Dall’Asia centrale all’Italia, il viaggio in moto del Cicca e la Sere #4

Dall’Asia centrale all’Italia, il viaggio in moto del Cicca e la Sere #4

Un raid affascinante e avventuroso, un lento "ritorno" in moto attraverso le 1.000 suggestioni dell’Asia centrale. La quarta tappa attraverso il Kazakhstan, passando per Samarcanda fino al lago d’Aral

FRANCESCO CICCARELLO (PUBBLICAZIONE A CURA DI DIEGO D'ANDREA)

12.09.2018 11:53

RIPERCORRIAMO IL DESERTO e memori degli errori commessi all’andata, ci riforniamo ogni volta che possiamo. Mentre Africa corre veloce a circa 100Km/h spunta da un cespuglio uno dei simpatici omini con il manganello che, insieme al suo compare con il tele laser, mi mostra il video prova dell’eccesso di velocità. Stessa storia: nessun verbale, ma ci tocca pagare; regaliamo altri 70$ alle forze dell’ordine. Dobbiamo ancora imparare. Giungiamo nel pomeriggio a Bukhara, città sacra dell’Uzbekistan, nella quale si perde quell’aria di città museo che avevamo respirato a Khiva.

MOSCHEE, MA ANCHE VASCHE, che nei secoli hanno funto da abbeveratoio (ma al contempo dispensatrici di peste); e le più belle scuole coraniche mai viste. Medresse incredibili capaci di ospitare fino a 5000 studenti. Ogni facciata e ogni minareto che incontriamo è decorato a piastrelle, con illustrazioni che, in alcuni casi, infrangono il divieto musulmano di rappresentare volti o animali. Per lo più, però, sono ricoperte da motivi geometrici che ci ricordano come l’algebra, la geometria e persino gli algoritmi siano nati da queste parti.

ATTORNO A TUTTO QUESTO una città viva con i suoi negozi e il suo incredibile bazar ma, soprattutto, i suoi fantastici laboratori dove giovani e giovanissimi imparano a realizzare piatti di ottone decorati e oggetti in legno dai maestri. Le donne, magnificamente vestite e di una bellezza che rapisce, lavorano ai telai manuali le preziose sete Uzbeke e confezionano abiti su misura. E’ bello osservare come il popolo Uzbeko inizi a risollevarsi dopo anni di crisi.

RIPARTIAMO IL GIORNO SEGUENTE e a pomeriggio inoltrato raggiungiamo Tashkent, la capitale, in cui il governo fa di tutto per mostrare (con risultati discontinui) il lato cosmopolita e moderno dello stato. La piazza Amir Timur Maydoni, al centro della quale svetta la statua di Tamerlano, è quella da cui irradiano le principali vie della città. L’ex presidente dittatore, Karimov, costruì attorno al suo perimetro edifici imponenti, ma davvero poco aggraziati, come ad esempio il Dom Forum. Grazie alla moderna e super-sorvegliata metro, ci spostiamo velocemente verso il "Chorsu" un immenso bazar dove si può acquistare di tutto. Molto più disordinato e colorato rispetto ai nostri supermercati, ci colpisce la cura con cui sui banchi le spezie formano piramidi perfette. Qui si capisce il prezzo reale dei beni, spesso gonfiato nei ristoranti per turisti.

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento