Bimota sul punto di chiudere definitivamente

Bimota sul punto di chiudere definitivamente

Il marchio italiano ha smantellato la storica sede di Rimini. Si teme la fine per la “creatura” di Massimo Tamburini, di cui fu cofondatore e direttore tecnico

05.09.2017 15:15

Bimota e la città di Rimini. Un connubio indissolubile, parte integrante dell’alchimia che ha generato una delle storie più belle del motociclismo. Quella della factory - fondata nella città romagnola, nel 1973, da Massimo Tamburini, Valerio Bianchi e Giuseppe Morri - che ha innovato con i suoi telai avanzatissimi e ha dato vita ad alcuni dei gioielli a due ruote più preziosi di sempre. Ed è proprio la storica sede di Rimini, secondo quanto riferisce Cycle World, ad essere stata smantellata in questi giorni.

RIMANE BEN POCO - Via i cartelli dalla strada. Via ogni riferimento. A quanto pare i locali Bimota in via Lea Giaccaglia, 38 sarebbero oramai completamente vuoti; mentre in un magazzino, qualche centinaio di metri più in là, sarebbero state ammassate le rimanenze e i pezzi di ricambio, in particolare dell’ultimo modello prodotto, la sfortunata BB3. Al momento (stiamo verificando) i dipendenti ancora attivi sarebbero appena 3 o 4, impegnati più che altro nella gestione/smaltimento di ciò che rimane di Bimota.

UNA LENTA AGONIA - Alla base del declino del marchio, volumi di vendita non sufficienti a rientrare dei corposi investimenti decisi per allargare la propria presenza sul mercato; sfociati poi in continui guai finanziari, fino al fallimento dichiarato nel 2000. Nel 2003 arriva il rilancio, grazie all’intervento di un gruppo di investitori ma di nuovo, subito dopo, un lento declino. Oggi, solo un progetto serio e strutturato, sostenuto da un adeguato investimento finanziario, potrebbe salvare dall’oblio una delle eccellenze motociclistiche italiane nel mondo. Anche se la situazione sembra ormai disperata... forza Bimota!

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