Suzuki Burgman 650

Suzuki Burgman 650

Redazione - @InMoto_it

01.04.2013 ( Aggiornata il 01.04.2013 12:57 )

Un classico che si rinnova: sulla strada dal 1998, il maxiscooter della Suzuki gode oggi di quelle migliorie che l’utente esigente si aspetta   Burgman è sinonimo di scooter top di gamma, per chi chiede opulenza, comodità e dimensioni maxi. Si rivolge a una clientela “premium” costituita da professionisti che cercano una soluzione per il commuting casa-ufficio in grado di offrire comfort prima ancora che prestazioni o agilità. La versione 2013 è stata pensata e sviluppata principalmente per il mercato italiano, d’altronde Burgman nel nostro Paese dal 2001 ha conquistato oltre 83.000 clienti, quasi il 50% dell’intera produzione. La filosofia di base non subisce variazioni ma il rinnovamento è tangibile: design più moderno e aggiornamenti per tenerlo al passo con i tempi sotto il profilo dei costi di esercizio, degli optional tecnologici e, non in ultimo, sotto l’aspetto delle performance dinamiche e della manovrabilità da fermo. Già disponibile in tre colorazioni, bianco, grigio mist e nero, si rivela molto interessante il prezzo di lancio sino a maggio: 9.990 euro f.c. per Burgman e 10.490 f.c. per Burgman Executive. Quest’ultimo offre, oltre allo schienale passeggero, anche manopole e sella riscaldate. DA FERMO Lo sviluppo del nuovo Burgman ha preso spunto da due fonti distinte: i feed-back dei clienti e l’analisi della concorrenza che viene sfidata cercando di eccellere proprio sotto gli aspetti che risultano critici per gli altri. Dal pubblico giungono essenzialmente due richieste: un nuovo look, ormai doveroso dopo 12 anni di permanenza sul mercato, e una migliore manovrabilità da fermo. L’analisi della concorrenza invece ha fornito idee per fare dei punti fermi del nuovo modello l’eccellenza in frenata, il comfort di marcia, l’abitabilità e lo spazio per i bagagli, le qualità percepita e la presenza di gadget tecnologici come ad esempio le prese 12V e USB per la carica dei dispositivi elettronici o la predisposizione per il sistema di navigazione. Il designer Yoshinori Kohinata si è ispirato alle morbide linee di un manto di seta per intervenire sulle superfici esterne, cercando di rendere il profilo più filante senza perdere in eleganza e in maestosità. Ecco quindi un frontale sicuramente ben riuscito che attraverso linee laterali rese più snelle dal nero opaco di molte plastiche, si chiude in un codino reso più stretto da piccoli interventi sui travi finali del telaio. Il vano sottosella non perde niente in capienza ma i volumi appaiono più ridotti. Le luci di posizione anteriori sono immancabilmente a led, mentre i gruppi ottici principali sia anteriore che posteriore presentano i trasparenti con trame opache che collaborano a rendere il fascio luminoso più omogeneo. Esenti da critiche gli accoppiamenti delle plastiche, magari alcune superfici avrebbero reso meglio se si fosse adottata una vernice nera piuttosto che il semplice polipropilene, ma sono dettagli in una assieme comunque ben riuscito. Non cambiano i blocchetti elettrici, ricolmi di pulsanti per gestire la regolazione elettrica del parabrezza e il cambio a variazione continua. Su questa nuova versione ci saremmo aspettati solo una migliore integrazione del comando per il riscaldamento delle manopole, magari affiancato all’interruttore sul retroscudo deputato a gestire le resistenze elettriche della sella. 13059tr3   IN SELLA Quando si sale su una ammiraglia a quattro ruote prima di tutto si apprezza lo spazio per i piedi, si possono distendere le gambe a piacere oppure tenerle in posizione raccolta, un vantaggio non da poco sulle lunghe percorrenze. Sul Burgman avviene la stessa cosa: può essere guidato a gambe distese oppure raccolte, sfruttando anche le regolazioni dello schienale pilota per trovare la combinazione migliore. Da fermo poi non si può non apprezzare l’ampia sciancratura della pedana nella zona sottostante l’anca del pilota, che permette di toccare terra saldamente di modo che movimentare i tre quintali e mezzo del Burgman più passeggero diventa una impresa alla portata di tutti. Una volta acceso, poi, il paragone con un’auto di lusso rimane ancora valido. Il bicilindrico suona basso ma regolarissimo, non a caso la fasatura è a 360°, il suono è molto ovattato ma comunque avvertibile, un po’ come su quei V8 da ammiraglia che sono super-insonorizzati ma lasciano capire che di sostanza sotto ce n’è in abbondanza. E difatti lo scooter si muove deciso ai comandi del gas, nessuna vibrazione grazie al doppio contralbero, ma la spinta non manca e seppur fatto per essere un cruiser da lunghe percorrenze negli start e stop accelera con brio, soprattutto in mappa Power con il motore che sale di giri fino in prossimità della zona rossa, e ripaga il pilota con un avvertibile freno motore in fase di rilascio, un bell’aiuto in fase di inserimento in curva. Sì, perché esistono anche le curve, nelle quali la massa non indifferente si lascia trasportare senza patemi, anzi la parola giusta è “armonia”. Il Burgman non sarà mai un animale da piega né tantomeno un’anguilla nello slalom in mezzo al traffico, ma è sincero nelle reazioni e talmente omogeneo sia a scendere in piega sia a risalire, e difficilmente potrà mettere in difficoltà anche il pilota meno smaliziato. L’esame dei percorsi collinari quindi è ampiamente superato anche considerando di poter contare su un ottimo impianto frenante che oltre all’ABS offre anche un rendimento costante che mai soffre di affaticamento da superlavoro. Quando si affrontano le curve viene naturalmente voglia di provare tutte le opzioni concesse dall’elettronica di controllo del variatore. E se, come detto, la modalità Sport è molto apprezzabile, il motore gira alto in prossimità del regime di coppia massima e offre una buona coppia retrograda in fase di rilascio, diciamo che la modalità manuale è più che altro uno sfizio. Le “marce” sono ben spaziate e le cambiate precise, ma i pulsanti sono scomodi da azionare soprattutto con i guanti invernali e poi... le modalità automatiche sono così efficaci che proprio non si sente la necessità di complicarsi la vita! Le sospensioni sono a punto, migliora la forcella che adesso rende un maggior feeling, e al posteriore la coppia di ammortizzatori richiede solo un poco più di precarico soprattutto nella guida in coppia, pena la precoce usura dei piedini del cavalletto centrale ad ogni curva presa con un po’ di brio. La protezione aerodinamica non è male, più che buona per spalle e busto, per i più alti consigliamo i deviatori di flusso optional per proteggere maggiormente le ginocchia che sono a filo con lo scudo anteriore. Nella guida con passeggero poi non si notano particolari sbilanciamenti, del resto il passo lungo da questo punto di vista aiuta non poco. Anche all’aumentare della velocità non ci sono sorprese: i quaranta e passa cavalli alla ruota permettono medie autostradali ben superiori a quelle permesse dal codice senza patema di scompensi di assetto da parte di sconnessioni, buche o tagliaponti. Un mezzo quindi che si propone agli automobilisti come comoda alternativa alle quattro ruote e che permette allo scooterista più incallito di rinunciare all’auto anche sui percorsi più lunghi. 13059tyk

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