Ducati Hypermotard 1100

Ducati Hypermotard 1100

Redazione - @InMoto_it

01.04.2013 ( Aggiornata il 01.04.2013 14:31 )

Un nuovo look e un nuovo nome lasciando bene in vista le proprie “radici”. Ecco come realizzare una Hypermotard all’ennesima potenza   Ducatista di vecchia data, Alessio, proprietario e preparatore di questa special, lavora al Ducati Service di Perugia, e dopo essere passato dalla sella della Monster a quella della Multistrada nel 2007, già alla sua presentazione, è stato folgorato dalle linee della Hypermotard 1100. La nuova cavalcatura si è dimostrata subito all’altezza delle aspettative del padrone, e si sa che quando si ama la propria moto per lei si vuole solo il meglio. In più lavorando in un’officina Ducati Alessio ha potuto affrontare l’impresa “dall’interno” con la dovuta esperienza e con un’ampia veduta su quello che il mercato poteva offrire. Il primo stadio dell’evoluzione della specie ha visto questa Hypermotard in veste completamente bianca, poi nella seconda fase la febbre da trasformazione ha raggiunto picchi più elevati e si è arrivati a una vera special, dove il carbonio la fa da padrone e le capacità del suo costruttore sono state premiate con un secondo posto sul podio del Ducati Garage Contest del WDW 2010. Oltre all’estetica, anche ciclistica e potenza sono stati tenuti in grande considerazione nel progetto: innanzitutto la cilindrata è salita a 1.200 cm³, un’operazione che ha richiesto la sostituzione di cilindri e relativi pistoni, ma anche la barenatura dei carter. Grande lavoro pure sulle teste dove, oltre all’ottimizzazione dei flussi, si è ricavato l’alloggio per valvole in titanio con il diametro del fungo di dimensioni maggiorate. Come corollario c’è un radiatore dell’olio maggiorato NCR e una frizione antisaltellamento Ducati Performance. Oltre a questo si è intervenuto approfonditamente sull’elettronica installando un controllo di trazione IRC, una centralina aggiuntiva Rapid Bike 3 con interruttore al manubrio, e rimappando la centralina Ducati Performance per adattarla alla nuova cilindrata del motore. A chiusura della parte meccanica c’è anche un air-box a capienza maggiorata e un impianto di scarico ad hoc realizzato dalla QD. L’estetica e la ciclistica in questo caso sono legate a doppio filo, perché le parti sostituite per avere una ciclistica più performante contribuiscono indubbiamente anche a rendere più esclusivo l’impatto estetico. La forcella è coadiuvata da piastre dedicate e ammortizzatore di sterzo, mentre al posteriore c’è un monoammortizzatore Ohlins. Come praticamente la totalità delle sovrastrutture (compreso l’air-box), anche gli splendidi cerchi sono in carbonio, e contribuiscono non poco ad abbassare il peso delle ruote. L’impianto frenante anteriore conta su due efficientissime pinze radiali monoblocco della Brembo, mentre le pompe al manubrio (anch’esse radiali) sono marchiate Discacciati. L’estetica non fa difetto a tanta sostanza e ad arricchire le sovrastrutture in carbonio a vista e i dettagli in titanio e Ergal ci sono anche numerose parti di eccellenza, come il manubrio Renthal, la corona scomponibile Alth, il kit fari allo xeno, la pinza radiale del freno posteriore Discacciati, la sella Ducati Performance rivestita in alcantara e... altro ancora! 13049tnp

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