        Come promesso, &egrave; in arrivo il decreto ministeriale tanto voluto da Matteo Salvini con nuove regole che dovrebbero cambiare l&rsquo;utilizzo degli autovelox, concedendo meno autonomia ai singoli comuni (ricordiamo che l&rsquo;Italia &egrave; prima in Europa per numero di dispostivi di rilevazione della velocit&agrave; e addirittura terza nel mondo). Lo stesso ministro ha ribadito come gli autovelox non debbano essere &ldquo;trappole del Far West stradale per fare cassa&rdquo;. Nel 2023, ha poi sottolineato, i Comuni hanno incassato&nbsp;1,5 miliardi di euro, il 6,5% in pi&ugrave; dell'anno precedente, ma nei Comuni sotto i 10mila abitanti si incassa il doppio di quattro anni fa. &ldquo;Dobbiamo salvare le vite con la prevenzione e i controlli, ma anche salvare il portafoglio dei cittadini,&nbsp;liberandolo dall&rsquo;anarchia degli autovelox&rdquo;. Ma quali sono le novit&agrave; pi&ugrave; importanti? Niente pi&ugrave; foto allegata alla multa Le multe prese con l'autovelox e i rispettivi verbali continueranno ad arrivare&nbsp;nelle case degli automobilisti, ma non sar&agrave; allegata la foto del veicolo, com'&egrave; accaduto finora. Dove finisce, quindi, la foto? Rester&agrave; custodita dall'autorit&agrave;&nbsp;e sar&agrave; a disposizione dell'automobilista che potr&agrave; richiederla in caso di ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto. L'autorit&agrave; che custodisce&nbsp;l'immagine&nbsp;dovr&agrave; garantire, in ogni caso, &ldquo;che siano opportunamente oscurati o resi irriconoscibili&nbsp;soggetti terzi e targhe&nbsp;di eventuali altri veicoli ripresi&rdquo;. Va aggiunto poi che il Garante della Privacy ha permesso le rilevazioni frontali dei veicoli con gli autovelox, ma solo con accorgimenti che oscurino automaticamente i volti delle persone a bordo. C&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;: i dispositivi e i sistemi di ripresa, nonostante il continuo monitoraggio del traffico, memorizzeranno le immagini solo in caso di infrazione. Infine, le immagini e i video raccolti da parte degli organi di polizia stradale competenti a erogare le sanzioni sono conservate per il periodo di tempo necessario all'applicazione delle multe e alla definizione dell'eventuale contenzioso. Dove possono trovarsi gli autovelox con il nuovo decreto Tra le novit&agrave; della bozza del nuovo decreto, si parla anche di dove gli autovelox possono essere piazzati: non&nbsp;a meno di un chilometro dai centri abitati o dove ci sia un limite di 50 km/h, n&eacute; sui tratti delle strade extraurbane dove la velocit&agrave; &egrave; ridotta&nbsp;di almeno 20 km/h rispetto alla norma. Non &egrave; ovviamente ufficiale ma, potrebbe essere addirittura la Prefettura a stabilire i tratti stradali sui quali poter piazzare i dispositivi.&nbsp; Non sar&agrave; possibile prendere pi&ugrave; di una multa sullo stesso tratto di strada, entro un ridotto arco di tempo. BOLOGNA CITT&Agrave; 30 DOPO UN MESE, IL SINDACO: &ldquo;INCIDENTI -16%, BICI +29%&rdquo;       

Dalle foto che non saranno pi&ugrave; allegate alla multa che arriva a casa fino alla disposizione degli strumenti lungo i tratti di strada: cosa dice la bozza

Autovelox, ecco cosa cambia con il nuovo decreto

        In arrivo regole pi&ugrave; stringenti per evitare che i Comuni facciano "cassa" con il moltiplicarsi degli autovelox (l'Italia &egrave; la prima in Europa per numero di dispositivi): &ldquo;Stiamo lavorando al nuovo Codice della strada per ridurre morti e feriti. Gli autovelox dovranno essere omologati a livello nazionale e i sindaci dovranno spiegare perch&eacute; li mettono e dove e con quale motivazione&rdquo;, aveva detto Matteo Salvini in un intervento in radio. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture &egrave; pronto, quindi, a varare il decreto &ldquo;per una omologazione nazionale&rdquo; degli autovelox, che dovrebbero essere vietati su strade con percorrenza a 50 km/h. I provvedimenti sugli autovelox, e non solo &ldquo;Non pu&ograve; esserci il fai da te&rdquo;, ha detto Salvini. &ldquo;Per salvare vite vicino a scuole, ospedali, una curva pericolosa ci sta, ma piazzati dalla sera alla mattina su stradoni per tassare gli automobilisti hanno poco a che fare con la sicurezza&rdquo;. Sull&rsquo;argomento si &egrave; espressa anche la deputata delle Lega e componente della Commissione Trasporti della Camera, Elena Maccanti, che ha dato ulteriori dettagli: &ldquo;Ci sono due provvedimenti sugli autovelox, uno &egrave; inserito nel codice della strada&rdquo;, mentre quello di vietare l'installazione degli autovelox sulle strade a 50km/h &ldquo;&egrave; dentro un decreto ministeriale attualmente all'esame della Conferenza Unificata, previsto da una legge del 2010 che Salvini sta sbloccando dopo 13 anni, e che passer&agrave;&rdquo;. Con la promessa di essere &ldquo;in Aula alla Camera per la discussione generale il primo marzo&rdquo;. E sempre sui dispositivi di rilevazione della velocit&agrave; nel provvedimento si legge: &ldquo;Nel caso in cui si prendano pi&ugrave; multe per autovelox nello stesso tratto stradale, in un periodo di tempo di un'ora e di competenza dello stesso ente si paga una sola sanzione: quella pi&ugrave; grave aumentata di un terzo, se pi&ugrave; favorevoli&rdquo;. Tra le altre misure ci sono anche la terza fascia sui guard rail a tutela dei motociclisti e la Ztl in aree tutelate dall'Unesco. LA QUESTIONE 30KM/H       

