La Cassazione “punisce” Axo

La Cassazione “punisce” Axo© Reuters
Le Sezioni Unite hanno riconosciuto una sentenza americana che condanna Axo a pagare una somma che va oltre il risarcimento. E' la prima volta in Italia

Fiammetta La Guidara

19.07.2017 07:23

Di sicuro c’è che questa sentenza è destinata ad aprire una nuova strada: per la prima volta in Italia è stato riconosciuto il risarcimento del “danno punitivo”. A farlo è la sentenza numero 16601 del 5 luglio di quest’anno, con la quale le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione hanno accolto e ratificato tre sentenze americane, condannando la Casa costruttrice di caschi trevigiana Axo al pagamento di un milione e mezzo di dollari.

Il fatto –A ripercorrere i fatti è la sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Tutto inizia con un incidente avvenuto durante una gara di motocross in Florida: il pilota americano Charles Duffy III aveva perso il controllo del mezzo mentre ad alta velocità affrontava uno dei salti tipici della sua competizione. Charles aveva battuto la testa violentemente. Poi la moto gli è atterrata addosso, schiacciandolo e provocandogli lesioni gravissime e danni permanenti.

La sentenza americana - Charles Duffy III indossava un casco prodotto dalla Axo, e importato negli Usa dalla Nosa inc. La famiglia della vittima ha fatto causa alla Nosa “per gravissimi danni alla persona subiti per un vizio del prodotto venduto”, perché le lesioni erano «derivate a causa di un vizio del casco», che «non era ragionevolmente adatto per gli usi cui il convenuto intendeva destinarlo o che era ragionevole attendersi». La Nosa è stata condannata a pagare un indennizzo alla vittima ma si è rivalsa sulla Axo, condannata a pagare un risarcimento di un milione e mezzo di dollari.

La sentenza italiana - La sentenza americana è stata riconosciuta nel 2014 della Corte d’Appello di Venezia. La Axo si è difesa sostenendo “il mancato accertamento della propria effettiva responsabilità nella causazione del danno al motociclista, erroneamente desunta dal giudizio sommario e probabilistico” e sostenendo anche la “contraritetà all’ordine pubblico della comminatoria di danni punitivi, in ragione della loro inammissibile funzione sanzionatoria della condotta del danneggiante, anziché risarcitoria dei danni subiti dal danneggiato”. La Corte d’Appello di Venezia, però, ha ribadito che “ad Axo era stata data la possibilità di costituirsi nell’interesse di Nosa e di difendersi nel giudizio, anche contestando la propria responsabilità, ma non lo aveva mai fatto…”.

I danni punitivi – Le Sezioni Unite hanno accolto la richiesta della Cassazione del 16 febbraio 2016, riconoscendo oltre al risarcimento, anche i “danni punitivi”, che  consistono nel riconoscimento al danneggiato di una somma ulteriore rispetto a quella necessaria a compensare il danno subito, nel caso il danneggiante abbia agito con malice (dolo) o gross negligence (colpa grave). 

Le Sezioni Unite italiane hanno messo in evidenza, dunque, che nel nostro ordinamento la responsabilità civile non ha solo solo il compito di ripristinare la sfera patrimoniale del soggetto che ha subito un danno ma anche  “la funzione di deterrenza e quella sanzionatoria del responsabile civile”.

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento