Fuoristrada: l’allarme di Federmoto

Fuoristrada: l’allarme di Federmoto© Enduro Piacenza

La proposta di vietare sentieri e mulattiere alle moto andrebbe a penalizzare oltre mezzo milione di persone, con conseguenze anche sullo sport

Redazione - @InMoto_it

24.08.2017 10:40

Sentieri e mulattiere vietati alle moto? Un incubo per oltre mezzo milioni di utenti delle ruote che potrebbe diventare realtà, con una modifica al Codice della Strada. A lanciare l’allarme è la Federazione Motociclistica Italiana, che richiama l'attenzione sulle conseguenze derivanti dalle modifiche agli articoli 2, 3 e 194 del Codice della Strada, votate dalla IX Commissione Trasporti Camera, con cui le strade costituite dai sentieri e dalle mulattiere, minori o uguali a 2,5 metri di larghezza, si vorrebbero destinare esclusivamente al passaggio di pedoni, velocipedi (biciclette) e animali.

LA COSTITUZIONE LA PENSA DIVERSAMENTE - La FMI vuole portare all'attenzione di Autorità, Istituzioni, Regioni, Province, Comuni e Enti del Turismo e dell'Ambiente di tutta Italia che le modifiche, così come sono state presentate, rappresentano una  significativa restrizione della libertà alla circolazione, sancita anche dalla nostra Costituzione, penalizzando le attività esercitate dalla FMI e dagli altri utenti che abitualmente usano le strade bianche per scopi amatoriali, turistici, sociali, sportivi e venatori su un bacino di mezzo milione di utenti.

CONSEGUENZE SULL'ATTIVITA' SOCIALE ED ISTITUZIONALE DELLA FMI – Federmoto puntualizza che, qualora venisse accettata una simile proposta, verrebbero meno le condizioni che hanno portato al riconoscimento delle seguenti attività sociali:

  • inserimento della FMI come organo della Protezione Civile per le operazioni di soccorso gestite con mezzi fuoristrada durante le ultime emergenze nazionali;
  • sottoscrizione, non più tardi di due mesi fa, di un protocollo d'intesa con l'Arma dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente, la sicurezza stradale, la protezione civile, il primo soccorso alle popolazioni e la collaborazione per la realizzazione delle  attività istituzionali;
  • sviluppo di corsi formativi sull'uso di mezzi fuoristrada e sulla guida a favore del personale dell'Arma con istruttori Federali.

Federmoto sottolinea, inoltre, che il Ministro dello Sport, Luca Lotti e il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, hanno premiato la FMI per le attività di soccorso portate dai nostri volontari, coordinati dalla Protezione Civile, nelle zone del Centro Italia colpite dai terremoti e dalle distruttive nevicate. La FMI, per queste attività di pubblico interesse è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel tradizionale incontro e riconoscimento delle Federazioni del CONI

CONSEGUENZE SULL'ATTIVITA' SPORTIVA – Federmoto lancia l’allarme anche sul fronte sportivo: se passerà questa modifica al Codice della Strada verranno vanificati i presupposti che hanno caratterizzato i 106 anni di storia dell'attività agonistica della FMI, nata nel 1911 e riconosciuta dal CONI con una tradizione di grandi successi internazionali anche nel motociclismo fuoristrada e sulle viabilità a fondo naturale.

  • 19 Titoli Mondiali individuali Enduro
  • 36 Titoli Europei Enduro
  • 24 titoli iridati per Squadre nazionali (Sei Giorni)
  • Sei vittorie italiane alla Parigi-Dakar

I praticanti della FMI a cui verrebbe tolta l'opportunità di continuare questa tradizione sono:

  • 120.000 tesserati
  • oltre 2.000 Moto Club sparsi su tutto il territorio nazionale
  • 15.000 piloti agonistici

Si precisa inoltre che l'attività amatoriale non agonistica eleva il numero degli utenti di motocicli da fuoristrada a numeri pari ad almeno il triplo di quelli sopra indicati.

CON QUESTE MODIFICHE – dicono in Federmoto - si eliminerebbe la possibilità di avviare molti giovani allo sport e la FMI non avrebbe più la possibilità di organizzare gare, allenamenti o manifestazioni. In pratica sarebbe come togliere i campi di calcio, l'acqua dalle piscine o i campi da tennis ai praticanti.

