&Egrave; stato uno degli argomenti che pi&ugrave; ha tenuto banco nelle discussioni tra motociclisti di questa calda estate. Da poco ci &egrave; stato concesso - a patto di rispettare determinate condizioni - di poter accedere in autostrada risparmiando 1/3 del pedaggio rispetto all&rsquo;esborso previsto per le auto. Una vittoria a met&agrave;, secondo molti. Forse! Ma di fatto un primo, concreto, &ldquo;successo dal basso&rdquo; a dimostrazione che, quando si fa fronte comune, qualcosa di buono alla fine arriva sempre. Ma le battaglie da combattere per i &ldquo;diritti&rdquo; (chiamiamoli cos&igrave;, o se preferite &ldquo;le esigenze&rdquo;) di chi vive la propria vita su due ruote, sono ancora tante.  I FRONTI APERTI - Senza sforzarsi troppo: guard-rail assassini, aperture alle corsie preferenziali nelle grandi citt&agrave; (laddove vietate, come nella Capitale), assicurazioni alle stelle&hellip; sono questi da sempre i fronti caldi. A cui probabilmente andrebbe aggiunto il sacrosanto diritto di guidare su strade che non sembrino quelle, appena bombardate, di un paese in guerra (lo stato del nostro sistema viario e il pericolo che rappresenta quotidianamente per migliaia di moto e scooter &egrave; evidente a tutti e non si pu&ograve; certo andare avanti cos&igrave;).  L&rsquo;UNIONE FA LA FORZA. MA NON BASTA... - Associarsi, essere in tanti, rappresenta per&ograve; solo la base di partenza, quando si decide di intraprendere una battaglia che voglia realmente raggiungere il suo scopo (e non fare semplice demagogia o autopromozione a vario titolo). Perch&eacute;, se da un lato un messaggio ha necessit&agrave; di essere condiviso dal pi&ugrave; alto numero di persone possibile (per diventare un chiaro &ldquo;urlo&rdquo; di protesta, un&rsquo;istanza largamente condivisa, l&rsquo;esigenza immediatamente percepibile di un&rsquo;intera categoria), dall&rsquo;altro, senza la capacit&agrave; di coinvolgere chi deve poi prendere effettivamente le decisioni, non si va da nessuna parte.  IL COMPROMESSO - Le istituzioni devono essere quindi la controparte necessaria di un qualunque dialogo proficuo. &ldquo;Istituzioni&rdquo;, per&ograve;, &egrave; una parola facile da pronunciare, ma incredibilmente difficile da circoscrivere. Afferrare. E anche quando si riesce a trovare l&rsquo;interlocutore giusto e a proporgli un&rsquo;istanza sensata e condivisibile, interessi e situazioni di vario genere, nonch&eacute; realt&agrave; complesse e burocratizzate all&rsquo;inverosimile, costringono spesso al compromesso: pur di ottenere un risultato ci si accontenta di &ldquo;qualunque&rdquo; risultato. La domanda a questo punto &egrave; tanto banale quanto necessaria&hellip;  COSA VOGLIAMO? - Torniamo all&rsquo;ultima &ldquo;battaglia&rdquo;, quella che ha avuto tanta risonanza, sui pedaggi autostradali ridotti per chi va in moto o scooter. Una vittoria! E su questo non c&rsquo;&egrave; dubbio. Ma se in molti dei paesi vicini al nostro le due ruote pagano la met&agrave; (vedi Austria o Slovenia), o godono di uno sconto superiore al 40% (senza la necessit&agrave; di doversi dotare di dispositivi appositi a pagamento), oppure non pagano affatto, &egrave; giusto accontentarsi del risultato raggiunto? Perch&eacute; non pretendere un trattamento almeno uguale a chi ci sta geograficamente (e non solo) cos&igrave; vicino? Se poi da qualche parte, in Italia, &egrave; iniziata la sperimentazione, ad esempio, sulle corsie preferenziali (con tratti aperti a moto e scooter), oppure sono stati installati guard-rail di ultima generazione per alcuni chilometri, &egrave; giusto sentirsi soddisfatti cos&igrave;? Voi, se vi guardate attorno, vi sentite soddisfatti del trattamento che ricevete come utenti delle due ruote? Ognuno avr&agrave; la sua risposta ma... di sicuro c&rsquo;&egrave; ancora tanto da fare. 

<p>Istituzioni che fanno muro, interessi di vario genere e l&rsquo;unione che fa la forza&hellip; anche se non sempre &egrave; sufficiente cos&igrave;</p> 

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Le battaglie dei motociclisti: c’è ancora tanto da fare