BMW R nineT: gusto Heritage in tre declinazioni

BMW R nineT: gusto Heritage in tre declinazioni

Tre modelli, tre stili e tre caratteri diversi. La R nineT e la R nineT Pure sono gemelle... diverse. La RnineT Racer è la loro cugina... cattiva!

Max Carani

03.04.2017 16:19

PALERMO - Base comune è lo splendido boxer bialbero raffreddato aria olio che l’Euro 4 non è stato in grado di intaccare in quanto a pastosità e fluidità di erogazione. Riprende senza incertezze in qualunque marcia a qualunque regime e ha come unica pecca qualche vibrazione di troppo nella zona alta del contagiri; un gran lavoro di affinamento che deve aver interessato anche il cambio, la migliore interpretazione mai provata sino ad oggi. Anche il telaio è comune, mentre le quote ciclistiche, diverse, definiscono tre personalità che si manifestano con tre diversi allestimenti. 

La BMW R nineT si fa in tre

La BMW R nineT si fa in tre

La R nineT Pure esalta l'essenzialità mentre la R nineT Racer si ispira alle sportive di una volta. Tutte derivano dalla versione standard. Sostanzialmente la base tecnica non cambia, però alla guida le differenze sono evidenti, soprattutto a causa delle differenti posizioni in sella.

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LA RACER NON PASSA INOSSERVATA - Freni e sospensioni, sono uguali su Pure e Racer, ma meno raffinati che sulla NineT, che sfoggia una forcella upsise down, un mono più evoluto e pinze radiali. Su quest’ultima troviamo anche il serbatoio in alluminio di serie e i cerchi a raggi, optional sulle altre due. Sul piano estetico chiaramente spicca la Racer, innanzitutto per la splendida livrea bianca con i colori Motorsport che ornano il codino e soprattutto la semicarena anteriore, tipicamente anni '70 che la caratterizza in maniera evidente.

GUIDE DIVERSE - Più difficile distinguere a prima vista la Pure dalla NineT soprattutto se la prima viene customizzata impiegando le componenti di serie sulla seconda. Anche il comportamento dinamico vede Pure e NineT affini e la Racer distinguersi per i suoi capricci. La prima è la più facile da usare. Le sospensioni non saranno regolabili, ma la taratura standard è azzeccata consentendo di trovare immediatamente il giusto feeling, complice anche una posizione di guida che risulta appena più confortevole che sulla NineT.

SULLE STRADE DELLA TARGA FLORIO - La postura che si assume su quest’ultima, con il giusto carico sul manubrio, permette di guidarla con gran gusto, e la taratura più sportiva consente una grande precisione nel gestire ingressi e uscite di curve, a patto, che le strade siano in buone condizioni, cosa non sempre vera su quelle percorse nello splendido scenario in cui si è svolto il test: il tracciato della Targa Florio nel Parco Delle Madonie in Sicilia. A soffrire tanto per le asperità stradali è chi si trova a bordo della Racer. La posizione è completamente diversa dalle altre due. I semimanubri sono bassi e distanti, le pedane arretrate e impongono una posizione "vecchia scuola", molto distesa, con i polsi che dopo qualche decina di chilometri urlano vendetta e la colonna vertebrale che certo non ringrazia.

SULLA RACER BISOGNA ESSERE DECISI - La guida in questo caso è tutto altro che intuitiva. Bisogna strapazzarla tirandola giù in piega col corpo e solo dopo un bel po' di apprendistato si capisce come prenderla: diciamo molto di petto con una guida maschia che alla lunga affatica. Quando la strada spiana e le curve si allungano velocizzandosi ci si riconcilia con lei che come le belle donne è un po' faticosa da gestire e da assecondare nelle sue velleità. Per tutte una piacevolissima sonorità di scarico, sia con il tromboncino di Pure e Racer, che col doppio terminale della NineT, realizzato da Akrapovic.

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