        Il Motor Bike Expo, che si svolger&agrave; questo weekend di gennaio a Veronafiere, segna l'inizio di una serie di eventi dedicati al mondo delle moto. Uno dei prossimi appuntamenti da tenere a mente &egrave; quello che si terr&agrave; a Fiera di Roma, Motodays, che proprio per le date scelte &ndash; dall'8 al 10 marzo &ndash; avr&agrave; una giornata dedicata alle donne. Questa sar&agrave; infatti celebrata con l'evento speciale &ldquo;Motociclista Sostantivo Femminile&rdquo;, dedicato alle appassionate di motociclismo. Premiazioni e programma L'iniziativa, patrocinata da Sport &amp; Salute, sar&agrave; ricca di formazione sia in pista che in aula, dove chi parteciper&agrave; potr&agrave; godersi racconti di viaggio in cui donne motocicliste sono state al centro di incredibili avventure, ma il momento pi&ugrave; importante sar&agrave; quello della premiazione delle donne professioniste del motociclismo. La giornata si concluder&agrave; con una loro parata, con destinazione Roma centro in serata. Infine l'8 marzo, per rendere loro omaggio, l'ingresso sar&agrave; gratuito per tutte le visitatrici. MOTODAYS 2024: L'EDIZIONE DI ROMA TORNA DALL'8 AL 10 MARZO        

L'universo femminile sar&agrave; festeggiato nella giornata dedicata con l'evento speciale &ldquo;Motociclista Sostantivo Femminile&rdquo;

Motodays 2024: l'8 marzo si festeggia la donna con eventi dedicati

Le donne amano le moto. Sar&agrave; perch&eacute; si rivedono in loro, forti e ruggenti, eppure non &egrave; raro vederle in sella mentre sfrecciano con tutta la grinta che hanno. Sono compagne d&#39;avventura anche per loro, e per chi non ci credesse, diciamo subito che Hollywood ne &egrave; piena. Attrici, cantanti, modelle. Ce ne sono tante che hanno la passione per le due ruote e che spesso &ndash; servizi fotografici o film a parte &ndash; sono state beccate divertirsi con loro. Non ci credete? Allora vi consigliamo di dare uno sguardo a queste superstar belle, grintose e innamorate delle moto.  AUDREY HEPBURN, LA DIVA CHE RESE MITICA LA VESPA  &nbsp;  Miranda Kerr    Una delle prime appassionate &egrave; Miranda Kerr, l&#39;ex moglie di Orlando Bloom nonch&eacute; angelo di Victoria&#39;s Secret, il brand di intimo pi&ugrave; famoso negli USA. L&#39;abbiamo sempre vista con piume, pizzo, ali bianche in passerella ed &egrave; difficile immaginarla in sella ad un gran bestione. Eppure, a sorpresa di (forse) molti, la Kerr va in moto da quando aveva ben 5 anni. Incredibile, vero? Oltre a guidarle nel suo tempo libero, le piace anche posare con loro.  &nbsp;  Michelle Rodriguez    Il fatto che Michelle Rodriguez sia amante delle due ruote non sorprende. L&#39;attrice &egrave; una donna tosta sia nei film (nella maggior parte interpreta personaggi forti) che nella vita reale. L&#39;abbiamo vista sfrecciare con qualsiasi veicoli nella saga di Fast&amp;Furious nei panni di Letty Ortiz, ma nella vita reale se dovesse scegliere con quale mezzo spostarsi direbbe proprio...una moto. E s&igrave;, perch&eacute; la Rodriguez &egrave; stata spesso avvistata in sella a una Ducati o una Triumph mentre girava spassosamente per le vie di Los Angeles.  &nbsp;  Milla Jovovich    Un&#39;altra donna dall&#39;animo tenace &egrave; la supermodella e attrice russa Milla Jovovich. Ha preso parte i numerosi film fra cui Il quinto elemento, I tre moschettieri e le serie Ultraviolet e Resident Evil, tutti prodotti che hanno richiesto a Milla un portamento da vera dura. E per la sua carriera nell&#39;ambito del cinema, la donna non ci ha pensato due volte a darsi con tutta se stessa, imparando anche a guidare una BMW R NineT per il film Survivor. Per poi prenderci gusto davvero...  &nbsp;  Gal Gadot    Quando pensiamo a Gal Gadot, le prime pellicole che ci balenano in testa sono inevitabilemnte Wonder Woman e Fast and Furious. L&#39;attrice si cala bene nelle scene d&#39;azione, presenti molto spesso nei lavori ai quali prende parte. Ed &egrave; proprio grazie al cinema, guidando una Ducati Monster, che la Gadot ha iniziato ad amare le due ruote fuori dai set, tanto da trovare il tempo libero per concedersi qualche momento di puro relax in sella.  &nbsp;  Miley Cyrus    Miley Cyrus &egrave; una delle ex star Disney. Generazioni di bambine e adolescenti l&#39;hanno vista cantare sul palco e correre con i cavalli nel Tennessee, ma mai nessuno poteva immaginarsi all&#39;inizio che la Cyrus avesse un debole anche per le moto. Eppure la cantante e attrice ne &egrave; davvero appassionata, tanto che per il suo 21esimo compleanno il padre le regal&ograve; una Can-Am Spyder del 2013.  &nbsp;  Jessica Alba    Non lo diremmo mai di Jessica Alba, attrice e imprenditrice che si &egrave; sempre mostrata chic agli occhi di fan e fotografi, eppure in gran parte dei suoi film (o serie) l&#39;abbiamo vista in sella a una moto. Pensiamo a Dark Angel, grazie al quale &egrave; stata poi fotografata pi&ugrave; volte accanto o in sella a una Kawasaki ZZR-250. O a Sin City, quando la vediamo in una corsa sfrenata con una Harley-Davidson. O ancora nel video musicale di Taylor Swift, dove interpreta Domino e sfreccia accanto alla cantante in una gara tutta al femminile. La Alba &egrave; sempre stata a suo agio con le moto e nonostante non ne possegga nessuna, non si pu&ograve; dire che non ci si diverta sopra quando ne ha occasione! 

Da Miranda Kerr a Jessica Alba, sono tante le star che non perdono occasione per farsi un giro in sella ad una sportiva, che sia su un set o nella vita reale

Le attrici star di Hollywood amano le moto: ecco chi sono

La motociclismo è uno sport dominato dagli uomini, ma ci sono alcune donne che hanno dimostrato di avere la stessa determinazione e talento dei loro colleghi maschi. Ecco la lista delle dieci motocicliste donne più vincenti degli ultimi anni:

Top 10 delle motocicliste più vincenti: l'omaggio alla forza femminile

        Il 25 novembre &egrave; una giornata che si tinge di rosso, o meglio la cui mano sporcata di questo colore ci rammenta che giorno sia. Molti spot contro la violenza sulle donne vedono protagonisti del mondo dello spettacolo e non, sensibilizzare sul tema attraverso mostrando una mano rossa, per veicolare il forte messaggio di denuncia. Purtroppo ancora oggi le molestie e i soprusi non hanno avuto un arresto come si sperava, nonostante numerosissime campagne e coinvolgimenti da parte di tanti enti. L'importanza per&ograve; di ribadire il concetto, di invogliare a denunciare, di spronare ad aiutare chi &egrave; in difficolt&agrave; &egrave; ancora fondamentale e primaria, poich&eacute; tutte le battaglie possono essere realmente combattute solo credendoci tutti i giorni. A lanciare un messaggio di denuncia, fra i tanti volti conosciuti, &egrave; stato anche Andrea Dovizioso, ex pilota della MotoGP nonch&eacute; campione del mondo della classe 125 nel 2004. Il messaggio di Dovizioso              Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Andrea Dovizioso (@andreadovizioso)      &ldquo;Senza rispetto, non c'&egrave; gara&rdquo;, dice cos&igrave; l'ex pilota in un suo video Instagram in cui supporta la sua regione, l'Emilia Romagna, in questa lotta, lanciando un messaggio essenziale a sostegno di tutte le donne coinvolte in abusi, sia fisici che psicologici. Si sofferma sulla parola &ldquo;rispetto&rdquo;, elemento cardine affinch&eacute; qualsiasi tipo di rapporto e relazione possa essere sano, altrimenti che partita c'&egrave;? Esattamente come nel mondo dello sport e in questo caso delle gare, rispettare l'avversario, o l'altro, porta sempre a una vittoria a livello umano, non farlo invece non rende onore a nessuno. AUMENTI DELLE MULTE CONGELATI PER I PROSSIMI DUE ANNI       

L'ex pilota MotoGp attraverso un video sul suo profilo Instagram esprime il suo supporto a tutte le vittime di abusi, con un invito a denunciare sempre &nbsp;

Giornata del 25 novembre, Andrea Dovizioso contro la violenza sulle donne

        Donne e motori, un binomio che affascina sempre di pi&ugrave;. Il lato rosa del motociclismo ha espresso tutta la sua essenza nel fine settimana appena trascorso, tra sabato 17 settembre e domenica 18, in occasione del "Meet me in Motorcycle". L'evento, tenutosi in concomitanza con il round 5 dell'italiano Velocit&agrave; al Mugello, &egrave; stato organizzato dalla Commissione Femminile FMI in collaborazione con il partner LIQUI MOLY.  ADVENTURE TOUR-LESSINIA EDITION, A LEZIONE DI OFF-ROAD IN VENETO Donne in sella A partecipare sono state oltre 30 motocicliste che al Mugello non si sono fatte intimorire dal maltempo e hanno trascorso due giorni all'insegna del divertimento degli insegnamenti di guida su strada. Le partecipanti sono state divise per gruppi e sono state accompagnate dai tecnici FMI in un percorso affascinante nei pressi del circuito. Ovviamente la parte pratica &egrave; stata anticipata da quella teorica, tenutasi dal Coordinatore della Direzione Tecnica FMI Raffaele Prisco, nella quale sono stati illustrati i concetti base di guida, tra cui la scelta delle migliori traiettorie. Durante il weekend le ragazze hanno visitato il box della scuderia tutta al femminile della WithU 511 Racing Team e hanno incontrato le protagoniste della Women&rsquo;s European Cup. Sabato 17 tutte le partecipanti sono entrate con le loro moto in pista per una parata tra i saliscendi del Mugello.&nbsp;Il prossimo appuntamento in calendario con i corsi di guida FMI &egrave; previsto per il 6 e 7 ottobre a Misano, evento che sar&agrave; aperto a tutti gli appassionati.&nbsp; Monica Goi, Coordinatore Commissione Femminile FMI, ha commentato cos&igrave; la bellissima iniziativa: "Sono davvero soddisfatta per come &egrave; andato il Meet me in Motorcycle, a cominciare dall&rsquo;alto numero di partecipanti nonostante il maltempo del sabato. Le ragazze erano davvero contente per l&rsquo;esperienza vissuta, cosa che non pu&ograve; che farci piacere. Ancor pi&ugrave; importante &egrave; stato per&ograve; il riscontro dei nostri tecnici, secondo cui molte di loro gi&agrave; al secondo giorno mostravano grandi miglioramenti in sella. Cosa che per noi vuol dire obiettivo centrato." BENELLI WEEK 2022: UNA FESTA TRA PASSATO E PRESENTE       

Nel weekend del 17 e 18 settembre, oltre 30 partecipanti hanno potuto vivere due giorni interamente dedicati alla passione per le moto, tra lezioni di guida e divertenti parate

Meet me in Motorcycle, un weekend al Mugello tutto al femminile

L'evento Meet me in Motorcycle, tenutosi nel weekend tra il 17 e il 18 settembre al Mugello, è stata un'occasione unica per oltre 30 motocicliste di vivere due giorni all'insegna della passione per le due ruote. Divertimento e insegnamenti tra parate spettacolari e lezioni di guida teorico-pratiche, hanno reso speciale il fine settimana delle centaure.

Il lato rosa del motociclismo al Mugello col "Meet me in Motorcycle"

Qualche anno fa, entrando in un&#39;officina, ci saremmo imbattuti in un calendario con una ragazza nuda. Il pi&ugrave; delle volte con foto difficilmente difendibili con lo scudo del &ldquo;nudo artistico&rdquo;. Adesso, invece, in officina quasi non ci fanno pi&ugrave; entrare. Ci sono stati anni in cui il binomio donne e motori era inscindibile, in cui gli uffici marketing sapevano che una bella ragazza, magari non proprio in abiti idonei alla guida, attirava l&#39;attenzione e vendeva il prodotto. Ancora oggi le fiere sono quel posto dove si fotografano le motociclette e si fanno cartelle sul PC con i fondoschiena delle modelle.  TEMPI CHE CAMBIANO    Per&ograve; quel tempo &egrave; finito. Non in maniera progressiva, &egrave; finito improvvisamente. Siamo passati dalle risate grasse davanti ad un calendario di un marchio di ricambi al non poter pi&ugrave; usare l&#39;espressione &quot;zavorrina&quot; perch&eacute; non politically correct.  Avrei dovuto farlo prima ma lo faccio adesso, una premessa: a scrivere questo pezzo mi sento a mio agio come un artificiere che deve sminare un campo. Io ho la certezza di essere una persona per bene, che non solo non discrimina ma che cerca di essere attivo nell&#39;abbattere barriere.  Per&ograve; mi sento a disagio. Forse perch&eacute; il mondo che non c&#39;&egrave; pi&ugrave; era il mio mondo, fatto di ragazze sulle moto, pubblicit&agrave; in cui essere creativi voleva dire abbinare un perizoma al colore della moto.  Sicuramente c&#39;era qualcosa che andava corretto, sicuramente c&#39;era un sistema di valori che andava abbattuto e ricostruito. Eppure, ho la sensazione che l&#39;abbiamo fatto nel modo sbagliato. Abbiamo usato la leva del linguaggio per intervenire, abbiamo detto che il linguaggio, la comunicazione erano il mezzo di espressione dei nostri valori e siamo partiti da l&igrave;.    &nbsp;  PUBBLICIT&agrave; PROGRESSO?  Se ripercorriamo alcune campagne pubblicitarie del passato credo che in questo periodo di estremo politically correct abbiamo fatto la classica operazione di buttare via il bimbo con l&#39;acqua sporca. La motocicletta, in quanto simbolo di ribellione, anticonformismo, libert&agrave; si &egrave; caratterizzata con pubblicit&agrave; molto provocanti, cariche anche di messaggi. Se ripercorriamo la storia della pubblicit&agrave; delle moto troviamo alcune campagne geniali per innovazione e altre molto forti da un punto di vista comunicativo. Le leve legate al prodotto sono molto forti ed offrono materiale molto accattivante. L&#39;ideale della moto era gi&agrave; di per s&eacute; facile da comunicare. La moto era lo strumento ideale per provare a rompere dei tab&ugrave;, per forzare certi messaggi. Ci sono pubblicit&agrave; di Moto Guzzi, Lambretta e Gilera, risalenti a oltre cinquantanni fa, in cui troviamo fanciulle alla guida di motociclette e scooter a rivendicare la loro libert&agrave;, la loro indipendenza. La moto era il mezzo perfetto per accompagnare queste conquiste e la comunicazione funzionava.  Dopo questi primi decenni c&#39;&egrave; stato sicuramente un cortocircuito che ci ha portato a calendari opinabili e campagne in cui il ruolo della donna era far crescere il livello di desiderio percepito nell&#39;immagine. Moto pi&ugrave; donna in abiti succinti uguale desiderio a livelli massimi. Rompere i tab&ugrave;, forzare la societ&agrave; si &egrave; evoluto nel mostrare culi. Questo &egrave; quello che avremmo dovuto contrastare, avremmo dovuto voler tornare ad una campagna in cui l&#39;eventuale presenza di una donna fosse riconducibile a messaggi coerenti con la moto: libert&agrave;, ribellione, anticonformismo. Invece, quando siamo stati messi davanti all&#39;evidenza di campagne sessiste, presi dalla foga di dover smaltire i sensi di colpa abbiamo partecipato attivamente a buttare via il famoso bambino con l&#39;acqua sporca.  &nbsp;  La malizia &egrave; negli occhi di chi guarda?    E&#39; stata persa un&#39;occasione per sedimentare certi valori. L&#39;espressione liberatutti &ldquo;la malizia &egrave; negli occhi di chi guarda&rdquo; (forse di Michelangelo Buonarroti) ha permesso campagne pubblicitarie di cui avremmo dovuto vergognarci, invece che portarci a fare gretti commenti da caserma. L&#39;evoluzione ha fallito, direbbe qualcuno. Il risultato &egrave; il mostro del politically correct, dove non &egrave; pi&ugrave; permesso nulla. Dove chi se ne frega delle pubblicit&agrave; e della comunicazione sessista non percepisce il problema e chi se ne frega si sente, appunto, come un artificiere che deve sminare un campo.  C&#39;&egrave; stato un momento in cui la comunicazione si &egrave; impoverita e si sono tolte strisce di stoffa dalle modelle, perch&eacute; un nudo porta comunque risultati e la campagna &egrave; un successo. Ci si spingeva sempre oltre, ci sono stati alcuni decenni in cui l&#39;uomo non doveva chiedere mai e in cui la moto era per l&#39;uomo. Era uno strumento maschile, come il rasoio elettrico, il dopobarba, la cravatta e le sigarette. Dopo aver osato campagne in cui donne alla guida di motociclette sfrecciavano vicino a uomini intenti a fare l&#39;autostop, siamo finiti a trasformare la moto in un mezzo da invidia del pene, solo per uomini, prettamente maschile e machista.  Adesso il mondo &egrave; cambiato e siamo diventati schiavi dei limiti, limiti che abbiamo accettato come espiazione di quanto fatto nel passato. E cos&igrave; ci troviamo a chinare la testa colpevoli davanti a situazioni quasi grottesche. Un esempio in cui sono stato direttamente coinvolto, l&#39;uso del termine &quot;zavorrina&quot;. Un termine come &quot;zavorrina&quot; non si pu&ograve; pi&ugrave; dire, perch&eacute; squalifica il ruolo di passeggera. Perch&eacute; chi siede dietro di noi ha un ruolo attivo, partecipe alla guida che stona con l&#39;accezione di zavorra: statica e poco incline a reagire proattivamente. Perch&eacute; per alcuni assimila la donna a qualcosa da trasportare, silente ed immobile, a malapena consenziente ad un giro in moto.  Il problema &egrave; che noi lo sappiamo che un passeggero pu&ograve; togliere il 50% della fatica se collabora alla guida, forse chi si &egrave; accanito contro il termine zavorrina no. Per quel che mi riguarda il termine zavorrina ha sempre indicato un passeggero capace di stare in moto. Chi sale in moto e non &ldquo;collabora&rdquo; alla guida &egrave;, appunto, un passeggero. Per me &quot;zavorrina&quot; era un termine che suonava bene e che qualificava, indicava qualcuno appassionato e partecipe, non semplice spettatore o paziente accettatore del divertimento altrui.  &nbsp;  ESAGERAZIONI OPPOSTE  Abbiamo sicuramente esagerato, appese alle pareti delle officine sono finite fotografie di cui non ricordiamo neppure pi&ugrave; il brand promotore, abbiamo guardato con lussuria pubblicit&agrave; in cui la moto era il pretesto. Per&ograve; adesso ne stiamo pagando il prezzo. Non sar&agrave; un prezzo troppo alto, penseranno giustamente in molti ma il fatto &egrave; che non credo che abbia alcun volore di risarcimento.&nbsp; Bisognerebbe liberarsi delle ipocrisie, dovremmo imparare che non sempre l&#39;espiazione &egrave; la via per il miglioramento. Fortunatamente abbiamo intrapreso una strada, almeno dal punto di vista del mondo moto, virtuosa. Ancora una volta il DNA intriso di libert&agrave; e anticonformismo della motocicletta ha avuto il sopravvento. Le strade si sono riempite di motocicliste che sono tornate ad appropriarsi di un mezzo che &egrave; perfetto per rivendicare certi diritti. Il tentativo machista di privarle della libert&agrave; di un giro in moto &egrave; fallito e adesso finalmente si pu&ograve; rivendicare il proprio genere, la propria appartenenza senza alcun compromesso. La moto &egrave; il mezzo di tutti, per tutti. Non serve il politically correct per affermarlo, &egrave; insito nel mezzo.  Preserviamolo, lasciamo da parte mercificazione inopportune da un lato e limiti espressivi stringenti dall&#39;altro. La moto &egrave; libert&agrave; e in questo pu&ograve; essere un bell&#39;esempio per la societ&agrave;. Chiss&agrave;, forse il reale vantaggio &egrave; che finch&eacute; indossiamo un casco spesso &egrave; difficile capire chi ci sia sotto. 

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La pubblicit&agrave; delle moto: dal machismo di un tempo al politicamente corretto

        Diventare un personaggio pubblico &egrave; un'ambizione di tante persone e partecipare a programmi televisivi pu&ograve; essere un'opportunit&agrave; da cogliere al volo. Armando Incarnato, corteggiatore del trono "over" del programma Uomini e Donne ha per&ograve; dimenticato le responsabilit&agrave; che la notoriet&agrave; porta con s&egrave;, come dover dare il buon esempio ed essere un modello da seguire. Spavaldo e imprudente Il "Cavaliere" partenopeo &egrave; in questi giorni nel pieno di una bufera mediatica per un video pubblicato sui social che lo ritrae ad alta velocit&agrave; in sella alla sua moto. Senza un minimo di prudenza si &egrave; infatti ripreso alla guida inquadrando il contachilometri che pian piano (ma neanche troppo) &egrave; arrivato a 240 km/h. In sottofondo una musichetta dalla melodia estiva, in primo piano un segno della vittoria, un cuore fatto con le dita (anche se in questo momento del video sembra che la velocit&agrave; sia decisamente meno elevata), e un accenno di sorriso sotto al casco, come se Incarnato avesse appena compiuto un'impresa degna di nota. Immediati i commenti di indignazione da parte dei followers: "Spero sia tutto finto", "Una pessima caduta di stile", "Se non sei in pista sei un buffone. Metti a rischio le vite degli altri", sono quelli meno duri. Assurda anche la didascalia scelta dallo stesso Incarnato: "Mente e cuore". Non dimentichiamo che questi atteggiamenti possono sfociare poi in pericolosi atti di emulazione, con tutto ci&ograve; che ne pu&ograve; conseguire... Cruciani e il motorino rubato: "Ho dovuto pagare 250 euro per riaverlo"&nbsp;             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da armando incarnato (@armando_incarnato_)            

Armando Incarnato, tra i pi&ugrave; discussi partecipanti del trono "over", &egrave; nella bufera dopo aver pubblicato su Instagram un video in cui si atteggiava ad altissima velocit&agrave;

Corteggiatore di "Uomini e Donne" a 240 km/h in moto: un pessimo esempio

Non solo le curve della strada, ma anche quelle delle modelle mozzafiato che si lasciano spesso e volentieri immortalare in sella alle moto sportive pi&ugrave; celebri del pianeta. Da Ducati a Yamaha, passando per Harley-Davidson, il binomio moto-donna &egrave; sempre attuale. E, accanto a queste bombe sexy, anche le due ruote brillano di una luce diversa

La moto è donna? Il mix che fa sognare

        L'argomento "moto da rimorchio" &egrave; ricorrente fra i motociclisti, che di tanto in tanto si lanciano in conversazioni squisitamente maschili nelle quali elencare pregi e difetti di questo o quel modello dalla prospettiva di conquista del sesso opposto. Rubare il cuore di una donna grazie alla moto &egrave; possibile, il fascino del motociclista esiste e gli appassionati di lungo corso avranno notato che certe volte aiuta ad avvicinarsi alla persona che ci interessa. Detto ci&ograve;, per&ograve;, non basta comprare uno specifico modello per avere le donne ai vostri piedi, e vi spieghiamo perch&egrave; in tre punti. Punto 1: la sensualit&agrave; del motociclista agli occhi delle donne Non c'&egrave; dubbio sul fatto che la figura del motociclista sia un elemento di attrattiva particolare per il mondo femminile. La moto esprime mascolinit&agrave; autentica, &egrave; la trasposizione contemporanea di quello che il cavallo e il cavaliere erano nel medioevo: figure dotate di grande coraggio, di abilit&agrave; superiori nell'affrontare la velocit&agrave; e le insidie, offrendo protezione contro le minacce e difendendo chi &egrave; pi&ugrave; debole. I cavalieri erano molto ambiti dalle donne e ancora lo sono quando al posto del cavallo c'&egrave; un mezzo meccanico capace di raggiungere velocit&agrave; esagerate e che richiede abilit&agrave; specifiche per essere condotto in modo eccellente. In un mondo in cui l'eterosessualit&agrave; e l'attrazione di sessi opposti &egrave; alla base della societ&agrave;, l'allegoria del cavaliere &egrave; ben rappresentata oggi dal motociclista e alle donne, indubbiamente, piace.&nbsp; Non a caso, la moto &egrave; entrata nella narrativa comune e al cinema per enfatizzare la mascolinit&agrave; di certi personaggi. In ogni James Bond c'&egrave; una scena in moto, in ogni Batman c'&egrave; una moto, Maverick di Top Gun era un gran bel pezzo di motociclista, e se vi ricordate la commedia romantica "Tre Metri Sopra il Cielo", il protagonista cavalcava una Ghezzi &amp; Brian. Nella realt&agrave;, invece, il mito del motociclista si traduce in orde di fan-girls per i piloti del Motomondiale e della Superbike, la maggior parte delle volte attratte pi&ugrave; dai piloti e dalle loro caratteristiche estetiche/caratteriali che dallo sport in s&egrave;, e quest'ultimo aspetto ci porta al prossimo punto.  &nbsp; Punto 2: La moto non conta, conta chi ci sta sopra Si cucca di pi&ugrave; con un'Harley o con una Ducati? Le donne preferiscono chi ha una motona da turismo o chi ha una sportiva velocissima? Meglio una classica o una moderna? Prendete queste domande e fateci una X rossa sopra, perch&egrave; nel gioco della seduzione il modello di moto non conta affatto.&nbsp; La prima impressione conta tantissimo, e attrarre lo sguardo di una donna con una moto fiammante, lucida, dalle forme sinuose e dall'aspetto costoso &egrave; cosa facile, ma noi maschi siamo abituati a interpretare quello sguardo di ammirazione per il mezzo come il segnale del "presa! l'ho conquistata!". Vi svelo un segreto: le donne si girano a guardare la vostra moto alla stessa maniera in cui lo fanno gli uomini, i bambini, le vecchiette e le famiglie intere. Quando le cose sbrilluccicano e sembrano belle, &egrave; logico che attirino gli sguardi. In realt&agrave; &egrave; dopo quello sguardo di ammirazione per il vostro mezzo che inizia il gioco dell'attrazione e della seduzione, e in questo caso entrate in gioco voi, la moto non conta pi&ugrave;, o per lo meno non conta pi&ugrave; il tipo, il modello, il marchio o se l'avete pagata in contanti o con finanziamento. Se siete capaci di attirare la sua curiosit&agrave; e stimolare la voglia di una conscenza pi&ugrave; approfondita, &egrave; solo perch&egrave; siete riusciti a far trasparire la vostra personalit&agrave; e a creare una connessione, che siate in sella a una Panigale V4 o una Suzuki Freewind. Le donne possono essere attratte dai motociclisti, ma non hanno il "fetish" del mezzo meccanico come lo abbiamo noi uomini, quindi puntate su di voi e sulle vostre qualit&agrave; come persona. Nel caso in cui puntiate tutto sull'attrarre una donna mostrandole l'oggetto (per quanto bello), e poi non siete capaci di sostenere una conversazione stimolante con lei, quell'oggetto sembrer&agrave; agli occhi della donna un tentativo disperato di attrarre l'attenzione, e non fa altro che mostrare quanto debole sia la vostra personalit&agrave;.  &nbsp; Punto 3: Non parlate "delle" donne, parlate "con" le donne Siamo motociclisti, siamo abituati a stare tra maschi e a raccontarcele, e di conseguenza siamo immersi in mondi fallocentrici dove l'immagine della donna &egrave; spesso stereotipata e iconicizzata in modo superficiale e poco fedele alla realt&agrave;. Se davvero volete scoprire come fare per sfruttare il vostro "charme" da motociclista allontanatevi dagli ambienti in cui parlano solo uomini. Noi italiani siamo molto bravi a fare conferenze "sui giovani" in cui l'et&agrave; media &egrave; 60 anni, o a seguire dibattiti sulla povert&agrave; condotti da politici ricchi da far schifo. Per capire come e perch&egrave; la donna sia attratta dai motociclisti, fatevi una chiaccherata con un gruppo di vere motocicliste, o con le vostre amiche, con vostra mamma o con la panettiera. Sono convinto che riuscireste a trovare spunti molto pi&ugrave; utili rispetto al solito gruppo di guasconi che vi dice cosa piace o non piace alle donne senza esserlo mai stati.&nbsp;  In moto dopo la pensione: lascio o raddoppio?       

Se ne parla fra amici, se ne parla sui social... esistono le "moto ideali" per attrarre il sesso femminile e aiutarci a trovare l'amore eterno (o quello occasionale)? Vi diamo alcuni consigli a riguardo

Moto: esistono quelle adatte a conquistare le donne?

La famosa icona degli anni '80 non ha mai nascosto quanto non le piacessero le moto. Ma ne siamo proprio convinti? C'è da dire che farebbero proprio una bella accoppiata...

Sabrina Salerno e le moto: fascino senza tempo

L&#39;inverno volge al termine, le&nbsp;stagioni&nbsp;agonistiche&nbsp;sono&nbsp;alle porte e le nuove moto di produzione sono pronte a debuttare su strada e in circuito. La nuova stagione sar&agrave;, come al solito, l&#39;occasione per appagare l&#39;udito ma anche la vista...

Quando le moto sono sexy anche senza il rombo del motore...

Il mondo del motosport &egrave; uno dei capisaldi del machismo contemporaneo. Da sempre i motori,&nbsp; montati su due, su quattro o pi&ugrave; ruote sono il simbolo dell&#39;essere uomini, maschi. La moto &egrave; un simbolo fallico, per affermarlo non serve neppure scomodare i padri della psicoanalisi. Usiamo le moto per confrontarci, per competere, sono uno strumento moderno per scontri ancestrali.  La filosofia di Colin Chapman vive ancora... grazie alle moto  Un mondo che (per fortuna) cambia  Per&ograve; a ben pensarci anche il mondo del motociclismo &egrave; stato, fortunatamente, intaccato dal genere femminile. Ormai resistono solo alcune nicchie grottesche: sexy moto wash, quelli che affermano &ldquo;il vero motociclista &egrave; quello che almeno una volta ha assaggiato l&#39;asfalto&rdquo;. Sono rigurgiti di un&#39;epoca che grazie al cielo &egrave; finita. Perch&eacute; non tutto quello che appartiene al passato &egrave; necessariamente pi&ugrave; figo, il pi&ugrave; delle volte &egrave; solo una convinzione senza fondamento.  Per il resto le donne sono riuscite nell&#39;intento di cambiare anche questo avamposto dell&#39;invidia del pene, questo fortino del maschio in pubert&agrave;. Sono state accolte come semplici suppellettili, corollario dei festeggiamenti per una vittoria o a contorno di una gara, di un evento o di una parete. Col tempo, pur rimanendo certi contesti (vd anche le fiere) si sono pian piano ritagliate un ruolo ed un posto sempre pi&ugrave; ricco. Hanno accettato di essere zavorrine, riuscendo col tempo a riempire di significato un termine infelice come zavorrina. Se penso a mia moglie mi rendo conto che non ha nulla della zavorra, &egrave; parte attiva, legge, dirige, anticipa, accompagna. Porta la moto con me, mi asseconda le traiettorie, arricchisce la mia esperienza di guida.  In alcuni casi hanno fatto anche di pi&ugrave;, capita sempre pi&ugrave; spesso di vedere chiome fluenti liberarsi dai caschi in cima i passi. Anzi, capita sempre pi&ugrave; spesso di essere sverniciati da motociclisti capaci (non solo veloci, proprio capaci) che al bar sul passo si rivelano essere fanciulle.  La giornata in cui tutti dovremmo render loro un omaggio, un pensiero gentile  Ricordiamocene sempre, ricordiamocene tutti i giorni. Anche perch&eacute; se non ci fossero loro le nostre uscite non sarebbero le stesse, i nostri viaggi non sarebbero gli stessi.  Lo dico per noi maschietti, ripensate a cosa sono state capaci di fare nel nostro piccolo mondo di appassionati, pensate a che spazi sono riuscite a ritagliarsi in un mondo che solo qualche decennio fa le accettava solo appese al muro di qualche garage. Adesso sanno essere protagoniste, sanno essere motocicliste senza bisogno di scimmiottare gli uomini, semplicemente intendendo il motociclismo a modo loro. Ci fanno scoprire tante cose della nostra passione. Non limitiamoci a festeggiarle oggi. Sembra banale e lo &egrave;, in fondo. Per&ograve; pensiamo a quanto possono arricchire la nostra passione, le nostre uscite. Semplicemente partecipandovi.  Oggi &egrave; loro festa, allora: viva le donne! Domani ricordiamoci di dire viva le motocicliste, viva le appassionate come noi, perch&eacute; tutte le volte che una donna si chiude il casco il motociclismo evolve.  Donne e motori: le moto perfette per le &quot;miss centaure&quot; 

L&#39;8 marzo non si festeggiano solo le donne, si festeggiano creature forti e toste in grado di diventare protagoniste anche in un mondo machista come quello del motociclismo

Festa dell&#39;8 marzo: auguri a tutte le motocicliste

Il regalo migliore da fare ad una donna per l&rsquo;8 marzo? Lasciate stare le mimose, le cene a lume di candela o le scatole di cioccolatini, piuttosto portatela a fare un giro romantico in moto. Contrariamente a quanto si pensa, il mondo femminile ama le due ruote tanto quanto quello maschile, ma non tutti i modelli sono estremamente adatti per le giovani centaure. Ecco le moto pi&ugrave; indicate per il mondo &ldquo;rosa&rdquo; del motociclismo:  &nbsp;  BN 125 Benelli    Accattivante e grintosa, questa moto di 125 cc &egrave; perfetta per chi &egrave; alle prime armi ma desidera comunque una due ruote che assicuri divertimento. Il modello &egrave; equipaggiato con motore monocilindrico a quattro tempi raffreddato ad aria ed eroga una potenza massima di 11,1 CV a 9.500 giri/min.  &nbsp;  KTM 125 Duke    Altro modello adatto alle ragazze che scelgono di approcciarsi al mondo delle due ruote &egrave; la KTM 125 Duke. Col suo motore monocilindrico a 4 tempi con iniezione elettronica e la trasmissione a 6 rapporti &egrave; ideale anche sotto l&rsquo;aspetto dei consumi, sostanzialmente ridotti.  E&#39; una delle moto pi&ugrave; desiderate dai 16enni ma va bene anche per chi &egrave; un po&#39; pi&ugrave; grande e che vuole qualcosa di pi&ugrave; maturo. Nel 2021 si aggiorna con motore Euro5 e finiture ancora pi&ugrave; curate, oltre a due colorazioni nuove e finalmente meno &quot;pasticciate&quot; rispetto al passato, che possono renderla pi&ugrave; appetibile anche a chi la superato i vent&#39;anni. Rimane una delle scelte di qualit&agrave; pi&ugrave; solide del mercato.  &nbsp;  Kawasaki Z400    Regala tanto divertimento a un prezzo alla portata di tutti. La soddisfazione di sfruttare la propria moto al 100% mantenendo il pieno controllo &egrave; tanta roba. Come dire... soddisfazioni per i pi&ugrave; esperti e facilit&agrave; d&rsquo;apprendimento per chi sale in sella per la prima volta  Costa 5590 euro. Chi li spende, potr&agrave; sfruttare i 45 CV erogati dai 399cc del biciclindrico di Akashi. Prestazioni di tutto rispetto, per una moto che promette di far divertire soprattutto tra le curve.  &nbsp;  Ducati Monster 1200 S    Rinnovato poco pi&ugrave; di un anno fa. Al posto del traliccio troviamo un compatto e leggerissimo telaio front frame in alluminio. &Egrave; Anche grazie a lui se il peso complessivo del Monster scende di ben 18 Kg: 166, per l&rsquo;esattezza, &egrave; il dato dichiarato a secco (188, quello in ordine di marcia). Piatto forte, vero catalizzatore emozionale senza se e senza ma, &egrave; poi il Testastretta 11&deg; da 937 cm3 con distribuzione Desmodromica, raffreddato a liquido, e omologato Euro5. Rispetto al precedente 821 cresce in tutto: ora eroga 111 CV a 9.250 giri/min e ha una coppia di 93 Nm a 6.500 giri/min. Disponibile anche in versione depotenziata da 48 CV.  La nuova seduta a 820 mm da terra (ulteriormente riducibile a 800 mm con la sella ribassata, o addirittura a 775 mm con l&rsquo;apposito kit sospensioni), unita alla maggiore rastrematura nel punto di raccordo tra sella e serbatoio, migliora l&rsquo;abitabilit&agrave; permettendo davvero a tutti di poggiare saldamente i piedi a terra.  &nbsp;  Triumph Bonneville    La Bonneville T100 si presenta in nuove versioni pi&ugrave; stilose e raffinate: leggera e potente, &egrave; ideale sia per le donne pi&ugrave; alte che meno con un&#39;altezza di sella di 790mm. Il peso totale di 228 kg la rende relativamente maneggevole. La cilindrata da 900 CC assicura divertimento e un bassissimo consumo di carburante.  &nbsp;  Harley Davidson Low Rider S    Le intramontabili Harley Davidson riescono ad attirare sempre ogni donna. Aggressiva, agile e manovrabile, la Low Rider S sfoggia un motore Milwaukee-Eight 117 di cilindrata 1923 CC. Estremamente personalizzabile, questa moto da 295 kg a secco ma dotata di una seduta (altezza sella) decisamente abbordabile, dispone di una completa strumentazione che unisce modernit&agrave; al classico stile vintage che da sempre contraddistingue il marchio americano. 

Sella bassa, maneggevolezza e peso non troppo elevato sono solo alcuni dei criteri da rispettare per ogni donna al momento della scelta della moto ideale

Donne e motori: le moto perfette per le &quot;miss centaure&quot;

Il segreto di una donna per vivere meglio? Comprarsi una moto. Accantonati gli stereotipi che vogliono solo uomini in sella, alcuni studi confermano quanto le quote rosa stiano crescendo nel mondo delle due ruote e di come questa virata conduca verso un senso di libert&agrave;. La tendenza sta cambiando. Lo dice una ricerca pubblicata su Forbes e condotta dal Motorcycle Industry Council: negli USA, una donna su cinque possiede una moto e, soprattutto, &egrave; il genere femminile a influenzare, nell&#39;85% dei casi, le decisioni di acquisto di una due ruote.    LA STORIA, del resto, parla chiaro. Donne e motori sono una coppia da molto tempo. Basti pensare alla prima motociclista italiana&nbsp;Vittorina Sambri che, ormai un secolo fa, lanci&ograve; il guanto di sfida ai suoi colleghi in sella a una monocilindrica. Il suo esempio deve essere stato di ispirazione: Gina Bovaird, eccezione femminile nella classe 500 del Motomondiale, Beryl Swain, pilota di una Itom 50 al Tourist Trophy del 1962, fino alle biker dei giorni nostri come Kiara Fontanesi e Ana Carrasco. Ma anche il cinema ha contribuito notevolmente a diffondere l&#39;immagine della donna in moto.&nbsp;  &Egrave; IL SENSO di libert&agrave;, la principale motivazione che spinge il genere femminile ad approcciarsi al mondo delle due ruote. Da un sondaggio pubblicato sul&nbsp;Los Angeles Times,&nbsp;oltre al citato&nbsp;senso di libert&agrave;, emerge inoltre che il binomio donne-moto &egrave; favorito anche dalla&nbsp;voglia di indipendenza e da una ricerca di benessere, fisico e mentale.&nbsp; Dati che indicano un fenomeno destinato a crescere, come il numero delle biker: il 19% dei motociclisti americani &egrave; rappresentato, infatti, dalle quote rosa in sella. Una tendenza, quella dell&#39;aumento delle donne motocicliste, riscontrabile anche in&nbsp;Italia. I vantaggi di dedicarsi a una due ruote &ndash; tra cui la diminuzione dello stress, una maggiore stabilit&agrave; con il partner e un migliore senso di sicurezza in se stesse &ndash; hanno fatto aumentare del 32,4% negli ultimi cinque anni le biker a Milano.  A PROPOSITO DI ITALIA, la conferma ulteriore di un trend di crescita arriva da&nbsp;&nbsp;BikerX, la scuola di guida ideata non solo per la nuove generazioni di motociclisti ma anche per le donne. Dell&#39;esperienza di BikerX ci parla la presidente, Eliana Macr&igrave;: &ldquo;Sono lieta di constatare che il numero delle donne appassionate alle due ruote sia cresciuto in maniera notevole negli ultimi anni, segnale di un grande cambio di rotta rispetto al passato e di un abbattimento definitivo di stereotipi legati al mondo maschile.&nbsp;Viaggiare in sella a una moto equivale a sentirsi pi&ugrave; felici e appagate, perch&eacute; guidarla &egrave; una scelta personale. Ma per iniziare &egrave; necessario conoscere attentamente le norme di sicurezza stradale, lo stile di guida e le proprie attitudini. Per queste ragioni abbiamo fondato una scuola che non solo offre corsi di vari livelli dedicati a neofiti, neopatentati o a chi vuole migliorare la propria tecnica di guida, ma promuove la conoscenza e la cultura delle due ruote attraverso eventi in cui verranno combinati tecnica di guida, il piacere del turismo in moto e la passione per questa compagna di viaggio.&rdquo; 

Il numero delle biker sta crescendo, anche in Italia. Lo confermano ricerche e sondaggi: girare su due ruote rende indipendenti e aumenta la sicurezza in s&eacute; stesse

Le donne che guidano una moto sono pi&ugrave; felici

Abbandonate gli inutili stereotipi che vogliono solo gli uomini in sella a potenti moto. Che siano custom, supersportive stradali o Enduro, quando le donne salgono in moto &egrave; inevitabile un&#39;esplosione di fascino e sensualit&agrave;

Donne in moto: sensualità su due ruote

Donne e motori, binomio senza tempo: le ragazze protagoniste negli stand della manifestazione milanese

Eicma 2021, le bellezze del Salone (parte 2)

Donne e motori, binomio senza tempo: le ragazze protagoniste negli stand della manifestazione milanese

Eicma 2021, le bellezze del Salone (parte 3)

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        E chi l&rsquo;ha detto che il mondo della due ruote &egrave; fatto solo da motociclisti e centauri? Se forse, in passato, il settore godeva di un pubblico per la stragrande maggioranza maschile, oggi non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave;, e meno male. Segno che tante cose stanno cambiando e non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; bisogno di fare distinzioni tra hobby per uomini e hobby per donne: tutti possono fare quello che amano, e le donne amano davvero molto le moto. Il motivo? Lo si trova ai principi che stanno alla base di questo universo, fatto di libert&agrave;, passione, condivisione, senso di appartenenza. Principi che hanno fatto emergere nelle donne di tutto il mondo la voglia di fondare gruppi, enti, associazioni per abbattere gli stereotipi e i pregiudizi legati alle motocicliste. Le iniziative di tutto il mondo Dal Venezuela con le Ratgirls al Pakistan con il programma&nbsp;Women on Wheels (pi&ugrave; di 5.000 partecipanti), dove le societ&agrave; sono ancora molto maschiliste, passando per la grande conquista dell&rsquo;Arabia Saudita. Qui, due anni fa, &egrave; stato abolito il divieto di guida per sesso femminile: sono quindi nate le prime scuole guida e le donne possono divertirsi in sella alla moto (ma ancora non possono prendere la patente). Gruppi che hanno in comune di abbattere tab&ugrave; e stereotipi al grido di libert&agrave;. Ma alcune di queste iniziative arrivano anche dalle case motociclistiche: che dire del progetto di Royal Enfield che ha messo in piedi We for Women? Il Marchio ha voluto donare alle poliziotte di Bangalore le proprie moto, cos&igrave; da permettere loro l&rsquo;emancipazione dal corpo di polizia. E sempre in India, troviamo le Biking Queenssi, che girano le scuole della nazione divulgando messaggi educativi. Tra le loro imprese, quella di raggiungere Londra in sella alla moto in 89 giorni nel 2019 e il supporto dato alle comicit&agrave; locali nel periodo Covid-19. Ma storie come queste possiamo trovarle anche in Kenya, dove grazie al club&nbsp;Piki Dada le donne si avvicinano al mondo delle due ruote. Fino a raggiungere l&rsquo;Australia: 100 donne con drammatiche storie di vita che, sotto il nome di&nbsp;The Bendigo Girl Riders, hanno fatto della moto il simbolo del loro riscatto. In Regno Unito ci sono le Women Riders World Relay (oltre 3.000 membri) che insieme hanno fatto il giro del mondo in sella, attraversando tutti e cinque i continenti, e negli Usa si fanno sentire le Caramel Curves, da New Orleans. Orgoglio italiano: BikerX A unire le motocicliste della penisola ci pensa BikerX, prima startup poi scuola ufficiale di guida su strada certificata FMI. &ldquo;BikerX &egrave; nata per rispondere al bisogno di sicurezza delle donne e dei giovani che desiderano avvicinarsi al mondo delle due ruote &ndash;&nbsp;spiega&nbsp;Eliana Macr&igrave;, fondatrice di BikerX&nbsp;&ndash; . Quello delle motocicliste &egrave;, infatti, un popolo in continua crescita: se in passato erano semplici accompagnatrici, oggi sono vere e proprie protagoniste dell&rsquo;universo delle due ruote&rdquo;. Donne in sella: le regole per vivere la moto in sicurezza       

In tutto il mondo, sono sempre di pi&ugrave; le associazioni e i gruppi che vogliono abbattere gli stereotipi e i pregiudizi legati alle motocicliste. In Italia brilla BikerX

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