Il ministro pronto a varare il decreto &ldquo;per una omologazione nazionale&rdquo; dei dispositivi di rilevazione della velocit&agrave;: &ldquo;Non pu&ograve; esserci il fai da te&rdquo;

Salvini verso la stretta sugli autovelox: vietati sotto i 50 km/h

        Come ormai &egrave; ben noto, il Governo Meloni, attraverso il Decreto Trasparenza ha deciso di indagare sui possibili comportamenti speculatori da parte dei distributori di carburanti. Per questo motivo, la Guardia di Finanza ha svolto controlli a tappeto in tutta Italia per scoprire se i gestori stiano rispettando le indicazioni. I risultati ottenuti sono tutt&rsquo;altro che soddisfacenti.&nbsp; BENZINA, PREOCCUPANO I RIALZI: SELF A 1,880 EURO/LITRO Numeri preoccupanti A rivelare cosa &egrave; emerso dai controlli della GdF &egrave; stato il colonnello Alberto Nastasia, che in audizione alla Commissione Attivit&agrave; produttive della Camera ha affermato: &ldquo;A gennaio&nbsp;sono stati eseguiti 2.518 interventi, dai quali sono emerse 989 violazioni alla disciplina prezzi: di queste 341 per mancata esposizione e/o difformit&agrave; dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati e altre 648 per omessa comunicazione al ministero. Per Nastasia inoltre, l&rsquo;accisa evasa sui carburanti nel 2022 &egrave; stata quantificata in oltre 450 milioni di euro". Sulla preoccupante situazione si &egrave; espresso anche il Codacons: &ldquo;Le violazioni sul fronte dell&rsquo;esposizione dei prezzi al pubblico, le irregolarit&agrave; e l&rsquo;omessa comunicazione dei listini al ministero proseguono indisturbate. Una situazione grave che conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, tutte le nostre denunce circa le anomalie dei prezzi e i comportamenti scorretti a danno dei consumatori&rdquo;. CARBURANTI, L'ALTERNATIVA E-FUELS: LA VERA SVOLTA?       

Le Forze dell'Ordine hanno effettuato oltre 2.500 controlli in tutta Italia: gran parte delle sanzioni sono state per omessa comunicazione al Ministero

Controlli ai distributori di carburanti: la GdF fa strage di sanzioni

        La fine del taglio sulle accise non ha certo contribuito a far iniziare con il piede giusto questo 2023. La scelta del Governo, tuttavia, &egrave; stata chiara e agli italiani non resta che adeguarsi a questa decisione. Dall&rsquo;altra parte per&ograve; si sta cercando comunque di mettere un freno al caro-carburanti: pi&ugrave; trasparenza nei prezzi, un tetto ai listini nelle stazioni di servizio sulle autostrade e sanzioni per i distributori che non si adeguano. Dopo l'annuncio, non &egrave; mancata una reazione: il 25 e 26 gennaio &egrave; previsto uno sciopero dei benzinai. Le novit&agrave; del decreto legge Il 10 gennaio 2023 il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legge sulla trasparenza del prezzo dei carburanti. Cosa prevede? In primis c&rsquo;&egrave; l&rsquo;obbligo per gli esercenti di esporre, oltre al prezzo praticato, anche il prezzo medio giornaliero nazionale a sua volta calcolato dal Ministero delle imprese e poi pubblicato non pi&ugrave; settimanalmente ma quotidianamente. Un altro punto riguarda la definizione di una soglia massima, calcolata in percentuale sul prezzo medio giornaliero, per i distributori sulle autostrade. E poi c&rsquo;&egrave; la questione delle sanzioni pi&ugrave; alte e delle sospensioni. In caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicit&agrave; dei prezzi, le sanzioni amministrative aumentano. In caso di recidiva, la sanzione pu&ograve; arrivare alla sospensione dell'attivit&agrave; per un periodo che va da 7 a 90 giorni. Sempre nel decreto legge &egrave; previsto un rafforzamento tra Garante dei prezzi e l'Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Si irrobustisce anche la collaborazione tra il Garante e la Guardia di Finanza. Viene poi istituita una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi per analizzare, nel confronto con le parti, le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti. Per il primo trimestre 2023, poi, vengono rinnovati i buoni benzina. Altra certezza &egrave; che non c&rsquo;&egrave; alcun nuovo taglio alle accise in vista, anche se la premier Meloni non ha escluso che prima o poi il governo riesca &ldquo;a fare un taglio strutturale e non temporaneo&rdquo;.&nbsp; Lo sicopero del 25 e 26 gennaio Alla notizia del nuovo decreto legge &egrave; seguita la reazione del settore. Il 25 e 26 gennaio (dalle 19 del 24 fino alle 7 del 27) &egrave; stato indetto uno sciopero dei benzinai su strade e autostrade: &ldquo;Per porre fine a questa &ldquo;ondata di fango&rdquo; contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verit&agrave;, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio&rdquo;, si legge in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio. MERCATO MOTO: IL 2022 TRA CONFERME E SORPRESE       

Il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legge sui prezzi. Intanto il 25 e 26 gennaio &egrave; previsto uno sciopero dei benzinai

