Trentino Alto Adige

Trentino Alto Adige
Piccole regioni ultimo atto. Asciughiamoci pure una lacrima ma intanto comiciamo a scaldare il motore, perché in queste pagine c’è una vera “lectio magistralis”. Consideratelo un attestato accademico su strada, una laurea honoris causa del bell’andare

Redazione - @InMoto_it

01.09.2013 ( Aggiornata il 01.09.2013 10:01 )

Questo è il servizio conclusivo della serie di speciali che abbiamo iniziato a pubblicare dallo scorso dicembre, dedicati appunto alle nostre regioni più piccole e meno densamente popolate. Quindi anche scarsamente trafficate, che per noi significa pacchia. L’elenco delle puntate precedenti lo trovate in questa pagina. Il servizio arretrati è sempre a vostra disposizione. Si tratta di un compendio assolutamente da possedere, “studiare” e provare; magari sparandeselo tutto in una folle botta da 5.000 km di itinerari senza sosta, oppure da centellinare pian piano negli anni, da soli, in coppia, in ammucchiata o come altro vi pare. Per quest’ultima puntata abbiamo confezionato altri quattro itinerari di chiusura in bellezza, due per il Trentino e due per l’Alto Adige (la Regione è unica, sì, ma qui le autonomie sono le autonomie…). Ovviamente non possiamo considerarli esaustivi delle possibilità pressoché infinite della zona, ma ben sintetizzano – almeno speriamo – il minimo imperdibile di questo territorio super emozionale. Che, tanto per ricordare, registra 13.605 kmq (circa 6.000 il Trentino e 7.000 l’A.A.), un milione di abitanti (più o meno diviso a metà) e densità media di 75 anime a kmq. L’Alto Adige vanta anche il PIL più alto d’Italia. Significa più servizi, investimenti, coccole e sicurezza. Mettetela come volete: ma tra strade sempre ottime, ospitalità per i motociclisti sempre al top e quel vero paradiso in terra che sono le Dolomiti (tanto per dire), il Trentino Alto Adige rappresenta indubbiamente la più piacevole “università delle due ruote” dell’intera Nazione. Pronti all’esame di laurea? Trento – Riva del Garda – Ledro – Tione – Madonna di Campiglio – Malè – Cles – Molveno – Vezzano Strade da moto suggerite: SP85, SS240, SS239, SS421 km 280 1-Mappa_Adamello-BrentaOK “Dieci ragazze per me, posson bastare…”, simpatica canzone anni ’70 di Lucio Battisti. Sostituendo “ragazze” con “laghi” ecco la chiave di questo primo itinerario: il meglio motociclistico ad ovest dell’Adige - dove s’ergono le cosiddette “Dolomiti del Brenta” - infilando specchi d’acqua come perle. Con un preludio sprint: i 40 tornanti della Trento-Monte Bondone, celebre cronoscalata che si corre ogni luglio sulla provinciale 85. Lo start è a 1,5 km dalla rotatoria di Trento Centro (A22 e tangenziale), prendendo per Arco. Qui giriamo a sinistra e comincia la goduria. Si va in piega per Sardagna, Candriai, Vaneze e Vason. Poi, in cima, l’immancabile rifocillo presso il Rifugio Viote. C’è perfino un punto pubblico di osservazione astronomica. Rimaniamo sulle curve della SP85. Il Lago di Làgolo, a 10 km, è il primo del nostro giro. Pozzangherone, vabbè, ma non perdete fede. La strada continua scendendo leggermente, poi spara quattro tornantoni e confluisce sulla SP84, più abitata. In paese, si seguano le indicazioni turistiche per il Lago di Cavedine (e due!). Riva del Garda La statale Gardesana Occidentale ci porta ora a Riva del Garda. Parlando di laghi, qui va decisamente meglio. Sosta d’obbligo. Per raggiungere il pittoresco Lago di Ledro (se ne può fare il periplo è c’è anche un campeggio), bisogna purtroppo imboccare dal 1995 le gallerie della SS240. Addio Ponale! Oltre Biacesa e fino in Val d’Ampola, passando pure il minuscolo laghetto d’Ampola, la strada si fa però divertente e sempre più veloce. Rock’n’ roll. Alla fine, innesto a T con la SS237 del Caffaro. Prendiamo a destra per Tione. 