C&#39;&egrave; stato pi&ugrave; o meno per tutti un tempo in cui non siamo stati motociclisti. Essere biker ci ha cambiato, anche se non ce ne accorgiamo. Non &egrave; semplicemente un&#39;attivit&agrave;, &egrave; qualcosa che penetra sotto pelle e ci condiziona. Ecco 10 cose che sicuramente facciamo tutti e che sono semplice conseguenza della nostra passione:  1 - Cerchiamo sempre di riconoscere le moto che arrivano. Quando passeggiamo per strada e sentiamo un rombo in lontananza proviamo a riconoscere almeno il marchio. Col tempo ci lanciamo anche ad ipotizzare il modello.  2 - Quando scopriamo qualcuno con la passione della moto tendiamo a perdonargli quasi tutti i difetti. Ok, sar&agrave; un sostenitore della schiavit&ugrave;, pensa che il posto delle donne sia in cucina ma.. ehi, &egrave; un motociclista! Forse non dovremmo giudicarlo cos&igrave; in fretta.  3 - Alle feste di classe dei figli, quando scopriamo che un altro genitore ha la passione della moto, il mondo ci cambia, tutto si colora di bellezza. Prima verifichiamo di aver capito bene, che con moto non si intenda un TMax, per capirci. Alla fine sono i nostri figli a dirci: &ldquo;Babbo, per favore andiamo a casa adesso&rdquo; mentre noi parliamo con enfasi di km, curve e cilindrate e gli rispondiamo cose tipo: &quot;Prendi un&#39;altra fetta di torta che poi andiamo...&rdquo;.  &nbsp;  4 - Sappiamo esattamente dove ci sono i caff&egrave; migliori, le trattorie pi&ugrave; interessanti nel raggio di 250 km da casa tua. I pi&ugrave; esperti sanno i piatti migliori di ogni ristorante. Quando poi andiamo in certi locali per il compleanno di nonna, con tutta la stirpe riunita, possiamo consigliare pure il cugino vegano che non mangia nulla che abbia avuto una vita sua.  5 - Il nostro guardaroba da moto ha la precedenza su tutto il resto. Abbiamo anche mutande e calzini da moto che, una volta consumati, saranno declassati a biancheria di tutti i giorni. In moto siamo tecnici, sempre. E gli indumenti tecnici sono di ogni tipo. Pure i calzini sono tecnici, perch&eacute; c&#39;hanno quella roba che strizza il polpaccio che ci fa sentire meno la fatica e ci sono indispensabili.  6 - Su una mensola in garage ci sono almeno 3 bombolette, 2 dispenser e 5 flaconi di prodotti destinati alla manutenzione della moto. Stracci dedicati per ogni tipo di superficie. Nella mensolina della doccia c&#39;&egrave; un&#39;unica bottiglia (che diluiamo con l&#39;acqua dal 1983) che usiamo per lavare ogni parte del tuo corpo, dai piedi ai denti.  &nbsp;  7 - Quando vediamo delle moto parcheggiate non sappiamo resistere alla tentazione di buttare un&#39;occhio alla gomma posteriore e classificare il pilota come &ldquo;fermone, questo lo siluro&rdquo; oppure &ldquo;esagerato, questo &egrave; un pericolo&rdquo;. Noi, d&#39;altronde, siamo nella perfezione, tipo Marry Poppins.  8 - Sorridiamo a tutti coloro che indossano un giubbotto con le protezioni, un casco o un paio di stivali da moto, appena distinguiamo un indumento appartente alla nostra trib&ugrave; ci parte il cenno d&#39;intesa. Anche se sono Forze dell&#39;Ordine in servizio.  9 - Ogni volta che siamo via con la famiglia, in auto, siamo sempre attenti a dove andiamo e collezioniamo frasi tipo: &ldquo;osti, qui ci devo tornare in moto!&rdquo;. Perch&eacute; c&#39;&egrave; sempre un motivo per tornare in moto da qualche parte.  10 - Conosciamo pi&ugrave; persone per &ldquo;nome e moto posseduta&rdquo; che per &ldquo;nome e cognome&rdquo; perch&eacute; ad un certo punto il mezzo ci qualifica e caratterizza meglio e di pi&ugrave;. Nelle nostre rubriche ci sono i vari &ldquo;Paolo GS&rdquo;, &ldquo;Luca GSXR&rdquo;, forse un &ldquo;Marco Ducati&rdquo; e &ldquo;Moreno Suzuki&rdquo;.  Morto Piero Angela, quando diceva: &quot;Vivrei fino a 200 anni ma in moto e una bionda in sella&quot;  &nbsp; 

