I creatori del super casco bruciano 15 mln in festini e auto di lusso

I creatori del super casco bruciano 15 mln in festini e auto di lusso

La visiera aveva uno schermo Head Up Display e una piccola telecamera in grado di riprendere a 180°, permettendo al pilota di vedere che cosa accade dietro di lui.

Alessandro Vai

12.08.2016 15:39

Non tutte le storie delle start-up sono a lieto fine, soprattutto se i soci fondatori ne dilapidano l’intero patrimonio e lo fanno nei modi peggiori (o migliori, dipende dai punti di vista). È il caso della Skully, l’azienda che un paio di anni fa aveva presentato il prototipo del casco integrale Skully AR-1, un oggetto ad alto concentrato di tecnologia. Aveva la caratteristica assai peculiare di sostituire la classica visiera in policarbonato con una dotata di schermo HUD – Head Up Display – e di una piccola telecamera in grado di riprendere a 180°, permettendo al pilota di vedere che cosa accade dietro di lui. Un’idea rivoluzionaria per le due ruote, che tuttavia per ora è destinata a rimanere tale.

ANCHE LA PIAGGIO AVEVA CREDUTO IN LORO

Skully, infatti, ha inviato a finanziatori e clienti una lettera per comunicare l’inizio del processo di fallimento, ponendo fine a una storia piena di zone d’ombra. Due anni fa, infatti, l’azienda era stata fondata dai fratelli Markus e Mitch Weller che avevano quasi contestualmente iniziato la raccolta fondi su una piattaforma di crowdfunding. L’operazione era andata a buon fine e i due avevano racimolato oltre 10 milioni di dollari, a cui se ne sono aggiunti altri 5 provenienti da finanziatori “classici”. Dopodiché sono stati aperti i pre-ordini per il casco AR-1, riscuotendo un buon successo, nonostante il prezzo finale di 1.500 dollari.

Tutto bene dunque? No, perché alcuni mesi fa i fondatori sono stati estromessi, insieme ad altri dipendenti; poi Skully ha dichiarato di non essere pronta a iniziare la produzione e infine ha cercato altri finanziamenti, cercando perfino l’acquisto da parte dei cinesi di LeSports. Ma tutto questo non è servito a nulla e la Skully è prossima a essere messa in liquidazione. I veri motivi di questo tracollo non sono noti, ma forse qualche indizio si trova tra le pieghe della denuncia esposta dalla ex-assistente di Markus Weller, Isabelle Faithhauer. Il menù è variegato ma prevedibile ed è quello di tutte le imprese in cui i padroni sfruttano le casse aziendali per il proprio piacere.

Affitto di appartamenti per uso personale, compresi il deposito cauzionale, le spese di trasloco, tinteggiatura e pulizia settimanale; pasti ai ristoranti e spese alla gastronomia; acquisti di dispositivi tecnologici e portatili; 80.000 dollari pagati a un co-fondatore e registrati come rimborso spese; 13.000 euro per un weekend a Las Vegas; il noleggio di una Lamborghini, l’acquisto di un’Audi R8, di due Viper e di due motociclette. A tutto questo si aggiungono spese varie per strip club e limousine. Insomma, forse la ricchezza ha dato alla testa ai due fratelli e sicuramente tutti quelli che hanno prenotato il casco versando l’anticipo richiesto non riceveranno nulla.

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