Lutto nel mondo Suzuki: addio a Mitsuo Ito

Lutto nel mondo Suzuki: addio a Mitsuo Ito

Il leggendario pilota della Casa di Hamamatsu si è spento a 82 anni: è stato l'unico giapponese ad aver trionfato nel Tourist Trophy dell'Isola di Man, nel 1963

Redazione - @InMoto_it

04.07.2019 11:41

Mitsuo Ito, leggendario pilota della Suzuki, si è spento all'età di 82 anni: ad annunciare la scomparsa dell'icona del motociclismo del Sol Levante è stata proprio la Casa di Hamamatsu con un comunicato ufficiale. Ito è passato alla storia per essere stato il primo, ed unico, giapponese ad aver trionfato nel Tourist Trophy dell'Isola di Man, nel 1963.

Mitsuo Ito, addio alla leggenda della Suzuki

Mitsuo Ito, addio alla leggenda della Suzuki

Si è spento a 82 anni. Nel 1963 vinse il Tourist Trophy sull'Isola di Man: è l'unico giapponese ad esserci riuscito. Con la Casa di Hamamatsu ha corso anche in 50cc e in 125cc e una volta ritirato dalle corse, è rimasto a lavorare per il marchio fino al 2000

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CARRIERA - Con la Suzuki Mitsuo Ito ha corso sia nella categoria 50cc, sia nella 125 cc, partecipando a campionati internazionali tra i quali il Road Racing Grand Prix e il Motomondiale. I migliori risultati li ha ottenuti con la 50cc, riuscendo anche a vincere il GP del Giappone nel 1967 e conquistando altri nove podi. Con la 125cc, invece, i migliori risultati ottenuti sono stati due terzi posti: nel 1962 in Argentina e in Giappone nel 1966. Nel 2013, per il 50° anniversario della sua vittoria all'IOMTT, è stata prodotta in suo onore una moneta commemorativa. Lo scorso dicembre Ito è stato inserito nella Motorcycle Sport Hall Of Fame dalla Federazione Motociclistica Giapponese.

LA VITA IN SUZUKI - Mitsuo Ito è rimasto all'interno della famiglia Suzuki fino al 2000. Il suo contributo è stato fondamentale per il progetto di sviluppo delle moto della casa di Hamamatsu e per la vittoria iridata di Kevin Schwantz nel 1993 nella categoria 500cc del Motomondiale. Nel corso degli ultimi anni era diventato un'icona del paddock: sarà sempre ricordato per la sua umiltà e per la sua simpatia, oltre che per essere stato il primo (ed unico) giapponese ad aver vinto il Tourist Trophy.

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