CONSEGUENZE SULL'INDOTTO INDUSTRIALE MOTOCICLISTICO - Secondo il WorldWide Forum 2 wheels, promosso da ANCMA-Confindustria, nel 2014 l'Italia si presenta come primo mercato Europeo come parco circolante, costituito da circa 9 milioni di mezzi, di cui produce circa 65.000 ciclomotori e 265.000 motocicli per un valore di 3.047 milioni di euro all'anno. Inoltre l'Italia è terza nel mondo dopo Cina e Giappone come bilancia commerciale delle due ruote (moto e bici), con un saldo di 981 milioni di Euro, ed impiega a vario titolo in questo settore industriale circa 55.000 addetti. Nel 2016 i dati del mercato sono in netta ripresa (immatricolazione pari al + 13,3%), confermando il trend positivo iniziato nel 2015. In particolare le moto hanno registrato un incremento del 21,6% confermato nel primo semestre 2017 con un ulteriore crescita del 7%. Per sottolineare quanto sia importante il settore “fuoristrada”, si evidenzia che la vendita dei caschi italiani da Cross-fuoristrada è aumentata del 37,1% . Da questa analisi sono assenti i dati del comparto 4x4 auto, anch'esso interessato dalle limitazioni al transito, quindi le conseguenze effettive delle modifiche del codice saranno notevolmente più elevate.

CONSEGUENZE ED IMPATTI GENERALI SU ALTRE ATTIVITA' – Federmoto delinea anche le conseguenze sulle altre attività:

-  Gli accompagnatori turistici, le attività sportive, ricreative quali quelle venatorie, la pesca, la ricerca di funghi e tartufi, non potranno pertanto usufruire dei mezzi a motore per le loro attività sulle strade a fondo naturale;
- Le discipline sportive outdoor (es. corsa a piedi, mountain bike) perderanno il supporto dei mezzi a motore necessario a garantire l'attività in sicurezza;
- Il territorio perderà il contributo derivante dalle attività di manutenzione effettuate gratuitamente sui sentieri e sulle mulattiere dai volontari con mezzi a motore;
- Potrebbe aumentare il “far west” indiscriminato dell'uso dei motori sul territorio a causa dei divieti da parte di chi si sente vessato da tali modifiche, ingiustificate ed ingiustificabili.
- Verrà attribuito il diritto esclusivo di percorrenza su tutti i sentieri e mulattiere al solo escursionismo pedonale, ciclistico ed equestre, ivi compreso sui percorsi interessanti le proprietà private senza il consenso dei proprietari;
- I Comuni coinvolti dalla perdita dell'indotto turistico e sportivo delle attività outdoor in argomento, perderanno utenti sul loro territorio con minori opportunità di sviluppo.

LE CONSIDERAZIONI DELLA FMI – Le modifiche proposte favoriranno solo una minima parte della collettività ed escluderebbero dalla fruibilità pubblica del territorio il numero più significativo dei portatori di interessi diffusi coinvolti in modo diretto, stimabile in almeno mezzo milione di utenti, oltre a quello indiretto inquantificabile”, fa sapere Federmoto in una nota.

“I principi generali che tutelano l'interesse generale stabiliscono che ogni limitazione dell'uso pubblico del territorio va sempre motivata e con prove concrete, allo stato attuale non dimostrate. Le modifiche riguarderebbero infatti tutta la rete italiana delle strade bianche dove le amministrazioni hanno introdotto un sistema di regolamentazione locale differente da quello proposto a livello nazionale con le modifiche del codice”, aggiungono in Federmoto.

“Le negoziazioni effettuate sul tema  in molte regioni quali l'Emilia Romagna, l'Abruzzo, la Toscana ed altre dimostrano che la realtà dei fatti e il dialogo portano ad una fruizione comune del territorio, consapevole e produttiva per la comunità, perciò è essenziale che siano garantite le esigenze di tutti sulla base di un progetto condiviso per impedire le conseguenze e gli impatti illustrati ai punti precedenti".

La FMI pertanto è già al lavoro con la formazione di un Gruppo di lavoro Istituzionale che, attraverso un preciso e dettagliato programma di sensibilizzazione e dialogo con tutte le Autorità e le parti politiche interessate, miri alla modifica sostanziale delle modifiche al Codice della Strada.

“Il nostro obiettivo è un progetto condiviso che vada a garantire le esigenze di tutti i cittadini, nel rispetto dei diritti e della vera tutela dell'ambiente”, conclude la Federazione Motociclistica Italia.                                                                                            

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento