        L'Unione Europea annuncia ufficialmente la proroga (fino al 31 marzo del 2025) della sospensione delle tariffe di riequilibrio sui prodotti che arrivano dagli Stati Uniti per quanto riguarda la questione dell'acciaio e alluminio. La decisione arriva attraverso un accordo bilaterale raggiunto con gli States annullando di fatto il provvedimento sui dazi imposti da Donald Trump sei anni fa. UM MOTORCYCLES, DA MIAMI A VERONA PER PRESENTARE TUTTE LE NOVIT&Agrave; Un tira e molla UE-USA Era il 2018 quando l'ormai ex presidente statunitense aveva imposto delle tasse (del 10% e del 25% su importazioni di alluminio e acciaio). La decisione aveva avuto ovviamente un effetto pesante sul commercio globale, con l'UE che aveva scelto immediatamente di implementare tariffe di riequilibrio su tantissimi prodotti provenienti dal Nuovo Mondo, tra tutti le moto. Queste ultime misure erano state sospese fino al 31 dicembre del 2023, col fine di creare uno spazio per le trattative mirate a una soluzione a lungo termine. Ecco allora che gli USA si erano adeguati alla decisione, abbandonando l'idea dei dazi e scegliendo un sistema di quote basate sui volumi commerciali storici e tassando di fatto solo le importazioni di alluminio e acciao dell'UE che superavano le quote stabilite. Oggi l'annuncio sulla proproga della sospensione delle tariffe: in particolare l'UE prevede che vengano sospese le tariffe di riequilibrio in cambio della promessa da parte degli USA di estendere la sospensione delle tariffe basate sui volumi storici. Inoltre l'Unione Europea chiede ulteriori esclusioni tariffarie agli esportatori dell'UE. HARLEY DAVIDSON 2024: LE PRIME NOVIT&Agrave; SONO AGGIORNAMENTI DI GAMMA       

L'accordo bilaterale annuncia la proroga fino al 31 marzo del 2025 della sospensione delle tariffe di riequilibrio decisa da Trump

Moto americane, accordo tra UE e USA sulla sospensione di dazi

        Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerose proteste da parte dei motociclisti europei contro regole sempre pi&ugrave; stringenti (alcune davvero inspiegabili) contro la categoria. Tra decibel troppo alti e blocchi alla circolazione, tariffe dei parcheggi e cos&igrave; via. Adesso c&rsquo;&egrave; una nuova protesta, arriva dalla Francia, e riguarda i controlli tecnici obbligatori per le moto, di cui vi avevamo parlato a inizio estate. Cambiano le regole Il&nbsp;1&deg; gennaio 2022 l&rsquo;Unione Europea ha attuato una normativa per quanto riguarda i motocicli di cilindrata superiore a&nbsp;125cc (finora esclusi) per sottoporre motocicli e scooter a&nbsp;controlli tecnici obbligatori&nbsp;per poter circolare. A questa notizia il governo francese ha subito reagito decidendo di sospendere il piano, e quindi di non adeguarsi alle norme UE. Ma ora c&rsquo;&egrave; stata un&rsquo;inversione di marcia. La decisione, infatti, non &egrave; piaciuta all&rsquo;Unione Europea che ha fatto pressioni: il massimo tribunale amministrativo francese si &egrave; quindi nuovamente pronunciato sui controlli di sicurezza per le moto, questa volta in favore, nonostante il presidente Macron abbia affermato di non voler "disturbare i francesi".&nbsp;Dichiarazioni o meno dai piani alti, dal 2023 dovrebbero cambiare le carte in tavola. Ci&ograve; ha scatenato il malcontento dei motociclisti che, ricordiamolo, ad agosto 2022 hanno dovuto affrontare le nuove tariffe per il parcheggio dei loro mezzi, e nel 2021 erano arrivati i limiti di velocit&agrave; a 30 km/h. Insomma, un periodo non facile per gli amanti delle due ruote in Francia, che per dimostrare il loro disappunto sono scesi in piazza a protestare. INCIDENTI STRADALI IN ITALIA: NEL 2021 AUMENTANO LE VITTIME IN MOTO       

Dopo un iniziale rifiuto, il governo ha dovuto cedere alle pressioni dell&rsquo;Ue, scadendo le proteste dei centauri che sono scesi in piazza

La Francia fa dietro front: controlli tecnici per moto obbligatori dal 2023

        Continua la querelle che lega moto e Regno Unito, con la Brexit sullo sfondo. Il Consiglio Nazionale Motociclisti britannico ha infatti ha avviato i colloqui con il Governo dopo che non sono emerse soluzioni agli obblighi doganali per l'invio di moto immatricolate su strada nell'UE tramite terzi. Motori benzina: UK anticipa lo stop di 5 anni, escluse le moto DAL REGNO UNITO ALL'EUROPA: I PROBLEMI La questione &egrave; presto spiegata: prima della Brexit, non c'era nessun problema nel trasportare le moto dentro e fuori il continente tramite una terza parte (ad esempio in aereo), ma da quando il paese ha lasciato l'UE non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave; semplice. L'accordo commerciale e di cooperazione tra UE e Regno Unito non coinvolge la questione dei movimenti di veicoli immatricolati su strada non accompagnati dal proprietario, quindi le moto sarebbero soggette a tasse e dazi dovuti proprio allo sbarco nel continente. E a rimetterci sono proprio quelle aziende specializzate nel trasporto di modelli stradali. Il problema coinvolge anche il trasporto non commerciale di moto (ad esempio, persone che trasportano moto dentro un furgone), poich&eacute; sembra che anche le suddette moto debbano essere trattate come merci in queste circostanze. SERVE ANCHE UN CARNET: ECCO COS'&Egrave; Ora che la Gran Bretagna ha lasciato l'UE, inoltre, i possessori di motociclette che portano i loro mezzi in Europa dovranno richiedere un carnet - un documento legale che elenca il valore delle merci che vengono portate in un altro Paese - per dimostrare che non intendono vendere la moto in Europa. La moto in Europa: quali i limiti nella UE?       

Le due ruote che viaggiano verso il continente tramite terzi sono soggette a dazi doganali a causa di lacune nell'accordo commerciale e di cooperazione tra UE e Gran Bretagna

Trasporto moto dal Regno Unito all'Europa: con la Brexit è un problema

        L'ACEM (Associazione Europea dei fabbricanti di motocicli) ha diramato i dati definitivi relativi alle immatricolazioni di motocicli nell'Unione Europea dal 1 gennaio al 31 dicembre 2019. In totale, i veicoli immatricolati, nel periodo di riferimento, sono stati 1.079.542 con un aumento dell'8% rispetto al dato relativo al 2018, il quale, a sua volta, era stato superiore del 9.9% di quello del 2017. I dati dell'ACEM si riferiscono a 24 dei 28 paesi dell'UE con l'esclusione di Danimarca, Cipro, Malta e Bulgaria e comprendono veicoli a due o tre ruote con cilindrata superiore a 50 cc e motocicli elettrici. Con 231.712 motocicli immatricolati l'Italia &egrave; il primo mercato continentale. Sul podio la Francia (197.470) e la Spagna (177.037). Completano la top five la Germania (166.676) e il Regno Unito (101.273). Sommando le vendite dei cinque paesi citati si evince come gli stessi contribuiscono all'81% delle immatricolazioni totali di motocicli nella UE. Vendite ciclomotori nella UE, settore in crescita Alla stregua di quello dei motocicli, anche il mercato dei ciclomotori ha fatto registrare una crescita passando dalle 272.338 unit&agrave; del 2018 alle 303.152 del 2019 con un incremento pari all'11.3%. I maggiori mercati per i ciclomotori sono stati, nell'ordine, Francia (91.043), Paesi Bassi (62.340), Belgio (27.073), Germania (25.247) e Italia (21.133). Motocicli e ciclomotori elettrici, i dati del 2019 nella UE Il report annuale dell'ACEM include anche dati relativi al comparto elettrico. Nel 2019, il mercato europeo di motocicli elettrici ha ottenuto una crescita del 104,48%, da 6.901 unit&agrave; (2018) a 14.111 unit&agrave; (2019). Un incremento importante relativo a un mercato che, tuttavia, si conferma di nicchia, considerando che solo l'1.3% dei motocicli venduti in Europa &egrave; dotato di propulsione elettrica. Significativo anche l'incremento delle vendite dei ciclomotori elettrici con un +49.7%. Le immatricolazioni sono passate dalle 39.940 unit&agrave; del 2018 alle 59.776 dell'anno appena trascorso. Mercato moto: i 10 modelli pi&ugrave; venduti nel 2019       

Dai dati diramati dall'ACEM emerge un + 8%, su base annua nelle immatricolazioni dei motocicli, con l'Italia leader del mercato. Crescita anche per ciclomotori e comparto elettrico

4 risultati per 'Unione Europea'

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Trasporto moto dal Regno Unito all'Europa: con la Brexit è un problema

Mercato Moto in Europa: vendite in crescita nel 2019, Italia al top