Mauritania: la grande sfida

Mauritania: la grande sfida
L'italiano Giorgio Polegato ha percorso da solo circa 9000 km con una Honda Transalp 650 in poco più di due settimane costeggiando l'Africa nera, insieme a GIVI

Redazione - @InMoto_it

24.07.2017 14:39

L’italiano Giorgio Polegato ha percorso da solo circa 9.000 km con una Honda Transalp 650 in poco più di due settimane costeggiando l’Africa nera, insieme a GIVI

Condivide i confini con il mondo arabo e l’Africa nera. Le sue condizioni critiche di sicurezza la inseriscono tra le mete da evitare, ma Giorgio Polegato non ha resistito al richiamo della Mauritania e ci è andato, da solo, in sella a una Honda Transalp 650.

Giorgio Polegato ha 26 anni e lavora come operaio. Sin da bambino ha subito il fascino delle moto e delle esplorazioni avventurose. Nel dicembre dello scorso anno la sua voglia di avventura è cresciuta ancora e il pensiero è andato alla Mauritania, terra sulla quale si sono scritte tante pagine della Parigi-Dakar.

Polegato non è alla sua prima esperienza. La Mauritania segna il suo viaggio numero 10. Nel Continente nero Giorgio è già stato in moto due volte, ma questo viaggio rappresenta la prima esperienza in solitaria e in fuoristrada, senza supporti di rintracciabilità (telefono satellitare o dispositivi GPS capaci di inviare la posizione).

La moto, a 20 anni, Giorgio poteva guidarla soltanto sui campi da cross e non su strada. Qualche tempo dopo arriva la Honda Transalp 650 con serbatoio maggiorato, compagna dei futuri raid.
Inizia dalla Scozia, Inghilterra e Galles.  Negli anni successivi viaggia in Islanda, poi in Finlandia, Svezia e Norvegia, Capo Nord. Prosegue con Russia, Kazakistan, Uzbekistan, Tajikistan e corridoio Wakhan costeggiando l’Afghanistan per poi finire in Kirghizistan, Marocco.

E a dicembre Polegato decide di partire nuovamente. Ecco come Polegato racconta la sua avventura:

Consigli di viaggio

Non affrontare questo viaggio da soli. A me è andata bene ma vi assicuro che sono stato fortunato. Non è passato giorno senza sentirmi dire “Chi me l’ha fatto fare?”.
Servono gomme da fuoristrada da cambiare in Mauritania, così da non demolirle nel lungo trasferimento in Marocco e Western Sahara. Io sono partito con una Heidenau k60 nuova al posteriore e una k60 usata nel Pamir e Asia centrale. In Mauritania ho cambiato l’anteriore con un Michelin desert portata da casa.
Partire con più copie della Fiche di stato civile, documento richiesto ai numerosissimi posti di blocco e check-point militari marocchini e mauri.
Vista la notevole difficoltà nel trovare benzina consiglio il serbatoio maggiorato. Con 40 litri a volte si arriva al limite.

A parte la frizione bruciata, la noia maggiore l’ho avuta alla frontiera maura, dove ho passato ben 13 ore per avere il visto (a causa dell’interruzione della connessione internet necessaria a rilasciare il documento elettronico).

Attrezzi necessari

Leve da gomme e camere d’aria da 4 mm;
Pompa benzina e filtri se si ha una moto a carburatore (il carburante molto spesso è sporco).
Nel caso di una moto a iniezione, l’utilizzo di una calza per salvaguardare la pompa del carburante, chiavi ed attrezzi vari e candele.

Dal diario

La Mauritania rappresenta una grande sfida per chi, come me, è un amante del deserto; nel deserto “mauro”, sono state scritte pagine leggendarie legate al rally più leggendario al mondo: la Parigi – Dakar. La sua sabbia morbida, che rendeva difficoltosa la guida, era temutissima dai piloti.
Ho alternato percorsi di sabbia finissima dove bisogna sempre dare del gran gas per non piantarsi, ad esempio sul Passo di Tifoujar, a tratti con pietraie, mulattiere impegnative e strade costruite nella roccia come quelle che portano ai villaggi di El Meddah e Mhairet.

L’ultimo giorno passato Mauritania ho giocato d’azzardo percorrendo il tratto da Atar a Nouadhibou, la pista della ferrovia: 500 km in solitaria, senza rifornimento e lontanissimo da qualsiasi città.

Quel giorno incontrai soltanto un 4×4 e 4 moto e scattai pochissime foto: meno ci si ferma e meglio perché la moto sprofonda nella sabbia e si fatica parecchio a ripartire.
A me è successo tre volte, nelle quali – quasi come uno schema obbligato – ho impiegato non meno di un’ora a togliere i bagagli, scavare nella sabbia e lottare per non insabbiarmi ulteriormente.

Le guide locali indicano in due giorni la percorribilità di questa lunga pista. Io ce l’ho fatta in 11 ore. Un rischio altissimo, che rifarei e rifarei… magari con in borsa un telefono satellitare!

Il viaggio in numeri

Dal 23 al 29 dicembre – Traghetto Savona-Tangeri; trasferimento Tangeri-frontiera Mauritania.
Dal 30 dicembre 2016 al 7 gennaio 2017 – Mauritania, regione dell’ Adrar
Dall 8 al 16 gennaio 2017 – Trasferimento dalla Mauritania al porto di Tangeri; traghetto Tangeri-Genova.

Circa 9.000 i km percorsi di cui 6.000 (tra andata e ritorno) “spesi” nel trasferimento tra Marocco e Western Sahara, e il restante in Mauritania, di cui oltre 2.000 di fuoristrada misto, tra piste battute, dune, plateau di sabbia pietraia (quelle dove il paracoppa tocca spesso).

I consigli di GIVI

Un viaggio di questo tipo deve privilegiare il trasporto di ricambi e di attrezzi, lasciando in secondo piano tutto ciò che normalmente viene scelto per migliorare il comfort o per stivare caschi, giacche, ecc. La riduzione del peso, in funzione del tipo di fondo del deserto mauro, qui ha prevalso sulle scelte. Ecco perché Giorgio ha scelto di portare con sé soltanto il borsone WP da 80 litri, fissato alla sella posteriore: al suo interno ha riposto anche una seconda borsa morbida GIVI, da 30 litri, trasformabile in zainetto e contenente la dotazione personale (scarpe, beauty-case, vestiti, ecc…).
Si può eventualmente consigliare una borsa serbatoio in modo di spostare un po’ di peso sull’avantreno e qualche versatile accessorio, come la tanica omologata da 2,5 litri Tan01 (per acqua o carburante) oppure il supporto universale E163 per il trasporto di taniche metalliche da 5 o 10 litri sui portavaligie laterali, e ancora il kit GIVI che allarga il piano di appoggio del cavalletto laterale.

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