Romagna Mia (6° parte)
Musica, piadina e bagni. E ovviamente ballo. La ricetta della Romagna non ha segreti. Ci aggiungiamo i motori, volentieri. Parte dell’impasto. Come quelli delle nostre Suzuki V-Strom 1000. Cantano, anche loro, tra le colline del Ronco, del Savio, del Rubicone. Da Forlì il mitico passo del Muraglione è un must. Impossibile mancarlo. Subito fuori porta, Castrocaro: Festival della canzone dal 1957 e Terme. Salsobromoiodico-sulfuree.
Poi si cede al richiamo del litorale, inevitabile. Calamita cosmica del divertimento. La Rotonda “Secondo Casadei”, sulla strada di Gatteo a Mare, è un inno d’asfalto all’autore di Romagna Mia. “Lontan da te non si può star…”, ricorda il monumento, tra fiati, fisarmoniche e strumenti a corda. E’ tempo di una piada on the beach: crudo, squacquerone e rucola.
Ricordi storici assalgono risalendo l’ingarbuglio delle Valli di Comacchio. Qui però la musica cambia. Ora è il suono delle pallotole che inseguivano l’Eroe dei Due Mondi in fuga nelle paludi, unito a quello delle pestilenziali zanzare che costringono a tenere la visiera del casco chiusa, anche scendendo dalla moto. Il Cippo di Anita Garibaldi lo si visita così.
Giovanni Carlo Nuzzo
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