Prezzo benzina: niente tagli alle accise ma più multe e trasparenza

        Sulla pratica del retrofitting, ovvero sul convertire in elettrico un veicolo nato endotermico, si accendono talvolta le pi&ugrave; animate discussioni da bar tra integralisti e innovatori, tra chi grida allo scandalo per l'Airone o la Vespa elettrificati e chi invece vede in questa pratica la possibilit&agrave; di dare nuova vita ad un pezzo di storia, poco importa se del motorismo o solo personale. Questa volta, per&ograve;, non entreremo nel merito se sia opportuno o meno apportare tali modifiche o salvaguardare l'originalit&agrave; a tutti i costi, ma cercheremo di spiegarvi e semplificarvi cosa stabiliscono le nuove regole del gioco. LA NORMA SUL RETROFIT DICE CHE... Il 1 ottobre &egrave; infatti entrato in vigore il Decreto n.141 del 26 luglio 2022 che riguarda il &ldquo;Sistema di riqualificazione elettrica dei veicoli appartenenti alle categorie internazionali L, M ed N1&rdquo; ovvero il cosiddetto retrofit. La norma stabilisce infatti le nuove regole per l&rsquo;installazione e l&rsquo;omologazione della conversione elettrica di motocicli, auto e furgoni entro le 3,5 tonnellate che in origine montavano motore termico. Si pu&ograve; montare su di essi il motopropulsore elettrico (motore e convertitore di potenza), la batteria con l&rsquo;elettronica di gestione, l&rsquo;interfaccia per la ricarica esterna e tutto ci&ograve; che &egrave; necessario per il funzionamento. Rimane fondamentale che i veicoli &ldquo;non differiscano per caratteristiche dimensionali e di prestazioni funzionalmente connesse con il sistema di riqualificazione elettrica&rdquo;. In buona sostanza non devono essere in alcun modo alterate le originarie caratteristiche del veicolo in termini di prestazioni e sicurezza e quanto installato deve poter resistere agli agenti di corrosione e di invecchiamento cui &egrave; esposto. Viene anche specificato che la conversione pu&ograve; essere effettuata senza richiedere il nullaosta al costruttore del veicolo, ma che va presentata la domanda di riqualificazione elettrica alla Motorizzazione che approver&agrave; e si occuper&agrave; della nuova immatricolazione. I lavori di conversione elettrica devono essere svolti da un installatore indicato dal costruttore delle componenti. Infine &egrave; espressamente specificato che &ldquo;non &egrave; consentito il ripristino del motore endotermico su un veicolo che &egrave; stato oggetto di riqualificazione elettrica&rdquo;, insomma indietro non si torna anche perch&eacute; non converrebbe a nessuno. Riassumendo, ecco cosa stabilisce il "Decreto Retrofit":  si possono installare kit di elettrificazione studiati per il proprio veicolo l'installazione deve avvenire presso un installatore autorizzato indicato da chi vi ha fornito le componenti non serve pi&ugrave; il nullaosta della Casa va comunque presentata domanda di riqualificazione elettrica alla Motorizzazione sar&agrave; la motorizzazione ad approvare la riqualificazione e ad aggiornare la carta di circolazione un veicolo elettrificato non pu&ograve; tornare endotermico  Per chi desiderasse leggere il testo completo del decreto, lo pu&ograve; trovare qui sulla Gazzetta Ufficiale.        

Dal 1 ottobre stabilisce le nuove regole per la riqualificazione elettrica di veicoli originariamente termici ed &egrave; un importante passo avanti per un sistema pi&ugrave; chiaro. Ve lo spieghiamo in sintesi.

Decreto retrofit, di cosa si parla?

        Stretta importante per gli amanti dei monopattini elettrici. I mezzi a due ruote ormai popolano nelle nostre citt&agrave; ma c'&egrave; ancora chi ne fa un uso sconsiderato, sfrecciando a tutto gas tra i pedoni, accanto alle automobili e lasciandoli ovunque. Molti di questi monopattini spesso non sono neanche conformi alle norme vigenti, per questo il Governo per&ograve; ha appena firmato un decreto che ribadisca come devono essere questi amati e odiati mezzi. SVIZZERA, SEQUESTRATO UN MONOPATTINO ELETTRICO DA 120 KM/H Le nuove regole Le informazioni inserite nel decreto sono state chiarite da Giordano Biserni dell'Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale: "I monopattini elettrici devono essere dotati di freno su entrambe le ruote. Il dispositivo frenante deve essere indipendente per ciascun asse e deve essere tale da agire in maniera pronta ed efficace sulle rispettive ruote". I monopattini elettrici devono poi obbligatoriamente presentare un segnalatore acustico, indicatori luminosi di svolta, anteriormente di una luce bianca o gialla e posteriormente di una luce rossa, entrambe a luce fissa, posteriormente di catadiottri rossi e di catadiottri gialli applicati sui lati. Obbligatorio anche il campanello il cui suono deve essere percepito da almeno 30 metri di distanza. Ancora al vaglio l'ipotesi della necessit&agrave; di assicurazione sulla responsabilit&agrave; civile contro i danni a terzi. MONOPATTINI, A ROMA SONO UN FLOP        

I mezzi dovranno presentare diversi elementi che li rendano conformi alle norme del Codice della Strada

Monopattini, attenzione alle nuove regole: ecco cosa dice il decreto

        Attraverso la legge 108 dello scorso 5 agosto, sono cambiate tante cose in tema di patente moto, sia per quanto riguarda la revoca che la possibilit&agrave; di ottenere quella di categoria A3 se si &egrave; in possesso da almeno due anni della patente A1 e A2 soltanto frequentando appunto un corso in autoscuola con parte pratica e teorica della durata minima di 7 ore. Troppe ore di guida Le nuove regole, da poco entrate in vigore, non convincono Confarca, associazione di categoria che rappresenta le autoscuole, la quale ha parlato attraverso le parole del presidente Paolo Colangelo. La questione pi&ugrave; dibattuta &egrave; stata quella che riguarda il costo, poich&egrave; le guide certificate saranno economicamente molto pi&ugrave; dispendiose rispetto al singolo esame: "Questa norma non ci entusiasma perch&eacute;, a nostro avviso,&nbsp;sette ore di guida&nbsp;per una persona gi&agrave; in possesso di una patente per le due ruote&nbsp;sembrano un po' troppe. Di fatto, il conducente si trova di fronte a un cambio di categoria per potenza del veicolo: pertanto, non si va nella direzione auspicata, ovvero quello della semplificazione. Inoltre, il legislatore poteva essere pi&ugrave; attento e introdurre le guide certificate per il conseguimento della patente, come gi&agrave; accade per le patenti auto, anzich&eacute; per il passaggio da una categoria all'altra, con ulteriori ore di guida che serviranno a poco". IN MOTO COL CANE O IL GATTO? SI PU&Ograve;, MA ATTENZIONE ALLE REGOLE!       

Secondo quanto emerge il decreto Infrastrutture-bis, per ottenere la licenza di guida di categoria A3 sar&agrave; necessario solo seguire un corso

Patente moto senza esame, scuole guida: "Costerà di più"

        Dalla guida, alle motivazioni che portano alla revoca, dalla potenza massima consentita del motore, alle procedure per ottenere la licenza di guida A2 e A. Sono diversi i temi trattati dalla nuova legge 108 dello scorso 5 agosto, attraverso la quale entrano in vigore anche pesanti sanzioni economiche e disciplinari. Cosa cambia nel dettaglio La norma (che va di fatto a modificare l'articolo 120) dispone che, in caso patente revocata per determinati reati, il giudice pu&ograve; disporre anche il divieto (fino alla riabilitazione) di condurre velocipedi a pedalata assistita come le bici elettriche. Per chi viola questa disposizione la sanzione varia dai 2mila ai 7mila euro oltre che la confisca del mezzo. La legge 108 prevede inoltre la possibilit&agrave; di circolazione dei mezzi utilizzati dai disabili, sulle piste o sulle corsie ciclabili e pedonali. Come annunciato anche all'inizio di agosto, con il decreto Infrastrutture-bis &egrave; possibile, in alcune circostanze, ottenere la patente A2 e A (o A3) seguendo un corso senza sostenere alcun esame: &nbsp;&egrave; stato infatti deciso che&nbsp;baster&agrave; attendere due anni&nbsp;dal conseguimento della propria patente A1 e A2 per veder "scattare" la propria licenza di guida nella categoria A3&nbsp;soltanto frequentando appunto un corso in autoscuola con parte pratica e teorica della durata minima di 7 ore. E-BIKE MODIFICATA? COME UN CICLOMOTORE: TARGA E ASSICURAZIONE, PENA LA MULTA        

Le nuove regole, entrate in vigore con la legge 108 del 5 agosto, comprendono anche novit&agrave; per i disabili&nbsp;

Patente moto, esame abolito e revoca della licenza: cosa cambia

        Grandi cambiamenti in arrivo per tutti coloro in procinto di ottenere la patente per guidare la moto, cio&egrave; quella di categoria A3. Per conseguirla infatti non sar&agrave; pi&ugrave; necessario sostenere alcun esame, ma baster&agrave; seguire un corso in autoscuola. Attenzione per&ograve;, perch&egrave; le modifiche legislative introdotte dal Decreto Infrastrutture-Bis non valgono per tutti. IL PROGRESSO DEL DIGITALE: DAL 2023 LA PATENTE AVR&Agrave; UN QRCODE Niente pi&ugrave; esame Non cantate vittoria troppo presto, perch&egrave; l'esame non sar&agrave; abolito per tutti. Le nuove regole infatti valgono soltanto per&nbsp; coloro che sono gi&agrave; in possesso di patente A1 (conseguibile dai 16 anni) o A2 (conseguibile a 18 anni): per sveltire le pratiche e risolvere il problema della carenza di personale delle Motorizzazioni infatti &egrave; stato deciso che baster&agrave; attendere due anni dal conseguimento della propria patente A1 e A2 per veder "scattare" la propria licenza di guida nella categoria A3 soltanto frequentando un corso in autoscuola con parte pratica e teorica della durata minima di 7 ore. Sar&agrave; totalmente abolito quindi l'esame finale. Le modifiche entreranno in vigore a tra il 10 e il 15 agosto 2022. FRANCIA, UFFICIALE: DAL 2023 ABOLITA LA REVISIONE PER VEICOLI A DUE E TRE RUOTE       

La novit&agrave; arriva direttamente dal Decreto Infrastrutture Bis che permette ai possessori di patente A1 e B1 di sostenere solo un corso per ottenere l'A2 e A3

Patente moto, non più esami per il passaggio: basterà un corso

        Dopo il bonus assicurazione e il bonus revisione, in queste settimane si &egrave; parlato pi&ugrave; volte anche dell&rsquo;Ecobonus per quanto riguarda i veicoli a due ruote elettrici. Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo Sostenibile ha per&ograve; esteso la validit&agrave; del benefit anche alle moto e agli scooter con motore tradizionale. In arrivo il nuovo Decreto Ottime notizie per tutti i motociclisti. Nel periodo complicato che l&rsquo;Italia sta attraversando, il Governo ha cercato di venire incontro ai cittadini introducendo numerosi bonus. Quello dedicato alle moto era stato inizialmente ideato per aiutare la svolta green nel nostro paese ed incentivare quindi ad acquistare veicoli elettrici. La novit&agrave; per&ograve; riguarda proprio l&rsquo;Ecobonus 2022, il quale sar&agrave; esteso anche per i veicoli con motore tradizionale. Attraverso un intervento al Senato, Giovannini ha anticipato l&rsquo;arrivo di un Decreto: &ldquo;&Egrave; in preparazione il decreto per i nuovi incentivi per l&rsquo;automotive, che attenzione non riguarda solo le automobili, si va dalle moto ai camion pesanti. Non copriremo tutto, ma non copriremo solo le auto, visto che ci sono opportunit&agrave; di transizione ecologica anche per le moto stesse e per i veicoli commerciali leggeri, quelli di ultimo miglio che sono fra l&rsquo;altro molto vecchi e inquinano molto le nostre citt&agrave;. Ne stiamo discutendo con gli altri ministeri per vedere come bilanciare questi aspetti&rdquo;. FRANCIA, MOTOCICLISTI ACCONTENTATI: NIENTE PI&Ugrave; REVISIONE PER LE MOTO       

