Quello in moto è un viaggio oltre il viaggio

Quello in moto è un viaggio oltre il viaggio

I luoghi dell’anima. Ricordi da una moto-cavalcata in Sardegna e una pagina di diario

17.11.2017 16:03

L’importante non è la distanza percorsa, il numero di nazioni attraversate o la quantità di timbri apposti su un passaporto. L’essenziale è ciò che ci lasciamo filtrare addosso durante un viaggio. Persino nella passeggiata dietro casa. Quelle sensazioni che superano la visiera del casco e si imprimono sugli occhi, per sempre. Dietro ogni curva, dopo una serie di pieghe, giù dalla moto. Quel che capita in un viaggio è qualcosa che ci forma… anche quando all’apparenza non capita nulla. Dopo un viaggio siamo diversi. Siamo cresciuti. Siamo più ampi. Sterminati. Come gli orizzonti di cui andiamo sempre a caccia con le nostre moto. Ricchi di cose, incontri, realtà…

DORGALI, DA UNA PAGINA DI DIARIO - “Sono appena rientrato da una passeggiata a piedi per Dorgali. Dopo una giornata di pieghe lungo queste strade rosa, arricciate sui monti, avevo sete e sono uscito alla ricerca di un bar. Fuori è buio. Cammino un po’ tra strade e vicoli muti, in un silenzio a cui non sono abituato. In giro non c’è nessuno. Tutto il paese sembra inghiottito dalle case. Sono solo. Anzi no, alzo gli occhi e li scorgo… balconi, finestre, verande… sono tutti lì, nell'oscurità, senza parlare. A guardare la strada e a prendere il fresco. Trovo un bar, compro l’acqua. Un litro e mezzo di effervescente naturale 1 euro. Bene. Riprendo la strada per il B&B. Ancora silenzio. Ma ora è diverso, non li vedo ma ci sono. Nella penombra. Osservano.

POI CAPISCO, tutto questo non è silenzio. Su quest’isola si parla così. Come ad Orgosolo, quando ho circumnavigato il Gennargentu. Incontri e sensazioni pelle a pelle. Sguardi fieri e donne magre, anziane, vestite di nero, che attraversano vecchi vicoli come volassero… senza rumore. Orgosolo mi ha colpito. Un luogo che parla attraverso i muri delle proprie case… oppure con gli occhi.

PRIMA DI ARRIVARE AL B&B passo davanti alla sede locale del PC. Qui c’è ancora una sede del PC. Al balcone, ringhiere con falce e martello. Fa quasi tenerezza. C’è una strana forma di attaccamento al passato in questa parte di Sardegna. Non arretratezza. Ma ancoraggio. In un luogo dove da sempre il tempo te lo guadagni, dove strappi via ogni giornata ad una terra dura come le rocce del Supramonte, ciò che trascorre vale di più, te lo sei conquistato, e non lo butti via come se nulla fosse, o per l’ultima reclam”.

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