6 km a sinistra invece, volendo, c’è il Lago d’Idro, ma fuori Regione. Non vale. Da Tione s’imbocca la strada maestra che s’addentra nell’area del Parco Naturale Adamello Brenta, Si passano località montane celebri come Pinzolo e Madonna di Campiglio. Breve sfilza di tornanti e si guadagna quindi la nazionale che scende verso Val di Sole e Val di Non; statisticamente, le più soleggiate di tutto il Trentino. Qui s’incontra il grande invaso di Santa Giustina, di fronte Clès. In direzione sud, bello l’instradamento su SS421 per Molveno ed il suo lago (siamo a sette), ai piedi orientali del Gruppo di Brenta. Al termine, teniamo a sinistra per Trento, sfiorando i laghetti di Toblino, Santa Massenza e Terlago. Deliziosi. Totale: dieci esatti. 1-Castel-Toblino-sul-lago- Rovereto – Folgaria – Levico Terme – Passo Brocon – S.Martino Castrozza – Cavalese – Segonzano – Trento Strade da moto suggerite: SS350, SP11, SP79, SS50 km 261 2-Mappa_Primiero-FiemmeOK Super compendio del Trentino più Trentino. Il chilometraggio non è eccessivo, ma per “immergersi” occorre più di un weekend. Anche se c’è chi lo fa in un sol giorno. Se volete provare... Dunque si parte prestissimo da Rovereto Nord (A22) sulla SS12 per Trento. Al bivio di Calliano (6 km), Castel Beseno occhieggia dall’alto del suo pittoresco sperone, tra un mare di vigne. È la patria del Marzemino doc. Da qui la SS350 sale che è un piacere per Folgaria e Passo Sommo. A Carbonare il piacere prosegue in discesa sulla SP349, fino al vasto e ameno lago di Caldonazzo. Lo costeggiamo verso Pergine (SP1), passando in vista del locale Castello e raggiungendo l’area termale arsenico-ferruginosa di Vetriolo e Levico. Località collegate dalla SP11, celebre teatro di una corsa motociclistica in salita. Ora imbocchiamo la strada veloce della Valsugana (SS47), direzione Bassano. Pronti ad uscire non appena superato Borgo Valsugana, sulla provinciale a mezza costa per Strigno e Castel Tesino. Da qui comincia la divertente SP79, molto gettonata tra i motociclisti (attenzione!), una stretta serpentina che in 17 km raggiunge Passo Brocon, a 1.615 m, poi scavalla per Canal San Bovo, supera Passo Gobbera e infine ci scodella felici al centro di Imèr. Statale 50 Il meglio però deve ancora venire. Siamo infatti sulla mitica statale 50 del Passo Rolle, una delle più belle strade del Trentino. Procedendo, si resta ammirati dagli scenari e dai paesaggi in cui si snoda, tra il gruppo mozzafiato delle Dolomiti di Primiero ed il Parco Naturale Paneveggio (www.parcopan.org). Una progression di curve e tornanti sempre più “infuocata”, via via che si procede tra Fiera di Primiero, cuore della valle, ed il Passo Rolle (1.970 m). Purtroppo, considerare turisti e camper sulla strada. In compenso, in cima, ogni possibilità d’alloggio e rifocillo. Sull’opposto versante la festa continua fino a Predazzo. Freccia ora a sinistra per la SS48 delle Dolomiti. Ed ecco Cavalese, storica sede della Magnifica Comunità di Fiemme. Un patrimonio di 30.000 ettari di foresta e 60 milioni di abeti. Ora s’imbocca la SS612 della Val di Cembra. A misura che la strada discende, si passa dalle grandi distese boschive alle ardite disposizioni dei celebri vitigni del Muller Thurgau. Prosit! Poi è di nuovo Val d’Adige e A22. 2-Castel-Beseno2 Merano – Silandro – Passo Stelvio – Santa Maria in Mustair – Malles – Curon Venosta – S.Leonardo Passiria – Vipiteno Strade da moto suggerite: SS38, SS44 km 192 3-Mappa_StelvioOK Teorema: come unire con un solo filo d’Arianna due storici parchi da 165.000 ettari, tre valichi oltre i 2.000 metri - compreso quello asfaltato più alto d’Europa - tre transiti frontalieri, sei valli, qualche decina di castelli e un mito? Semplice: seguendo questo itinerario, curriculum forte per qualsiasi motociclista. Per lo start si può scegliere Vipiteno, sull’asse dell’A22, poco sotto il Brennero, o Merano al termine dei 31 km di superstrada MEBO da Bolzano. In ogni caso, due opzioni di disimpegno veloce, variamente sfruttabili tra andate e ritorni. Facciamo base in quest’ultima, sede tra l’altro della nota fabbrica Forst. Superato il ponte sull’Adige con la SS38, direzione Resia-Stelvio, ecco infatti subito sulla sinistra il birrificio. Poi si continua tra i meleti, vero oro locale, lungo tutta la bassa Valvenosta, in un occhieggiare di borghi e castelli più o meno arroccati. Al bivio di Spondigna si gira per Prato alla Stelvio e dopo un po’ comincia il cimento. Più che