Ducati 1199 Panigale R

Ducati 1199 Panigale R

Redazione - @InMoto_it

01.05.2013 ( Aggiornata il 01.05.2013 12:01 )

Forza, velocità e aggressività. Un motore bicilindrico che mette paura ai quadricilindrici 1000. Compatta, leggera e molto maneggevole. Ora con più trazione. Freni eccezionali. La Panigale R è una moto da corsa con la targa     Lo senti ruggire sotto il serbatoio, sfiori l’acceleratore e il leone comincia a correre. Sempre più forte e con maggiore forza. Ha muscoli d’acciaio e oltrepassati i 7.000 giri, dopo avere individuato la preda, la voglia di raggiungerla aumenta ancora, esattamente come la sua accelerazione. Sa qual è il suo obiettivo e sembra non volersi fermare. Una volta, a 11.500 giri aveva finito il fiato e doveva fermarsi. Oggi, invece, riesce a spingersi fino a 12.000 giri, perché le nuove gazzelle europee non sono mai state così in forma. Il leone di Borgo Panigale non rimarrà più senza pasto, perché ora è in grado di raggiungerle e catturarle anche nelle ampie praterie, dove prima soffriva un po’ la mancanza di velocità. Ma le sue armi non sono solo un nuovo cuore più potente e allenato. Ci sono anche delle zampe posteriori più resistenti, che consentono di trasmettere al terreno tutta la sua forza. Il leone non corre più “a vuoto” ed anche se la preda cambia continuamente direzione per metterlo in difficoltà, lui non molla. In questa storia, il leone è la 1199 Panigale R e le gazzelle sono le supersportive europee a quattro cilindri. Ducati continua a giocare la sua partita con due cilindri in meno e con 200 cm3 in più. A Borgo Panigale hanno iniziato a conoscere il progetto Panigale. Hanno capito quali sono i pregi ed hanno individuato i difetti. La versione R rappresenta la soluzione a questi problemi. Mancava allungo, per competere con le quadricilindriche nelle corse? Ora, grazie alle bielle in titanio, il bicilindrico bolognese raggiunge agevolmente i 12.000 giri. Serviva più trazione per sfruttare tutta la coppia a disposizione? Ora, grazie al pivot regolabile e ad una maggiore conoscenza dello schema a motore portante, c’è più grip al retrotreno. L’erogazione era troppo brusca a cavallo dei 7.500 giri? Ecco, su questo aspetto bisogna ancora lavorare, perché il propulsore della 1199 Panigale R va molto più forte di quanto si potrebbe immaginare ma è una belva in gabbia. In teoria è addestrato, ma il suo istinto da capo branco a volte riemerge prepotentemente e bisogna essere sempre pronti a fargli capire chi comanda. La 1199 Panigale R, dati alla mano, non è molto diversa dalla versione S, però le poche (ma azzeccate) modifiche apportate al motore e alla ciclistica hanno spostato in alto l’asticella delle prestazioni. In realtà non è questa la notizia più importante. Ciò che davvero conta è che gli ingegneri bolognesi hanno dimostrato che il progetto Panigale può migliorare. Il suo potenziale, notevole, è fuori discussione: è la supersportiva più leggera in commercio, monta il bicilindrico più potente del mondo e piace. La 1199 Panigale, però, è nata in un momento molto delicato della storia di Ducati. L’azienda di Borgo Panigale, infatti, in MotoGP ha sempre puntato sulla soluzione tecnica a motore portante (vincente con Stoner nel mondiale 2007), messa in discussione negli ultimi due anni, tanto che, alla fine, per la Desmosedici è stato realizzato un telaio a doppio trave in alluminio. Nello stesso periodo Ducati ha svelato il progetto Panigale, nato proprio intorno alla soluzione a motore portante. Come se non bastasse, dopo i primi test delle versioni di serie e Superbike, sono emersi alcuni difetti di gioventù (entrata in coppia troppo brusca e mancanza di trazione), che hanno messo un po’ in allarme gli ingegneri bolognesi. È passato un anno e in realtà non è stata necessaria nessuna rivoluzione. Semplicemente, la 1199 Panigale è caratterizzata da un telaio molto rigido, pertanto basta poco per farla funzionare ma una mossa sbagliata penalizza questa moto più di altre. La 1199 Panigale è un prodotto di serie che somiglia molto ad una moto da corsa. È sensibile alle regolazioni e soprattutto al cambiamento della pressione dei pneumatici, la taratura delle sospensioni è rigida e il motore funge da telaio, pertanto la funzione ammortizzante del pneumatico è più importante rispetto ad altre moto. In sostanza, con la supersportiva Ducati, senza aver scelto un buon set-up, non si può entrare in pista e guidare subito al limite. DA FERMO La Ducati 1199 Panigale R non è molto diversa rispetto alla versione S. Cambiano numerosi dettagli, che un occhio attento e abituato ad apprezzare i componenti racing e quelli in fibra di carbonio, noterà di certo. Sulla R il parafango posteriore, le protezioni del forcellone, del carter frizione e dell’ammortizzatore sono in carbonio, esattamente come il paratacchi e le cover blocco chiave e quelle dei convogliatori d’aria. La moto costa 31.990 euro chiavi in mano e compresi nel prezzo ci sono: l’impianto di scarico Evo della Termignoni (non omologato per l’uso su strada), la chiavetta contenente il file per cambiare la mappatura della centralina (da utilizzare insieme allo scarico racing), il parabrezza maggiorato (utilissimo, dato che quello di serie non garantisce un’adeguata protezione aerodinamica) e il kit tappi specchietti retrovisori in alluminio spazzolato, davvero molto belli. Per il resto, sia il fanale anteriore, sia quello posteriore, entrambi caratterizzati da forme aggressive e futuristiche, sono a led. Il design è caratterizzato da un accentramento delle masse nella zona centrale del veicolo. In sostanza la parte centrale/basse della carena è molto voluminosa rispetto al codino, al cupolino e al serbatoio a dir poco minimalisti. L’impianto di scarico termina sotto il motore: posizionare in basso lo scarico di un bicilindrico 1200 (che ha bisogno di collettori abbastanza lunghi per funzionare correttamente) ha costretto designer e ingegneri a pensare soluzioni fantasiose per posizionare altri componenti. La 1199 Panigale doveva essere una moto molto compatta e leggera, però non si dovevano sacrificare le prestazioni. Ad esempio, è per lasciare spazio ai collettori di scarico che l’ammortizzatore, che funge anche da elemento di stile, è stato montato sul lato sinistro. La 1199 Panigale R è disponibile solo nella colorazione Ducati Corse: il rosso la fa da padrone ma sulle carene ci sono delle zone color alluminio, materiale con cui è realizzato lo splendido serbatoio, che giustamente non è stato completamente verniciato. Sarebbe stato un vero peccato non poter ammirare la sua finitura spazzolata! duc2 IN SELLA Ad Austin, nel Texas (il teatro del nostro test) abbiamo utilizzato gomme Pirelli Diablo Supercorsa SC2 (quelle di serie, le Diablo Supercorsa SP, sono più adatte ad un uso stradale) e i tecnici Ducati hanno scelto pressioni a caldo anomale per questo tipo di coperture: 2,3 bar all’anteriore (anziché 2,1 bar) e 1,7 bar al posteriore (invece di 1,9 bar). Con questa configurazione, la 1199 Panigale R ha funzionato meravigliosamente. Ricordiamo che sulla versione R è possibile abbassare il pivot (fino a 4 mm) per incrementare la trazione, ma in questa occasione abbiamo utilizzato la stessa altezza del perno del forcellone della 1199 Panigale S. Il grip al retrotreno non è stato mai un problema, tanto che abbiamo potuto utilizzare il traction control al livello 2 (di norma su questa moto si usa il livello 4), notando un funzionamento meno invasivo del sistema, che non ha generato un’erogazione singhiozzante. Nei lunghi rettilinei del circuito texano abbiamo apprezzato il rinnovato allungo del bicilindrico Ducati, che non smette mai di spingere. Oltrepassati gli 8.000 giri il rombo il propulsore alza la voce e il rombo di scarico diventa prepotente senza risultare assordante. Fino a quando non si innesta la quarta marcia l’avantreno galleggia sull’asfalto, col contagiri digitale che sale velocemente verso il fondoscala (12.500 giri). In un attimo si raggiungono i 250 km/h e ora, grazie al rapporto finale più corto (15/41 anziché 15/39) anche in quinta ed in sesta il motore spinge, spinge e spinge ancora. Gestire queste prestazioni è meno difficile del previsto, perché in sella alla 1199 Panigale R si sta comodi: il serbatoio stretto, consente di stringere bene la moto tra le gambe e la ciclistica è molto equilibrata ed estremamente reattiva. Purtroppo, quando l’ago del contagiri oltrepassa i 7.500 giri, l’entrata in coppia mette un po’ in crisi il pneumatico posteriore. Niente paura, il traction control tiene la situazione sotto controllo, però con conviene chiamarlo in causa e sfidare la sorte. È sufficiente ritardare di pochi decimi di secondo l’apertura dell’acceleratore per evitare di alterare l’equilibrio ciclistico del veicolo. Certo, questo significa non sfruttare a fondo le potenzialità della moto, però è il modo migliore per guidare con fluidità, evitando di far fare gli straordinari alle gomme. La 1199 Panigale R ha una maneggevolezza fuori dal comune e una precisione direzionale sconosciuta alla maggior parte delle sportive di serie. Quando arriva il momento di frenare, anche alle altissime velocità, basta sfiorare la pompa freno anteriore. La velocità cala così rapidamente che per un attimo manca il respiro. In questi frangenti la moto rimane stabile, l’avantreno non affonda troppo velocemente, quindi chi è abituato ad utilizzare il freno posteriore, potrà farlo senza innescare l’intraversamento del retrotreno. Quando arriva il momento di inserire la moto in curva, basta pensare di iniziare la manovra per trovarsi già al punto di corda, ad inclinazioni pazzesche, con le pedane che strusciano sull’asfalto. Ecco, a proposito delle pedane... rappresentano un limite. In pista, quando si utilizzano gomme in mescola racing, sarebbe meglio acquistare dei componenti da corsa, per avere una maggiore luce a terra. A centro curva l’avantreno della 1199 Panigale R trasmette feeling. Il sottosterzo è inesistente, pertanto non serve restare piegati a lungo, anche perché si ha sempre voglia di spalancare il gas, per consentire al bicilindrico bolognese di sfogarsi. Ascoltarlo e sfruttarlo è un piacere. In uscita di curva, però, bisogna reggersi forte, perché l’imbottitura della sella è molto scivolosa e quando il motore decide che è arrivato il momento di correre, lui lo farà... con o senza di voi! duc3

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