L&rsquo;annuncio &egrave; arrivato da parte del Ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo Sostenibile Enrico Giovannini

L’Ecobonus sarà valido anche per moto e scooter non elettrici

        La conclusione dell&rsquo;iter &egrave; a un passo e finalmente i motociclisti francesi vedranno la loro richiesta realizzata dopo 10 anni di insistenza: dal prossimo aprile infatti non sar&agrave; pi&ugrave; necessario sottoporre la propria moto al "contr&ocirc;le technique", cio&egrave; alla revisione. BONUS REVISIONE, PROROGA FINO AL 30 APRILE PER FARE DOMANDA Controllo "inutile" La F&eacute;d&eacute;ration Fran&ccedil;aise de Motocyclisme e la F&eacute;d&eacute;ration des Motards en Col&egrave;re si sono battuti per anni per veder abolito il decreto e lo scorso 22 marzo ce l&rsquo;hanno fatta. L&rsquo;ufficialit&agrave; si avr&agrave; con le firme dei ministri e la pubblicazione definitiva. Il motivo principale della richiesta &egrave; la presunta &ldquo;inutilit&agrave;&rdquo; della revisione, poich&eacute; secondo alcuni studi portati avanti dalle due associazioni, solo una piccolissima percentuale degli incidenti in moto &egrave; causato da un guasto tecnico. Per questo motivo, sottoporre il proprio mezzo a due ruote a revisione significherebbe solo una spesa di denaro quasi inutile per i proprietari dei veicoli. In Francia l&rsquo;obbligo di revisione doveva essere introdotta nel 2022, dopo la direttiva UE che chiedeva a tutti i paesi membri di adottare la stessa tempistica per il controllo, ovvero ogni 2 anni. Con la pandemia, Macron aveva deciso di posticiparne temporaneamente l&rsquo;introduzione, fino alla proposta della totale abolizione. CARO BENZINA: SERVONO NUOVI INTERVENTI DEL GOVERNO       

A partire dal prossimo 8 aprile i francesi non saranno pi&ugrave; obbligati a sottoporre il loro mezzo al cosiddetto "contr&ocirc;le technique"

Francia, motociclisti accontentati: niente più revisione per le moto

        Bollette di luce e gas in aumento, costo dei generi alimentari in ascesa con prodotti contingentati a causa della crisi russo-ucraina e carburanti che ormai sfiorano cifre folli, ma &egrave; soprattutto il costo folle di questi ultimi che fa davvero infuriare. La situazione dei prezzi in aumento in Italia sta mettendo in ginocchio il paese e il Governo pensa finalmente ad un intervento deciso, con un taglio delle accise sulla benzina. Meglio tardi che mai Dopo le parole del ministro della Transizione Ecologica Cingolani che aveva definito il caro benzina come &ldquo;una colossale truffa agli italiani&rdquo;, finalmente sembra che a Palazzo Chigi abbiano aperto gli occhi sul grave momento che sta attraversando il Paese. Mario Draghi sembra infatti pronto per approvare in breve tempo un decreto per evitare un nuovo rincaro sui prezzi di benzina e gasolio, oltre che ad un taglio delle accise in modo da avere un risparmio del 10%. Un intervento simile &egrave; significativamente pi&ugrave; semplice da attuare, poich&eacute; non sarebbe necessario &ldquo;scomodare&rdquo; il resto dell&rsquo;Europa, condizione necessaria invece per quanto riguarda alimenti e gas: per quest&rsquo;ultimo si pensa ad una tassa che colpisca gli extra profitti delle societ&agrave; del settore e un tetto al prezzo del gas in arrivo dalla Russia. CARO BENZINA: IL PREZZO PER UNA PASSIONE PASSA DALLE ACCISE       

Secondo Mario Draghi, il provvedimento porter&agrave; ad un risparmio del 10%. Sul tavolo anche le questioni di gas e beni alimentari, con lo sciopero dei Tir previsto per oggi che non aiuta di certo la situazione.

Costo dei carburanti: il Governo prepara il decreto per taglio delle accise

        Il nuovo Decreto Infrastrutture recentemente approvato dal governo italiano cambia molte delle carte in tavola per quanto riguarda le patenti, i trasporti e la circolazione stradale. Sono naturalmente coinvolti anche i motociclisti e i loro mezzi, per tutta una serie di norme che a partire dal prossimo 9 novembre potranno essere trasformate in legge dal Senato. PATENTE E DOCUMENTI DI CIRCOLAZIONE La novit&agrave; pi&ugrave; importante relativa alle patenti riguarda il foglio rosa, che varr&agrave; 12 mesi e non pi&ugrave; sei. Inoltre, per sostenere l'esame pratico per la patente si avranno a disposizione tre tentativi; questa norma va a braccetto con quella che prevede che un esame teorico superato valga proprio per tre esami pratici. Per quanto riguarda i documenti di circolazione, la novit&agrave; introdotta prevede che qualora si venga trovati sprovvisti dei documenti necessari in seguito a un controllo delle autorit&agrave;, non sar&agrave; pi&ugrave; necessario esibirli presso i Comandi o le Stazioni delle Forze dell'Ordine se tali documenti possono essere consultati attraverso le banche dati pubbliche o gestite dallo Stato. CORSI GUIDA MOTO: TUTTO QUELLO CHE C&rsquo;&Egrave; DA SAPERE CICLOMOTORI E TARGA PROVA Importante aggiornamento anche per i ciclomotori, tra i veicoli di interesse storico e collezionistico e d'epoca. Per loro sar&agrave; infatti possibile essere inseriti nella categoria degli "atipici". Da non dimenticare la norma che prevede il possibile utilizzo della targa prova anche per i mezzi immatricolati. MULTE E AUTOSTRADE &Egrave; invece sotto il segno della trasparenza la novit&agrave; relativa alle multe. D'ora in avanti infatti i Comuni saranno tenuti a pubblicare entro il 30 giugno di ogni anno una relazione annuale sulla destinazione dei proventi delle multe, pubblicando tali dati sul proprio sito internet insieme con i dati sull'effettivo utlizzo di tali somme di denaro. DL TRASPORTI, ANCMA E FMI: &ldquo;DISPIACE IL NO AI 125 IN AUTOSTRADA&rdquo; Infine, cambio nella gestione delle autostrade statali, appannaggio di una nuova societ&agrave; pubblica controllata dal Ministero Economia e Finanze e dal Ministero delle Infrastrutture. Non saranno inoltre tollerate, lungo le strade, pubblicit&agrave; discriminatorie o violente di carattere sessuale, etnico o religioso, n&eacute; contenuti offensivi o lesivi di vario carattere. MULTATO SENZA COLPA, SCOPRE CHE GLI HANNO FALSIFICATO LA TARGA DELLA MOTO       

