/h. Accelerazione 400 metri 11&rdquo;6 (196,6 km/h). Ripresa da 50 km/h in 6&deg;marcia 0-400 metri 14&rdquo;3 (159,2 km/h)   APRILIA RXV 4.5 DAKAR: IL SOGNO SFIORATO 

Un design unico per delle prestazioni che pochi hanno assaporato. La tourer di Noale &egrave; stata una grande incompresa, con uno stile che non fu apprezzato

Consigli usato, Aprilia RST 1000 Futura: turismo innovativo

L&#39;Aprilia RST 1000 Futura fu un vero flop quando usc&igrave; nel 2004. Design troppo innovativo per quei tempi, oggi di una modernit&agrave; sorprendente. Guidabilit&agrave;, prestazioni elevate, potenza notevole sono i pregi che il modello pu&ograve; vantare, qualche difetto non manca, soprattutto la reperibilit&agrave; dei pezzi di ricambio e la rarit&agrave; degli accessori.

Aprilia RST 1000 Futura FOTO

        Quanto ci gasano le Speeder Bike di Star Wars, ogni volta che guardiamo i film della serie? Nella fantasia di ogni motociclista, le moto che volano hanno sempre avuto uno spazietto dedicato, rimasto intatto da quando pensavamo solo a giocare, ignorando i principi della fisica e facendo volare di tutto come nei fumetti dei supereroi.&nbsp; C'&egrave; chi quel sogno non l'ha mai abbandonato e ha investito enormi somme per realizzare oggetti volanti che si cavalcano come motociclette, alcuni anche molto efficienti e in grado di percorrere discrete distanze senza troppi pericoli. La tecnologia attuale, per&ograve;, non permette di realizzare vere e proprie moto volanti e - pur essendo solo all'inizio - potrebbe non esserci alcun futuro per un concetto simile, almeno come noi lo immaginiamo. La motocicletta sta per terra, se vola &egrave; un'altra cosa  Sedersi su una sella e stringere un manubrio rende qualsiasi cosa una "moto"? In realt&agrave; no, bench&egrave; il nostro cervello sia molto propenso a fare questo collegamento ogni volta che stringiamo delle manopole fra le mani. Il concetto di motocicletta non si limita al modo di stare seduti sopra qualcosa di meccanico che si sposta nello spazio, ed &egrave; vincolato al contatto del mezzo con il suolo e a come usa la superficie sottostante per spostarsi solo ed eslcusivamente sul suo piano orizzontale: avanti, indietro, destra e sinistra e non anche in alto e in basso.&nbsp; Per intenderci, una motocicletta ha due ruote ed un motore ed &egrave; il concetto di base, se per&ograve; di ruote ne mettiamo 4 diventa un quad e bench&egrave; la dinamica cambi profondamente, rimaniamo sempre nel mondo motociclistico e dei suoi principi fisici... stessa cosa se al posto delle ruote ci sono slitte e cingoli e va sulla neve o se si sposta sull'acqua con uno scafo e un idrogetto. Una volta che svincoliamo il mezzo dal piano orizzontale mandandolo in direzione opposta alla forza di gravit&agrave;, entriamo in un altro campo: quello dell'aviazione. Qualsiasi cosa che decolli e atterri non pu&ograve; condividere regole fisiche, dinamiche e tecniche con mezzi che siamo abituati a guidare ogni giorno, anche se siamo seduti su una sella e stringiamo un manubrio. &nbsp; I limiti fisici e tecnici delle moto volanti&nbsp; Tutti i progetti di "moto volante" che abbiamo visto fino ad ora - almeno quelli che sono riusciti a percorrere almeno qualche decina di metri in volo - sfruttano un concetto di volo che ormai conosciamo bene... quello dei droni. Delle eliche girano e grazie all'inclinazione delle pale generano una spinta verso l'alto superiore a quella della forza di gravit&agrave;, permettendo al mezzo di staccarsi dal suolo e ascendere in verticale. Il posizionamento dei rotori e l'interazione di questi permette all'oggetto di spostarsi in tutte le direzioni. Nient'altro che l'evoluzione di una tecnologia che esiste da oltre un secolo, quella degli elicotteri. Che utilizzino una sella e una manubrio, o una cabina con tutti i confort, si tratta sempre di mezzi della stessa famiglia, con tutti i limiti del caso: decollo e atterraggio su superfici dedicate, grande spostamento d'aria dovuto ai rotori, rumorosit&agrave; esagerata, condizioni atmosferiche che influenzano il volo. I droni/elicotteri non curvano ma virano e le moto volanti non piegano ma ruotano sul loro asse verticale come gli aerei. Si potr&agrave; riderfinire il concetto soltanto se - in futuro - la tecnologia ci consentir&agrave; di annullare l'effetto della gravit&agrave; su un corpo e di conseguenza tutti i limiti dovuti all'attrito dell'aria, alla spinta verso il basso e all'inerzia dei corpi. Sui campi gravitazionali si conducono ricerche da decine e decine di anni, ma se anche riuscissimo - un giorno - a stare in sella a un mezzo che non &egrave; in alcun modo vincolato alla fisica terrestre, sarebbe ancora una volta qualcosa di nuovo e diverso e non definibile come motocicletta volante anche se - per semplicit&agrave; - continueremo di sicuro a chiamarle cos&igrave;!   Aerwins Xturismo: la moto volante &egrave; realt&agrave;       

Il bambino che vive dentro ognuno di noi vorrebbe, un giorno, provare una motocicletta che vola, proprio come nei film di fantascienza. Ma la realt&agrave; &egrave; ben diversa e in futuro non vedremo nessuna moto volante... perch&egrave; semplicemente non possono esistere!

Le moto volanti: Non esistono e non esisteranno mai

        La notizia &egrave; di quelle fresche e piuttosto interessanti. Il 29 dicembre 2022, infatti, la Eicher Motors Limited, la multinazionale a cui fa capo Royal Enfield, ha annunciato di voler investire nella startup spagnola di moto elettriche Stark Future, che ha gi&agrave; fatto molto parlare di s&eacute; con il primo modello (da cross), la Stark Varg. Un investimento da 50 milioni di euro Il debutto della moto da cross elettrica c&rsquo;&egrave; stato a dicembre 2021 e a gennaio 2022 sono stati aperti gli ordini: ben 1.000 unit&agrave; richieste nel primo giorno di preordini! Per averle nelle loro case, per&ograve;, i proprietari hanno dovuto aspettare. Anzi, stanno ancora aspettando: non arriver&agrave; nulla fino a marzo 2023. E adesso la notizia dell&rsquo;investimento della Eicher Motors. Le due aziende hanno iniziato la loro collaborazione in maniera silenziosa, prima di dare l&rsquo;annuncio sul finale dell&rsquo;anno. L&rsquo;investimento del Gruppo &egrave; di 50 milioni di euro, che equivale a circa il 10,3% delle azioni della Stark Future, oltre a un posto nel consiglio di amministrazione della startup spagnola. &ldquo;Siamo molto entusiasti di collaborare a stretto contatto con Stark Future, che &egrave; concentrato quanto noi sulle sfide, spingendo i confini e costruendo offerte differenziate in modo univoco per i motociclisti&rdquo;, ha detto il CEO di Royal Enfield B. Govindarajan in una nota. &ldquo;Oltre al puro potenziale di Stark Future, vediamo immense sinergie in questa partnership. Mentre si stanno espandendo e stanno pianificando il loro ingresso sul mercato a breve, supporteremo Stark nel processo di industrializzazione. Sebbene siano ritenuti leader nella tecnologia EV, in particolare nei componenti leggeri e nelle soluzioni innovative, noi di Royal Enfield attingeremo a queste capacit&agrave; per sviluppare le nostre piattaforme EV e pianificheremo anche di condividere alcune piattaforme EV in futuro&ldquo;, ha aggiunto. &Egrave; intervenuto anche Siddhartha Lal, amministratore delegato di Eicher Motors Ltd: &ldquo;Stark Future &egrave; stata in grado di comprendere e sfruttare il potenziale della tecnologia dei veicoli elettrici superando notevolmente le offerte ICE, senza scendere a compromessi su autonomia, peso, imballaggio e costi. Hanno creato una motocicletta da motocross assolutamente sbalorditiva, la Stark Varg, come ingresso nel mondo dei veicoli elettrici. Riteniamo che Stark Future abbia il pi&ugrave; alto potenziale di crescita reale nello spazio per il tempo libero dei veicoli elettrici con questo modello e il potenziale per utilizzare questa solida base per estendersi in altri segmenti contigui e oltre&rdquo;. STAZIONI DI RICARICA: QUALE &Egrave; LA SITUAZIONE IN ITALIA?       

La multinazionale a cui fa capo Royal Enfield ha fatto un investimento di 50 milioni di euro nella societ&agrave; spagnola che debuttato con Stark Varg

Eicher Motors investe nella startup di moto elettriche Stark Future

        Il motore elettrico &egrave; l'unico futuro possibile per il mondo dell'automotive? Ce lo chiediamo noi appassionati e se lo sono chiesto - ancora prima - i costruttori di auto e moto, che stanno spingendo molto su questa tecnologia e in parallelo cercano di sviluppare alternative che siano in grado di garantire un futuro anche al motore a combustione, come ad esempio carburanti alternativi e alimentazione a idrogeno. Di quest'ultimo si parlava 15 anni fa (BMW produsse in piccola serie la Hydrogen 7, che usava questa tecnologia), ma aziende come Yamaha e Kawasaki lo stanno prendendo nuovamente sul serio, perch&egrave; potrebbe essere il modo migliore di salvare dall'estinzione i motori a combustione interna. Un motore con bielle e pistoni, ma "pulito" Cosa vuol dire motore alimentato a idrogeno? Per farla breve e semplice, &egrave; un propulsore di tipo tradizionale a combustione interna che sostituisce l'idrogeno al carburante fossile. Suona semplice, ma non basta mettere un serbatoio di gas compresso al posto di quello della benzina, perch&egrave; la tecnologia adottata &egrave; super avanzata e ancora in fase di sviluppo, e richiede componenti pi&ugrave; robusti per tutto il motore (dalle valvole alle pompe, dalle bielle a candele speciali) che risulta pi&ugrave; costoso da progettare e produrre. Per il momento anche l'idrogeno &egrave; costoso sia da estrarre che da stoccare e trasportare. Infatti la sfida pi&ugrave; importante riguarda proprio lo stoccaggio del gas ad altissime pressioni all'interno di cisterne dei distributori e serbatoi dei mezzi, soprattutto quando si tratta di garantire autonomie simili ai classici benzina. Per quanto riguarda le emissioni nell'atmosfera, l'idrogeno &egrave; capace di annullare completamente l'emissione di Co2, e questo &egrave; grandioso, ma rilascia una piccola parte di NoX come risultato della combustione, quindi non si tratta di un motore a emissioni zero... ma quasi. Non dobbiamo confondere la tecnologia Idrogeno ICE (Internal Combustion Engine) con quella a idrogeno "Fuel Cell" (che per esempio Toyota propone sulla sua Mirage), dato che in questo caso l'elemento viene usato per generare corrente e far girare un motore elettrico. In questo caso le emissioni sono zero, ma rimane il problema della produzione del veicolo che non &egrave; a impatto zero come per tutte le elettriche ora sul mercato.  &nbsp; Potrebbe essere la salvezza dei motori "vecchio stile" In tanti stanno buttando un occhio sull'idrogeno, perch&egrave; pare si stia dimostrando come una tecnologia capace di essere sostenibile e duratura nel tempo. Necessita di sviluppo, ovviamente, ma lo scopo &egrave; quello di arrivare a far convivere la propulsione elettrica (con i fuel cell) e i motori a combustione (con l'idrogeno ICE), che potranno continuare a esistere con caratteristiche simili a quelle attuali. Non &egrave; utopia, ma un sogno che anima anche i big boss del settore, come Takeshi Yamada del reparto ricerca e sviluppo di Yamaha: "Per la loro natura, i motori a idrogeno ispirano simpatia e sono facili da utilizzare, anche senza ricorso ai sistemi elettronici di assistenza alla guida. Si tratta di una sfida in cui noi ingegneri possiamo calarci completamente. Personalmente non sono solo alla ricerca di prestazioni mozzafiato, ma sto anche cercando di far emergere un nuovo lato affascinante del motore a combustione interna che il mondo ancora non conosce"&nbsp; Pensate che - nel migliore dei casi - si potrebbe arrivare ad un motore a emissioni quasi azzerate ma anche con elettronica limitatissima, quindi qualcosa che potrebbe benissimo essere adattato a moto classic o entry level.&nbsp;L'evoluzione dell'idrogeno potrebbe inoltre portare a kit di conversione per motori a combustione tradizionali, cos&igrave; da poter garantire un futuro radioso anche ai mezzi vecchi e storici quando il carburante fossile sar&agrave; scomparso dalla rete di distribuzione. Sarebbe un sogno vedere, fra 100 anni, moto del 1900 ancora in splendida forma che girano per le strade assieme a quelli che saranno i mezzi del futuro.  Le moto e l'idrogeno: studi e progetti verso la carbon neutrality       

