Suzuki T500 Cobra, l’ammiraglia

Suzuki T500 Cobra, l’ammiraglia

Sul finire del 1967, Suzuki presentò la sua moto ammiraglia, la T500 Cobra, il più grosso bicilindrico che il marchio avesse fino ad allora prodotto, ma oggi è quasi una sconosciuta

Giorgio Scialino

18.01.2018 12:14

Salita alla ribalta con il nome di Titan, la T 500 usufruiva invece della denominazione Cobra per il mercato Statunitense e Canadese. Una denominazione che ebbe vita breve - al pari della sua prima configurazione – si dice ostacolata dalla Ford, che usava già questo nome per il suo prestigioso modello Shelby Mustang “Cobra”.

Suzuki T500 Cobra, le foto

Suzuki T500 Cobra, le foto

Sul finire del 1967, Suzuki presentò la sua moto ammiraglia, la T500 Cobra, il più grosso bicilindrico che il marchio avesse fino ad allora prodotto, ma oggi è quasi una sconosciuta

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IN SEGUITO ALLE PRESSIONI, il nome iniziale venne accantonato già alla fine del 1968, quando il nome Titan venne ufficializzato per tutti i mercati. Quello che pochi sanno, invece, è che subito prima della versione Cobra, Suzuki aveva già sperimentato un altro 500 bicilindrico 2T denominato 500/5 - realizzato in numero assai limitato e visto solo negli Stati Uniti - del tutto simile al suo diretto successore e quindi rapidamente convogliato nella versione Cobra.

LA DIFFERENZA PIÙ SIGNIFICATIVA tra i due modelli (a cui all’epoca è stata volutamente data poca pubblicità) è stato un notevole aumento della lunghezza del forcellone, così da aumentare il passo della moto e rendere la moto più stabile. Un evidente errore di gioventù per il grosso bicilindrico che rappresentava la cilindrata più alta allora mai realizzata dalla casa di Hamamatsu su un mezzo stradale.

QUANDO QUESTO MODELLO ENTRÒ IN PRODUZIONE, nel 1968, le maestranze Suzuki realizzarono presto che suo look non era al passo con quello che il marchio voleva trasmettere. Già all’esordio appariva superato e obsoleto, soprattutto considerando che all’epoca questa moto rappresentava la punta di diamante della Suzuki. Di fronte delle esigenze di mercato la casa ebbe un rapido ripensamento in termini di modernità estetica, così già dal 1969 la linea della moto venne nettamente ravvivata con un importante restylyng.

LA MOTO COSÌ RIPROPOSTA E DENOMINATA TITAN era pronta per traghettare negli anni ’70 e oscurò in fretta il ricordo della prima serie. Negli anni subì una continua evoluzione estetica, al pari dei gusti dell’utenza del periodo, che ambiva ad un prodotto sempre più moderno e sofisticato. La cilindrata di 492 cm³ è data da alesaggio e corsa di 70 x 64 mm. Il rapporto di compressione è basso: solo 6,6:1, la distribuzione è a 3 luci e l’accensione a spinterogeno, mentre l’alimentazione conta su due carburatori Mikuni da 34 mm.

NON C’ERA L’AVVIAMENTO ELETTRICO, ma l’accensione della Cobra non è mai stata un problema, il robusto cambio disponeva di cinque rapporti e la frizione multidisco in bagno d’olio non accusava mai cedimenti. Grazie ai suoi 46 CV a 6.000 giri (47 CV a 6.500 giri con la versione Titan del ’69) che le consentivano di toccare i 175 km/h, la Cobra era in grado di rivaleggiare tranquillamente con varie moto 4T di cilindrata superiore.

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