Umbria

Umbria
Piccole regioni grande mototurismo, 2° puntata: è il turno dell’Umbria, “cuore” geografico d’Italia. Quattro itinerari gustosi, tra alberi, boschi, reperti medievali... lontani dal mare!

Redazione - @InMoto_it

01.02.2013 ( Aggiornata il 01.02.2013 16:54 )

Valli serene e borghi medievali accoccolati sui colli. Con boschi ovunque. Una copertura record a livello nazionale: oltre 1800 alberi in media per ettaro. Ulivi, querce, faggi, pioppi, salici… Quando si va a girare in moto per le strade del “cuore verde d’Italia”, la realtà che si inquadra attraverso la visiera del casco è più o meno sempre questa: valle serena, bosco, borgo medievale d’arte in cima a un colle. Lo stesso paesaggio forse da centinaia d’anni, da quando San Francesco parlava ai lupi. A condire il tutto una rete di strade con una concentrazione di curve adrenaliniche che non teme confronti. Asfalto mediamente buono, poco traffico. Perché c’è anche da dire che la popolazione totale dell’Umbria, meno d’un milione di abitanti, è quanto quella di un terzo di Roma o mezza Milano. Insomma, regione piccola a misura di godimento mototociclistico. Manca soltanto il mare, ma magari è un altro pregio, chissà. Dalla dolce piana del Tevere al montuoso scenario Eugubino, dal profilo lacustre del Trasimeno ai sapori generosi, sia per il palato che per la manetta, di Cascia e Norcia, i quattro itinerari qui proposti offrono un panorama abbastanza generale di questa piccola grande regione da moto. Certo non esauriscono ogni curva e luogo, ma ciascuno troverà sicuramente sul posto nuovi spunti e attrazioni per continuare a girare. Accendete dunque i motori, abbassate la visiera e buona lettura. Orvieto - Ficulle - Città della Pieve - Castiglione del Lago - Montegiove - Monte Peglia - Todi E pensare che tra Orvieto e Chiusi corre un’autostrada! Stuzzicante quanto una patata lessa. La scelta giusta per le due ruote sono invece le magiche curve di media collina della SS71 che guadagna il valico di Monte Nibbio. Il bar dei motociclisti è proprio di fianco alla torre di Ficulle, a 3 km. Panorama grandioso. Poi si passano Monteleone d’Orvieto e Città della Pieve. Ce n’è d’avanzo per trascorrere la giornata. A Po’ Bandino la 71 scarta a destra nel suo tratto rettilineo verso il Trasimeno. La via più guidata per Castiglion del Lago passa però tra i colli di Chiusi e il suo laghetto (SP49). Visitati la necropoli etrusca di Chiusi e la Rocca medievale di Castiglione, scendiamo ora lungo la sponda sudovest del Lago. Pianura aperta, dal vasto panorama lacustre, ma senza grandi brividi di guida. Con un’enduro turistica si può godere il facile sterrato che da Sant’Arcangelo piega a sud attraverso i campi, tra gli agriturismi Ceres e Country House. Fondo in ogni caso idoneo per quasi tutti i tipi di moto. In 12 km siamo a Tavernelle, proprio alle soglie del cinquecentesco Santuario di Mongiovino, del Bramante. Luogo d’un presunto miracolo mariano, protagonista una pastorella. Ma il “miracolo” vero, superato l’abitato di Piegaro sulla SP59, è che di qui comincia un ampio instradamento tutto immerso nel verde, pochissimo abitato e trafficato. Zona battuta infatti dagli smanettoni, locali e in trasferta. Si superano Montegabbione, Montegiove e Pornello (21 km), poi ci si immette a destra sulla SS317 che serpeggiando nel bosco raggiunge la cima del Monte Peglia. Diversi punti picnic invitano a tirare i freni. Qui la strada scollina dalla Val del Chiani al versante tiberino. Attenzione: in certi orari e periodi dell’anno il sole in controluce tra gli alberi tende ad abbagliare. La 317 confluisce quindi su un’altra grande strada da moto: la panoramica SS79bis. Qui si gira per Todi: sono 30 tiratissimi km di pieghe e contropieghe. A metà strada merita Titignano, pittoresco borgo