Honda Dominator NX650SP

Honda Dominator NX650SP

Redazione - @InMoto_it

01.09.2013 ( Aggiornata il 01.09.2013 10:48 )

Con questa special, che non è una moto d’epoca, Livio Suppo ha rispolverato le sue avventure di 25 anni fa e la mitica Honda Elsinore di Steve McQueen   Poche cose come una special possono avere delle storie da raccontare. La creatura a due ruote che un appassionato, a un certo punto della vita, decide di plasmare è molto più della sintesi del suo amore per la moto, spesso contiene anche il suo vissuto. La Honda Dominator di questo servizio ha oltretutto un proprietario-ideatore assai conosciuto nel mondo del motociclismo: Livio Suppo, il team principal della Honda nella MotoGP che, con questa special, ha ripercorso alcune sue avventure nel mondo delle due ruote, che non tutti conoscono. Suppo ha scelto la Dominator perché, giusto un quarto di secolo fa, con questa enduro fu protagonista della primissima edizione del Camel Trophy, nella California messicana, dopo avere vinto le selezioni. Così, per una di quelle strane congiunzioni astrali che talvolta si verificano, a venticinque anni da quell’evento, Livio, che oggi è a capo della Honda nei GP, primo non giapponese chiamato a questo ruolo nella storia della Casa dell’Ala, sfodera una special che va anche a riscoprire le radici del suo amore per le due ruote. Un amore che lo portò negli Anni Ottanta a correre in enduro, motocross e anche su ghiaccio, ma solo a livello regionale. La scelta di una livrea che richiama la Honda CR250M Elsinore per questa special è un po’... aziendalista. Si tratta infatti della prima vera moto da cross del colosso giapponese. Al di là di tutto, la Elsinore è diventata comunque un’icona grazie anche alle evoluzioni regalate alla storia da McQueen in sella a questa moto. Se volete farvi gli occhi con un bel video, digitate su YouTube “Steve McQueen Elsinore”.... Scultura in alluminio Ma veniamo alla moto. Il serbatoio in questa special è un po’ il cuore di tutto il progetto, con quei colori che ricordano l’Elsinore. Così la sua realizzazione doveva essere accurata ed è stata affidata a un esperto battilastra, Mario Davolio, da anni collaboratore di Angel Lussiana, artefice e regista della costruzione di questa moto, che vanta una solida fama nel mondo delle special. Nello specifico, il serbatoio è stato costruito con lamierino di alluminio, appunto battuto a mano, quindi è stato lucidato. L’opera è stata completata con la verniciatura di una banda rossa centrale con ai lati i filetti neri, come nell’Elsinore. La ciliegina è arrivata con il tappo ricavato dal pieno dalle sapienti mani di Mimmo Bucci. Le fiancatine sono state costruite in vetroresina e inglobano la tabella portanumero. Il risultato finale è piacevole a vedersi, anche per le forme proporzionate rispetto a tutto il resto. Il manubrio è quello di una Kawasaki KLR 650, una scelta dettata anch’essa da ragioni di armonia di forme e proporzioni. A proposito di forme, fa la sua bella figura il tachimetro Daytona Speedometer, unico elemento di una strumentazione ridotta all’osso, in linea con un gusto un po’ retrò. Scendendo troviamo un piccolo parafango anteriore, anch’esso battuto a mano, che è stato montato in basso utilizzando gli attacchi originali nei foderi della forcella. Per esaurire il tema parafanghi, diciamo che anche quello posteriore è in alluminio lucidato. Il fanale anteriore è un classico Bosch di forma circolare. Mentre per quello posteriore, su un supporto realizzato da un artigiano specializzato, è stata montata una plastica della Ufo recuperata da un motorino in demolizione. La sella infine è di gusto classico come evidenziano le cuciture trasversali. _BPS6890 La tecnica Il motore è stato revisionato dall’officina di Christian Serri, che ha montato un pistone Wiseco con un diametro di 102,4 mm, soluzione che ha fatto salire la cilindrata a 675 cm³, sfruttando tutto quel che consente il cilindro. Il paramotore originale è stato sostituito con uno più snello (opportunamente lucidato) proveniente da una Honda XR 600. Il telaio, che dall’originale colore rosso è passato al nero, è stato leggermente accorciato nella zona dietro la sella. Tra le raffinatezze tecniche che non si vedono, va ricordato il montaggio di cuscinetti conici nel cannotto dello sterzo, al posto delle più “andanti” chiocciole a sfere. La forcella è rimasta quella di serie, con le opportune revisioni che merita un componente meccanico vecchio di un quarto di secolo, come la sostituzione delle molle e ovviamente dei paraoli. I soffietti in gomma originali sono stati sostituiti per fare posto a elementi di provenienza BMW, scelti perché più rigidi e dotati di meno pieghe; in più danno un tocco un po’ retrò, ma non troppo smaccato. La sospensione posteriore, che ha conservato il cinematismo originale Pro-Link, monta ora un monoammortizzatore Öhlins regolabile. Le ruote sono rimaste quelle originali, ma con i raggi rinichelati e i cerchi anodizzati in colore nero, così da dare alla moto un look moderno ed evitare che potesse essere scambiata per una moto d’epoca. Il progetto era infatti quello di realizzare una special vera e propria, anche se ampiamente ispirata al passato. Lo scarico è stato realizzato da Paolo Termignoni passando dal pesante doppio terminale originale a una soluzione a uscita singola. A proposito di peso, va detto che questa Dominator Special è dimagrita di una quindicina di chili, arrivando così attorno a quota 135. Social bike Questa Dominator potremmo anche dire che è una special 2.0, nel senso che la progressione dei lavori è stata messa in rete e, grazie al forum del sito www.dominator650.it, autentico punto di riferimento per gli appassionati di questa enduro, il proprietario della moto riceveva commenti e molto spesso incoraggiamenti da chi ama davvero questo modello. Quando si dice la gente del marketing, appunto come Livio... Del resto è stato come organizzare un’operazione non molto diversa dai panel test che i costruttori di moto (ma  questo modo di operare è utilizzato per qualsiasi prodotto di largo consumo) fanno per essere sicuri di trovarsi in linea con le tendenze del momento. In ogni caso, siamo sicuri che il proprietario di questa moto avesse le idee ben chiare su quel che voleva fare.  In sella Le foto in movimento di questo servizio sono state realizzate alla pista di Motocross di Baldissero, nei pressi di Torino. Così il proprietario, oltre a dare una rispolverata agli anni della sua gioventù, quando correva sui tracciati piemontesi di cross ed enduro, ha dimostrato di avere realizzato sì una special da ammirare, ma pensata anche per essere goduta a pieno tra terra e fango. Per la verità, il fotografo Beps Tarditi ha pure sottolineato che Livio, un volta salito sul suo “giocattolo”, proprio non voleva più scendere! _BPS6903

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