Foglio rosa, esami pratici, sanzioni pecuniarie, autostrade: ecco le novit&agrave; introdotte dal nuovo provvedimento governativo

Decreto Infrastrutture, cosa cambia per la patente moto e le multe

        Nonostante la campagna vaccinale proceda, i contagi stanno risalendo soprattutto a causa delle varianti del Covid. Vista questa situazione, il Governo oltre a prorogare lo stato di emergenza fino alla fine del 2021 ha deciso di modificare anche le norme che regolano il green pass. Quali sono le novit&agrave;? E cosa cambia per i motociclisti e le loro vacanza progettate in sella alle due ruote? Vediamo i dettagli. Viaggiare in Europa: le regole da seguire Nazione per Nazione Come si ottiene il green pass Per ottenere il green pass, che sar&agrave; obbligatorio dal 6 agosto, basta la prima dose di vaccino o un certificato di guarigione da Covid nei precedenti sei mesi, oppure aver effettuato un test molecolare o antigenico o salivare nelle 48 ore precedenti, con esito negativo. Come ottenere il green pass? Basta scaricarlo attraverso il codice authcode ricevuto tramite sms, poi da inserire sul sito dgc.gov.it o sulla app Immuni. Per chi ha l&rsquo;app IO, invece, il green pass compare direttamente. A cosa serve il green pass Per quali attivit&agrave; sar&agrave; obbligatorio mostrare il green pass? Al momento non servir&agrave; per viaggiare. Quindi, via libera ai giri in moto che, ricordiamolo, rappresentano un mezzo di trasporto sicuro per evitare assembramenti e mantenere il distanziamento. Ma nemmeno per salire su treni, navi e aerei servir&agrave; la certificazione verde. Sui mezzi restano in vigore le regole che ci sono state fino a oggi: distanziamento per chi non &egrave; convivente per i posti a sedere e in piedi, con l&rsquo;obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata del viaggio. Anche per le palestre e per le attivit&agrave; motorie al chiuso &egrave; obbligatorio presentare il green pass. L&rsquo;elenco delle attivit&agrave; comprende: piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all&rsquo;interno di strutture ricettive. Stesso discorso per le attivit&agrave; nel tempo libero: spettacoli aperti al pubblico, musei, istituti e luoghi della cultura, mostre, sagre e fiere, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi limitatamente alle attivit&agrave; al chiuso, sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casin&ograve;. Tutti con determinati protocolli di capienza. Se non si possono rispettare questi protocolli, le attivit&agrave; verranno sospese. E per i ristoranti? In zona bianca, per mangiare al chiuso, si dovr&agrave; presentare il green pass, che non &egrave; invece necessario per chi vuole sedersi o consumare all&rsquo;aperto. Rimangono invece chiuse le discoteche. Cambiano i parametri Il nuovo decreto cambia i parametri per il passaggio tra le varie fasce di rischio. Per rimanere in zona bianca &ldquo;l&rsquo;incidenza settimanale dei contagi deve essere inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive. Se l&rsquo;incidenza &egrave; superiore a 50 casi, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 non deve superare il 15% e quello in terapia intensiva il 10%&rdquo;. Il decreto poi stabilisce che in zona bianca il green pass &egrave; valido dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino e ha una validit&agrave; di 9 mesi. Nelle zone gialla, arancione e rossa il green pass ottenuto dopo la prima dose &egrave; valido per accedere a tutti &ldquo;i servizi e le attivit&agrave; consentiti e alle condizioni previste per le singole zone&rdquo;. Benzina, stop al rialzo: raggiunto accordo per abbassare i prezzi       

Dal 6 agosto sar&agrave; obbligatorio presentare la certificazione verde per alcune attivit&agrave;: ecco quali e come ottenerla. Ma gli spostamenti per adesso sono salvi

Green pass: cosa cambia per i viaggi (anche in moto) e nuove regole

        Il Decreto Sostegni, il piano di aiuti economici dedicato a lavoratori e imprese in difficolt&agrave; a causa della pandemia, &egrave; stato approvato e quindi quello che avevamo annunciato qualche tempo fa riguardo alla cancellazione dei debiti (comprese multe e bollo) diventer&agrave; realt&agrave;, ma con alcune condizioni specifiche. Le cartelle esattoriali prese in considerazione sono quelle fino a 5mila euro, comprese nel periodo tra il 2000 e il 2010 (e non pi&ugrave; entro il 2015), per i soggetti con reddito inferiore a 30.000 euro. Draghi, lotta all&rsquo;evasione Un intervento, ha spiegato il Premier Draghi, &rdquo;che abbiamo contenuto nell'importo:&nbsp;5 mila euro di importo corrispondono a 2.500 netti&nbsp;perch&eacute; ci sono interessi e sanzioni. In pi&ugrave; l'abbiamo contenuto all'interno di un tetto di reddito. Quindi questo azzeramento permette all'amministrazione di perseguire la lotta all'evasione pi&ugrave; efficacemente ma &egrave; chiaro che lo Stato non ha funzionato perch&eacute; ha permesso l'accumulo di milioni di&nbsp;cartelle. Deve cambiare qualcosa e per questo c'&egrave; una norma per modificare delle norme e dei meccanismi di riscossione, una piccola, spero piccola, riforma&rdquo;.&nbsp; Dicevamo che tra questi debiti cancellati di cui tanto si parla sono compresi anche multe e bolli auto e moto non pagati nel periodo stabilito, ma a differenza di quanto precedentemente annunciato ci sono delle nuove condizioni stabilite. Cashback di Stato, tra le spese incluso anche il bollo moto       

Approvato il piano di aiuti economici e confermata la cancellazione della cartelle esattoriali, ma solo dal 2000 al 2010 e con limite fissato a 5.000 euro

Decreto Sostegni, debiti di bollo e multe cancellati: ecco come

        Sono tante le voci che si rincorrono riguardo al nuovo decreto Sostegno, che &egrave; ancora una bozza e non sappiamo se diventer&agrave; effettivo. Quello che sappiamo &egrave; che tra le notizie che stanno facendo il giro del web c&rsquo;&egrave; quella relativa all&rsquo;ipotesi che il decreto cancelli le vecchie cartelle esattoriali ferme da anni, nel periodo che va dal 1&deg; gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, e che non superino una cifra ancora da stabilire (l&rsquo;ipotesi pi&ugrave; diffusa &egrave; entro i 5.000 euro, compresi sanzioni e interessi). Significa, insomma, cancellare i vecchi debiti, atti non pagati e accumulati. Ma perch&eacute; ve lo stiamo dicendo? Perch&eacute; in mezzo a tutti questi atti rientrerebbero anche i bolli auto/moto e multe stradali. E chi ha sempre pagato? Se la pax fiscale diventasse effettivamente decreto, quindi, i motociclisti che non hanno pagato quanto dovuto al Fisco si vedrebbero annullare i debiti dovuti a un bollo non pagato o a una multa scaduta, con relative cifre inferiori ai 5.000 euro. Fortunati, ci viene da dire, a discapito di chi, invece, ha sempre sempre regolarmente pagato, con senso del dovere e del rispetto della legge. Cashback di Stato, tra le spese incluso anche il bollo moto       

Niente di certo, perch&eacute; si parla di una bozza: ma se il decreto dovesse diventare effettivo potrebbe esserci l&rsquo;annullamento automatico di alcune pendenze col Fisco

Debiti bollo e multe, il decreto Sostegno li può cancellare

        &Egrave; diventato effettivo il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riguardo i vari tipi di collaudo nelle sedi della Motorizzazione Civile. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato scorso, il provvedimento cambia un po&rsquo; di regole che interessano anche i motociclisti. GANCI TRAINO SENZA COLLAUDO Tra le operazioni non pi&ugrave; soggette a collaudo obbligatorio rientrano la sostituzione dei serbatoi Gpl, il montaggio dei doppi comandi sui veicoli per le esercitazioni di guida, gli adattamenti per i conducenti disabili e, soprattutto, l&rsquo;installazione dei ganci traino. Per implementare i propri veicoli con queste modifiche, quindi, rimane s&igrave; confermato l&rsquo;aggiornamento della carta di circolazione, ma baster&agrave; avere una dichiarazione di esecuzione dei lavori a regola d&rsquo;arte da parte di un&rsquo;officina accreditata dal MiT. Viene meno la necessit&agrave; del collaudo ufficiale alla Motorizzazione. COSTI E BUROCRAZIA Per trasportare la moto sul traino agganciato alla propria auto baster&agrave; presentare la domanda di aggiornamento della carta di circolazione entro 30 giorni dal completamento dei lavori e potr&agrave; farlo direttamente l&rsquo;intestatario del veicolo, oppure un&rsquo;agenzia di pratiche auto. I costi sono di 10,20 euro di tariffa motorizzazione con marca da bollo da 16 euro se lo si fa autonomamente; rivolgendosi ad agenzia, si paga una commissione variabile per la pratica svolta. Tra gli allegati alla domanda, va inserita l&rsquo;attestazione dei lavori dell&rsquo;officina, la certificazione di origine dei componenti installati e, se previsto, il certificato di conformit&agrave;. Ad aggiornare la carta di circolazione &egrave; la Motorizzazione Civile, rilasciando un tagliando da applicare al libretto stesso con i nuovi dati e un codice identificativo dell&rsquo;officina accreditata. TRANSIZIONE Per chi aveva gi&agrave; inoltrato una richiesta prima del nuovo decreto, la vecchia procedura resta valida. Visite e prove gi&agrave; prenotate possono essere effettuate, come valide sono le domande ancora da presentare per modifiche gi&agrave; effettuate. La Motorizzazione Civile fa sapere: &ldquo;In considerazione della possibile volont&agrave; da parte degli interessati di avvalersi delle semplificazioni introdotte, le domande gi&agrave; presentate potranno essere definite con la nuova procedura a condizione che la domanda venga opportunamente integrata e resa conforme alle prescrizioni del decreto, con particolare riferimento all&rsquo;accreditamento dell&rsquo;officina e alle relative dichiarazioni&rdquo;. InMoto consiglia: trasportare la moto sul carrello       

Il decreto del Ministero dei Trasporti semplifica la vita dai proprietari di veicoli: baster&agrave; aggiornare la carta di circolazione e trovare un'officina accreditata per i lavori&nbsp;

Motorizzazione, stop all'obbligo di collaudo per i ganci traino

        Il Decreto Rilancio &egrave; stato approvato ed &egrave; diventato legge il 15 luglio e interessa anche il mondo delle due ruote. Iniziano infatti gli incentivi previsti dal governo per favorire la mobilit&agrave; ecosostenibile in Italia. Da agosto dovrebbero essere attivate le agevolazioni per le auto elettriche e ibride, mentre gi&agrave; da qualche giorno si pu&ograve; usufruire degli ecobonus per moto e scooter elettrici o ibridi, con o senza rottamazione. BONUS CUMULABILE Le agevolazioni economiche per chi acquista un mezzo green possono arrivare al 40% sul prezzo di listino se si rottama un veicolo da Euro 0 a Euro 3. Senza rottamazione, invece, si prevede uno sconto del 30% fino a un valore massimo di 3.000 euro. I bonus sono cumulabili con quelli gi&agrave; previsti dalle amministrazioni locali e/o direttamente dai rivenditori. Ad essere precisi, su eco bonus.mise.gov.it &egrave; possibile richiedere il bonus solo rottamando un mezzo inquinante, ma dal ministero dello Sviluppo economico arrivano conferme sull&rsquo;estensione degli incentivi senza rottamazione nel giro di pochissimo tempo. LE CATEGORIE Quali sono i modelli a due ruote che sono interessati dai bonus? Il testo del decreto li identifica nei veicoli nuovi di categoria L a due, tre o quattro ruote, ibridi o elettrici nelle categorie comprese tra L1 e L7e. Super Soco, ecoincentivi per la gamma 100% elettrica       

Con o senza rottamazione, gli incentivi sono fino al 40% per un massimo di 3.000 euro e, soprattutto, sono cumulabili con altre agevolazioni previste dalle amministrazioni o dai rivenditori

Ecobonus, il Dl Rilancio per moto e scooter elettrici è legge

        Le minacce dei benzinai a fine marzo e poi lo sciopero delle aree di servizio autostradali avvenuto lo scorso 13 e 14 maggio. Il coronavirus ha messo a dura prova anche questa categoria di lavoratori che, in questi mesi, ha chiesto aiuto a gran voce. La denuncia, rilasciata attraverso le organizzazioni, parla di &ldquo;condizione di emergenza economica e sanitaria nella quale continuano ad essere lasciate le imprese di gestione&rdquo;. Adesso, &egrave; in arrivo un aiuto per tutti i piccoli benzinai che hanno garantito il servizio in autostrada durante l&rsquo;emergenza. Cosa prevede il decreto Rilancio Tra le tante misure messe in atto dal decreto Rilancio, sono previsti anche 4 milioni per un contributo &ldquo;commisurato ai contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti sulle retribuzioni da lavoro dipendente corrisposte nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020&rdquo;. A chi &egrave; destinato questo aiuto? Non ai distributori gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere o a quelli che hanno in gestione unitaria &ldquo;attivit&agrave; petrolifere e di ristorazione&rdquo;, bens&igrave; alle microimprese e alle piccole e medie imprese. Una boccata d&rsquo;aria dopo questi lunghi mesi difficili. L'Editoriale del Direttore: chi si ferma &egrave; perduto!       

Il contributo &egrave; destinato alle microimprese e alle piccole e medie imprese che hanno garantito il servizio in autostrada durante l&rsquo;emergenza

Decreto Rilancio, boccata d’aria di 4 milioni ai piccoli benzinai

        Habemus Decretum. Dopo l&rsquo;annuncio del Premier Conte di qualche giorno fa, dopo il tradizionale iter legislativo, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dopo la firma di Mattarella, possiamo considerare definitivo il maxi decreto Cura Italia e le sue misure straordinarie prese per cercare di resistere a questa grave emergenza sanitaria causata dal coronavirus. Cosa fa un motociclista quando &egrave; in quarantena? VOTA Rinvio revisione Il Decreto ha lo scopo di sostenere l&rsquo;economia italiana e pi&ugrave; nello specifico tutelare gli organi familiari, i lavoratori e le aziende, piccole, medie e grandi. Tra i 127 articoli (e non 122 come si diceva fino a ieri, ma si parlava ancora sulla base di una bozza) ce ne sono alcuni che riguardano il settore dei motori. Infatti, molti proprietari di moto o auto hanno dubbi riguardo la scadenza delle revisioni. Finalmente &egrave; tutto ufficiale e, citando l&rsquo;articolo 92 comma 4, possiamo dirvi che &ldquo;&egrave; autorizzata fino al 31 ottobre 2020 la circolazione dei veicoli da sottoporre entro il 31 luglio 2020 alle attivit&agrave; di visita e prova di cui agli articoli 75 e 78 del Codice della Strada, ovvero alle attivit&agrave; di revisione di cui all&rsquo;articolo 80 del medesimo codice&rdquo;. Coronavirus, ecco la nuova autocertificazione per spostarsi Rinvio definitivo Quindi chi aveva dei dubbi pu&ograve; star tranquillo: il maxi Decreto Cura Italia varato dal Consiglio dei Ministri permette (quando potremo tornare a uscire liberamente) di circolare fino al 31 ottobre 2020 con i propri ciclomotori e motocicli immatricolati da marzo a luglio 2016 o che hanno passato l&rsquo;ultima revisione da marzo a luglio 2018. I proprietari dei veicoli di questa "categoria" possono quindi effettuare la revisione entro il 31 ottobre 2020, senza il pericolo di incorrere in qualche sanzione. Coronavirus, a rischio la vendita di moto e scooter Euro 4       

Nel Decreto Cura Italia varato dal Consiglio dei Ministri, necessario per l&rsquo;emergenza coronavirus, &egrave; stata prorogata al 31 ottobre 2020 la scadenza della revisione del proprio veicolo

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