quasi fuori del mondo, in vista stupenda del sottostante Lago di Corbara. Infine, per Baschi, dove ritroviamo l’A1, manca ancora l’appagantissimo misto veloce della SS448 lungo le gole del Tevere e la diga dell’invaso di Corbara (25 km). Sempreché, tra una piega e l’altra, ci si ricordi di gettarvi un occhio… umbria-occ Magione - Tuoro - Umbertide - Città di Castello - Apecchio - Gubbio - Perugia - Deruta Una capitale della cioccolata, il più grande lago dell’Italia peninsulare, curve, tartufi, rocche, ceramiche, un circuito di velocità ed eccellenti strade da moto. Di più non si può chiedere. Cominciamo quindi l’itinerario da una stuzzicante location: l’autodromo di Magione, all’omonima uscita della variante A1-Perugia. Per info su prove libere in pista: www.autodromomagione.com (sessione di 20 minuti, 36 Euro). Chi pensa di visitare l’Isola Polvese, col suo castello del XIV secolo e l’Oasi faunistica, scenda al lago sulla strada di San Feliciano, dove partono le barche; altrimenti si prenda dritti la 75 bis per Passignano e Tuoro. La strada costeggia il lago, poi attraversa la piana dove oltre duemila anni fa l’esercito di Annibale inflisse ai Romani una delle più sonore sconfitte. Piacevole e morbidamente guidato l’istradamento che da qui, lungo la Statale del Niccone (confine aretino), ci conduce a Umbertide, nella Valle del Tevere. Gettata un’occhiata alla Rocca trecentesca col Centro d’Arte contemporanea, i frettolosi possono ora prendere l’E45. A Città di Castello attende infatti una delle strade più smanettate e celebrate dai biker umbro-marchigiani: l’SS257 Apecchiese. L’imbocco è tra l’Ospedale e il Convento Belvedere, quasi una metafora, perché su questa strada gli incidenti sono frequenti. Occhio! Lo scollinamento avviene 15 km di pieghe dopo, al celebre Passo di Bocca Serriola. Ritrovo merendero dei motociclisti presso il rifugio “Bar della Cima”. Da Apecchio si segue poi il confine regionale con le Marche, aggrappati alla rete di strade agresti che attraversa tutta la Serra di Burano, parte del sentiero naturalistico d’Italia. Dominio del tartufo! Giunti alla variante SS452, a destra è subito Gubbio. Ma se si cerca ancora un po’ di “pif-paf” su curve storiche e sicuramente più evocative, allora è meglio prendere per Scheggia con la Flaminia vecchia, poi seguire via Madonna della Cima. Tra Gubbio e Perugia, un solo must: SS298 Eugubina via Valico dello Scritto. Gran misto veloce, un po’ trafficato... Il giro si conclude a Deruta. Si può raggiungerla utilizzando l’E45 (18 km) oppure scavalcando il Tevere dalla SS317; strada da moto qui ancora rettilinea ma che darà il meglio di sé più “avanti”. trasimeno Assisi - Colfiorito - Foligno - Bevagna - Trevi - Montefalco - Massa Martana - Narni Sotto le mura di Assisi ci s’arriva dalla variante A1 Perugia o dalla SS3 Flaminia. Gran colpo d’occhio. Diciamo che il centro non ha bisogno di presentazioni. Va invece presentato il magico ambiente circostante del Monte Subasio, appena fuori Porta Cappuccini. La strada, in qualche tratto sterrata ma percorribile senza drammi, ne guadagna rapida la cima, serpeggiando nel bosco antico, poi cala biforcandosi tra borghi refrattari allo stress, come Armenzano o Collepino (nome originario: Colle dei Lupi - “non ho visto niente di più bello nella mia valle”, ne diceva San Francesco). Poggiate infine, a Valtopina, le ruote sulla statale 3, si va a sinistra 8 km comodi per Nocera Umbra. Qui giriamo sulla provinciale che lambisce i piedi dei monti Pennino e Acuto, raggiungendo i panorami tesi di Colfiorito, via Collecroce e Annifo. Colfiorito (vedere la basilica paleocristiana del V secolo) vanta altipiani che sono stati dischiarati Parco Regionale (sede: tel. 0742-681011). Mitica tra i motociclisti è la SS77 che ne attraversa il