descriverlo, bisogna viverlo. Sono 48 tornanti tecnici “assassini” che si susseguono con ritmo spietato, scavati sulla parete quasi verticale del Trafoi, con pendenze medie del 7,5% e massima del 14%. Una volta arrivati in cima, non far caso alla vaga vertigine; siamo a 2.758 metri! Immancabile la pausa al Rifugio per una birra fresca o un punch caldo. Dipende dal meteo. Oltre confine Ci attende adesso un breve sconfinamento di 18 km nell’Engadina svizzera (ricordarsi la carta verde!), attraverso un vero e proprio ottovolante: il Giogo di Santa Maria (Umbrail Pass in tedesco, quota 2.504 m). La strada e strettina, tortuosissima, con pendenza media in discesa del 7% e ha anche un piccolo tratto sterrato di circa 2 km, però in discrete condizioni e fattibile con qualsiasi moto. Al termine s’incontra S.Maria in Mustair. Di qui, rientrando in Italia, è ancora tutta discesa, ma molto più soft. Fino a Malles Venosta sono appena 14 km. A sinistra, con la SS40, l’allungo per il bel lago del Passo Resia ci sta tutto. A destra si torna invece velocemente alla base. Da Merano, con la SS44, infiliamo ora la Val Passiria, un po’ trafficata all’inizio. Punto forte sono comunque i sei tornantoni a gomito e le numerose “esse” che fanno guadagnare il Passo di Monte Giovo. Divertendosi. Lassù la vista è davvero ottima. Infine si scollina e in 17 km di brio ci attende la pittoresca Vipiteno. 3-Salita-Stelvio-Pass Bolzano – Vigo di Fassa – Canazei – Passo Sella – Corvara in Badia – Brunico – Campo Tures Strade da moto suggerite: SS48, SS241, SS242, SS243, SS244… km 196 4-Mappa_DolomitiOK Strade da moto suggerite? Praticamente tutte. Non è uno scherzo, dove si va, qui si va bene. Basta solo ricordarsi che stiamo attraversando un comprensorio di fama mondiale, giustamente frequentatissimo. Può significare camper, ciclisti, auto in processione… Ma tant’è. Le gallerie della SS241, che da Bolzano ci liberano in breve del sapore di città (A22 uscita Nord), sono solo un pegno iniziale. Il nastro d’asfalto scodinzola presto in bellezza nella Val d’Ega, e dopo Welschnofen (Nova Levante) s’entra nella foresta ed è subito Karensee. Spettacolo. A destra si scorge il Gruppo del Latemar. Scavallando il Passo Costalunga, a 4 km (di fronte all’Hotel Latemar, celebre il cippo con la moto-scultura), ecco anche il Catinaccio. A Vigo di Fassa siamo in piena zona operazioni: la mitica SS48 delle Dolomiti. Che in 23 km, passando Canazei ed una trentina distribuita di tornanti secchi, ci porta ai 2.239 m del Passo Pordoi. Sgranchitevi i polsi e pronti al pezzo forte dell’itinerario: il cosiddetto Sella Ronda. Anello della goduria di 50 km di pieghe, tra picchi, creste, boschi e prati smeraldini. Lo si può fare nel verso che si preferisce, orario o antiorario. Meglio ancora se in tutti e due, prima uno, poi l’altro. Un Passo tira l’altro Nell’abbuffata di “pif-paf” si superano Passo Campolongo (1.815 m, SP244), Passo Gardena (2.137 m, SS243), Passo Sella (2.244 m, SS242; l’omonimo Rifugio è pit stop preferito dai motociclisti). Al termine, pausa tecnica a Corvara, quasi un ombelico dolomitico e porta d’ingresso alla Val Badia. La SS244 vi scorre deliziosamente nel mezzo, sotto la mole prima incombente del Sassongher, poi via via più profilata della Gardenaccia. Strada serena e piacevole. Si passano numerose pittoresche frazioni, il bivio per San Martino in Badia e quello per Marebbe. Dopo il sottopasso della ferrovia ed il ponticello sul Fiume Rienza, innesto a T sulla SS49. Di qui, volendo, si torna all’A22. Da Brunico infiliamo infine la SS621 per la Valle di Tures ed Aurina, tra le più autentiche e genuine dell’Alto Adige, circondata da oltre 80 cime che raggiungono i tremila metri. Sud Tirolo 100%. Il capolinea dellla strada è a Kasere; oltre, solo i picchi del Klockerkarkopf, la Vetta d’Italia. Girando a sinistra da Molini di Tures, c’è invece la strada strettissima per il Lago di Neves. Mentre da Campo Tures, a destra, un sinuoso percorso ci porta al sereno e bucolico Riva di Tures. 4-Corvara-in-Badia-sotto-i   Giovanni Carlo Nuzzo  

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