Molise

Molise
Piccole regioni grande mototurismo, quarta puntata. Nato appena nel 1963, il Molise rappresenta un angolo di relax per emozioni nuove... in prospettive antiche. Vi proponiamo tre itinerari pronti per la prossima primavera-estate

Redazione - @InMoto_it

01.02.2013 ( Aggiornata il 01.02.2013 14:20 )

Dopo l’Unità d’Italia il Molise venne accorpato d’ufficio al vicino Abruzzo, a formare una regione composita che per quasi un secolo si chiamò, con non troppa fantasia, Abruzzi e Molise. Ma se questa faccenda del composito ancora funziona per altre regioni come l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia o il Trentino Alto Adige, col Molise non è durato. Nel 1963, a gran richiesta, fu dichiarata scissione amministrativa per semplice distacco. Animo indipendentista. Così, da un giorno all’altro, la neo Regione (la più giovane d’Italia), col suo minuscolo territorio ritagliato subito sotto il grande Parco Nazionale d’Abruzzo e fino alle pendici della Daunia pugliese, precipitò statisticamente, per dimensioni e popolazione, agli ultimi posti della classifica nazionale. Poco più di trecentomila abitanti (meno di Firenze) su un fazzolettone mare-Appennini di 4,5 milioni di km2, con appena 200.000 auto, 25.000 moto e 40.000 mezzi pesanti, inclusi trattori e veicoli speciali. Insomma, dal nostro punto di vista, un discreto angolo di relax. Il paesaggio varia tra una costiera di tipo adriatico a grumi di monti poco battuti dal turismo, se non proprio sconosciuti, contorti di curve, dove si scopre che in moto si può godere molto, seppure su asfalti non sempre perfetti. Anzi, di più, il Molise aiuta a distillare emozioni motociclistiche nuove in prospettive antiche, attraverso luoghi dove lo stress non alberga. Con vestigia, panorami, curiosità e sapori importanti. Non perdiamo tempo; i tre corposi itinerari studiati per questa primavera-estate, sono lì ad attenderci. Tra mare e monti Termoli - Guglionesi - Montefalcone del Sannio - Montenero di Bisaccia - Palata - Guardialfiera - Larino - Serracapriola Strade da moto suggerite: SS483, SP78, SP13, SS16ter km 197 Gustoso itinerario ad ali di farfalla, sulla destra e sinistra del fiume Biferno (che segna il busto dell’immaginario coleottero), per saggiare mare e monti del Basso Molise. Linea di partenza, un meridiano. Ma non uno qualsiasi: da Termoli (deliziosa località adriatica di “start”, comodamente raggiungibile con l’A14, uscita omonima) passa infatti il fuso orario CET di riferimento per l’Italia e buona parte d’Europa. Non cambia niente, intendiamoci, era solo per saperlo. Tralasciamo le spiaggie, i cui accessi vanno cercati lungo la SS16 - non proprio definibile un piacere motociclistico... - e imbocchiamo la SS483 che punta all’interno. I primi colli Frentani appaiono verso Guglionesi, dove anche la statale prende a scodinzolare. Si passano Montecilfone e Palata, in piena zona agricola, poi si comincia a scorgere qualche boschetto. È la valle del Trigno, antica area di immigrazione balcanica, con borghi che si elevano compatti sulle alture, dominati da antichi castelli più o meno diruti. Dopo Acquaviva il testimone passa alla SP78, un piacevole tracciato che raggiunge Montefalcone nel Sannio, con la sua torre cilindrica e le strette vie del centro. Ora bisogna decidere: chi ha voglia di curve solitarie, ma accetta probabili brutti asfalti, prende la SP81; chi non ha tempo (e pazienza) imbocca la veloce SS650 lungo l’alveo del Trigno. La meta per tutti è Montenero di Bisaccia, paese fotogenico tra mare, colli e fiume. Nonché punto di partenza della pittoresca SP13 che in 15 km conduce di nuovo a Palata. Da dove, con altri 15 km e qualche bel tornante panoramico (SP78), si guadagna il lago di Guardialfiera, lungo il Biferno. C’è perfino uno sterratino che ne segue le sponde. La SS647 passa invece in mezzo alle acque, sospesa su piloni. Svincolo, e si sale il versante orientale della valle, tra folti ulivi, per il centro di Larino. Siamo sull’ala destra della farfalla. La SS480 ci porta ai confini della Puglia; di qui passavano gli antichi tratturi della transumanza e ancora oggi, a volte, si incontrano le greggi. Superato il torrente Saccione (limite amministrativo), ecco il bell’abitato di Serracapriola col suo possente castello medievale. Non resta che sfogarsi sui 10 km di curve della SS16ter, quindi abbassare il carrello d’atterraggio per il rientro in buon ordine a Termoli. tur3 Dai frentani al matese Larino - Casacalenda - Campobasso - S.Elia a Pianisi - Occhito - Sepino - Bojano - Campitello Matese Strade da moto suggerite: SS87, SS17, SP106, SS158dir km 226 Dagli Appennini … agli Appennini! Tutto comincia col centro di Larino (A14 uscita Termoli, SS87) toccato nel precedente itinerario “mare e monti”. Messe le gomme sulla statale per Campobasso, parte la giostra: 50 guidatissimi chilometri di SS87 attraverso un paesaggio montuoso, vasto e sereno. Tra una curva e l’altra si passa Casacalenda, zona di formaggi e prodotti tipici (sosta consigliata presso l’azienda biologica La Fonte Nuova, www.caseificiolafontenuova.it). Il tratto di statale a ridosso del capoluogo perde comunque un po’ di mordente. Al bivio di Cerro cambiamo allora strada; preferibile girare sulla SS212 per Sant’Elia Pianisi, seguitando poi sulla SP39 per Macchia Valfortore, in vista dell’ampio invaso di Occhito, il più grande lago artificiale d’Italia, secondo d’Europa (www.lagodiocchito.it). Oltre che da coltivi, il lago è circondato da boschi e pinete ed è possibile effettuarne quasi tutto il periplo, percorrendo anche sinuosi ma facili sterrati, sia sul versante molisano, l’occidentale, che su quello orientale pugliese. La conclusione del piccolo “cimento” (superati gli svincoli della SS645) è la statale 17, decisamente da moto, salvo estemporanei accidenti nell’asfalto. La si percorra tutta, via Elsa e Gildone, attraverso un angolo solitario e sconosciuto di Sannio, fino a che la carreggiata si stende anticipando la zona di Bojano, celebre per i latticini. Alternativa più turistica è la serie di provinciali che passano per Riccia e Cercemaggiore, interessanti paesi con torri e monumenti, finendo all’area archeologica di Sepino (SS87). Da Bojano, in ogni caso, usciti di città per via Maiella, comincia la goduriosissima smanettata sugli arzigogoli della SP106, con curve tonde e ampi tornanti, superando l’abitato di Campitello Matese. Gran strada da moto, verde e boscata, che porta verso i confini di Regione, corrispondenti col Parco Regionale del Matese. Il Parco offre vaste praterie, bizzarre formazioni rocciose e la pittoresca presenza del lago omonimo. A Sella di Perrone - limite amministrativo con la Campania - vale la pena sconfinare per divorarsi le molte curve fino a Pedimonte Matese (25 km, SS158dir). Senza trascurare poi d’attraversare l’area protetta, seguendo la movimentata Provinciale Miralago (SP331). tur4 Tra parco e campane Isernia - Scapoli - Alfedena - Castel di Sangro - Capracotta - Agnone - Pietrabbondante - Frosolone - Carpinone Strade da moto suggerite: SS627, SS17, SP84, SS86 km 189 Il Parco Nazionale d’Abruzzo (regio decreto del 1923) si chiama oggi in realtà Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Guai a togliere l’osso a qualche cane. La parte che compete al Molise è il versante estremo di sud-est, settore Mainarde. E qui dirigiamo uscendo da Isernia (raggiungibile con A1 Caianello, SS85), buona base logistica e piacevole cittadina. La nazionale 627 scodinzola subito libera, con piglio motociclistico, nella valle del torrente Venafro guadagnando i confini del Parco. Al bivio di Scapoli (20 km) giriamo a destra per Monte Marrone. Volendo, in zona si raggiunge un paese fantasma, il borgo antico di Rocchetta a Volturno. La strada poi tocca e costeggia il bellissimo lago di Castel San Vincenzo e confluisce sui lunghi tornanti della SS158, passando Pizzone, dove c’è un museo dell’Orso Bruno (Tel. 0865-951435). Ad Alfedena s’opera un breve sconfinamento “tecnico” in Abruzzo. Con la SS83 bruciamo i pochi km, dritti, a fuso per Castel di Sangro. Da qui a Isernia, e naturalmente viceversa, si possono considerare come alternativa (o aggiunta) i 30 km della SS17, noto tracciato da moto ben battuto dai motociclisti locali. Noi procediamo però 14 km sulla veloce SS652, fino all’uscita per Castel del Giudice. Ci attende la SP84, parco giochi dell’alta montagna molisana. Asfalto permettendo, il piacere continua fino a Capracotta, zona di “alpeggi” e boschi, molto bella paesaggisticamente, che invita a guidare, ma anche a sostare. Dalla piazza del paese si segue poi la provinciale per Agnone, tra monti e campi in quota. Affascinante il centro storico. Lungo la SS86 in uscita la moto scorre che è un piacere, si viaggia e si piega fino al bivio per Pietrabbondante. Godono anche le sportive. Timone sempre a sud, superando l’area archeologica, ancora tanto misto. Si segue per Chiauci in un gioco di bivi e innesti che meriterebbe il road book. Paesaggio sempre boscato, la strada un eterno serpentello indisponente. Alla Valle del Trigno si sbatte il muso sull’asse veloce della SS650. La evitiamo, passiamo il fiume, quindi altro serpetello per Civitanova del Sannio (7 km) e un altro ancora per Frosolone (12 km). Il piacere di guida non finisce mai. Lo concludiamo solo scavalcando il colle per Carpinone, poi, con la SS17, è di nuovo Isernia. tur5   Giovanni Carlo Nuzzo  

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