Essere biker ci ha cambiato, anche se non ce ne accorgiamo. Non &egrave; semplicemente un&#39;attivit&agrave;, &egrave; qualcosa che penetra sotto pelle e ci condiziona

TOP 10, Come riconoscere un motociclista quando non &egrave; in moto

Ascolto distratto una serie in TV, mentre sono preso da altri pensieri (Il mondiale MotoGP, le gomme della moto, il giro che vorr&ograve; fare sabato) e sento una battuta: &ldquo;Io ho tutte le et&agrave; che ho gi&agrave; avuto, perch&eacute; non me le sono dimenticate&rdquo;.  &ldquo;Le fate ignoranti&rdquo;  La serie TV &egrave; &ldquo;Le fate ignoranti. Mi fermo un istante a pensare e mi dico: &egrave; cos&igrave;, anche per noi motociclisti. La moto ci consente di avere sempre tutte le et&agrave; che abbiamo gi&agrave; avuto. In moto possiamo avere sempre 10 anni, sentirci dei supereroi alla guida di un mezzo interstellare, pronti a scoprire e difendere nuovi mondi. In moto possiamo dar sfogo alla nostra fantasia, alla nostra fanciullezza, quella che amava i giochi. Andare in moto prende dai giochi dei bambini la spensieratezza e la seriet&agrave;. Visiera abbassata e siamo chi vogliamo.  Avere 20 anni  Poi, possiamo sentirci 20 anni: sentirci belli ed invincibili come solo i vent&#39;enni. Sprezzanti di tutto, pronti a mettere polemicamente in discussione ogni cosa che ci dice un adulto, pronti a chiudere il casco e a non voler sentire pi&ugrave; niente e nessuno. A vent&#39;anni chiudiamo la visiera e siamo nel nostro mondo, senza tutte quelle sovrastrutture degli adulti. Siamo ancora liberi, forse per gli ultimi istanti, ma siamo dannatamente liberi. E la moto &egrave; il simbolo perfetto della libert&agrave;, &egrave; il mezzo che ci permette di goderla a pieno.  In moto possiamo avere ancora 30 anni, con la voglia di prenderci il mondo tipica di quegli anni. Non solo di scoprirlo, no, sto parlando di andarcelo a prendere, curva dopo curva, km dopo km, senza limiti. Perch&eacute; a trent&#39;anni abbiamo gi&agrave; sbattuto contro limiti ma in sella alla moto siamo pronti a superarli, a spingerci oltre. Oltre il punto pi&ugrave; lontano in cui siamo mai stati. Ancora qualche km pi&ugrave; in l&agrave;. La vita quella vera, quella che &egrave; prevista per noi, ci aspetta ma quando chiudiamo la visiera e sentiamo il nostro respiro siamo ancora fuori dai giochi. In moto abbiamo sempre 30 anni, siamo sempre a cavallo fra l&#39;incoscienza e la consapevolezza.    I 40 anni  Poi possiamo decidere di avere 40 anni e sapere che la vita ci porta via un sacco di tempo, che ci hanno buttato in un inferno di doveri e obblighi, di responsabilit&agrave;. Sia chiaro, ce li siamo cercati e sono lo scotto per tante altre cose che della vita ci piacciono. Per&ograve; a 40 anni sappiamo difendere con le unghie i nostri momenti, quelli con il casco chiuso e la visiera abbassata, perch&eacute; finalmente abbiamo qualche ora da passare fuori citt&agrave; , lontano dagli altri. E allora la visiera la abbassiamo.  Io mi fermo qui, sono arrivato a questo punto, posso avere tutte le et&agrave; che ho gi&agrave; avuto, solo quelle. Per&ograve; osservo mio babbo, che mi ha contagiato con la passione per la moto e ipotizzo altre et&agrave; che potr&ograve; e potremo avere.  