Ivano Beggio racconta l’Aprilia

Ivano Beggio racconta l’Aprilia
Sabato 8 aprile appuntamento con lo storico patron di Aprilia a Valle San Liberale, nella sede del Moto Club Pompone.

Fiammetta La Guidara

06.03.2017 09:04

Ivano Beggio è di casa alla sede del Moto Club Pompone, a Valle San Liberale, e ancora si racconta del primo incontro nel 2004, quando giunse in sella ad una Aprilia Tuono e con indosso una tuta nera.

Ivano Beggio “è” l'Aprilia e, nonostante il marchio sia confluito nel gruppo Piaggio il suo nome resta a grandi caratteri nella storia della Casa di Noale.

Ivano Beggio la ereditò nel 1968 dal fondatore, suo padre Alberto. In quaranta anni a capo dell'azienda di Noale Ivano Beggio trasformò la piccola ditta artigianale in azienda internazionale capace di cogliere successi commerciali e sportivi. Beggio, nonostante abbia ceduto Aprilia a Piaggio nel 2004, tutt'ora è nei cuori degli appassionati della Casa veneta. Tra le moto più amate della sua gestione troviamo l'Aprilia RSV, mentre tra gli scooter ebbe un grande successo commerciale il ruote alte Scarabeo.

Per quanto riguarda le vittorie mondiali, la lista è lunghissima (anche se mancano le vittorie in 500 e in SBK, qui però la mancanza è stata colmata in seguito da Biaggi sotto la gestione Piaggio) e Beggio può ben dire di aver allevato moltissimi piloti divenuti con lui dei campioni. L'elenco è nutrito, troviamo gente del calibro di Gramigni, Rossi, Locatelli, Biaggi, Melandri e Poggiali.

COM’E’ NATO IL NOME APRILIA? - Lo spiega lo stesso Ivano Beggio in un post sul suo profilo Facebook. “Fu mio papà Alberto a sceglierlo quando iniziò a costruire biciclette, perché era rimasto ammaliato dalla Lancia Aprilia, una vettura di media cilindrata molto innovativa e molto bella, lanciata dal marchio torinese nel 1937. Ricordo con grande affetto mio padre molto geniale e innovativo… realizzò delle biciclette molto belle e anche dei 50cc, ideando anche brevetti importanti, come quello relativo alla bicicletta pieghevole. Quando iniziai a costruire le moto rimase stupito e un po' perplesso; gli spiegai però quale sarebbe stata la mia visione del medio periodo e lo trovai pienamente d'accordo... Grazie Papà per avermi insegnato così tante cose che mi sono state preziose per il resto della mia vita. Purtroppo è mancato molto presto, avevo appena 27 anni. E' stato un onore perpetuare nelle mie nuove moto il nome Aprilia che lui aveva voluto”.

RACING REPLICA - “Le moto replica furono una delle innovazioni di Aprilia”, spiega ancora Beggio su Facebook. “Anche altre Case riproponevano dei modelli da corsa, ma con prezzi elevatissimi. Noi invece lanciammo sul mercato delle sportive identiche graficamente alle versioni da corsa, di cui mantenevano importanti elementi funzionali come il telaio in alluminio ed il monoammortizzatore, proponendole a dei prezzi ragionevoli. Il loro successo, come noto, fu straordinario ed avvicinò oltretutto tanti ragazzi al mondo delle competizioni.

“Credo che questo strettissimo legame tra moto da competizione e prodotto di serie fu una prerogativa di Aprilia: ovviamente la moto che vendeva il concessionario aveva rilevanti semplificazioni rispetto a quella che correva in pista, ma la base tecnica ed il carattere erano gli stessi. Queste moto racchiudevano in sé la filosofia che ho sempre seguito: correre in pista e riversare sulla produzione il massimo dell’esperienza possibile".

MAX BIAGGI: LA STOFFA DEL CAMPIONE - “Molti di voi mi domandano di Max Biaggi e del perché finì la sua permanenza in Aprilia”, prosegue sempre Beggio. “Scelsi di puntare su Biaggi perché vidi in lui la stoffa del potenziale campione. Max si rivelò subito un vincente, guidava benissimo, aveva grande dedizione e professionalità, intuiva velocemente tra le innovazioni tecniche che progettavamo a getto continuo quelle che gli facevano abbassare di più i tempi sul giro, ha sempre avuto un gran sangue freddo. Intuivo che con lui avremmo conquistato il mondiale. Il matrimonio tra Max e Aprilia fu favoloso per entrambi, le moto replica molto simili a quelle progettate per Max, belle e tecnicamente straordinarie, venivano richieste in tutto il mondo grazie alla popolarità delle sue vittorie.

“Il rapporto con lui si interruppe fondamentalmente perché, alla fine, nel pilota c’è sempre il desiderio di dimostrare di poter vincere con diverse moto, mentre nella Casa costruttrice quello contrario di saper trionfare prescindendo da un unico pilota”.

“Questo incontro con Ivano Beggio organizzato dal Pompone Club Motociclistico a Valle San Liberale si deve al fatto che i tanti piloti che sono ancora legati al famoso marchio di Noale, vogliono respirare e rivivere il forte spirito motociclistico creato dall’uomo che sarà protagonista dell’evento”, spiega Maurizio dello storico sodalizio veneto.

Info: tel. 0423 53250, mail: club@pompone.com  o  motoristorante@motoristorante.it, FB: Pompone Team Italia

Fiammetta La Guidara

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