valico, impreziosito di papaveri in primavera; poi scende veloce come un falchetto verso Foligno. Giunti alla piana umbra, due brevi digressioni meritevoli, senza troppo impegno di guida: a destra, Trevi (10 km), pittoresca colata di case su un colle coperto di ulivi; a sinistra, Spello (5 km). Venendoci tra maggio e giugno, non mancare la tradizionale Infiorata (www.infioratespello.it), con Piazza della Loggia resa una bellissima tavolozza di petali di fiori. Ora, barra a dritta: 7 km di rettilineo tra i campi separano Foligno dalle suggestive mura romane e medievali di Bevagna. Qui, tra le vigne del Sagrantino e dei vini del Cantico (www.stradadeivinidelcantico.it), comincia la SS316 dei Monti Martani. Grande strada collinare da moto. Superati Montefalco (cinta muraria trecentesca e Museo del trattore agricolo) nonché Massa Martana, ecco apparire sulla strada la chiesa-borgo di Santa Maria in Pantano, una delle più antiche dell’Umbria. Foto d’obbligo. L’innesto con la Tiberina è imminente, ma attenzione a non finire sulla E45! Si deve invece prendere per Acquasparta, tangere l’area archeologia di Carsulae (www.carsulae.it), attraversare il centro termale di San Gemini, quindi atterrare con la SS3ter a Narni. Più che un itinerario, un compendio umbro. assisi Terni - Piediluco - Ferentillo - Monteleone - Cascia - Norcia - Castelluccio - Visso - Spoleto Doppio concentrato di natura, arte, gusto e manetta. Tanto per cambiare. L’Umbria del sudest ha però quel quid in più che ben sanno i motociclisti. Partiamo dunque da Terni, collegatissima con la E45. La strada delle Marmore inizia dopo l’ospedale. Superate le cascate (a 6 km), si prosegue con la SS79 verso il lago di Piediluco. Serenità collinare allo stato puro. Tramite Forca dell’Arrone si guadagna ora la SS209 della Valnerina, strada assai nota agli smanettoni. Occhio agli autovelox. Suggestivo l’imbocco delle gole a Ferentillo e il passaggio sotto la Torre del Nera a Scheggino nell’area protetta del Parco regionale del Nera. Da Sant’Anatolia giriamo per dentro il paese, senza farci depistare dai cartelli (che non ci sono!), passando il Municipio, dritti verso il monte. Non è una strada frequentata e l’asfalto lascia a desiderare. Si scavalca il colle Sciutri, a 1200 metri, per piombare in val Corno, nel graziosissimo centro antistress di Monteleone di Spoleto. Da Cascia ci divide ora Forca Rua La Cama e per Norcia un altro bel misto guidato: la SS320. Umbria totale. Il paradiso vero della zona è però il Parco dei Monti Sibillini (www.sibillini.net). Lo attraversiamo dal bivio indicato per Forca Canapine, sulla SP477. Tornanti a gogò, poi, in cima, ecco il Piano Grande, vasto altopiano spettacolare. Qui la provinciale si raddrizza e sulla sinistra, a costa di monte, si può scorgere un curioso boschetto a forma di Italia. Siamo in vista di Castelluccio, capitale della lenticchia. Dopo Forca di Gualdo, la discesa si consuma tra i canyon delle SP136 e 134. Per chi vuole c’è anche l’alternativa sterrata. Prendere fiato nel grazioso centro medievale di Visso (Marche). La Valnerina si dispiega adesso in un tratto veloce dove purtroppo riappaiono i velox. Superato Borgo Cerreto, non seguire i cartelli per Spoleto, che conducono senza appello alla nuova superstrada in galleria. Bisogna invece prendere la SS395 che sale per Forca di Cerro, strada strettina ma mitica, teatro di storiche competizioni come la Mille Miglia. Al termine della discesa, imbocchiamo la SS3 in direzione Roma, attraversando Spoleto con belle vedute sulla città (ultima uscita: Spoleto Sud). Continuando sulla vecchia Flaminia, si supera infine il Valico della Somma (600 m.) e in 24 km di curve un po’ trafficate siamo di nuovo a Terni. sibillini   Giovanni Carlo Nuzzo

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