La Casa spagnola Bultaco, fondata nel 1958, ha un passato glorioso, certificato da 9 titoli mondiali (e 24 nazionali) e oltre 250.000 moto vendute nel mondo. Il declino della popolarit&agrave; subito negli anni ha portato alla cessazione dell&rsquo;attivit&agrave; nel 1983. Ma oggi, per mano del nipote del fondatore, Daniel Oliver Bult&oacute;, Bultaco &egrave; ripartita. Il nuovo stabilimento Bultaco Motors sorge nell&rsquo;ex stabilimento Derbi vicino a Barcellona, a poca distanza dal circuito di Montmel&ograve; e per settembre si prevede l'avvio della produzione.    Il brand ha l'ambizioso obiettivo di raggiungere un volume di vendita di 25.000 unit&agrave; all'anno entro il 2020, con una strategia che prevede prima l'attacco ai mercati europei poi agli Usa. L'inizio delle vendite in Italia &egrave; programmato entro fine anno. La notizia arriva dall'ANSA e a delineare con precisione i contorni dell'operazione &egrave; il direttore generale del rinato marchio catalano, Jos&eacute; Antonio Garv&igrave;a. La moto della ripartenza sar&agrave; la Brinco, una due ruote elettrica a met&agrave; tra una bici e una moto, si proseguir&agrave; con la Rapit&agrave;n, una moto ibrida, poi arriveranno altri prodotti. L'attuale propriet&agrave; &egrave; un fondo spagnolo di investimenti che ha messo a disposizione 20 milioni di euro per lo sviluppo dell'attivit&agrave;.    ''L'impianto, totalmente nuovo, impiegher&agrave; inizialmente 60 persone&rdquo;, chiarisce Garv&igrave;a, &ldquo;e pu&ograve; ospitare sino a 3 linee di montaggio. Potenzialmente lo stabilimento ha una capacit&agrave; produttiva di 50.000 unit&agrave; all'anno''.  Per molti anni a capo di Fiat Spagna e responsabile per la Casa italiana in Portogallo e Regno Unito, il manager nato a Segovia e laureato in Economia a Madrid, ha illustrato all'ANSA la strategia della Bultaco che grazie alla Brinco cercher&agrave; di conquistare dapprima l'Europa. Chiarisce Garv&igrave;a: ''La Brinco &egrave; una 'moto-bike' che apre nuovi orizzonti: silenziosa, senza vibrazioni, divertente da guidare, facile da controllare ha un potenziale enorme. Puntiamo a Spagna, Italia, Germania, Francia e Uk con cui dovremmo arrivare abbastanza velocemente a 8000-10.000 pezzi''.  Questa sorta di crossover ''green'' ha i pedali come le bici, che possono essere utilizzati in maniera indipendente, e dispone di un motore elettrico che si comanda ''a polso'' come nelle moto. Con un peso di soli 39 chili, inclusi gli 8 chili per la batteria, la Brinco promette agilit&agrave; e divertimento di guida grazie a una coppia di 60 Nm e a una potenza di 2 kW che garantiscono una velocit&agrave; di 60 km/h. Con 80 km di autonomia un elettrico abbina i fattori positivi di bici e moto, e lo fa senza inquinare. &ldquo;Il passato&rdquo;, conclude Garv&igrave;a, &ldquo;ha un peso per noi ma non torneremo mai sulla sola benzina: produrremo sempre veicoli ibridi o elettrici, perch&eacute; l'elettrico oltre a far risparmiare permette performance di rilievo. Questa soluzione offre un'accelerazione soddisfacente, non trasmette vibrazioni come i benzina e assicura una coppia alta che fa divertire chi ama accelerare. Insomma la Brinco &egrave; leggera ed &egrave; divertente giocarci, proprio come le Bultaco dei bei tempi&rdquo;.  Sono gi&agrave; stati anticipati i prezzi: si va da 4.800 e 5.500 euro.  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Bultaco riparte con Brinco

La rinascita di Bultaco, storico Marchio spagnolo specializzato nelle moto da off-road e trial, passa attraverso le moto elettriche. La Casa ha infatti allestito una piccola gamma , due&nbsp;sono i modelli, che segneranno il ritorno nel mondo dei produttori moto. Si tratta della Rapitan e Rapitan Sport.  Ma intanto, aspettando le prossime uscite, il Brand&nbsp;dal pollice in su gioca un asso nella manica.  Non &egrave; una bici n&eacute;&nbsp;tantomeno&nbsp;una moto, o meglio, la Bultaco Brinco &egrave; tutte e due.  Guardare avanti sempre perch&eacute; il futuro va in una certa direzione senza voler stravolgere per&ograve; quello che &egrave; stato, questo l'intento.  Innovazione e tecnologia per un debutto&nbsp;eco friendly grazie all'elettrico, ma anche attenzione per il glorioso passato del Marchio: Brinco era infatti&nbsp;il nome di una moto di piccola cilindrata commercializzata da Bultaco negli anni d'oro.  Bella e moderna strizza l'occhio agli amanti del fuoristrada pi&ugrave; ambientalisti.  Il motore elettrico&nbsp;ha una potenza nominale di 2 kW e 3 kW di picco. Ubicato nella ruota posteriore offre una coppia generosa di 60&nbsp;Nm e vanta la possibilit&agrave; di tre combinazioni tra pedalata e assistenza del propulsore: Eco, Urban e Sport. La velocit&agrave; massima (in modalit&agrave; Sport) &egrave; di 60 km/h ma questo penalizza un po' l'autonomia (30 km) che per&ograve; tocca i 100 km con la mappatura Eco.  Il peso &egrave; abbastanza limitato: 33 kg compresa la batteria agli ioni di litio da 1 kWh estraibile e portatile.  Il telaio &egrave; in alluminio;&nbsp;all'anteriore troviamo la&nbsp;forcella rovesciata con&nbsp;un'escursione di 200 mm e freni a disco flottante con 4 pistoncini, il cambio &egrave; a 9 velocit&agrave;.  Un'altro fiore all'occhiello della moto-bici &egrave; la connettivit&agrave;: grazie al bluetooth &egrave; possibile avere a portata di smatphone&nbsp;utililissime informazioni. Ulteriore comodit&agrave; tecnologica &egrave; l'avviamento keyless.  Tutto questo concentrato di innovazione e tecnica ha per&ograve;&nbsp;un prezzo ed &egrave; pure un po' salato: 4.800 Euro per aggiudicarsi il&nbsp;veicolo che uscir&agrave; tra l'altro in edizione limitata, solo 175 esemplari.  &nbsp;  Giulia Cassinelli    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Cosa sia esattamente &egrave; difficile dirlo, com'&egrave;, invece, si pu&ograve; ben vedere: innovativa, performante ed ecologica &egrave; la nuova Brinco

Bultaco Brinco: tra moto e bici

Bultaco Brinco

La Bultaco produsse la El Bandido, moto da cross, specificamente per il mercato americano. Ma se i successi che ebbe con le moto da trial non tardarono ad arrivare, la versione cross non ebbe un grosso successo a causa dell&rsquo;eccessivo peso della Bandido. Per ridurre le scorte invendute, quelli della Bultaco pensarono bene di &ldquo;assemblare&rdquo; una versione enduro/scrambler della El Bandido. Ecco creata la El Montadero, moto depotenziata rispetto alla versione cross, con targa e fanale. La produzione di questo mezzo era destinata esclusivamente al mercato statunitense, ma una piccola spedizione di dieci unit&agrave; fu venduta in Spagna. La nostra moto &egrave; una versione americana, fondo di magazzino, arrivata in Italia a km zero, o meglio a miglia zero, e provata per circa sette miglia dal rivenditore Claudio Venezian di MasterCross.  Il motore della El Montadero &egrave; un monocilindrico a due tempi raffreddato ad aria, di 362,8 cm3 con quattro marce e soli 34,9 CV. Certo non faceva della potenza la sua caratteristica fondamentale! Esteticamente la moto &egrave; un gran bel vedere, le linee sono dolci, i colori sobri e ha il tocco Bultaco inconfondibile nei parafanghi anteriore e posteriore. I colori principali sono il bianco e il nero, la linea rossa delinea e divide magistralmente le parti nere dalle bianche. Nel serbatoio, in entrambi i lati, c&rsquo;&egrave; il logo rotondo Bultaco con impresso il simbolo del pollice sollevato mentre nella parte bassa, contornata di giallo, la scritta nera Cemoto. Per finire, tutto in lettere minuscole e dal carattere sudamericano, campeggia la scritta &ldquo;el montadero&rdquo;. Brevi cenni di storia per conoscere l&rsquo;origine del logo dell&rsquo;azienda catalana. Il nome Bultaco venne deciso unendo le prime quattro lettere del cognome del fondatore dell&rsquo;azienda di Barcellona, Francisco Bult&ograve;, con le ultime tre lettere del suo soprannome, &ldquo;Paco&rdquo;. Cemoto, che non &egrave; l&rsquo;azienda bresciana che fabbrica materiale tecnico per il fuoristrada, ma un acronimo di Compania Espanola de Motores ed &egrave; il primo nome che diedero all&rsquo;azienda catalana. Il pollice alzato, disegno che spicca nel centro del logo, venne creato dopo che il patron Bult&ograve;, che presenziava e assisteva il motociclista britannico David Whitworth, dava il segnale, appunto con il pollice alzato, &nbsp;alla sua squadra dai box per significare che tutto andava bene.    La Bultaco, nella sua gamma di prodotti, costru&igrave; moto di ogni genere, stradali e per il fuoristrada. La prima moto fabbricata fu una 125 stradale, la Tralla 101, ma la moto che ebbe maggior successo fu la Sherpa T e cio&egrave; una moto da trial. L&rsquo;idea era quella di costruire una moto leggera, poich&eacute; ai tempi dominavano le pi&ugrave; pesanti 4 tempi e quasi tutte inglesi, e l&rsquo;idea &ldquo;rivoluzionaria&rdquo; fu quella di usare un motore 2T pi&ugrave; leggero. Francisco Bult&ograve;, alcuni ingegneri e l&rsquo;asso irlandese Sammy Miller furono i capostipiti di un periodo d&rsquo;oro per la Bultaco che dalla fine degli anni Sessanta e per tutti gli anni Settanta dominarono il panorama mondiale del trial. Due ultime curiosit&agrave;, la prima &egrave; che Sete Gibernau, ex pilota della MotoGP, &egrave; il nipote di Francisco Bult&ograve;. La seconda narra che &ldquo;Paco&rdquo; Bult&ograve; chiese di essere sepolto con addosso la sua t-shirt marchiata ovviamente Bultaco e con i baffi perfettamente cerati.  

Derivata della pi&ugrave; performante El Bandido da cross, fu realizzata per il mercato statunitense. La linea &egrave; quella che rende inconfondibile le Bultaco e le sue apprezzate 2 tempi

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Bultaco Brinco

Bultaco El Montadero