Emilia Romagna-Toscana - Passo della Cisa

Emilia Romagna-Toscana - Passo della Cisa

Redazione - @InMoto_it

01.06.2012 ( Aggiornata il 01.06.2012 13:14 )

Non per istigarvi a esagerare, ma le curve della antica via dei pellegrini sembrano chiedere una guida allegra     IMK024A Antica via dei pellegrini medievali, la direttrice Aulla-Berceto-Fornovo è oggi una sorta di accademia interregionale della manetta. Autovelox permettendo, beninteso. In realtà la statale 62 per il mitico Passo Cisa, la più amata e celebrata di tutto l’Appennino parmense, comincia col km 0 a Sarzana, in Lunigiana, e termina sui viali di Parma, dove un tempo sorgevano le mura urbiche del Ducato. Però ai fini del godimento motociclistico, “coda” e “cappello”, seppur ricchi di altri spunti, sono solo una formalità. Il vero tratto tecnico, universalmente riconosciuto, è appunto quello indicato. Qui ogni giorno è un pellegrinaggio, non più medievale ma a due ruote, e la polizia è sempre in giro, specie nei week-end a più alto tasso di teste calde. Occhio. L’autostrada (A12 o A15) ci scodella direttamente a La Spezia - Santo Stefano. La SS62 è subito lì. Ma l’atmosfera di fondovalle, con capannoni e accidenti vari che confliggono col profilo dei castelli lunigiani, ci accompagna sulle sponde del fiume Magra fin oltre Aulla. Può andar bene per scaldare un po’ le gomme. La vera svolta è passata Pontremoli. Terminate le case della frazione Mignegno, la strada inquadra i monti e si sveglia. Da qui in avanti chiunque, con qualunque tipo di moto, non avrà difficoltà a rendersi conto perché la statale della Cisa è un mito. Tornantoni, curve lente e veloci, allunghi, esse, varianti… un vero compendio enciclopedico della bella guida. Peccato che in certi punti l’asfalto lasci a desiderare. Superiamo in rapida sequenza Passo del Righedo e poi Passo Cisa. La sosta d’obbligo in cima è al bar-tabaccheria-locanda di fronte alla chiesetta (www.anticatrattoriapinelli.com). Un rito. Sul versante emiliano si scende poi verso Berceto in uno dei tratti a più alto tasso di soddisfazione, specie per le moto potenti. Ovviamente, asfalto permettendo. Ancora curve serrate tra Castellonchio e Cavazzola. Da Cassio Parmense la strada prende poi a percorrere il crinale delle colline, con viste a 180 gradi sulle valli del Taro e del torrente Baganza. Chi ci riesce, s’imponga di guidare più rilassato, ammirando il panorama e sfruttando le marce lunghe. A Fornovo, importante nodo sulla Via Francigena ai tempi di Matilde di Canossa, i giochi sono ormai fatti. Per Parma resta giusto una breve “coda” che tira dritto nella pianura. 12114hpm

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