Mentre tutto il mondo automotive punta sull'elettrico, inizia a farsi strada la diversa possibilit&agrave; che potrebbe dare un nuovo futuro ai cari e amati motori a pistoni, con anche kit di conversione per youngtimer e oldtimer

Motori a scoppio: l'elisir di lunga vita passa dall'idrogeno

        Avrete chiaramente visto il proliferare di start up, progetti paralleli e concept pi&ugrave; o meno ufficiali che hanno come tema la mobilit&agrave; elettrica. Tutto il mondo automotive e del trasporto su gomma sta attraversando un cambiamento epocale che non vede solo nuove tecnologie ma anche nuovi modi di pensare lo stile e la praticit&agrave; dei mezzi, portandoci gi&agrave; con entrambi i piedi in una nuova era. Perch&egrave; lo stile delle moto sta cambiando? Per quanto riguarda le moto, il design delle elettriche &egrave; gi&agrave; entrato in una seconda fase. Dopo i primi esperimenti dello scorso decennio, con linee bizzarre, troppo futuristiche e non sempre piacevoli, si sta pian piano sposando uno stile che ricalca di pi&ugrave; le forme classiche delle due ruote, ma con una caratterizzazione decisamente particolare. In questa fascia possiamo trovare le ultime Zero SR-F, la Livewire di Harley Davidson e l'ultimissima TE-1 di Triumph, ancora prototipo ma dalle proporzioni molto "Speed Triple". Eppure nella mobilit&agrave; cittadina e nel mondo delle piccole startup innovative, si sta giocando tantissimo con lo stile andando ben oltre con l'immaginazione. Finalmente ci si sta accorgendo che a parte le ruote - che devono stare sempre e comunque una davanti all'altra, per tutto il resto si pu&ograve; lasciar correre la fantasia: il motore elettrico &egrave; di piccole dimensioni e pu&ograve; essere posizionato un po' ovunque, anche nel mozzo delle ruote, mentre le batterie/telaio non sono vincolate ad una forma specifica per poter funzionare, ma possono anche essere la X, a L, alte, basse, rotonde... insomma, con questa tecnologia non c'&egrave; limite tecnico all'immaginazione quando un disegnatore ha davanti a s&egrave; un foglio bianco.  In che direzione stiamo andando? &nbsp; Si va verso una diversificazione ancora maggiore del mercato, perch&egrave; con l'introduzione di nuovi stili e nuovi concetti si apre la strada a nuove categorie che possono aggiungersi a quelle (gi&agrave; tante) che affollano i listini ora. L'obbiettivo di chi produce moto &egrave; raggiungere nuovi target che non sono ben rappresentati dalle macroaree coperte dalle attuali proposte di mercato, quindi sar&agrave; molto pi&ugrave; probabile vedere le nuove elettriche diffondersi in numerose nicchie ristrette, e influenzare lo stile e i contenuti delle categorie di successo ora. Qualche esempio concreto? Nel mondo della urban mobility stanno nascendo nuovi modi di concepire lo scooter e si torna addirittura al minimalismo totale dei cari vecchi tuboni, ma con contenuti tecnologici e prestazionali degni di nota. La possibilit&agrave; di inventare mezzi con vani di carico ripartiti un po' ovunque, poi, sta dando il via a una sorta di bizzarra gara a chi lo fa "pi&ugrave; strano". BMW ha gi&agrave; aperto questo percorso anche agli scooteroni, con il particolarissimo CE 04. Per le categorie pi&ugrave; tradizionali, che hanno nel motore a combustione ancora la loro ragion d'essere, il proliferarsi dell'elettrico porter&agrave; nuove forme e nuova gestione degli spazi a bordo. Con la possibilit&agrave; di pensare telai e batterie delle forme pi&ugrave; particolari. Un design che probabilmente vedremo nel futuro anche fra i prodotti crossover e fuoristrada di serie &egrave; quello "a X" che gi&agrave; in diversi stanno proponendo con sospensione anteriore e posteriore a forcellone e corpo moto snello e sinuoso, ben sintetizzato dal concept KTM Light Adventure di Julien Lecreux.  Cosa piacer&agrave; al motociclista del futuro &nbsp; Chi andr&agrave; in moto, anche i pi&ugrave; tradizionalisti, impareranno a conoscere e ad apprezzare sempre di pi&ugrave; i prodotti elettrici man mano che questi si diffonderanno nelle nostre strade e si avranno pi&ugrave; possibilit&agrave; di toccarle con mano e provarle. E' molto difficile prevedere quali saranno le tendenze del futuro, ma a giudicare da quello che stiamo vedendo nel mercato auto si tender&agrave; ad esaltare linee fluide e organiche (come la Nawaracer), piuttosto che linee da navicella spaziale e da fantascienza anni '80 e '90. Ci sar&agrave; anche una propensione a uniformare i concetti che permetteranno alle moto elettriche di coesistere assieme a quelle a combustione, ma con contenuti e design differenti, perch&egrave; presumibilmente nei prossimi 10-15 anni i target per i due tipi di propulsione rimarranno nettamente separati. Di sicuro ci sar&agrave; pi&ugrave; apertura a idee nuove e soluzioni pratiche e funzionali, molto pi&ugrave; di quanto abbiamo visto finora.&nbsp;  Axiis Liion: la motard da 134 CV e 133 kg di peso       

Con il sistema di trazione elettrico, lo stile delle due ruote pu&ograve; cambiare in maniera radicale dando la possibilit&agrave; di esplorare soluzioni prima impensabili. Che direzione ha preso il lavoro dei designer?

Moto elettriche, design che si evolve: fin dove arriveremo?

Alla recente Kermesse veronese, presso lo stand della Federmoto, esposte quattro moto 125 anni &#39;90 della collezione privata di Dario Bedin. Aprilia Futura, Cagiva Freccia e Mito e Gilera SP-01 perfettamente restaurate. Tanti gli sguardi ammirati di giovani e meno giovani per questi gioielli che non sembrano risentire del tempo che passa Foto di Filippo Pandin

MBE 2022, in passerella a Verona le mitiche 125 Made in Italy

Evoluzione massima. La serie delle Futura prese forma e concretezza nel 1990, quando Aprilia present&ograve; il concetto pi&ugrave; estremo delle sue AF1 125. La nuova sportiva tagli&ograve; i ponti con la precedente Sintesi, proponendo una moto dalla spiccata indole corsaiola che dai precedenti modelli ereditava lo schema di telaio e forcellone, oltre al motore Rotax 123 dotato di valvola Rave 2 elettronica allo scarico (arrivata nel 1989), ma completamente rivista sotto il profilo delle linee, sempre pi&ugrave; vicine alle 250 da GP.  PASSO IN AVANTI    Nel 1991 a Noale spinsero ancora un po&#39; pi&ugrave; in l&agrave; l&#39;asticella, presentando la seconda variazione sul tema Futura, con modifiche&nbsp;meno sostanziali rispetto alla progenitrice del 1990 (plurivittoriosa nei campionati SP quell&#39;anno, quando&nbsp;si aggiudic&ograve; 22 gare su 27 e i due titoli &quot;Over&quot; e&nbsp;&quot;Under&quot; e&nbsp;con piloti come Max Biaggi), ma comunque molto efficaci sotto il profilo prestazionale.  Un lavoro di fino che interess&ograve; il motore, con l&#39;aggiunta di due luci in pi&ugrave; nel cilindro per migliorare l&#39;erogazione ai medi regimi, la gomma anteriore 110/70 (in luogo della precedente 100/80), forcella con steli ora da 40 mm (prima era da 38 mm), il forcellone maggiormente ricurvo per ospitare un pneumatico maggiorato (140/70 in luogo del precedente 130/70), lo scarico che adott&ograve; diversi volumi e la rapportatura finale.&nbsp; Sul fronte estetico spiccava il nuovo codone con due coreografiche prese d&#39;aria di ispirazione Honda NR e nuove colorazioni che la rendevano molto elegante pur senza sacrificarne quella grinta tipica delle 125 del periodo.  La Futura del 1991 venne in breve tempo affiancata dalla evocativa versione Replica (con colorazione &quot;Reggiani&quot; che ricalcava quella della moto del team interno nel Mondiale 250) e la versione Sport Pro, dotata di mono regolabile, centralina con diversa taratura dell&#39;apertura della valvola allo scarico, carburatore che da 34 mm pass&ograve; a 28 mm di diametro per rientrare nel regolamento delle gare SP e silenziatore con rivestimento in fibra di carbonio.  La scheda tecnica della Aprilia Futura si completava con prestazioni dichiarate che parlavano di 35 CV a 11.500 giri/min di potenza massima del piccolo propulsore 2 Tempi per una coppia di 2,6 kgm a 9.500 giri/min. 113,5 Kg il peso dichiarato a secco. Il prezzo era di 6.320.000 Lire, circa 3200 Euro al cambio. Oggi &egrave; molto richiesta dai collezionisti e le quotazioni per un modello ben messo si aggirano attorno ai 5000 euro e anche oltre per le versioni Replica e Sport Pro.    Gira pagina per leggera le impressioni di guida apparse sulla rivista nel 1991--&gt;  Aprilia RS 125 e Tuono 125: piccole sportive crescono  &nbsp;  Sapore di sport    In sella alla nuova Futura abbiamo riscoperto il piacere tipico delle moto delle moto sportive con il busto moderatamente caricato in avanti, la sella che &quot;spinge&quot;, l&#39;angolazione accentuata dei semimanubri senza per&ograve;&nbsp;avvertire affaticamenti fisici. Il dimensionamento della parte centrale facilita il perfetto inserimento del pilota (con particolare riferimento a quelli di taglia media) al quale &egrave; lasciata ampia libert&agrave; di muoversi alla ricerca della posizione ottimale. In questo primo contatto dinamico abbiamo riscoperto la sensazione di facilit&agrave; di guida, la sicurezza e l&#39;immediato feeling che caratterizzava la precedente versione. Tremendamente efficace su qualsiasi percorso, sulle intricate strade, &egrave; stato possibile riscontrare la solidit&agrave; dell&#39;avantreno, ora forse fin troppo &quot;caricato&quot;, insensibile anche sul veloce alle&nbsp;malformazioni del manto stradale. A trarne vantaggio &egrave; la precisione direzionale ma soprattutto la stabilit&agrave; e&nbsp;il rigore con cui questa moto sportiva non devia di un solo millimetro dalla traiettoria impostata.    Il rendimento delle sospensioni, a fronte di un pi&ugrave; calibrato controllo del freno idraulico di cui &egrave; dotata la forcella, &egrave; certamente consono all&#39;impiego sportivo cos&igrave; come le splendide performance fornite dal poderoso impianto frenante certamente adatto ad equipaggiare moto ben pi&ugrave; potenti. In particolare il singolo disco all&#39;avantreno, a doti di grande modulabilit&agrave; abbina un comando al manubrio ben dosabile e che, rispetto al precedente, pu&ograve; contare su di una minore distanza della leva dalla manopola. Il motore pi&ugrave; che impressionare sotto il profilo della potenza pura si &egrave; rivelato certamente in possesso di estrema regolarit&agrave; nella erogazione e trattabilit&agrave; anche a&nbsp;un modesto numero di giri. Con il passare del tempo, infatti, l&#39;evoluzione di questo motore non &egrave; stata solo improntata alla ricerca di qualche cavallo in pi&ugrave; quanto a&nbsp;un pi&ugrave; omogeneo funzionamento della valvola elettronica Rave 2. Un lavoro certamente impegnativo che, comunque, ha portato a&nbsp;un funzionamento tra i pi&ugrave; lineari, senza per questo limitarne le ottime capacit&agrave; di allungo.  Rewind, Gilera GFR 125: il canto del cigno 

