KTM Freeride 350

KTM Freeride 350
Il fuoristrada che la Freeride rende possibile è meno condizionato dalle difficoltà del percorso e dalla bravura del pilota. Leggerezza, dimensioni ridotte e motore docile i segreti della sua formula inedita

Redazione - @InMoto_it

01.01.2013 ( Aggiornata il 01.01.2013 12:17 )

Presentazione

Dalla prima presa di contatto in Marocco, la primavera 2012 era alle porte, ma sulle montagne dell’Atlante si vedeva ancora la neve, tutti i tester erano tornati entusiasti, neanche fosse il ritrovamento della pietra filosofale (In Moto n. 5/2012). La KTM aveva conquistato per la facilità con cui erano stati coperti i 70 km di percorso, stretto o molto stretto, ma senza nessuna difficoltà da superare che non fossero quelle che ci si andava a cercare per realizzare le foto. Si rimandava ai percorsi di casa il corretto e finale giudizio su una moto che prima di tutto doveva essere capita, più per timore di farsi facilmente abbagliare dalle sue qualità che per qualche remora che poteva derivare dal suo comportamento. Paragonarla a una trial da motoalpinismo o a una enduro per escursionisti ancora non centrava la sua essenza, così esattamente a metà tra l’una e l’altra specialità. Ma in fondo il motoalpinismo, se ai più giovani questo termine dice qualcosa di più profondo che il semplice “andar per funghi”, è la destinazione principale della Freeride, con la possibilità di affacciarsi al percorso più caratteristico del trial e dell’enduro come i due estremi di un uso in fuoristrada che risulta molto ampio grazie alla moderna evoluzione delle scelte tecniche dell’originale austriaca. Chi nella sua esperienza motociclistica ha guidato una moto da trial degli anni ‘80, quelle che pesavano poco meno di 100 kg e avevano ancora una parvenza di sella su cui poggiarsi, volendo, nei momenti di trasferimento, arriva a immaginare piuttosto da vicino le sensazioni che dà stare sopra alla Freeride, ma deve fare la tara con tutto quello che è passato nel frattempo sotto i ponti. Telaio, motore, sospensioni, freni... per finire con l’elettronica, sono passati oltre trent’anni e sono tanti.
Ora questa moto ha l’avviamento elettrico, può circolare in città tranquillamente così come esce dal concessionario e allo stesso modo inerpicarsi nei posti più impensati. Anzi, se qualcosa in più è servito provarla sull’Appennino centrale invece che sull’Atlante marocchino, è stato per capire che se ci si vuole veramente divertire con questa moto bisogna andarsi a cercare il difficile dell’enduro, o il facile del trial.

Accelerazione Da 0 a 100 Km/h-s
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