Intermot 2016: la Suzuki GSX-R 1000 R si ispira alla MotoGP

Intermot 2016: la Suzuki GSX-R 1000 R si ispira alla MotoGP

Al Salone di Colonia 2016 Suzuki ha presentato due versioni della GSX-R 1000, la base e la R, la più estrema di sempre. Forme simili alla MotoGP, distribuzione a fasatura vaiabile, oltre 200 CV e limitatore a 14.500 giri/min!

Riccardo Piergentili

04.10.2016 12:02

COLONIA – Torna la GSX-R 1000, anzi le GSX-R 1000, perché dopo Intermot al modello base Suzuki ha affiancato la versione R. le differenze tra le due moto riguardano la ciclistica e l’elettronica, perché il propulsore è il medesimo. Promette 202 CV a 13.200 giri /’ (ma che è in grado di raggiungere i 14.500 giri/’!). Un bel salto in alto rispetto ai 185 CV a 11.500 giri/’ della vecchia versione, che aveva un picco di coppia (11,9 kgm a 11.500 giri/’) sostanzialmente analogo a quello del nuovo modello (12 kgm a 10.800 giri/’).
Suzuki GSX-R 1000 live Colonia: foto

Suzuki GSX-R 1000 live Colonia: foto

La nuova generazione della supersportiva di Hamamatsu

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FASATURA VARIABILE E… - Per non perdere tiro ai medi regimi sono stati sviluppati diverse soluzioni: la distribuzione a fasatura variabile, montata sull’asse a camme che aziona le valvole di aspirazione, un sistema che si trova all’interno della scatola filtro e, senza l’ausilio di strumenti elettromeccanici, convoglia l’aria in condotti lunghi ai bassi e medi regimi e in condotti più corti agli alti regimi e un sistema grazie al quale, attraverso un sistema di valvole elettromeccaniche che collega i collettori dei vari cilindri, si riescono ad ottimizzare flussi e pressioni.
 
COMANDO GAS RIDE BY WIRE - Tutto è gestito grazie a una centralina a 32 bit con due processori che dialoga col comando gas ride by wire, collegato a nuovi corpi farfallati che dicono addio all’arci noto sistema a doppia farfalla (2 per ogni cilindro, 8 in totale), ora sostituito da un sistema a singola farfalla (1 per cilindro), sempre abbinato ai due iniettori per cilindro. Va infine segnalato che gli alberi a camme muovono le valvole attraverso bilancieri a dito, anziché attraverso il vecchio sistema a bicchierini che agli elevati regimi di rotazione garantisce un funzionamento meno preciso. 
 
ALESAGGIO MAGGIORATO - Sul nuovo quadricilindrico in linea sono cambiati le misure di alesaggio e corsa (76 x 55,1 mm anziché 74,5 x 57,3 mm) e gli ingombri, sensibilmente ridotti. Un motore più compatto è stato inserito (con una minora inclinazione dei cilindri verso l’avantreno) in una ciclistica inedita, caratterizzata da un telaio in alluminio più leggero (con travi visibilmente più minimalisti) collegato a un nuovo forcellone.
 
CONTROLLO DI TRAZIONE ULTRA REGOLABILE - Inediti anche i dispositivi elettronici, che comprendono il quickshift con funzione downshift e il launch control (non presenti sulla versione standard). È anche possibile cambiare l’erogazione del motore (ci sono cinque mappature, tre da asciutto e due da bagnato) e di serie c’è un sofisticato controllo di trazione con 10 livelli di regolazione, che agisce tenendo conto dell’inclinazione della moto, dei trasferimenti di carico verso avantreno e retrotreno e del livello d’imbardata.
 
SHOWA DA CORSA PER LA “R” - Oltre ai dettagli elettronici sopra citati, sulla “R” cambiano anche i fari (full LED) e le sospensioni, sempre fornite dalla Showa ma caratterizzate da differenti tecnologie: sia la forcella, sia l’ammortizzatore sono del tipo “Balance Free”, un sistema che sposta l’olio in circuito chiuso attraverso un pistone cieco. Identici, invece, i cerchi (non più a tre ma a cinque razze), le gomme (al posteriore c’è la 190/55-ZR17 che prende il posto della più stradale 190/50-ZR17, mentre all’anteriore c’è la solita 120/70-ZR17), i freni (Brembo all’avantreno, Nissin al retrotreno) e la strumentazione completamente digitale.
 
ADATTA ANCHE ALLA STRADA - Ci sono alcune novità pensate anche per l’uso su strada: un sistema che varia il funzionamento del motore al minimo, rendendo più fluida la marcia a bassissima velocità, due ventole per garantire un adeguato raffreddamento del propulsore a qualsiasi andatura, e l’ammortizzatore di sterzo gestito elettronicamente. Altri dettagli, al contrario, spiegano che le nuove supersportive Suzuki sono state pensate per l’uso in pista: frizione antisaltellamento, catena più stretta e leggera (passo 525 anziché 530) e, nonostante la maggiore potenza, rapporti più corti.

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