Fu l&#39;apice di un progetto nato nel 1987 e culminato con questa sportiva dal look elegante e prestazioni ai vertici&nbsp;della categoria. Assieme alle versioni Replica e Sport Pro segn&ograve; il passaggio di consegne alla successiva serie RS

Rewind, Aprilia Af1 Futura 1991: sportiva con classe

Nel 1991 la Futura vide aggiornamenti alla livrea, con nuove colorazioni, un rivisto codone (che spiccava per le due prese d&#39;aria poste sui fianchetti) un aggiornato forcellone per una nuova misura della gomma da &quot;140&quot;, forcella con steli da 40 mm ed il ritorno della Replica. A queste si affianc&ograve; la Sport Pro con carburatore da 28mm, per correre nel campionato SP, scarico con silenziatore dotato di cover in fibra di carbonio e mono posteriore completamente regolabile

Aprilia Futura 1991 FOTO

Sar&agrave; il Covid, sar&agrave; questo rapido cambiamento della societ&agrave; che non ci permette di programmare a lungo termine, ma lo slogan di EICMA 2021 &quot;Oggi riapre il futuro&quot; non &egrave; stato rispettato pi&ugrave; di tanto. Fra i padiglioni della Fiera di Milano abbiamo visto tante novit&agrave; ma poche visioni futuristiche, con i vari produttori che si sono concentrati su modelli che entraranno a brevissimo sul mercato (o che ci sono gi&agrave;) e concept che di concettuale hanno ben poco, essendo modelli pre-produzione e prototipi di moto praticamente definitive.&nbsp;  I veri guizzi nel futuro li contiamo sulle dita di una mano  Fino a pochi anni fa i saloni di moto (ma anche quelli di auto) avevano due scopi fondamentali: in primis presentare al pubblico i modelli che l&#39;anno dopo avrebbero trovato in concessionaria, e per secondo la proposta di concept e idee di moto e tecnologie ancora inesistenti, con lo scopo di sondare il parere del pubblico e capire se i progetti dei tecnici e designer sono fattibili o meno.  Questo secondo aspetto &egrave; stato messo da parte quasi definitivamente, perch&egrave; quest&#39;anno EICMA &egrave; stato un concentrato di concretezza. Decine di moto cinesi che affermano la loro presenza sul mercato con prodotti veri e validi, e nuove moto da parte dei costruttori storici che non fanno gridare alla rivoluzione ma confermano piani aziendali in linea col passato (ad esclusione di Moto Guzzi, che con la V100 ha portato l&#39;azienda a uno step importante)    CFMoto SR-C21: il concept da urlo della SBK made in China  &nbsp;  Concept o solo prototipi preserie?  I concept, per&ograve;, c&#39;erano e ci raccontano parecchio di come le case stiano marciando con prudenza. MV Agusta con il suo progetto Lucky Explorer ha presentato i Concept 9.5 e 5.5, entrambi non proprio coerenti all&#39;idea del concept perch&egrave; in fase di sviluppo avanzato. Non sono esercizi di stile volti a tastare e stimolare gli appassionati, ma presentazioni di progetti gi&agrave; confermati e quasi terminati, nel caso della 5.5 si pu&ograve; pure dire gi&agrave; pronti per la produzione.  Chi poi ha portato idee interessanti &egrave; CF Moto con la sua SR-C21, una sportiva che rispetta un po&#39; di pi&ugrave; l&#39;idea di concept. Con questa moto la casa cinese ha urlato al mondo &quot;eccoci, siamo pronti a fare una sportiva all&#39;altezza di voi europei&quot;, ma non abbiamo ben capito se la moto &egrave; gi&agrave; in fase avanzata di sviluppo o meno. A giudicare da telaio, strumentazione e altri piccoli dettagli (per esempio il blocchetto chiave) sembra che sotto quelle carene un po&#39; osate esista una moto vera e concreta. Non ci stupirebbe vederla al prossimo EICMA gi&agrave; in versione di serie.    &nbsp;  Solo Honda ha guardato nel futuro  Honda, dal canto suo, &egrave; l&#39;unica che ha seguito la regola e ha proposto una vera idea futuristica: la nuova Hornet. Non &egrave; stata presentata come moto al salone, ma &egrave; stato mostrato un video e una maquette di quelle che potrebbero essere le linee del modello. Non esiste una moto vera, finora, ma soltanto la voglia di dire agli appassionati &quot;stiamo lavorando sul ritorno della Hornet, che ne dite? ci sta?&quot;.  Quindi tutto il resto di EICMA 2021 &egrave; stato motociclismo concreto, con crossover e scooter che possiamo vedere, toccare e comprare. Sono modelli nuovi ma basati su piattaforme gi&agrave; ben rodate e aggiornamenti di modelli che sul mercato ci sono da anni. Dove &egrave; finito davvero il futuro? Vedremo se il prossimo EICMA saremo fuori dalla pandemia e se le case ricominceranno a guardare pi&ugrave; avanti e a proporre idee davvero innovative. Per ora abbiamo ben chiaro di come sar&agrave; il futuro solo a breve termine.    EICMA 2021: qualcosa &egrave; cambiato nei motociclisti? 