In moto possiamo decidere di sentirci 50 anni, quelli in cui scopriamo che le passioni non finiscono, alcune si evolvono. Magari dobbiamo guardare con affetto la vecchia tuta in pelle appesa e la supersportiva in fondo al garage. Ma sappiamo che anche in sella ad una comoda endurona vestiti in cordura ci divertiamo come prima. Che non sono importanti i cv, non sono importanti i semi-manubri, l&#39;importante &egrave; il gas. Fondamentale &egrave; chiudere la visiera. Magari faremo qualche curva in meno ed un po&#39; di autostrada in pi&ugrave;, ma in ferie in moto ci&nbsp;andiamo sempre. Non scegliamo di accamparci, ma strizziamo l&#39;occhio agli hotel con la spa. Forse ci accontentiamo meno di un panino e preferiamo una carbonara ma &egrave; sempre la moto a portarci in giro, a farci ricordare che con lei possiamo mentire sulla carta d&#39;identit&agrave;. Decidere di avere 50 anni in moto &egrave; cominciare ad assaporare. Passano gli anni e si diventa meno voraci e pi&ugrave; portati a gustare, assaporare. La moto ci permette di cogliere questa evoluzione, di accettarla perch&eacute; gustosa. Non &egrave; una rinuncia, la moto non &egrave; rinuncia.  Ed a 60 e 70 anni?  A 60 anni scopriamo che il tempo deve essere nostro e che non importa quello che pensano gli altri. Abbiamo gi&agrave; avuto 10, 20, 30, 40 e 50 anni e a 60 possiamo tirar gi&ugrave; la tuta in pelle, trattenere il fiato per chiudere la cerniera e far impazzire la vecchia sportivona fra i cordoli di un circuito. Chiudiamo la visiera nella corsia box, come abbiamo fatto anche qualche decennio prima, stesso gesto ma et&agrave; diverse. Perch&eacute; ci ricordiamo di quando avevamo 20 anni ma adesso sappiamo che in pista &egrave; meglio. Adesso abbiamo l&#39;et&agrave; per goderci ogni gesto, adesso apprezziamo il turno in pista ma anche la tuta aperta stravaccati sulla sedia pieghevole al box, in attesa. Le chiacchiere e le curve, il giro e le preparazione, il vissuto e la sua narrazione. In strada andiamo con gli amici, ci divertiamo, ogni tanto esageriamo ma in pista ci togliamo gli anni di dosso.  Possiamo avere 70 anni e trovarci coi vecchi compagni di scuola che ricordano quello che hanno fatto nella vita mentre noi aspettiamo il messaggio Whatsapp che ci conferma il giro in Toscana del giorno dopo, a mangiare la fiorentina dove la fanno cos&igrave; buona. Con calma, senza fretta, ma con la visiera abbassata, la moto in ordine e tutto l&#39;occorrente per stare in giro e goderci la giornata senza pi&ugrave; l&#39;assillo del tempo e dei km. Ne possiamo fare quanti ce ne pare, anche solo dieci. Saranno dieci km pieni della nostra passione.  E finir&agrave; che tornando dal giro ci fermeremo in concessionaria, per un saluto. Sono gi&agrave; tre moto che diciamo che questa &egrave; l&#39;ultima che compriamo, che ormai non siamo pi&ugrave; da moto nuova. Per&ograve; quando siamo moto &ldquo;Io ho tutte le et&agrave; che ho gi&agrave; avuto, perch&eacute; non me le sono dimenticate&rdquo;, quindi entrando dal venditore gli faremo la domanda che gli abbiamo sempre fatto, negli ultimi decenni: &ldquo;Ma quanto mi dai della mia se volessi prendermi questa&rdquo;, doppia pacca sulla sella del nuovo modello in salone e preventivo pronto. Perch&eacute; uscendo avremmo sempre 70 anni ma il sorriso di chi ne ha avuti 10, 20, 30, 40, 50 e 60... 

Il nostro rapporto con la moto cambia con l&#39;et&agrave;, si evolve. Ma invecchiare non vuol dire dimenticarsi chi siamo stati. E magari tornare ad esserlo, chiudendo la visiera

Motociclisti: visiera calata e siamo chi vogliamo... anche a 70 anni

Prendendo spunto dal pezzo apparso sul sito pochi giorni fa penso a quante volte, in diversi contesti, mi sono sentito dire &ldquo;ma perch&eacute; non smetti?&rdquo;. Ogni volta la domanda era accompagnata da una motivazione. Eccone alcune, non tutte ovviamente, ed ecco come la penso ed ho risposto... o avrei voluto rispondere. Non sono dieci, sono solo nove, mi sembrava pi&ugrave; giusto che i motivi per cui &egrave; bello andare in moto fossero uno in pi&ugrave;...  Se, invece, a voi fanno altre obiezioni fatecelo sapere nei commenti che troviamo una risposta a tutte.  La moto &egrave; veloce e pericolosa  Mi viene in mente al battuta di Jeremy Clarkson &ldquo;La velocit&agrave; non ha mai ucciso nessuno. Fermarsi improvvisamente, ecco cosa ti frega&rdquo;. Ovvio che andare in moto sia potenzialmente pericoloso ma i numeri dicono che lo sono tanti hobby, tante passioni. Tutti sappiamo che corriamo rischi ma nessuno esce in moto perch&eacute; si diverte a giocare a dadi con la sorte. Conoscere e coltivare una passione vuole anche dire dedicare tempo ad imparare a farla in sicurezza, studiando ed applicandosi.  &nbsp;  Non rispetta l&#39;ambiente  La moto inquina, &egrave; rumorosa, lascia solchi nei boschi, non &egrave; un mezzo ecologico. Qui dobbiamo fare una precisazione, parliamo di moto come passatempo. Perch&eacute; sul tema mezzo urbano ci sarebbero belle considerazioni da fare, sul tema impatto ambientale. La risposta a queste osservazioni, per quanto dolorosa, &egrave; una sola: a lasciare solchi nei boschi, a fare troppo casino e tutto il resto non &egrave; la moto, &egrave; l&#39;ignoranza di chi la guida. La stessa ignoranza di chi non raccoglie le deiezioni dei cani, la stessa ignoranza di chi parcheggia al posto dei portatori di disabilit&agrave;, la stessa ignoranza che inquina la societ&agrave;.  &nbsp;  E&#39; un mezzo complicato  mentre tutti i mezzi di trasporto diventano accessibili guidare una moto resta complicato. Vero, ormai le auto vanno da sole, anche se a noi non sembra, vanno gi&agrave; per conto proprio. Le moto no, o almeno non cos&igrave; tanto. C&#39;&egrave; quella cosa dell&#39;equilibrio che rende indispensabile una gestione attiva, presente. Guidare una moto non solo &egrave; complicato, deve esserselo: ci serve per rimanere pi&ugrave; giovani. La tecnologia sta rendendo semplice la vita ma sono le complicazioni che ci permettono di evolvere.  &nbsp;  Troppa tecnologia  Ormai con tutta la tecnologia che hanno non ci si pu&ograve; neppure divertire a fare le manutenzioni, troppo il rischio. Vero, a parte che fare manutenzione su un mezzo che pu&ograve; raggiungere certe velocit&agrave; richiede sempre moltissima cura (io se proprio mi sento assalire dal demone della manutenzione smonto la bici), resta molto rilassante anche pulire e tenere ordinata la moto. Anche perch&eacute; la pulizia della moto &egrave; la prima forma di controllo ed ispezione, &egrave; la base della manutenzione. Quindi ogni anno qualcuno appende una brugola e impugna una spugna, poco male, &egrave; importante il tempo che ci dedichiamo.  &nbsp;  La moto &egrave; un hobby costoso  Vero. Ma anche il ciclismo, la fotografia, il modellismo, la pesca, le immersioni, il paracadutismo, il tennis, il padel. Poi, nel mio caso, sarei in grado di spendere soldi pure se fossi un appasionato di aeroplanini di carta...e non penso di essere il solo. Il problema degli hobby non sono l&#39;essere costosi ma il trovare il modo di permetterseli, non farsi ammalare, capire quali sono le priorit&agrave;. Ad esempio uno scarico Termignoni sarebbe bellissimo ma viene sempre dopo ad un casco nuovo, se quello vecchio non fa pi&ugrave; il suo dovere.  &nbsp;  Passione difficile da condividere in famiglia  Vero, ci sono momenti nella vita in cui si riesce ad andare in moto solo a scapito di altro, magari anche della famiglia. Per&ograve; concedetemi un momento filosofico: la vita deve essere fatta di equilibri e dobbiamo superare il concetto di sacrifici con cui ci riempivamo la bocca nel passato. Viviamo un&#39;epoca in cui seminare per raccogliere in futuro non &egrave; pi&ugrave; il modo giusto. Il nostro tempo deve essere goduto, i sacrifici devono dare &ldquo;dividendi&rdquo; oggi, domani e non fra dieci o vent&#39;anni. Non dico che dobbiamo farci guidare da un atteggiamento superficiale e godereccio, ma dobbiamo avere la possibilit&agrave; di costruire e godere oggi i nostri sogni. La moto pu&ograve; essere un momento individuale, egoista ma non &egrave; detto che lo sia e nel caso non &egrave; detto che sia un problema. Non gestire la nostra vita con equilibrio, questo sarebbe un problema. La moto pu&ograve; insegnarcelo in mille modi.  &nbsp;  La moto non &egrave; uno sport, non fa bene alla salute  Sarebbe opportuno dedicare il proprio tempo libero ad un&#39;attivit&agrave; salutare, una corsa, un giro in bici, una passeggiata nei boschi. Vero, come &egrave; vero che il nostro stato fisico &egrave; uno dei principali fautori di molte delle patologie moderne. Siamo sedentari e questo ci ammala. Per&ograve; tutto quello che &egrave; passione, anche se non cura lo stato dei nostri muscoli, cura il nostro cervello. Ci offre una terapia per altri problemi che attanagliano la nostra societ&agrave;. Non limitate mai la passione di qualcuno per qualcosa, l&#39;importanza psicologica di quel piccolo momento non possiamo comprenderla.  &nbsp;  La moto incarna una mentalit&agrave; patriarcale  I suoi stereotipi e i suoi simboli non fanno altro che sostenere una societ&agrave; che ormai dovrebbe estinguersi. E&#39; obsoleta, nei riti, nei simboli e negli atteggiamenti. Vero, diamo alla nostra moto nomi femminili, alle fiere ci salgono fanciulle in abiti striminziti (ma questa &egrave; una caratteristica delle fiere, non delle moto), ai raduni si vedono scene poco decorose. Per&ograve;, se mi concedete la sintesi: ci stiamo concentrando sulla punteggiatura mentre il problema &egrave; il contenuto del testo. Il problema non &egrave; la moto, non sono i raduni, &egrave; la societ&agrave;. Il mondo del motociclismo, invece, &egrave; molto cambiato: negli ultimi 15 anni si sono avvicinate tante biker e la moto non chiede a nessuno di recitare ruoli o impersonare stereotipi, ognuno quando si mette il casco sceglie liberamente come viverlo. Ci troverete sempre schierati al fianco di battaglie per la giustizia e l&#39;equit&agrave;. siamo abituati a dare importanza a cose futili, figuratevi l&#39;importanza che possiamo dare a tematiche reali.  &nbsp;  Bollo, assicurazione, benzina, manutenzioni, pneumatici  La moto &egrave; costosa anche se poco sfruttata, anche solo per stare ferma in garage, non &egrave; un passatempo a consumo. Verissimo, infatti avrebbe pi&ugrave; senso prenderla a noleggio ogni volta che ne abbiamo voglia. Per&ograve; averla in garage &egrave; un feticcio, ci strappa un sorriso quando le giornate sono cos&igrave; corte che il sole si rifiuta di uscire e ci consola quando le giornate sono cos&igrave; soleggiate che stare in ufficio sembra uno spreco di tempo.  MI COMPRO LA MOTO: NON FACCIAMOCI FREGARE DA NOI STESSI 

