Prova Kawasaki Ninja 400: primo contatto

Prova Kawasaki Ninja 400: primo contatto#sottoesame

Abbiamo testato la "piccola" sportiva di Akashi sia su strada che in pista. Ecco come va...

Davide Calzolari

La nuova arma per il mondiale Supersport in casa Kawasaki si chiama Ninja 400 e mostra gli attributi con una linea che ricorda le verdone sportive di maggiorre cilindrata. Noi l’abbiamo provata sia su strada che in pista e il risultato è stato come essere in un parco dei divertimenti: sorrisi, sorrisi e ancora sorrisi, insieme alla voglia di non scendere più. Con questa Kawa tornare “bambini” è un attimo.

Primo contatto Kawasaki Ninja 400 - LE FOTO

Primo contatto Kawasaki Ninja 400 - LE FOTO

La "piccola" sportiva di Akashi, divertente su strada, efficace anche in pista

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OCCHIO! - È un errore pensare che la Ninja 400 sia una copia della 300 con un motore più grosso, qui siamo al cospetto di una moto nuova, riprogettata e migliorata in tutto: nuovo motore, più potente e con più coppia, un nuovo telaio ideato per rendere al meglio nella guida sportiva e una ciclistica con componenti upgradati per dare armonia all'insieme e incrementare la resa del mezzo.

ARIA DA BIG - Su strada la prima sensazione in sella è quella di essere a bordo di una moto di cilindrata maggiore, molto abitabile anche per chi si porta dietro una stazza fuori sagoma. Un mezzo che, allo stesso tempo, strizza l’occhio anche ai piloti meno esperti e alle fanciulle più esili.

MOLTO MANEGGEVOLE - Facile e divertente in ogni situazione permette di trotterellare allegramente senza problemi, dopodiché, ruotando l’acceleratore, le prestazioni si fanno decisamente interessanti. E’ la maneggevolezza a farla da padrona, basta pensare ad una manovra e immediatamente è già stata eseguita con la moto subito pronta a ricominciare.

TRA I CORDOLI - Se in strada è facile e divertente è in pista che la Ninja 400 si esalta all’ennesima potenza. Con la gommatura giusta, le curve diventano un’ottima palestra per aprire il gas il prima possibile. Ad ogni giro si osa sempre di più, staccate all’ultimo secondo e via di acceleratore, il tutto con un impegno psico-fisico veramente ridicolo.

Se siete curiosi di saperne di più, vi aspettiamo sui prossimi numeri di Inmoto dove troverete un’analisi dettagliata della nuova grande “piccola” di casa Kawasaki.

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