Tra le cose che abbiamo visto al Salone, una ci &egrave; sfuggita di sicuro: una prospettiva del futuro a lungo termine. Al netto di qualche eccezione sono mancati concept futuristici, idee innovative, in favore di una concreta realt&agrave; e moto pronte per la produzione

EICMA: proposte tante ma poche le idee per il futuro

        Come avrete sicuramente appreso il Premio Nobel 2021 per la fisica &egrave; stato assegnato a Giorgio Parisi, professore emerito dell'Universit&agrave; Sapienza di Roma e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nonch&eacute; vicepresidente dell'Accademia dei Lincei. Al di l&agrave; delle cariche che ricopre, Parisi &egrave; una figura importantissima della comunit&agrave; scientifica italiana ma non solo come dimostra appunto il prestigioso riconoscimento. In queste ore stiamo tutti un po' imparando a conoscere la sua figura grazie alle tante interviste rilasciate alla stampa che dimostrano come il professor Parisi sia oltre che uno studioso anche un capace divulgatore. ORDINE E CAOS La motivazione ufficiale del Premio Nobel &egrave; "per la scoperta dell'interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria" che per molti di noi non avvezzi a masticare libri di fisica pu&ograve; non essere di immediata comprensione. Ci ha pensato lo stesso Parisi a "tradurre" in modo pi&ugrave; semplice l'oggetto dei suoi studi ovvero i cosiddetti "sistemi complessi" dove regnano disordine e casualit&agrave;. Pensate ad esempio alle molecole d'acqua che compongono una cascata: c'&egrave; una regola o pi&ugrave; regole che ne governano la caduta? Come si relazionano tra di loro? Queste sono il tipo di domande a cui - in modo molto molto semplificato, perdonateci - lo studio cerca di dare risposta. Capire quali leggi governano il mondo &egrave; il compito della fisica e questi studi hanno portato, ad esempio, a conoscere meglio le reazioni del nostro pianeta anche sulla questione ambientale e sulle previsioni climatiche. Tra le implicazioni di questi studi c'&egrave; anche l'Intelligenza Artificiale, un tema forse pi&ugrave; "pop", con il quale siamo gi&agrave; pi&ugrave; abituati a fare i conti visto il nostro rapporto morboso con la tecnologia da taschino. E quando si parla di AI chiaramente non si intende soltanto quella ludica ma anche quella che trova e trover&agrave; applicazioni fondamentali come la ricerca medicale o la guida autonoma, un argomento quest'ultimo che ci tocca da vicino. Pensiamo ad esempio al traffico di Roma: non &egrave; forse un sistema complesso governato da disordine e casualit&agrave;? Il futuro prossimo? Sempre pi&ugrave; guida autonoma Rispondendo alle domande del Corriere della Sera &egrave; lo stesso Parisi a tirare in ballo la guida autonoma dell'automobile: "&Egrave; un campo dove si sta andando avanti molto lentamente, ma penso che fra dieci anni ci si arriver&agrave;, cos&igrave; si ridurranno gli incidenti automobilistici. L&rsquo;intelligenza artificiale ha la capacit&agrave; di informarsi sul mondo esterno molto meglio dell&rsquo;uomo". La posizione viene ribadita anche in un'intervista su Il Messaggero quando gli viene chiesto se le auto a guida autonoma arriveranno: "S&igrave;, ho l'impressione che gli annunci delle case automobilistiche siano motivati dalla ricerca di finanziamenti dei loro progetti, per&ograve; le auto arriveranno e saranno un cambiamento enorme delle nostre abitudini. Spariranno i taxi, le persone che fanno le consegne, in parte anche le auto private, ma spero che si compia la transizione ecologica perch&eacute; siamo in una situazione molto grave in merito al cambiamento climatico, dobbiamo diminuire l'impatto sulle risorse limitate del pianeta&rdquo;.  Grazie all'applicazione corretta dell'intelligenza artificiale, dunque, cambier&agrave; il nostro modo di vivere i trasporti e l'orizzonte temporale &egrave; piuttosto prossimo stando a quanto dichiarato da Parisi. Dovremo cambiare qualche abitudine, &egrave; certo, ma sprecheremo molto meno tempo nel traffico delle nostre citt&agrave; e molte meno risorse questo &egrave; chiaro.  Ma che ne sar&agrave; del divertimento?  Tuttavia noi motociclisti, anche senza voler essere reazionari, siamo legati ad un feticcio e ad un modo di intendere la guida che trascende la mera utilit&agrave; di spostarsi da A a B. Guidiamo per piacere. Intendiamoci, non siamo gli unici, ma forse per noi &egrave; pi&ugrave; evidente che per altri. La moto &egrave; uno strumento di piacere e divertimento. Eppure &egrave; allo stesso tempo un veicolo che dovr&agrave; inserirsi nel sistema complesso di cui sopra. Gi&agrave; da qualche tempo stiamo assistendo all'introduzione di sistemi sempre pi&ugrave; intelligenti sulle nostre moto, in grado di prevedere ci&ograve; che succeder&agrave; come i radar sviluppati di Bosch che ritroviamo gi&agrave; su alcune moto di serie. Abbiamo anche gi&agrave; visto degli esperimenti di guida autonoma funzionanti sia da parte di BMW, sia di Yamaha e di Honda con la fidata due ruote che addirittura si muove da sola per raggiungerci. Dobbiamo dunque aspettarci un futuro a guida autonoma anche sulle moto?   La risposta non &egrave; scontata ed &egrave; difficile dalla posizione in cui siamo ora poter fare previsioni che abbiano un briciolo di certezza. Non dobbiamo per&ograve; pensare che le Case motociclistiche siano governate esclusivamente da ragioni di marketing o tecnologiche perch&eacute; la componente passionale &egrave; ben radicata e la stessa domanda che ci stiamo ponendo in queste righe se la pone anche chi progetta i nostri oggetti del desiderio e che poi... ce li deve vendere.  &Egrave; nostra convinzione che la moto rimarr&agrave; un piacere e, anzi, avr&agrave; l'opportunit&agrave; di esserlo sempre di pi&ugrave;.  Di certo sar&agrave; pi&ugrave; sicura e pi&ugrave; connessa con la realt&agrave; circostante, questo appare oggi pi&ugrave; inevitabile che mai, ma potr&agrave; trarre vantaggio dal ritrovato ordine del sistema. Se ci affideremo per ogni spostamento all'intelligenza artificiale, se qualsiasi veicolo sar&agrave; autonomo e cos&igrave; disciplinato, prevedibile, ecco che afferrare un manubrio per provare l'esperienza della guida sar&agrave;, oltre che eversivo nel suo piccolo, anche pi&ugrave; sicuro ancora pi&ugrave; magico. La nostra pi&ugrave; che una vera previsione &egrave; dunque un augurio, una speranza.   Voi come la pensate? Fatecelo sapere a posta@inmoto.it        

Lo studio dei sistemi complessi del professor Parisi, Nobel per la fisica, ha implicazioni concrete sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale e riporta di attualit&agrave; il tema della guida autonoma

Guida autonoma e intelligenza artificiale: per i motociclisti sarà la fine o un nuovo inizio?

Il nuovo millennio &egrave; iniziato da poco, ma l&#39;evoluzione delle moto corre a velocit&agrave; esagerata. In questi ultimi due decenni abbiamo assistito alla nascita di moto gi&agrave; diventate leggendarie e il susseguirsi di tanti modelli e categorie di minore o maggiore successo. Fra queste ci sono anche moto presentate come rivoluzionarie e dalle caratteristiche uniche, che per diverse ragioni non hanno avuto il riscontro che avrebbero meritato perch&egrave; incomprese, sfortunate o sottovalutate dalla stessa casa che le ha prodotte, ecco un breve elenco delle pi&ugrave; rappresentative dal 2000 ad oggi.  Scopriamo quali sono:  &nbsp;  Aprilia RST1000 Futura    Questa moto basta guardarla per capire che nell&#39;anno di presentazione, il 2001, sembrava arrivare direttamente dal futuro (come dice il nome) o da un altro pianeta. Uno stile cos&igrave; personale e particolare &egrave; difficile trovarlo anche nelle moto di oggi, tanto che non sfigurerebbe in uno showroom accanto alle V4 contemporanee.&nbsp;  La RST aveva caratteristiche tipiche delle Sport Touring, con il motore Rotax V60 preso dalla RSV 1000 debitamente rivisto per un utilizzo stradale, ciclistica goduriosa in tipico stile Aprilia e comfort pi&ugrave; che discreto per i lunghi viaggi. Anche l&#39;affidabilit&agrave; non era male, con una meccanica robusta e solo qualche problema a livello elettrico per la non perfetta fattura dell&#39;impianto e della strumentazione digitale. L&#39;estetica fu molto apprezzata da alcuni, troppo osata secondo altri, ma il vero problema di questa moto fu una pessima comunicazione aziendale, un grosso problema con l&#39;assistenza e il post-vendita e un prezzo di listino abbastanza alto.&nbsp;  Ne vendettero poche, tanto che venne tolta dal listino dopo appena 3 anni. Ora gli appassionati la stanno cercando di nuovo, e dalle quotazioni degli scorsi anni che sfiorano il ridicolo stiamo passando ai 3.000/3.5000 euro per un esemplare in buone condizioni.  &nbsp;  Ducati Multistrada 1000/1100    La prima generazione della Multistrada non &egrave; stata un flop come altre moto in questo elenco, ma tuttora ha l&#39;etichetta di &ldquo;moto brutta&rdquo; secondo la maggior parte dei motociclisti. L&#39;estetica &egrave; qualcosa di molto particolare in questa moto, dato che non assomiglia a nulla fatto in precedenza (e pure in seguito). Quel cupolino sdoppiato con la parte alta fedele al manubrio, lo scarico alto sotto la sella e le linee squadrate hanno fatto passare in sordina la vera qualit&agrave; di questa moto: una guida a dir poco entusiasmante.&nbsp;  La prima serie con motore 1000 vide la luce nel 2003 quasi parallelamente all&#39;altrettanto discutissima 999. La Multi fu osannata per le sue caratteristiche da crossover a met&agrave; fra un motard e una turistica che garantiva una guida veloce, divertente e discreto comfort, nessuna moto prima aveva unito queste caratteristiche in un unico prodotto. Osannata dalla stampa del settore ma meno apprezzata dall&#39;utenza che badava molto pi&ugrave; all&#39;estetica, ha avuto un discreto successo e una sorprendente longevit&agrave;, ma ci si chiede ancora se con uno stile pi&ugrave; &ldquo;normale&rdquo; sarebbe diventata un vero best seller. Le quotazioni sono ancora sotto i 4.000 per una serie pi&ugrave; recente, ma sono in salita perch&eacute; cresce l&#39;attenzione per le youngtimer.  &nbsp;  Triumph Sprint ST 1050    Nel periodo della rinascita Triumph dopo qualche anno di immobilismo, fu presentato il motore tre cilindri da 1050 che ha letteralmente ritirato su le sorti dell&#39;azienda. Una delle applicazioni pi&ugrave; riuscite &egrave; sulla Sprint ST, entrata in listino nel 2005 con un design inedito e un po&#39; azzardato. Triplo proiettore anteriore incastonato in una cornice argentata, al posteriore uno scarico alto con tripla uscita e una linea in generale pulita e lineare.  Nata per contrastare i best seller della categoria Sport Touring, purtroppo non ci &egrave; andata nemmeno vicina a causa di un&#39;estetica mal digerita anche dai clienti del Nord Europa, dove il modello precedente con motore 955 aveva avuto discreto successo. Nel 2010 viene aggiornata con un telaio pi&ugrave; lungo, un codino senza scarico alto e la sigla GT, a sottolineare le potenziate capacit&agrave; turistiche. L&#39;operazione non ha sortito l&#39;effetto sperato ed &egrave; uscita dalle scene nel 2013, lasciando il listino orfano di una delle pi&ugrave; equilibrate e carismatiche sport touring degli ultimi 20 anni.  &nbsp;  Ducati Sport Classic    La serie di moto con stile retro-moderno di Ducati &egrave; un esempio di &ldquo;case history&rdquo; per una tesi universitaria sul mercato motociclistico. La serie si divideva in tre modelli, la Sport 1000 nuda, la Sport 1000 S col cupolino e la GT 1000 con manubrio alto e sella accogliente, e tutte rappresentavano la visione moderna delle gloriose moto degli anni 60 e 70, strizzando l&#39;occhio a un&#39;utenza di nicchia che cercava prestazioni moderne e stile classico. Quest&#39;utenza per&ograve; si rivel&ograve; pi&ugrave; ristretta di quanto il marchio potesse immaginare e le vendite furono un buco nell&#39;acqua, bench&egrave; tutti (stampa e appassionati) ritenessero queste moto uno splendido esempio di design e stile italiano.  L&#39;unico difetto era un telaio un po&#39; troppo rigido e una guida molto fisica, ma dopotutto si trattava di moto costruite sulla base della SuperSport con motore DesmoDue, quindi vere sportive Made in Bologna. Durarono dal 2006 al 2009 (un anno in pi&ugrave; per la GT) e chiusero per sempre il progetto neoclassico di Ducati. A distanza di pochi anni, per&ograve;, fra gli appassionati &egrave; scoppiata la passione del vintage e queste incomprese e snobbate sportive sono diventate il sacro graal sul mercato dell&#39;usato. Se ne state cercando una preparatevi a spendere pi&ugrave; di quanto pensate (sempre che ne troviate una).  &nbsp;  Husqvarna Nuda 900    Nel 2007 BMW ha acquistato la Husqvarna in profonda crisi dalla MV Agusta per portare avanti un piano di investimenti e una rinascita del marchio. Inizialmente le energie della nuova propriet&agrave; si concentrarono sul reparto enduro, pi&ugrave; che altro per portare l&#39;ottima tecnologia e know-how del marchio svedese sulle moto tedesche. Nel 2012 per&ograve; arriva la svolta, con la presentazione della Nuda 900, una funbike da 105CV per 175kg con motore della serie 800 di BMW debitamente rivisto per avere pi&ugrave; carattere.  L&#39;estetica personalissima con superfici concave e convesse dava alla moto un&#39;originalit&agrave; mai vista ma la vera forza era una guida a met&agrave; fra una naked leggera e un motardone, qualcosa di paragonabile alla Hypermotard di Ducati ma con ancora pi&ugrave; facilit&agrave; di guida e motore pi&ugrave; gestibile. Una moto eccellente sotto tutti i punti di vista che per&ograve; ebbe vita molto breve. Nel 2013, appena un anno dopo la presentazione, KTM acquist&ograve; Husqvarna da BMW e cancell&ograve; completamente il progetto Nuda 900, togliendola dal listino immediatamente e sostituendo le enduro con delle KTM ribrandizzate. Nel frattempo qualche Nuda &egrave; stata venduta, ma sono veramente poche in giro. Una delle moto pi&ugrave; ingiustamente sfortunate della storia delle due ruote.  Moto del passato: altre grandi incomprese 