Ci spertichiamo sempre a spiegare quanto ci piace andare in moto, stressiamo amici e conoscenti. Questa volta, invece, una risposta ad alcune delle obiezioni che ci vengono mosse

Andare in moto: 9 motivi per cui (per gli altri) &egrave; meglio smettere

        "Ma perch&egrave; ti piace cos&igrave; tanto la moto?" &egrave; una domanda che prima o poi tutti abbiamo ricevuto, e le risposte possono essere varie, ma rientrano quasi sempre all'interno di un bacino di motivazioni che - messe assieme - disegnano il profilo del motociclista. I nostri "10 motivi per cui &egrave; bello andare in moto" funzionano come un bias di conferma, ovvero quell'aspetto della natura umana che ci porta a cercare argomentazioni che rafforzino la tesi di cui siamo gi&agrave; convinti, in questo caso tutti quegli elementi che ci ricordino perch&egrave; saliamo in sella, mettiamo la prima e partiamo. 1 - Il mezzo La passione parte da lei, dalla moto, dal puro mezzo meccanico: un accrocchio di ferro, plastica, elettronica (quando c'&egrave;) e gomma. Possiamo essere affascinati dalle forme, dall'ingegneria meccanica dietro il funzionamento di un motore o dalle sue capacit&agrave; prestazionali o dalla scienza e tecnologia dietro la realizzazione di un prodotto simile. Sta di fatto che non ci pu&ograve; essere passione se non siamo profondamente attratti dall'oggetto, sia visivamente che concettualmente. 2 - La natura Andare in moto significa anche esporsi agli elementi, sentire i profumi (e le puzze) che incontriamo nel nostro viaggio, avere il vento in faccia e contrastare la resistenza aerodinamica col corpo quando si va veloci. Partire in moto dal mare e andare in montagna, sentire sulla pelle l'aria che cambia, passare da una stagione a un'altra nel giro di poche ore, sono esperienze che ci mettono in contatto con la natura e che sono necessarie per vivere in equilibrio con essa, ritrovandoci come parte di un tutto che non &egrave; altro che la vita che popola questo mondo.&nbsp;  &nbsp; 3 - Il gruppo Andare in moto da soli &egrave; bello, esattamente come l'esperienza di un'uscita di gruppo. Quando si &egrave; in compagnia si danza fra le curve come ballerine su un palco, si crea un flusso di movimento fra le curve che ci rende uniti nella passione. Nel preciso momento in cui affrontiamo un passo di montagna con i nostri amici, stiamo vivendo individualmente un'esperienza di gruppo, stiamo condividendo la nostra passione e nutrendo le nostre rispettive amicizie. E poi ci si ferma a mangiare, a scherzare, a godere del silenzio della montagna, tutte cose che ci fanno sentire uniti. 4 - Il sound Snocciolare marce una dopo l'altra, scalare prima della curva e sentire che il motore gira regolare e rotondo. Il suono dello scarico &egrave; qualcosa di unico, che certe volte mette i brividi, &egrave; come se il il nostro mezzo fatto di pura meccanica ed elettronica prenda vita e comunichi con noi. Ma sound non &egrave; solo quello dello scarico, &egrave; anche tutto quello che entra dalle nostre orecchie: il cinguettio degli uccelli, la pioggia sul casco, il rumore confuso della citt&agrave;, il vento fra gli alberi. Pura goduria.  &nbsp; 5 - La velocit&agrave; Amiamo la moto anche perch&egrave; &egrave; un mezzo veloce, scorre fra le curve e si aggrappa all'asfalto con le gomme, a volte si innervosisce se apriamo bruscamente il gas, altre volte si scompone se la nostra frenata &egrave; troppo energica. Il piacere non &egrave; tanto andare a 200 all'ora costanti, ma arrivare a quella velocit&agrave; nel pi&ugrave; breve tempo possibile, scatenando la potenza e sentirla attraversare il nostro corpo, in un misto fra adrenalina, divertimento e paura. Velocit&agrave; &egrave; sinonimo di motocicletta, e tutti ne siamo affascinati. 6 - La fisica La moto &egrave; forse il mezzo di locomozione in cui bisogna avere pi&ugrave; padronanza della fisica. Non &egrave; come un'auto in cui siamo ancorati all'interno del veicolo, n&egrave; tantomeno la bici in cui la gravit&agrave; non conta cos&igrave; tanto, ma &egrave; un'esperienza in cui il nostro movimento del corpo aiuta il mezzo a performare al meglio. Scendere in piega spostando il corpo per cambiare il baricentro e rendere la moto pi&ugrave; stabile &egrave; come sentirsi parte del mezzo. Non basta sapere come si usano i comandi, serve sapere come si usa il corpo per migliorare la dinamica della moto e la sicurezza della guida. Quando padroneggiamo al meglio questa abilit&agrave;, godiamo da matti.  &nbsp; 7 - La manualit&agrave; Toccare la moto, curarla, lavarla, fare piccoli interventi di manutenzione, modificare alcuni pezzi e renderla esteticamente pi&ugrave; di nostro gusto, sono tutti piaceri squisitamente motociclistici. Nelle giornate d'inverno &egrave; bello scendere in garage e prendersi cura di lei, esattamente come a tanti di noi piaccia il bricolage e il fai-da-te. C'&egrave; un rilascio di endorfine ed un effetto meditativo ogni volta che ci concentriamo a fare manutenzione alla moto, un concetto ben descritto ne "Lo Zen e l'Arte della Manutenzione della Motocicletta", best seller e culto fra gli appassionati di motori 8 - La cultura Andare in moto vuol dire anche partire per una domenica o un weekend alla scoperta di luoghi, arte, cultura e cibo. In Italia siamo fortunati e viziati perch&egrave; ogni angolo del nostro paese nasconde qualcosa di meraviglioso, ed &egrave; bello fare i turisti in sella alla moto, unendo sia l'esperienza della guida all'esperienza della scoperta di nuovi posti, imparando e arricchendo il nostro bagaglio culturale. Moto e cultura sono pi&ugrave; legate di quanto ci possiamo immaginare.  &nbsp; 9 - La salute mentale Perch&egrave; nel momento esatto in cui si accende la moto, si spengono le ansie e le preoccupazioni della nostra vita quotidiana. Il motociclista ha la possibilit&agrave; di immergersi nella natura e nella passione svuotando la mente e compiendo azioni meccaniche con il corpo che possono essere equiparate allo stato mentale di chi fa meditazione o discipline fische meditative come yoga o tai-chi. Andare in moto fa bene al cervello, ed &egrave; anche per questo che siamo cos&igrave; appassionati... il nostro corpo, inconsciamente, ce lo chiede. 10 - La condivisione Provate a pensare alla moto nel mondo, a quanti motociclisti ci sono in giro per i continenti, a quanti modi di andare in moto esistono e a quante diverse culture appartiene questa infinita passione. La moto parla una lingua universale, e in contesti ben precisi possiamo parlarla per condividere e capire persone che non abbiamo idea da dove arrivino e che tipi siano. Non &egrave; solo sentirsi parte di un gruppo, ma di una comunit&agrave; sparsa ovunque, &egrave; essere uniti in un unico popolo di pace e gioia.&nbsp;  Moto tra paura e passione, la ricetta per sentirsi vivi       

La velocit&agrave;, trarre piacere dall'esperienza a contatto con la natura e con un mezzo meccanico, vivere la passione e condividerla con una comunit&agrave; affiatata, ma ci sono anche mille altre ragioni per cui adoriamo le due ruote...

TOP10: i motivi per cui è bello andare in moto

        Per noi sembra tutto scontato. E' un concentrato di emozioni che il motociclista &ndash; con semplicit&agrave; e razionalit&agrave; - riassume in uno stile di vita e una passione travolgente per il piacere della guida e per l'oggetto meccanico in s&egrave;. Effettivamente non c'&egrave; molto altro da raccontare, chi ama le due ruote lo sente dentro, e solo chi &egrave; come lui sa cosa prova. Tutti gli altri non trovano sensato rischiare la vita su un mezzo dall'equilibrio precario alla ricerca di quel &ldquo;brivido&rdquo; che non si capisce bene cosa sia. LA PAROLA ALLA SCIENZA Da quando la scienza si &egrave; interessata ai comportamenti umani, ha capito che tutte le attivit&agrave; che compiamo spinte dalla passione (soprattutto sport e attivit&agrave; fisiche, ma anche il sesso e la buona cucina) hanno la capacit&agrave; di far produrre al nostro cervello le endorfine, un gruppo di sostanze chimiche che provocano piacere e euforia, con un effetto simile a quello di morfina e oppiacei. Nel caso specifico del motociclista, per&ograve;, una componente psicologica e terapeutica si unisce alla particolarit&agrave; dell'esperienza, quella meditativa. Motoweek Talk: parliamo di Viaggi e turismo "ESPERIENZA SUBLIME" Scrive Sam Louie sulla rivista scientifica statunitense Psychology Today: &ldquo;Per molti l'esperienza &egrave; sublime, si tratta di vera meditazione tramite l'utilizzo di un mezzo meccanico. Accogli la natura e il mondo che ti circonda con tutti i sensi, concentri le energie solo sulla guida e ogni curva, incrocio e condizione dell'asfalto catalizza l'attenzione. Agli occhi di uno psicologo questa &egrave; una vera e propria terapia, perch&egrave; qualche volta stare da soli in sella a una moto senza altre distrazioni pu&ograve; provvedere allo spazio emozionale necessario per resettare la mente&rdquo;. Non a caso, capita spesso che alcune persone comprino la moto o ne facciano un utilizzo pi&ugrave; intenso durante importanti cambiamenti come divorzio, lutto, incertezze lavorative o perdite di vario tipo. Un giro in moto sembra cosa da poco, ma ogni volta che siamo soli sulla strada accettiamo l'idea di poter prendere un acquazzone, di fare un incidente, di provare caldo in pianura e freddo sui passi, &egrave; la sfida alla &ldquo;zona di comfort&rdquo; che ci permette di preparare la mente ad affrontare i disagi e le paure che ci aspettano una volta scesi dalla sella. Motoweek, Dutto: "La vita come un Rally: molti ostacoli ma bisogna superarli" MOTO O FIGLIO? Lo stesso psicologo autore dello studio, parla di come l'acquisto di una moto prima della nascita di suo figlio - con lo scopo di fare un viaggio in solitaria come ultimo degli sfizi prima dell'inizio della responsabilit&agrave; parentale &ndash; l'abbia invece aiutato a comprendere di pi&ugrave; la propria scelta di diventare padre e trasferire la necessit&agrave; di adattamento alle situazioni, al clima e agli imprevisti tipici di un road trip anche alla crescita di un bambino. La prossima volta che qualcuno vi chieder&agrave; &ldquo;Ma cosa ci trovi di cos&igrave; bello ad andare in moto&rdquo; provate a raccontarle quanto scritto sopra, probabilmente capir&agrave; che non siamo dei cretini che rischiano la vita, ma delle persone che &ndash; a volte inconsapevolmente - cercano un modo per viverla meglio. Ricomprare la moto gi&aacute; avuta? Pensateci bene       

Una domanda semplicissima ma non cos&igrave; banale, che ha ispirato lo studio di uno psicologo e la pubblicazione su una famosa rivista scientifica

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