Nell&#39;epoca pi&ugrave; recente si sono visti grandi successi, ma anche alcuni modelli ingiustamente ignorati o dal triste destino per colpe non loro. Ecco 5 esempi

Le moto pi&ugrave; incomprese e sfortunate degli ultimi 20 anni

EICMA 2019: Qual è il concept che vorreste vedere presto in strada? VOTA

Tecnologiche, attente alla sicurezza, ma senza tralasciare il design. Tra concept e novità, la moto, o meglio le moto, guardano al futuro e lo fanno con un occhio attento alla riduzione di consumi ed emissioni; materiali sempre più leggeri e resistenti con un look a volte estremo che attinge al passato rendendo omaggio ad alcune moto che hanno fatto la storia delle due ruote; il tutto senza tralasciare la tecnologia, vera protagonista del futuro delle motociclette, come gli schermi touchscreen che permettono un accesso sempre più rapido e agevolato a tutti i parametri e le informazioni a bordo. Ma non solo! Ecco una carrellata di tutti i progetti più particolari apparsi di recente 

Il futuro viaggia su… due ruote - LE FOTO

        X-Fit Future &egrave; stato progettato da Acerbis con l&rsquo;obiettivo di creare un prodotto confortevole, leggero, traspirante e, al tempo stesso, capace di offrire la massima protezione. E&rsquo; nato cos&igrave;, il nuovo body armoue, come prodotto trasversale, adatto ad ogni esigenza sportiva, dove essere sia protetti che liberi di muoversi fa la differenza. COM&rsquo;E&rsquo; REALIZZATO &ndash; E&rsquo; composto da un tessuto seamless in polipropilene e nylon Dryarn ad elevata elasticit&agrave;, con tramature differenti nei punti di sudorazione per garantirne la traspirabilit&agrave;. Ha protezioni asportabili per petto, schiena, spalle e gomiti in materiale visco-elastico con shock-absorbing system, tutte omologate e ridisegnate per il minimo ingombro. Chiusura tramite cerniera laterale. Il body armour si completa con placche morbide in memory foam, studiate per proteggere l&rsquo;area dei fianchi. TAGLIE E PREZZI &ndash; Il body armour X-Fit Future &egrave; realizzato anche per i pi&ugrave; piccoli. Ha &nbsp;le stesse caratteristiche della versione per adulti, senza l&rsquo;ingombro della protezione fianchi. Taglie: S/M - L/XL - XXL - Prezzo: &euro; 189,95 Taglie Kid: S/M - L/XL - Prezzo Kid: &euro; 159,95       

Protettivo ma leggero e traspirante, per ogni esigenza sportiva: X-Fit Future ha protezioni rimovibili per petto, schiena, spalle e gomiti con shock-absorbing system

Il nuovo body armour di Acerbis

Le vendite di moto languono? Occorre cercare nuovi scenari. Difficile, in effetti, pensare che sia stata questa la considerazione alla base della scelta di Suzuki di colonizzare lo spazio. O meglio, di investire in chi culla questo ambizioso progetto.  FIGLI DELLE STELLE - Si chiama iSpace la societ&agrave; giapponese che lavora alacremente per realizzare la prima colonia stabile autosufficiente di umani sulla luna. Non solo, quindi, un semplice andirivieni di moduli spaziali, ma una struttura complessa basata sulla produzione in loco di energia, sulla realizzazione di sistemi di comunicazione, di attivit&agrave; agricole fondate su colture idroponiche, trasporti, medicina e&hellip; persino turismo. iSpace &egrave; convinta, entro il 2040, di riuscire a portare sulla luna i primi 1.000 abitanti e circa 10.000 visitatori.  E A QUANTO PARE ne &egrave; convinta anche Suzuki, che ha deciso di supportare il progetto con un importante investimento, anche se la quota maggiore, al momento, &egrave; stata versata da Japan Airlines. Circa 90 milioni di dollari la cifra raccolta fino ad ora.  PILOTI SUZUKI SIETE AVVISATI&hellip; senza risultati, sarete i primi ad essere sparati in orbita!   

La Casa giapponese investe in un ambizioso progetto per colonizzare la luna. VIDEO

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